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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

 

Il voodoo delle prostitute

Settembre 2018

 

Da molti anni, anch’io - come penso tutti - mi incuriosisco quando leggo sui giornali dello smantellamento di qualche rete di prostituzione africana, laddove si parla di riti voodoo coi quali le ragazze venivano ricattate dai loro protettori.

Mi incuriosisco anche più degli altri, perché - come sanno i miei lettori - io di voodoo un po’ me ne intendo, e sono piuttosto urtato dal fatto che di norma ne venga presentata sulla stampa un’immagine negativa - come del resto succede per molte altre manifestazioni dell’esoterismo.

Ma, d’altra parte, i tempi sono questi, con una forte tendenza alla demonizzazione di ogni forma di spiritualità alternativa.

Una volta non era così. Recentemente ho rivisto alla televisione quel bellissimo piccolo film che è Il Dio Serpente, datato 1970 - fantastica colonna sonora di Augusto Martelli, che quell’estate scalò l’hit parade, protagonista una stupenda e giovanissima Nadia Cassini.

Io avevo 14 anni, e riguardandolo ho compreso meglio come sia stato possibile che la curiosità verso il voodoo si combinasse armoniosamente con la mia acerba coscienza in formazione di ragazzo di sinistra, pace amore e musica; ma ripensandoci adesso, sembrano cose di un altro mondo.

Siamo stati una generazione fortunata!

Sia chiaro, non voglio negare che nel voodoo ci siano anche cose cattive, come del resto nel Cattolicesimo e dappertutto. Se ci sono, io le condanno; ma vorrei essere sicuro che siano vere, non esagerazioni scandalistiche per fare audience o per vendere i giornali.

Per questo, leggendo del voodoo delle prostitute, ho sempre desiderato di poter disporre di notizie di prima mano; anzi avevo anche provato a cercarle, scontrandomi però contro un muro - tutti mi dicevano che le prostitute africane sono ragazze infelici, succubi e impaurite (purtroppo credo che sia vero), e che nessuna avrebbe accettato di parlarmi di queste cose.

Per cui ho drizzato le orecchie quando quest’estate ho conosciuto un signore che una trentina d’anni fa aveva sposato una ragazza africana. Oggi hanno un figlio grande e sono una coppia affiatata e cordiale, con cui si può parlare senza problemi di qualsiasi cosa - addirittura dopo qualche serata, quando eravamo già un po’ in confidenza, sono stati loro a svelarmi che J. (la chiamerò così) era venuta in Italia per fare la prostituta.

Quando gli ho chiesto se avrei potuto intervistarla su questo - naturalmente nel rispetto del suo anonimato - speravo che accettasse, ma mi aspettavo qualche esitazione; invece no, hanno acconsentito subito, perché mi ha detto A… (il marito) che su questo argomento si sentono troppe invenzioni, e un po’ di verità non fa mai male.

Così l’intervista è partita subito; e io andavo a braccio, prendendomela con me stesso perché non avevo pensato a prepararmi niente - però rileggendola mi è piaciuta, e ho pensato che meglio di così non poteva venire.

Dice che il mondo della prostituzione africana è un paradiso terrestre dove tutti sono buoni, felici e politicamente corretti? No, non lo dice per niente; ma come sperava A…, dice un po’ di verità.

 

J., qual è il Dio delle ragazze che fanno le prostitute?

Non è un Dio, è Mami.

Chi è Mami?

La Mami è una donna morta, molto importante e forte, molto ricca, che è vissuta più di cento anni fa. La Mami è anche il gruppo delle donne che adora la Mami.

Mami era della tua città?

Non lo so, anch’io lo chiedevo quando ero ragazza e qualcuno diceva di sì, ma mia madre aveva detto che è venuta con una nave.

Una nave a vela?

Non lo so, una nave inglese.

Anche Mami faceva la prostituta?

(ride) Non lo so… ha fatto tanti lavori.

Per esempio?

L’attrice, la puoi vedere nei film.

Oh, e come si chiama?

Mami.

E poi ha fatto altri lavori?

Non lo so… una volta andava a cavallo, forse faceva l’esploratrice o la domatrice di cavalli. Ma adesso vive nel fiume.

Ma hai detto che è morta.

È morta come donna, ma come spirito vive nel fiume.

Sta sempre nel fiume?

No, un po’ sta nel fiume, poi si veste, si pettina i capelli, va in città e compra tante cose.

Cosa?

Vestiti, gioielli, scarpe, tanta roba da mangiare.

Che aspetto ha?

(ride) È bella, piace agli uomini, però gli uomini quando va in città non la vedono, solo le donne possono vederla e parlare con lei; invece gli uomini che vogliono vederla vanno al fiume e guardano nell’acqua, e se sono fortunati lei si fa vedere.

E se non sono fortunati?

Vedono uno dei suoi figli. Anche i figli stanno nel fiume.

E poi, quando un uomo ha visto Mami o uno dei suoi figli, cosa gli succede?

Non lo so, io non sono un uomo. Però certe volte quando tornano dicono strane parole e prevedono le cose, e allora le donne capiscono che quell’uomo ha incontrato qualcuno.

Anche gli uomini possono diventare fedeli di Mami?

Sì, di Mami o di uno dei suoi figli. Gli uomini di Mami sono pochi, molto meno delle donne, però ci sono.

Ci sono degli altari dedicati a Mami?

Oh, sì, altari molto ricchi, con sopra tante cose. Ci sono anche delle fotografie della Mami con un serpente.

Un serpente di fiume?

Non so, un serpente qualunque, perché lei vuole bene a tutti serpenti. Una mia amica mi diceva che il primo marito di Mami era un serpente, ma io queste cose non le so.

E vuole bene anche ad altri animali?

Oh, sì, ai pesci, ma non a tutti (mi illustra con le mani le forme di alcune varietà di pesce a cui Mami vuole bene e altre a cui non vuole bene, con varie spiegazioni intercalate da parole nella sua lingua madre; ma poiché si infervora molto diventa difficile da capire, e piuttosto che trascrivere cose inesatte preferisco omettere questa parte).

E dimmi, i fedeli della Mami si fanno cavalcare da lei?

Cosa vuoi dire?

Che davanti all’altare lei prende possesso del loro corpo.

(ride) Ah sì, come hai detto prima? Cavalcare? Sì, si fanno cavalcare, anche da noi si dice così, che sono i cavalli della Mami, oppure che stanno nuotando, perché agitano le braccia.

Da noi si dice che sono in trance.

Trance? Sì, ho sentito, so cosa vuol dire. Ma noi non lo diciamo. Forse me l’aveva detto un Mussulmano.

Tu non sei mussulmana?

No, sono cristiana, la mia famiglia è cristiana. Tutte le ragazze della mia Mami sono cristiane.

Perché? La Mami per le Mussulmane è proibito?

(ride) No, perché nella città dove abitavo siamo tutti Cristiani. Ma mi hanno detto che dove stanno i Mussulmani anche lì ci sono delle Mami, però meno.

E tu come hai conosciuto la tua Mami?

(sorride) Di quello che ho fatto io con Mami non vorrei parlare.

Bè, dimmi almeno perché hai deciso di diventare una sua fedele.

(sorride ancora) Dici sempre fedele, ma non si dice fedele. Si dice sua figlia.

Bè, perché hai voluto diventare sua figlia?

(molto solennemente) Perché volevo diventare ricca.

Però non lo sei diventata…

Lo dici tu! (J. agita scherzosamente la borsetta davanti al mio naso).

E quelli della tua città che non sono figli di Mami, cosa pensano di lei?

Pensano bene! Tutti gli uomini la sognano perché vorrebbero fare l’amore con lei, e le donne la pregano perché Mami le aiuta ad avere i bambini.

Quindi Mami è buona?

(J. riflette) Mah, non sempre è buona. È buona se la rispetti, altrimenti può farti passare dei guai.

Che tipo di guai?

Oh, tanti tipi: malattie, incidenti, prigione… oppure qualcuno va al fiume, ci cade dentro e non lo vedi più. Tante persone del mio paese che passano dei guai, anche in Italia, se li sono cercati perché si erano dimenticati di Mami.

Dimenticati in che senso?

Non le portavano più regali, o non pensavano più a lei, oppure si comportavano male con le figlie di Mami. (pausa) E anche con quelli che vengono in Italia o in Inghilterra e non parlano più la nostra lingua, certe volte lei si arrabbia; però a quelli non gli fa passare i guai subito, prima li sgrida e poi aspetta di vedere se si ricordano di lei.

A Mami vengono fatti dei sacrifici?

Non te lo potrei dire, però sì, questo lo sanno tutti.

Di animali o anche umani?

(ride) Ma vuoi mandarmi in prigione? (pausa) Comunque guarda, ti dico la verità: nella mia città sacrifici umani non se ne fanno, a noi non farebbe piacere e neanche alla nostra Mami. Però in certe città ci sono delle Mami diverse, e non so cosa fanno.

Ah, quindi ci sono delle Mami molto cattive?

Sì, quelle ammazzano.

Le trovi nei posti meno civilizzati?

Oh, non è detto… sai, sono i bianchi quelli che comprano i fegati, non i neri.

E comprano anche i cuori?

(mi sorride) Ah, le sai queste cose… no, i cuori non preoccuparti che non glieli vendono!

Se li mangiano?

Non lo so.

Ma senti, è vero che alle figlie di Mami, prima di mandarle in Italia, gli fanno un rito che le rende schiave?

(J. mi guarda perplessa) Un rito?

Sì, una cosa davanti all’altare con le loro unghie, i loro capelli

(sorride) Ah! Bè, sai, davanti all’altare le figlie di Mami fanno molte cose. E sì, naturalmente prima di venire in Italia fanno una cosa di protezione, anche più di una.

Ah, quindi la fanno volontariamente?

Certamente sì.

Ma non pensano che in questo modo poi saranno controllate?

No, non gli importa, perché quando una ragazza diventa figlia di Mami vuol dire che ha già accettato di essere controllata da lei ogni momento. (pausa) Perlomeno con la mia Mami è così, con le altre non so.

Ma le controlla soltanto Mami o anche qualcuno qui?

(mi fissa negli occhi e riflette) Soltanto Mami… e le sue mogli.

Ah, e chi sono le mogli di Mami?

(esita un po’) Bè, io per esempio ero una di loro.

Eri sua moglie? Ma non eri sua figlia?

No, prima ero sua figlia, poi dopo qualche anno sono diventata sua moglie. Si usa così.

Ah! E questo succede a tutte le figlie di Mami?

No, non a tutte. Solo a qualcuna. A me è successo.

Ma ti è successo qui in Italia o nella tua città?

Nella mia città. Quando sono arrivata qui, ero già una moglie di Mami. Io sono venuta in business class, lo sai? (sorride fiera)

Ma i soldi ce li avevi?

Sì, perché se sei una moglie di Mami non paghi tu il viaggio: tutte le figlie di Mami fanno una colletta, perché ti vogliono bene e vogliono farti viaggiare bene.

Ascolta, però se sei la moglie di Mami e anche di A…, vuol dire che hai due mariti?

Ma no! (ride) Adesso sono la moglie di A…, Mami era il mio primo marito.

Cioè, tu avevi sposato un uomo del tuo paese e lui era…

(mi interrompe) No, nessun uomo! A… è il mio primo marito uomo; invece Mami è il mio primo marito perché quando stavo con lui facevo l’amore solo con lui.

Vuoi dire con lei.

(mi guarda in modo strano) No, con lui. Quando è marito, Mami è un maschio.

Mi puoi dire del tuo matrimonio?

No, anche questo non vorrei dirlo, non vorrei dire niente delle cose che si fanno davanti all’altare. (pausa) Il giorno che diventi moglie devi portare al fiume delle cose, e dopo che ti sei sposata devi farti vedere in giro con dei vestiti e degli oggetti speciali, e allora tutte le altre figlie sanno che adesso tu non sei più come loro, che sei la moglie di Mami. (pausa) Però solo quella volta devi andare in giro vestita bene, perché Mami non è contento se le sue mogli si fanno guardare dagli uomini. Io ci sto attenta, e quando torno nella mia città mi metto un vestito semplice e lungo e vado scalza o coi sandali, senza orecchini e senza gioielli, senza neanche un anellino. (pausa) Invece le figlie di Mami, che sono ragazze più giovani, se si vestono sexy lei è contenta. (sorride) Io quando ero una figlia di Mami mi divertivo un mondo a fare impazzire gli uomini, e lei era contenta.

E, scusa la domanda, facevi la prostituta anche allora?

Io no, ma qualche mia amica sì. (pausa) Mami non è molto contenta se fai la prostituta in Africa: cioè, lo tollera e magari ti aiuta un po’, ma non è contenta perché gli uomini pagano poco e perché ti puoi ammalare, e se ti ammali facendo sesso lei non ti può aiutare. (pausa) E poi, sai una cosa? Diceva mia madre che quando è arrivata nella mia città Mami stava con un uomo cattivo che la faceva prostituire e la picchiava, quindi adesso che è ricca e sta bene non vuole vedersi troppe prostitute intorno.

E invece in Italia le sue figlie lo possono fare?

Ma no, neanche in Italia… non sono le figlie che fanno l’amore in Italia, è Mami.

In che senso?

Nel senso che l’uomo quando ti paga dà i soldi a Mami.

E invece in Africa no?

Ma no, te l’ho già detto.

E quando Mami era tuo marito le altre persone cosa dicevano?

Niente, non ne parlavo con altre persone. (pausa) Vedi, quando hai sposato Mami continui a stare con le altre persone, ma ti sembrano lontane. (pausa) Stai più con Mami che con loro.

E poi come hai fatto a divorziare da Mami per sposare A…?

(sospira) Bè, questo è difficile da spiegare. Normalmente è difficile divorziare da Mami, lui è geloso e non ti lascia. (riflette) Voglio dire, puoi anche lasciarlo, ma se lui non è d’accordo la ragazza non se lo leva più di torno e sta male.

E tu sei stata male?

No, io sono stata fortunata (sorride contenta), perché con Mami avevo un rapporto molto buono, ci dicevamo tutto e lui mi voleva bene davvero. (pausa, J. riflette) Quando facevo la prostituta era un lavoro brutto, eppure a me andava tutto bene, nelle mie mani correvano fiumi di soldi. Se c’era un cliente cattivo con me non si fermava mai, andava sempre con le altre; certe volte le mie amiche mi raccontavano di cose brutte che gli erano successe e io quasi non ci credevo, pensavo: poverine, che brutto lavoro che fanno. (ride) E poi un giorno, dopo che ho incontrato questo tipo (sorride al marito) ho detto a Mami: voglio andare con lui. E lui: sei sicura? E io: sì, io ci vorrei andare, però devi essere contento anche tu. E lui: ci penserò e te lo farò sapere. (pausa) E poi non mi ha parlato più, mai più; però quella sera ho guadagnato una montagna di euro, cioè di lire, e anche la notte dopo, e così via. Allora ho capito che lui stava provando a farmi cambiare idea, ma che se avessi deciso di sposare A… lo avrebbe accettato. (pausa) Difatti la settimana dopo non sono andata più a lavorare, e sono andata a stare a casa di A…. Sapessi come ero emozionata, e dicevo dentro di me: Mami, se non sei d’accordo fammi sapere. Ma lui è sempre stato zitto, anche adesso. Però una volta, mentre aspettavo mio figlio, l’ho sognato e mi ha detto che era contento per me, e che mio figlio sarebbe diventato una persona importante. (sorride fiera)

E le altre ragazze quando non sei più andata a lavorare non si sono arrabbiate?

(ride) No, anzi erano contente, perché erano tutte mie figlie.

Cosa vuol dire?

Che era a me che dovevano dare i soldi; invece, dopo che io sono andata via, per un po’ di giorni hanno potuto tenere i soldi, poi Mami gli ha detto che dovevano darli a un’altra ragazza.

Ma gli prendevi tutti i soldi?

(ride) Ma no, non tutti! C’era una parte per Mami e una per loro, che la mandavano alle loro famiglie, è giusto così.

Quindi tu eri il loro capo?

(sorride fiera) Sì. (pausa) Sai, le figlie di Mami sono matte, hanno bisogno di qualcuno che pensa a loro, sennò fanno i guai.

Quindi tu eri la loro Mami.

Sì.

Però non sei mai andata a vivere nel fiume!

(J. mi rivolge un delizioso sorriso) Chissà?

 

  Daniele Mansuino

 

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