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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

 

La magia di Charlie Manson

Novembre 2023


Fui immediatamente colpito dalla loro espressione. Sembravano irradiare una soddisfazione interiore. Avevo già visto espressioni di questo genere sul volto di vari fanatici religiosi, ma rimasi ugualmente colpito e stupito. Nulla sembrava turbarle. Continuavano a sorridere, qualunque cosa venisse detta. Per loro, tutte le domande avevano già avuto risposta. Non c’era alcun bisogno di continuare la ricerca, perché avevano già trovato la verità. E la verità era questa: Charlie è amore.
Parlatemi di questo amore, gli domandai. Intendete amore in senso fisico? Sì, anche quello, mi risposero, ma è solo una parte. Un amore più generale, allora? “Sì, ma l’amore è amore, non lo si può definire”.
Chiesi loro con sincera curiosità se era stato Charlie a insegnare loro queste cose. Charlie non aveva bisogno di insegnargliele, dissero. Charlie le faceva soltanto guardare in sé stesse e vedere l’amore che avevano dentro di loro.
(da Helter Skelter, di Vincent Bugliosi, pubblico accusatore al processo contro la family di Charlie Manson)

Ho già scritto tre articoli sull’eccezionale personaggio di Charlie Manson (1934-2017); li possono rileggere coloro che non siano al corrente della sua irripetibile vita, degli omicidi che si dice egli abbia commissionato, della sua istintiva vocazione per l’esoterismo.
Premesso che nessuna via iniziatica è compatibile con la vita criminale, e che quindi la mia condanna verso questo aspetto dell’esperienza di Charlie è assoluta, dirò che molto è ancora da scrivere sul rapporto della sua family col movimento hippy da una parte, e con il mondo delle spiritualità alternative dall’altra.
Alcuni anni fa ho scritto un romanzo biografico su di lui, Manson, pubblicato dalla casa editrice Profondo Rosso di Roma, la cui produzione è ispirata al lavoro artistico di Dario Argento (per quanti fossero interessati ad acquistarlo, consiglio di richiederlo direttamente all’editore).
Nell’ambito delle ricerche da me svolte in quella occasione, sono emerse varie informazioni poco note sul mansonismo, che in questo articolo propongo ai lettori per mezzo di citazioni tratte dal libro.
Alcune, ovviamente, sono romanzate, perché appunto di un romanzo si tratta; però c’è sempre alla base un episodio realmente avvenuto, e soprattutto ho cercato di mantenermi fedele alla cronologia del percorso seguito da Charlie.
Infatti, una distinzione importante è quella tra i diversi periodi in cui maturò la sua dimensione esoterica, che può essere suddivisa in tre fasi.
La prima fu quella dei suoi soggiorni giovanili in carcere:

ma i testi di motivazione subliminale non erano i soli tesori che scovai in quella biblioteca. Sulla fila sottostante dello stesso scaffale, legati alla fila di sopra da innumerevoli rimandi più o meno palpabili, c’erano i libri di magia, negromanzia, viaggi astrali, società segrete, rosacrocianesimo e tutto quanto cadeva sotto la denominazione di esoterismo.
Quello non era soltanto un mondo nuovo: erano mille mondi, che avrebbero trasformato i quasi sette anni da me trascorsi a McNeil Island nel periodo più felice e più ricco di speranze della mia vita.
Ricordo quando la squadra di basket del penitenziario era ultima in classifica nel (seguitissimo) torneo tra le varie prigioniparlai coi miei colleghi che prestavano servizio alla stazione radio del carcere, e chiesi loro di trasmettere a bassissimo volume, intorno alle tre di notte, una lista di frasi che avevo scritto su un foglietto - erano cose del tipo: “siamo i più forti, vinceremo”, eccetera ...
La domenica successiva giocavamo contro la squadra prima in classifica, e vincemmo con venti punti di scarto; allora gli amici della radio raccontarono ai giocatori e agli altri detenuti ciò che avevo fatto, e la mia fama di temibile stregone crebbe a dismisura ...

La seconda fase fu quella dei vagabondaggi della sua family nel mondo hippy della California.
In quel periodo, Charlie venne in contatto con alcuni personaggi di quell’irripetibile milieu magico postcrowleyano che - tanto a San Francisco quanto a Los Angeles e Hollywood - rivestiva, in quegli anni, un ruolo importante:

tra queste conoscenze, venne a occupare ben presto un posto di rilievo proprio Bob Beausoleil … un bel ragazzo con la barbetta a punta, sui vent’anni, che cantava e suonava benissimo, componeva canzoni e condivideva con me anche un’altra grande passione: quella della magia nera, di cui si intendeva non pocoululando e sbavando, strappò dalle mani di (Kenneth) Anger la sua preziosissima bacchetta magica che era appartenuta a Crowley, e la spezzò in due; e quello fu l’inizio della rovina dei loro rapporti, cui non fu estranea (devo dire) neanche la marxistica avversione di Bob nei confronti del concetto di proprietà privata (altrui) - mi dissero che si era venduto l’automobile di Anger, le sue macchine di ripresa, alla fine perfino il film che avevano girato, anche se devo annotare per obbiettività che lui con me negò sempre di averlo fatto; ma Kenneth Anger non la pensava così, e cercò con un rito di trasformare Bob in un rospo ...

Il Kenneth Anger di questa citazione era stato uno dei protagonisti di una pagina di storia americana della quale, forse, qualcuno che sia vecchio come me si ricorda ancora: l’Esorcismo degli Spiriti Maligni dal Pentagono.

Un vecchio camion era stato parcheggiato dinnanzi al Pentagono, e sul pianale un variopinto gruppo di persone aveva intonato il coro “Uscite demoni, uscite”; poi da loro era sbucato fuori Anger, a torso nudo, con un appariscente tatuaggio di Lucifero sul petto, per dare fuoco a un enorme pentacolo contenente il sigillo di Satana - dopodiché si era seduto in terra dietro al camion, la schiena appoggiata sulla sponda pendente del pianale, ad abbagliare coi riflessi di un anello i poliziotti e i giornalisti che cercavano di avvicinarsi - e chissà come, con questo gesto in apparenza puerile, riusciva a respingerli davvero

Nel corso della seconda fase, si dedicarono alla magia varie ragazze della family, tra cui Sadie:

Lei, da ragazza con la testa dura, era andata lì col progetto di studiare la magia nera, e anche se io non ero più lì cominciò a studiarla da sola, e poi cominciò a tenere lezioni agli altri parlando a loro come se fossi io; e poiché i suoi corsi li teneva all’aperto sulla spiaggia, in capo a pochi giorni decine di giovani bagnanti cominciarono a radunarsi intorno a lei.
Voi non ci crederete, ma la memoria del formidabile corso di magia nera tenuto da Sadie si sarebbe perpetuata in quelle zone assai a lungo, al punto che, quando (quasi due anni dopo) saremmo stati arrestati, gli abitanti di Mendocino avrebbero rifiutato di credere alle campagne di stampa contro la mia famiglia; e alle “streghe di Mendocino” - che erano poi Sadie e le ragazze locali unitesi a lei - sarebbero stati dedicati un bar … e la spiaggia stessa, che a quanto mi è stato detto viene chiamata “spiaggia delle streghe” ancora oggi.

Il massimo progresso toccato a Charlie nella seconda fase gli venne dalla frequentazione di uno squat di San Francisco: la cosiddetta Casa del Diavolo, dove si riunivano varie sette.
Tra queste la setta di Padre 666 (il cui nome era Carl, e il cognome non è noto), di cui egli frequentò le riunioni, senza ancora immaginare di essere egli stesso destinato ad elaborare qualcosa di simile.

La setta satanica di Carl era strettamente omosessuale, e riservata ai maschiil loro rituale dell’“Uomo-Thanatos” era, dal punto di vista formale, forse il più bello a cui io avessi mai partecipato: un viaggio fuori dal presente, fino al cuore più profondo del medioevo, e mi duole moltissimo di aver giurato di tenerlo segreto e non potervi raccontare niente
Gli scopi dell’Uomo-Thanatos potevano essere tanti: per esempio gettare un malocchio mortale contro ai nemici, o contro gli adepti sorpresi a far sesso con le donne, oppure forgiare l’anima di un sedicenne garzone di tipografia che era il fanciullo sacro della setta, e nel corso dei riti giaceva sempre di traverso sull’altare col corpo depilato ...
La mia frequentazione si protrasse esattamente per tredici riunioni, dopodiché la sospesi e non rividi più nessuno di loro. Avrei saputo poi, parecchi mesi dopo, che il loro progetto di trasformare quel giovane tipografo nell’Anticristo era miseramente fallito, perché un Fratello - geloso per meschine ragioni - aveva invasato il ragazzo di un demone che l’aveva fatto impazzire; e anche questa credo sia una storia che merita di essere brevemente raccontata.
Mi fece davvero piacere di non essere stato presente alla scena, che per Carl deve essere stata davvero umiliante; perché quella sera, dopo aver aperto i lavori abbigliato con la sua tunica bruna, quando appose la mano sinistra sul pene del ragazzo per apprestarsi alla “fellatio” rituale, questi si divincolò dandogli del finocchio, saltò giù dall’altare e tentò di fuggire tutto nudo com’era, costringendo i Fratelli a dargli la caccia per legarlo e imbavagliarlo; ma il colpo di ritorno era in agguato, e non appena quel giovane corpo che mugolava e si divincolava fu nuovamente deposto sull’altare fu Padre 666, ovvero il povero Carl, a prendere il demone sulla sua sacra persona, abbandonandosi a comportamenti in stridente contrasto con la sua abituale solennità. Si dice che avrebbe orinato sull’altare (ovvero sul ragazzo sull’altare), e prima di riporre il pene avrebbe distribuito un ampio schizzo a raggera sull’assemblea dei fedeli; dopodiché cominciò a saltellare, sfarfallando per la stanza, al grido di “Sono Satana, sono Cristo!”, e quanti garbatamente cercavano di portargli qualche obiezione li afferrava per la gola con due mani, minacciando di strangolarli.
Fu allora che qualche fedele ebbe l’idea di andare in una chiesa vicina a rubare dell’acqua santa, pensando che forse a spruzzarne in giro la situazione si sarebbe un pochino calmatamandarono due di gran fretta, che cercarono di rubarla più presto che potevano; però, volendo strafare, rubarono anche un grande crocifisso di legno, e non appena fecero ritorno nella cantina Carl, sempre più invasato, si avventò su di loro, gli strappò dalle mani il crocifisso e fece mostra di volerlo ficcare nel didietro al ragazzo sull’altare.
Naturalmente glie lo impedirono, e già che c’erano strapparono anche dal volto del ragazzo il bavaglio, non senza avergli prima raccomandato di non gridare; al che il ragazzo aveva annuito, e appena tolto il bavaglio non si era messo a gridare, bensì a cantare a gola spiegata con una pregevole voce tenorile il “Là ci darem la mano” del Don Giovanni di Mozart (perché era di origine austriaca); allora Carl si divincolò da coloro che lo tenevano fermo, e senza obiezioni da parte di nessuno gli picchiò per due volte il crocifisso sul naso, facendolo sì sanguinare un po’, ma facendolo tacere.
Poi, finalmente, riuscirono a spruzzare sia Carl che il giovane con l’acqua santa, e allora tornò la quiete; però quest’ultimo, seppure sottovoce ed in termini più contenuti, ripetè a Carl che era un vecchio stronzo finocchio, e che lo avrebbe denunciato alla polizia per molestie sui minori; e allora l’assemblea prese a discutere la possibilità di sacrificarlo, sebbene non fosse la luna adatta e non ci fossero nella società precedenti di sacrifici che non fossero su bambini. A quanto mi fu riferito, la discussione sull’eventuale ortodossia della pratica durò a lungo; ma alla fine si decise di soprassedere, anche perché il ragazzo, dopo avere personalmente sostenuto la tesi dell’eterodossia del sacrificio con argomenti teologici ineccepibili, chiuse il discorso promettendo che, se lo avessero lasciato andare, non avrebbe detto nulla a nessuno.
Ricordo che, quando qualcuno venne a raccontarmi questo episodio, restai a lungo pensoso; tanto perché ero dispiaciuto per la disavventura toccata a Carl, quanto perché rappresentava una lezione eloquente sugli errori che non devono commettere quanti abbiano intenzione di fondare una setta assassina; e a questo proposito, non sarà inutile ribadire che in quel periodo io non pensavo ancora assolutamente di farne una, e per parecchio tempo continuai a considerare le mie passate esperienze alla Casa del Diavolo e nella setta di Carl come una sorta di ricerca antropologicaovvero come vicende dalle quali, sì, avevo imparato molto, ma che non mi avrebbero mai riguardato direttamente.
Le sette occulte attive a Los Angeles in quel periodo erano figlie di una concezione dell’esoterismo molto particolare, nella quale la tradizione classica europea - che già si era arricchita di vibrazioni del tutto particolari nel suo lento viaggio, attraverso l’America, verso l’Estremo Occidente - si incontrava, o meglio si frizionava, con i voodoo e le varie forme di sciamanesimo portate in città dalle etnie …  (e nella quale) microscopiche sette - concentratissime e ricche di energia come può essere l’orizzonte degli eventi di un buco nero - fiorivano all’improvviso e si spandevano sul territorio come branchi di lupi in caccia, per nutrirsi o ammazzare o sacrificare o azzuffarsi, e poi ritornare nel nulla.
i raggruppamenti satanisti principali, quelli storici diciamo, erano (e sono) tre, sebbene a ciascuno di essi facessero da contraltare piccoli gruppi separatisti.
Il primo di questi raggruppamenti possiamo considerarlo - ancora più del french dip sandwich - una tipica specialità di Los Angeles: sono le sette che si occupano di zombificazione. Su questo tema gli esoteristi locali hanno lavorato sodo, elaborando nel corso dei secoli una tecnica originale che non può essere definita né voodooista né crowleyana (forse il termine più felice che può essere utilizzato per definirla è hollywoodiana), e che funziona meglio di ogni altra: non è difficile a LA, per chi sa in quali zone andare, incontrare di notte i morti che camminano, intenti allo svolgimento dei compiti per cui i loro risuscitatori li hanno risvegliati (e proprio negli anni in cui arrivammo noi, con l’ipnosi che andava di moda, era un tema agli onori del dibattito della città se l’uso di certe droghe potesse consentire l’applicazione della stessa tecnica anche ai vivi, espropriandoli della propria anima e consentendo all’operatore di esercitare su di loro il controllo assoluto).
Il secondo raggruppamento importante era quello facente capo alla “setta di Circe”, anche questa con agganci nelle bande dei motociclisti (in questo caso, i “Satan Slaves”): c’era questa signora della LA bene che attirava nelle sue reti innumerevoli maschi, e la condizione che gli poneva per fare sesso con lei era di bere una pozione da lei preparata. In questo posso dire che era più onesta della sua predecessora dell’Odissea, perché informava preventivamente le sue vittime sugli effetti che la pozione avrebbe causato (tra cui, ovviamente, anche quello di farli diventare maiali - in senso simbolico, però), e gli faceva firmare una liberatoria; dopodiché, i maiali da lei creati diventavano suoi schiavi in tutto e per tutto, rubando per lei soldi e gioielli e così via (avremmo in seguito fatto amicizia con parecchi di questi schiavi di Circe, e alcuni di loro si sarebbero uniti a noi).
L’“Ordine di Kirké” (questo era il nome ufficiale della setta) aveva per simbolo una stella a quattro punte con al centro un rettangolo, che tutti gli schiavi di Circe avevano il dovere di tatuarsi sul torace. Ad ogni luna nuova e luna piena tenevano riti sulla spiaggia, nei quali i neofiti arrivavano a nuoto dal mare come i marinai di Ulisse, venivano iniziati con un breve ma suggestivo rituale alla luce delle torce e si accoppiavano poi con la maga.
Nel corso di questa cerimonia venivano sacrificati ritualmente quattro cani neri, quattro gatti neri, quattro galli neri e quattro capre nere; il sangue di questi animali veniva poi mescolato con una eguale quantità di alcool alimentare, e la bevanda così ottenuta doveva essere consumata dai partecipanti fino ad esaurimento, per cui l’orgia si protraeva solitamente oltre il sorgere del sole.
La terza forza di rilievo era un gruppo molto articolato e potenteed era quello tra i gruppi da me citati, che operava (relativamente) più allo scoperto, organizzando conferenze e corsi ...
Il loro capo era una donna molto ricca e molto in gambame ne parlò parecchio uno Straight Satan che la conosceva bene, e parlò anche di me a lei, finché un giorno mi fece sapere cheavrebbe desiderato conoscermi … (questa signora esercitava) potere di vita o di morte su una dozzina di logge che cingevano e attanagliavano la California meridionale, perlopiù frequentate da bikers e studenti, ma anche da personaggi del mondo dello spettacolo ai quali, dopo essere stati iniziativeniva proibito tanto di fare sesso quanto di masturbarsi, e se qualcuno cadeva in tentazione era tenuto a confessare la sua colpa a (nome della signora) in persona, che gli imponeva penitenze tipo incidersi la pelle dei polsi con una lametta ogni volta che aveva ceduto al piacere sessuale, e ritornare periodicamente da lei a farsi contare il numero delle cicatrici, e se il numero era aumentato dalla volta prima erano frustate; e tutti venivano sottoposti ad una dieta di demerolo, belladonna, datura, etere, scopolamina e gramigna di Jibson, per espandere le loro coscienze, ammorbidire la loro volontà e cancellare dalla loro memoria ogni sentimento del passato; mentre agli adepti dei gradi superiorifaceva sacrificare cani e gli imponeva di berne il sangue caldo, e poi di spargersi sui corpi nudi il sangue che era avanzato e fare sesso con le loro donne, o tra maschi, o con lei; e gli adepti stimavano massimo onore quando lei li chiamava, li prendeva da parte e si faceva confidare tutti i loro segreti più inconfessabili, aiutandoli talvolta con una stuzzichevole manipolazione del pene; e loro glieli raccontavano balbettando di felicità, pur sapendo che da quel momento in avanti lei li avrebbe ricattati spietatamente, perché essere ricattato da (nome della signora) rappresentava(per loro) il massimo traguardo.
Ricordo bene … (che), fin dall’inizio del nostro incontrola mia sensazione fuche (la signora) sperasse di avviare … (con) la mia famiglia un’alleanza: lo stesso atteggiamento che tutti i gruppi satanisti più importanti avevano da sempre adottato verso le bande dei bikers, e che forse per la prima volta stava ora sperimentando nei confronti di una comunità hippy

Questo incontro rappresentò il culmine e la conclusione della seconda fase. Dopo di esso, l’attività magica della family decollò improvvisamente (e narro queste cose nel libro).
Charlie passò dal considerarsi l’incarnazione di Gesù a quella di Gesù e Satana contemporaneamente; il che comportò, nella sua ritualità, varie innovazioni, ed anche il sorgere a Los Angeles di vari gruppi magici indipendenti che si ispiravano a lui.

Il primo rituale di sangue che avremmo adottato venne fuori (da un rituale) da noi espressamente celebrato allo scopo che ci fossero suggerite nuove forme di adorazione. Ve lo posso descrivere sommariamente, al franco della parte recitata, piuttosto lunga e complessa, che non ho più: Satana crocifiggeva Cristo (ovvero, un discepolo al quale avevo delegato la parte di Satana mi legava alla Croce), e mentre Maria Maddalena si inginocchiava e soddisfaceva il Crocifisso oralmente, le altre due Marie sgozzavano due piccoli animali (due cani, di solito); e dopo aver bevuto da ciascuno un sorso di sangue, col sangue rimanente si cospargevano l’un l’altra il corpo nudo, tiravano giù il Cristo dalla croce e si congiungevano con lui

Può essere considerato come una coda della seconda fase il viaggio in Europa di Bruce Davis, tanto poco ricordato quanto essenziale per l’evoluzione della family verso la fase delle stragi:

È statocorrettamente scritto che Bruce fu da me incaricato di transitare per l’Africa settentrionale, ma anche di questo nessuno ha mai capito il motivo: la verità era che desideravo essere messo a giorno su quanto e in che misura sopravvivesse ancora in quei luoghi la setta esoterica fondata dal Messia ebraico Sabbathai Zevi, che in Marocco aveva creato una “Loggia di formazione” per la quale si dice siano transitati i più grandi nomi dell’esoterismo europeo del settecento, da Cagliostro a Jacob Falk, che fu il più grande degli alchimisti inglesi dopo John Deeben pochi lo conoscono, e se un ignorante come il sottoscritto ha avuto la fortuna di imparare qualcosa da lui il merito è di Carl, che nel corso dei suoi vagabondaggi era entrato in contatto con l’insegnamento sabbatiano nel Turkestan, e me ne aveva trasmesso quel po’ di essenziale che era sufficiente perché io potessi farne il centro della mia dottrina.
Sabbathai insegnava che in ogni forma esistente nell’Universo è imprigionata una “scintilla divina”, e che il compito del bravo credente è sopprimere la forma affinché la scintilla possa ricongiungersi a Dio.
È, per esempio, sabbatianesimo puro ciò che Sadie avrebbe scritto in prigione, in una lettera alla sua ex compagna di cella Ronni Howard, nel tentativo di spiegare le ragioni profonde dei suoi delitti: “quando uccidi fisicamente qualcuno, stai soltanto liberando la (sua) anima” - e molte cose della mia storia sarebbero più chiare se solo potessi parlare liberamente di questo argomento, per esempio chiarendo il legame di gente tipo Carl con il movimento sabbatiano contemporaneo, e così via.

La terza fase dell’apprendimento fu, invece, fortemente influenzata dall’incontro coi bikers (le bande di motociclisti):

Da quanto vi ho appena svelato riguardo alle mie esperienze di Frisco, potete avere ben compreso come del satanismo dei bikers non sapessi niente; ovvero, allora come oggi tutti sapevano di quei suoi aspetti superficiali, che fanno sorridere perché sembrano folclore - di quei motociclisti che sottopongono i nuovi membri della banda a riti iniziatici come leccare il sangue mestruale della loro donna, o cose del genere - ma che dietro a queste cose si celasse qualcosa di serio, nessuno lo sapeva, e anch’io avevo sempre classificato certi racconti come parti di quel patrimonio di leggende metropolitane che è sempre ricco e fiorente nei confronti dei “diversi” di ogni qualità.
Invece, la prima cosa che avrei scoperto in quei giorni era che gruppi come gli Hell’s Angels, i Satan Slaves e gli Straight Satans, parecchi strati al di sotto del loro comune involucro di pelle nera, erano ciascuno portatore di interpretazioni del satanismo diverse tra loro e sottilmente complesse, alle quali non si poteva accedere se non conquistandosi con pazienza la loro amicizia e la loro fiducia; insomma mi resi conto quasi subito che l’approfondimento di quel territorio ai più ignoto era potenzialmente suscettibile di fornire un valido apporto alla mia progressiva assimilazione del satanismo come fatto culturale, e forse addirittura  ad incorporarlo nella mia visione del mondo

Tramite i bikers, la family entrò in contatto diretto con un’importante associazione satanista, i cosiddetti 4P:

Ci capitavadi partecipare abbastanza spesso ai rituali dei 4P, anche per dovere di reciprocità verso i loro membri bikers che partecipavano ai nostri
Ho già avuto occasione di citare il simpatico fornetto crematorio portatile di cui facevano uso; invece non ho ancora parlato del loro altare di legno, un tavolo massiccio il cui ripiano - poggiante su terrificanti altorilievi raffiguranti demoni, e lungo quanto una persona sdraiata - era nero di sangue: su di esso i 4P, nel corso delle riunioni della cerchia interna, celebravano i sacrifici.
La vittima designata (perlopiù appena rapita, e quindi ancora narcotizzata e stordita) veniva deposta sull’altare, al suono di un complesso programma di litanie corali che esercitavano sulla mente un effetto molto eccitante. Non c’era tra i 4P una figura sacerdotale consacrata al ruolo di sacrificatore, perché ai quattro lati della vittima distesa venivano disposti i loro coltelli sacrificali, che erano davvero curiosi: una grossa impugnatura di legno dalla forma e dimensioni di un pallone da rugby dipinto di nero, da una delle ogive del quale sporgevano un gran numero di lame di acciaio di ogni lunghezza e forma. Impugnando il pallone a due mani era possibile non soltanto far penetrare l’arma a fondo nel corpo della vittima, spaccandole in rapida successione prima il fegato e poi il cuore, ma con un po’ di forza di braccia anche segarla e tagliarla a pezzi; e questo compito, ripeto, non era affidato a una figura particolare, ma ai fedeli che nel preludio del rito si erano più eccitati - e se questi erano più di quattro, ogni pallone poteva essere afferrato e manovrato anche da più persone alla volta.
Non vorrei essere tacciato di cinismo se affermerò che, obbiettivamente, era un modo molto divertente di uccidere. Io lo praticai poche volte, ma c’erano alcune delle mie ragazze che quando decidevamo di andare a trovare i 4P non stavano più nella pelle, che al termine delle litanie si precipitavano ad afferrare i palloni per prime, che quando della vittima era rimasta solo poltiglia se la spalmavano sul corpo e se ne ficcavano pezzi in bocca, e che nell’orgia che seguiva non si fermavano prima di aver accolto dentro di sé tutti i presenti, scagliando al cielo disumane grida di piacere infernale (ed al termine dell’orgia, quanto del corpo non era stato mangiato veniva raccolto con la paletta come se fosse spazzatura, e poi incenerito nel fornetto crematorio portatile).
Per quanto io credessi di conoscere a fondo l’anima femminile, questo risvolto del subconscio delle mie ragazze (devo ammetterlo) mi era ignoto. Le primissime volte me ne uscii sbalordito ed incredulo, incline a non accettarlo; ma dopo che l’ebbi verificato coi miei occhi parecchie volte, allora ebbi la conferma che per prendere coscienza della dualità Gesù-Satana fin nei suoi angoli più nascosti c’era un modo soltanto, dedicarci agli omicidi in modo più intensivo di quanto avessimo fatto finora.

Trascorsa questa fase, il corpus di credenze della family era ormai completo, e pronto a generare l’ideologia e le situazioni di cui ho trattato nei tre articoli precedenti.
Rimane da aggiungere che l’influenza della donna molto ricca e molto in gamba che ho citato (non per nome) parlando della seconda fase, non era destinata ad estinguersi nel suo primo incontro con Charlie; tanto che vari studiosi di mansonismo pensano, oggi, che l’autentica ispiratrice delle stragi fosse lei.

Daniele Mansuino


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