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Le finestre dell'anima di Guido Brunetti

Le Finestre dell'Anima

di Guido Brunetti   indice articoli

 

Mente e cervello: un enigma insolubile?

Gennaio 2024


Indagare l’anima, la mente, la coscienza e il cervello è un’esperienza che suscita un senso profondo di stupore, è sempre una grande avventura umana, filosofica e scientifica. La loro vicenda risale alla notte dei tempi. Storicamente, la natura dell’anima e del cervello è stata oggetto di analisi della filosofia per passare nel Novecento sotto il dominio delle nuove neuroscienze, le quali stanno delineando teorie e ipotesi estremamente affascinanti.
Non abbiamo una buona spiegazione del perché e del come nasce l’esperienza cosciente. Perché il cervello dovrebbe dare origine alla mente e alla vita interiore? Di fronte a questo mistero, la filosofia e la scienza hanno fornito un ampio panorama di teorie, dal pampsichismo - la coscienza è più o meno ovunque - al fisicalismo o materialismo eliminativista - la coscienza non esiste.
Essere un essere cosciente significa che c’è qualcosa che si prova, significa provare stati soggettivi, esperienze personali, private, uniche. La coscienza quindi è un’esperienza soggettiva, fenomenologica. Il problema è come spiegare perché si prova qualcosa. E poi quando compare la coscienza? Emerge alla ascita, nei primi anni di vita o addirittura è presente già nell’utero?
È un mistero. È il problema “difficile” della coscienza (Chalmers).
Il problema difficile della coscienza e della mente appare nell’antica Grecia ed è particolarmente evidente in Cartesio, il quale distingue l’Universo in una cosa mentale ((res cogitans) e in una cosa materiale (res extensa). È la dottrina del dualismo ontologico di anima e corpo. Molti si sono domandati come l’anima immateriale potesse interagire con un corpo fatto di materia. Finora non abbiamo una risposta. Non abbiamo “la minima idea” (Gazzaniga) di come mente e cervello si rapportino tra loro. È un mistero. La questione è dibattuta ancora oggi.
Due, le grandi alternative: la mente concepita come entità indipendente dal cervello e la mente intesa come un prodotto del cervello. I primi filosofi tendevano a identificare la mente con uno spirito soprannaturale, un principio immateriale. Socrate e Platone sostenevano che l’anima sia un’entità immateriale che sopravvive al corpo, mentre Aristotele sottolineava la natura fisica dell’anima.
Entrambe le teorie non sono state mai dimostrate con argomenti empirici. Nessuno è riuscito a spiegare come l’una cosa procedesse dall’altra.
Oggi, la maggior parte dei neuroscienziati ritengono invece che l’Universo sia costituito da entità fisiche e che la mente e la coscienza siano espressione di tali entità materiali. Alcuni scienziati sostengono che noi esseri umani non possiamo scoprire la natura della mente, non è alla nostra portata.
La coscienza, per Stuart Sutherland, è “un fenomeno affascinante, ma elusivo. È impossibile specificare cosa sia, cosa faccia o perché sia evoluta. Nulla degno di essere letto è stato scritto su di essa”.


Guido Brunetti


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