Utopia o non utopia non fa alcuna differenza.

Il mondo sta essere distrutto dal un cancro chiamato uomo. Amen.

Io non mollerò nessuna delle mie utopie. Nessuna, se ciascuna di esse conduce alla vita per i miei figli e i vostri e loro figli e figli dei figli.

L'impossibile dovrà essere realizzato se vogliamo che la Terra non diventi un novello Marte.

Se l'expo non farà che peggiorare le cose, vuol dire che resta al singolo cambiare le cose.

Qualcuno ha visto Report, ieri sera?

Un pomodoro, una zucchina che innocentemente prendiamo dal bancone del supermercato ad ogni giorno di ogni mese stanno contribuendo alla distruzione del Pianeta Terra e di tutte le sue Creature.

Quel che qui diciamo da diverso tempo in quella trasmissione diveniva realtà, concretezza, fatti.

Il SINGOLO FA LA DIFFERENZA è bene che nessuno si senta escluso.

Fa la differenza in ogni scelta, in ogni pensiero, in ogni azione e parola.

L'expo potrebbe essere un punto fermo da tener presente da oggi in poi in tutto quello che facciamo.

SE non teniamo alle nostre vite penso che l'amore per i figli possa aiutarci nelle nostre scelte.

Da oggi, da questo momento ogni scelta diventi scelta di vita per la vita. E non sbandieriamo sacrifici a destra e a manca come da sempre la religione ci ha fatto credere ed imposto.
No, nessun sacrificio. Per esempio: si può mangiare pomodori in estate e goderne pienamente e rinunciare a comprarli d'inverno che non fanno bene e fanno spendere tanti soldi in più e inquinano tantissimo. Dove lo vedete il "sacrificio"?

Un abbraccio che Dio ci aiuti.

Ciao
mary

La mia motivazione?

Un figlio che, venendo dalla verde e tranquilla Lussemburgo, a Milano si è ammalato di cancro e che a Milano è guarito grazie a quel benedetto Istituto Italiano per la ricerca e la cura dei tumori che fa i protocolli per tutta Europa.

A Milano c'è della gente meravigliosa che si dà da fare nonostante il caos, la mafia che tiene in piedi il profitto, la mancanza di tempo per la gentilezza. Queste brave persone che curano i malati di cancro di tutta l'Italia, che cercano di mantenere in piedi la ricerca, che sono inventive ed operose non si meritano forse di poter respirare e posare l'occhio su qualcosa di bello e umano quando lo sollevano dal loro lavoro?

Si potrebbero rivalorizzare i navigli, disseppellirne alcuni e usarli per costruirvi parchi intorno e possibilità di fare un po di canotaggio, ma anche trasporto di merci come Leonardo l'aveva previsto. Non erano stati creati per collegare Milano alla campagna circostante? L'accesso alle zone d'arte potrebbero essere facilitato e reso più umano (ma guarda da che traffico è sepolta l'Ultima Cena di Leoardo!) Milano così ricca d'acqua, non potrebbe diventare modello per un suo razionale utilizzo?

Piste ciclabili potrebbero essere create e rese verdi dal centro al Parco del Ticino verso Torino, all'Adda verso Bergamo e alla bellissima abbazia di Chiaravalle. Gli ecomostri potrebbero essere abbattuti.

Ma chi l'ha detto che Milano non potrebbe tornare ad essere bella?

Fosse veramente un successo l'expo di Milano, si potrebbe usare come modello per Napoli, Palermo, Reggio Calabria ognuna secondo le proprie caratteristiche geografiche e culturali.

Mary, dici che utopia o non utpia non fa differenza.
Certo cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia!
Ma la mia assoluta mancanza di fiducia nei confronti di chi gestirà l’evento è rafforzata dalle trasmissioni come report o anche striscia.
“Il singolo fa la differenza” mah! una volta si diceva che l’unione fa la forza. Certo il singolo può non acquistare prodotti fuori stagione ma da qui a far crollare i consumi degli asparagi cileni ce ne corre.
Questa benedetta globalizzazione sta mangiando se stessa, quando sarà finita i sopravvissuti ne trarranno insegnamenti?

Care cose

Quello che scoraggia me invece è la scarsissima autostima degli italiani. Cose che sono state possibili in altri paesi (vedi il risanamento della Ruhr) in Germania, l'impegno del Portogallo a ripresentarsi come paese moderno, ma anche la città di Sibiu in Romania, ed altro, in Italia vengono presentate come utopie.

Non passiamo troppo tempo a commiserarci e a buttarci giù a vicenda, lasciando andare avanti gli ignoranti e gli arroganti, invece di prendere le cose in mano?

Quanto alla globalizzazione, i suoi danni sono sotto gli occhi di tutti e con la crisi alimentare alle porte, credo che sia meglio cominciare a guardare le controtendenze.