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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 23-11-2004, 13.50.26   #1
bomber
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Cina: opportunità o catastrofe...

Cina : catastrofe o opportunità??
o meglio questo paese grandissimo che si sta espandendo come erano anni che non si vedeva nel mondo porterà disgrazie o succssi ??
per investitori ma soprattutto per i suoi abitanti e paesi limitrofi ??
bomber is offline  
Vecchio 24-11-2004, 07.12.45   #2
neman1
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Ciao, Bomber

Il tema proposto da te è talmente vasto che argomentarlo sotto ciascun singolo aspetto richiederebbe un post a parte e dare risposta alla domanda iniziale, generica. Sarebbe utile darci un'introduzione più specifica alla direzione in cui vuoi che il discorso si sviluppi. Anche perche gli aspetti, soffermandosi solo ai rapporti economici sino-giapponesi, sino-russi per esempio, o i cambiamenti social-culturali avvenenti nel paese, possono rivelare i loro pro e contro. Per non parlare dell'impatto sul mondo occidentale, sopratutto quello Italiano, coinvoltissima nell'affrontare la, giustamente temuta, concorrente Cina. Che poi, anche sui pro e contro....ricordando che si parla del paese del Tao, ovvero: meglio il gatto nero o bianco? Importante che piglia il topo. Facci sapere. Ni Hao e saluti dal Regno di mezzo.

Ultima modifica di neman1 : 24-11-2004 alle ore 07.24.14.
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Vecchio 24-11-2004, 09.29.49   #3
brunika
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dato che
risulta ormai appurato
che quel popoloso paese
ha intrapreso la stessa nostra strada
ovvero quella del consumismo più sfrenato
avendone peraltro pieno diritto
non ci vuole poi molto a capire
che le conseguenze di un tale sviluppo
rappresenteranno per il pianeta terra
una mazzata (forse) definitiva

Bruny *

...perchè i cinesi (e sono più di un miliardo)
non potrebbero avere due o tre auto a famiglia
esattamente come noi ?
...e tutti gli altri gadgets
dal cellulare al climatizzatore

Una Catastrofe !
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Vecchio 25-11-2004, 07.15.34   #4
neman1
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Mi va bene la logica neomalthusiana, Brunika, solo che...

...bisogna vedere quanto siano capaci di imparare sui sbagli e neghligenze occidentali. La responsabilità (intesa come colpa)dello spreco eccessivo di risorse terrestri cade per il momento (ancora), ai paesi 'già consumatori'. Allora, non voglio fare adesso il Tranquillista nonostante i dati forniti dal Worldwatch Institute, WWF etc, è solo che, apprendo che la Cina sta presentando un sacco di progetti ambiziosi, cui realizazzione conseguente sarebbe d'impatto benefico per l'umanità intera. Un esempio? Vediamo proprio le automobili:

La Cina e l'Idrogeno: il futuro dell'energia

Che il mercato cinese sia ricco di prospettive è noto ai più. Così come è noto che in Cina, per ora, ci sono solo 8 automobili per mille abitanti. Forse è meno conosciuto il fatto che la Cina sia attualmente il secondo paese importatore di petrolio al mondo. Ma la vera novità è che i cinesi stanno guardando lontano.
Ce lo insegna un articolo di un'edizione recente apparsa sulla prestigiosa rivista USA Newsweek interamente dedicata all'uso dell'energia e al futuro del pianeta.
La Cina intesa come sistema paese (governo, università e imprese) pensa e progetta auto a fuell cell alimentate a Idrogeno. Newsweek sottolinea come uno dei più importanti problemi nella conversione a Idrogeno dell'alimentazione delle automobili sia la (ri-)conversione degli impianti di distribuzione.
Ecco che in questo caso il progetto cinese nasce con un vantaggio, infatti la loro rete distributiva è sottodimensionata e va costruita ex-novo. Forte di questa premessa e di ingenti finanziamenti, 320 milioni di dollari per cinque anni, il progetto è avanzato.
La vendita delle auto è prevista dal 2010 e grazie a incentivazioni per le auto ecologiche l'amministratore delegato di Shanghai FCV powertrain pensa di potere vendere 250.000 auto di questo tipo entro il 2020.
La conclusione è una speranza: se un così enorme paese iniziasse la produzione industriale di auto a fuel cell alimentate a idrogeno non potrebbe che instaurarsi un circolo virtuoso a livello planetario con grandi benefici per molti.


L'articolo di Newsweek (in Inglese pero)

http://www.msnbc.msn.com/id/5829986/site/newsweek/

Un'altro punto per rassicurare da previsioni 'sicuramente catastrofiche' è l'articolo da L'Unità (14/01/2002) perche faccio un tifo enorme per cio che dopotutto è la civiltà più antica documentata sul pianeta Terra.

Clima, la Cina ha fatto miracoli

di Gianfranco Bologna. La Cina cresce, ma i gas serra calano. Nel giro di cinque anni il paese più popolato del mondo è riuscito a ridurre del 7,3% le emissioni di anidride carbonica, principali responsabili di quel fenomeno chiamato 'effetto serra'. Un autentico record, ma soprattutto un autentico schiaffo a quei paesi - gli Stati Uniti - che utilizzavano l'inefficienza ecologica dei nuovi paesi industriali per giustificare il proprio no al protocollo di Kyoto. I risultati, pubblicati sulla prestigiosa rivista Science tolgono ogni alibi all'occidente e, soprattutto, all'amministrazione Bush. Ma non possono allentare l'attenzione che tutti i paesi devono porre alle condizioni di salute del pianeta.
Il 10 gennaio scorso gli amici ricercatori del Worldwatch Institute di Washington hanno presentato ufficialmente l'ultimo «State of the World 2002» (della cui edizione italiana che sarà pronta alla fine di marzo, edita dalle meritorie Edizioni Ambiente di Milano, sono il. curatore da 15 anni). Dieci anni dopo il grande Earth Summit dell'Onu di Rio de Janeiro, gli ecosistemi del nostro pianeta si trovano in condizioni peggiori e la stragrande maggioranza degli esseri umani vive in una situazione di povertà insostenibile.
La popolazione umana continua a crescere (eravamo 1,6 miliardi di persone all'inizio del Novecento, abbiamo chiuso il secolo scorso con più di 6 miliardi e, secondo le più aggiornate previsioni Onu, saremo 7 miliardi nel 2012, 8 miliardi nel 2026 e ben 9 miliardi nel 2043), i consumi sia dei paesi ricchi che di quelli di nuova industrializzazione crescono la richiesta di energia pure (e continua a basarsi drammaticamente sulle fonti fossili non rinnovabili che, inoltre, provocano situazioni di instabilità sociale e politica sempre più gravi), gli scarti ed i rifiuti del nostro sottosistema economico e produttivo continuano a crescere, mentre, a dispetto, della prosperità economica degli anni Novanta, il divario tra ricchi e poveri del mondo sta sempre più crescendo, minando la stabilità sociale ed economica in moltissime aree del mondo ed, in genere, nel pianeta intero.
A fine agosto i potenti della Terra si troveranno nuovamente al «capezzale» del pianeta nel grande Summit mondiale dell'ONU sullo sviluppo sostenibile a Johannesburg. Sarà quindi un momento fondamentale di bilanci e di rilancio dell'impegno e della reale concretizzazione delle politiche di sostenibilità, sino ad oggi troppo declamate e pochissimo praticate. La comunità scientifica internazionale ha lanciato ormai una inquietante serie di allarmi argomentati e serissimi (non ultimo quello della Open Science Conference on Global Change di Amsterdam del luglio scorso dove i grandi programmi internazionali di ricerca sui cambiamenti globali hanno rilanciato l'appello sulla responsabilità dell'intervento umano come causa di profonde modificazioni nelle dinamiche dei sistemi naturali) ma la risposta politica ed economica continua ad essere drammaticamente carente e colpevole. Alla luce di tutto questo, assume ancora più importanza quel che la Cina è riuscita a compiere nel giro di cinque anni. Tale «record» - effettuato dal 1996 al 2000 e documentato da vari team di ricercatori cinesi e statunitensi sulle pagine della prestigiosa rivista «Science» - la dice lunga sull'assurdità delle posizioni dell'amministrazione Bush che ancora si rifiuta di ratificare il Protocollo di Kyoto per la riduzione delle emissioni di gas serra, con una previsione di percentuale di riduzione francamente ridicola rispetto a quello che sarebbe necessario e che la comunità scientifica richiede ormai da tempo.
Tra i motivi del suo rifiuto, l'amministrazione americana aveva infatti addotto anche l'argomentazione che i paesi di nuova industrializzazione, come la Cina, avrebbero dovuto, da subito, far parte di quelli che il Protocollo comprendeva per gli impegni diriduzione, previsti giustamente e logicamente per i paesi più ricchi e più inquinatori,come, per l'appunto gli stessi Usa.
Il tempo passa, l'umanità continua a crescere, ad inquinare, a consumare risorse, a dividersi sempre di più tra pochi ricchi-ricchi e tanti poveri-poveri. Non si vede all'orizzonte nessun governo che abbia veramente il coraggio di prendere la leadership per un autentico cambio di rotta che la realtà che ci circonda obbligherebbe come immediato e responsabile. In questo quadro generale il Summit di Johannesburg ha una sola probabilità di riuscire: concordare fina1mente l'avvio concreto di una vera e propria economia ecologica dove i sistemi naturali entrino nei
conti economici e dove gli indicatori che fanno la politica in tutti i paesi del mondo, come il Prodotto interno lordo, vengano riformulati con nuovi indicatori di vero benessere, ambientale, sociale ed economico.

Portavoce WWF Italia



Ciao
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Vecchio 25-11-2004, 08.09.48   #5
Akhet
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Sicuramente, almeno da quello che si sente in giro, la Cina è una nazione che incute un pò di timore, se non perplessità. Forse perchè si conosce ancora poco di questo popolo. Forse perchè i cinesi non tendono ad assimiliarsi con gli stranieri, neanche da "emigranti". Qui a Roma c'è una forte comunità cinese, ma è molto chiusa e non permette a noi indigeni di avvicinarli più di tanto.
Probabilmente anche questo loro atteggiamento fondamentalmente diffidente crea perplessità negli occidentali. Sicuramente, poi, il fatto che sia una nazione estremamente popolata aggiunge legna sul fuoco.
Sinceramente non sono molto convinta che la Cina si occidentalizzi completamente. Il "pericolo" che ora rappresenta è soprattutto, credo, commerciale. Infatti producono a basso costo ed invadono i mercati europei facendo concorrenza ai produttori locali.
Forse, in generale, la paura della Cina è la paura di ciò che non conosciamo...
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Vecchio 25-11-2004, 16.18.57   #6
bomber
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Re: Ciao, Bomber

Citazione:
Messaggio originale inviato da neman1
Il tema proposto da te è talmente vasto che argomentarlo sotto ciascun singolo aspetto richiederebbe un post a parte e dare risposta alla domanda iniziale, generica. Sarebbe utile darci un'introduzione più specifica alla direzione in cui vuoi che il discorso si sviluppi. Anche perche gli aspetti, soffermandosi solo ai rapporti economici sino-giapponesi, sino-russi per esempio, o i cambiamenti social-culturali avvenenti nel paese, possono rivelare i loro pro e contro. Per non parlare dell'impatto sul mondo occidentale, sopratutto quello Italiano, coinvoltissima nell'affrontare la, giustamente temuta, concorrente Cina. Che poi, anche sui pro e contro....ricordando che si parla del paese del Tao, ovvero: meglio il gatto nero o bianco? Importante che piglia il topo. Facci sapere. Ni Hao e saluti dal Regno di mezzo.



beh siamo sicuri che il tao sia proprio cinese ??
fprse si cmq da li al japan non ce molta strada ...
il tao rappresenta l'equilibiro dove ce bene ce anche un po di male e dove ce il male ce anche un po di bene insomma gli assoluti non esiste ...beh non mi dilunco anche perche mi pare che la filosofia che nasce dietro il tao sia assai vasta..
e non è questo il posto dove pralre di cio ..

primo argomento che mi interessava e quello che riguarda l'economia che sta coambiando la cina e la possibilità di capire che e come l'italiano potra avere dei vantaggi esclundendo il bello di tyrovare al Mc donald i gioccatolini Made in Cina
insomma che tipo di vantaggi potra avere l'italia ..
adesso come adesso vedo che in un primo tempo cera una forte espansione di prodotti Italiani anzi monadiali verso l'oriente pero ora bloccata dal fatto che molti di questi prodotti che prima producevamo noi adesso se li fanno da soli ...
se vuoi con qualità peggiore per sicuramente con costi minori e questo potrà porta il mercato verso una rotta negativa ??
chissa adesso vediamo certo che un mercato come la cina sembra essere infinito ...
la ora solo 1% della popolazione può permettersi qualche lusso e forse anche meno di quella percentuale ...
fra qualche anno non è detto che saremo invasi da turisti Cinesi ma per ora che cosa puo fare il nostro mercato verso una realtà che si sta modificando a vista d'occhio e dove gli esperti di Cultura Cinese e lingua sono bombardati da richieste di lavoro ...
insomma quale sarà la rotta...
e poi perche molte persone ce l hanno con lo svp della Cina ???
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Vecchio 25-11-2004, 16.26.34   #7
bomber
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Messaggio originale inviato da brunika
dato che
risulta ormai appurato
che quel popoloso paese
ha intrapreso la stessa nostra strada
ovvero quella del consumismo più sfrenato
avendone peraltro pieno diritto
non ci vuole poi molto a capire
che le conseguenze di un tale sviluppo
rappresenteranno per il pianeta terra
una mazzata (forse) definitiva

Bruny *

...perchè i cinesi (e sono più di un miliardo)
non potrebbero avere due o tre auto a famiglia
esattamente come noi ?
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dal cellulare al climatizzatore

Una Catastrofe !
ù




Attenzione per ora lo Svp della
Cina è spaventoso ma sembra che gli analisti che mandano avanti quel paese siano assai capaci di gestire la situazione in maniera razionale anche perche noin hanno quelle limitiazioni date spesso dall'opinione pubblica per cui riescono a lavorare senza intoppi anche se spesso fanno cose distruttive per i loro stessi abitanti ..
la Cina va velocemente da una cultura agricola e ploretaria a quella industriale individualitstica senza troppe mezze misure per cui probabilemente nel giro di qualche anno i Cinesi dovrebbero diminuire dato anche da vari fattori concatenati come la difficolta ora di mantenere un figlio e dallo svp anche di sistemi anti concezzionali di larga scala ...
avremo per cui una probabile calo di nascite nei prossimi anni, gia limitato anche dallo stesso governo ...
poi in un certo senso il consumismo sfrenato difficilmente sarà operato in toto anche perche vedo che i Governanti cinesi spesso hanno ben chiaro gli errori da evitare ( quelli che abbiamo fatto anche noi nel tempo ) per cui essendo ditetro possono aggire di conseguenza ed evitare conseguenze che noi abbiamo dovuto subiere...
...
pero vedremo solo con il tempo se questa ideologia e saggezza sopravvivera con il benessere...
certo pero loro non hanno Craxi ne Andreotti ...per cui chissa ...
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Vecchio 25-11-2004, 17.19.01   #8
Maury76
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Mi trovo sulla linea di coloro che considerano l'espansione economica della Cina come una pesante aggiunta al già precario equilibrio mondiale.

D'altronde l'aumento dei consumi per le risorse non rinnovabili, come il petrolio, non potrà che accellerare l'esaurimento delle stesse. Come leggevo su un quotidiano nell'arco di qualche anno il parco automobili possedute dai cinesi dovrebbe quadruplicare, il che vuol dire che la richiesta di benzina aumenterà a dismisura. E questo è solo un esempio...

Tuttavia è logico che la Cina pensi al proprio sviluppo, come gli altri paesi hanno fino ad ora fatto, senza preoccuparsi dei delicati equilibri su cui si gioca la stessa esistenza della società. Il profitto prima di tutto; alcuni paesi non solo non hanno la possibilità di mirare al profitto, ma combattono ancora per avere il minimo che gli consenta un'esistenza decorosa.

Cosa accadrebbe se da un giorno all'altro non esistessero più popoli da sfruttare? E' sempre, purtroppo, la legge del profitto a comandare.
Maury76 is offline  
Vecchio 26-11-2004, 00.31.55   #9
bomber
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Citazione:
Messaggio originale inviato da Maury76
Mi trovo sulla linea di coloro che considerano l'espansione economica della Cina come una pesante aggiunta al già precario equilibrio mondiale.

D'altronde l'aumento dei consumi per le risorse non rinnovabili, come il petrolio, non potrà che accellerare l'esaurimento delle stesse. Come leggevo su un quotidiano nell'arco di qualche anno il parco automobili possedute dai cinesi dovrebbe quadruplicare, il che vuol dire che la richiesta di benzina aumenterà a dismisura. E questo è solo un esempio...

Tuttavia è logico che la Cina pensi al proprio sviluppo, come gli altri paesi hanno fino ad ora fatto, senza preoccuparsi dei delicati equilibri su cui si gioca la stessa esistenza della società. Il profitto prima di tutto; alcuni paesi non solo non hanno la possibilità di mirare al profitto, ma combattono ancora per avere il minimo che gli consenta un'esistenza decorosa.

Cosa accadrebbe se da un giorno all'altro non esistessero più popoli da sfruttare? E' sempre, purtroppo, la legge del profitto a comandare.



penso che sia impossibile che non ci siano piu popoli da sfruttare ...
insomma se un pase inizia a stare bene un altro potrebbe iniziare a stare peggio ..
lo svp della cina è anche coinciso con il tracollo dei paesi sud americani ..
cosi adesso l'argentina messico e colombia dopo una leggera spinta verso il benessere si sono seduti incredibilmente come nulla dibuono fosse successo ..
la sono pero dei paesi instabili differenti dalla cina che hanno una stabilita assodata...
Certamente la Cina se continua cosi fra 10 anni non dovrebbe certo avere piu problemi nella propria indipendenza pero cosa succede con un benessere diffuso la manodopera dovrebbe aumentare di prezzo e di conseguenaza la richiesta di lavoratori potrebbe diminuire in modo tragico .......portando cosi ad un dislivello fra chi prende molto e poco ......
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Vecchio 26-11-2004, 10.26.51   #10
neman1
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adesso come adesso vedo che in un primo tempo c'era una forte espansione di prodotti Italiani anzi mondiali verso l'oriente pero ora bloccata dal fatto che molti di questi prodotti che prima producevamo noi adesso se li fanno da soli ...

Come nel post sul Giappone ho abbinato economia e spiritualità per una esigenza d'indole mia aspirando a trovare in un datore di lavoro anche un maestro di vita, preferibile ai 'figli di papa' che si sono trovati strutture già pronte da gestire e patrimoni accumulati, e per i quali ho lavorato. Quindi mi veniva anche qua da includere aspetti ed ideologie spirituali, prendendo come spunto i vari manager asiatici con cui sono venuto a contatto. E ti garantisco, se un Top Manager giapponese sta in alto, vuol dire sicuramente non grazie a delle raccomandazioni o delle lauree, ottenute tanto per averle. In tali figure l'autorità esercitata, emanata conteneva in contempo anche tutta la sensibilità profonda umana. Diverso dai giovani 'capi' nostrani che sembra, non hanno mai preso veramente confidenza con i propri cogl****, scambiando la testardaggine con il coraggio, ecco. Come detto, un fatto mio, personale.

Ora, il Tao l'ho menzionato perche a differenza dallo Zen (inteso come nel codice Bushido dei Samurai) percepito nei manager giapponesi, il Tao non disdegna il 'gioco sporco'. Quindi dalla Cina si possono aspettare contraddizioni o la mancanza di rispetto per le regole, di cui tra l'altro sono sempre stati accusati.
Se chiedi a me il perche di questi giochi sporchi? Penso per la mania loro di salvaguardare l'autosufficenza del paese ad ogni costo, il che donava orgoglio alla nazione, visti gli attriti politici del secolo scorso.
Non sò, c'era il caso delle costruzioni di dighe sullo Yangtse qualche tempo fà, ove il governo, pur di soccombere alle richieste energetiche neccessarie allo sviluppo è andato a causare enormi danni ambientali e culturali. Sono stati sommersi (non mi ricordo quanti) siti archeologici e villaggi di minoranze etniche. Insomma 'pane per i denti' per il WWF. Per non contare i danni all'agricoltura, le coltivazioni sempre in battaglia con inondazioni e costi elevati dei sistemi di potamazione. Per forza i contadini continuano a scappare verso le città. Ma anche lì, a parte che ci possono andare solo se hanno la residenza; questa come strategia per frenare l'affluenza nelle ormai super-affollate ed inquinate megalopoli, a parte che oggi all'industria serve ben poco lavoro umano. I servizi e la "knowledge economy" richiedono una formazione che i contadini non hanno.

E se non troveranno lavoro nè in campagna nè in città cosa faranno? Ma è chiaro. Si ribelleranno, saranno sconfitti e saliranno sui 'gommoni' per venire in Italia ad aprire qualche commercio. Non sapendo niente nè della lingua nè del sistema, si chiudenderano spaventati in terra lontana nelle communità come le conosciamo.

Quindi Bomber, un vantaggio Italiano potrebbe essere quello di offrire l'istruzione a questa gente, sia ai poveri sia alla nuova borghesia nelle città cinesi e sia alle aziende, dato che 'L'Italian style' e 'Way of Living' va forte da queste parti. Prima che lo facciano i veri concorrenti...i francesi. Secondo me è meglio che accustodire gelosamente i diritti di proprietà intelletuale, degenerando le competizioni e rischiando brutte sconfitte sul mercato. Intanto si sà che anche attualmente la Cina pirata qualunque brevetto, recuperando notevolmente anche in qualità dei prodotti con il calare dei costi delle nuove tecnologie.
Ciao

Ultima modifica di neman1 : 26-11-2004 alle ore 10.45.52.
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