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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 06-11-2006, 10.23.58   #21
bomber
Ospite abituale
 
Data registrazione: 27-09-2003
Messaggi: 4,154
Riferimento: Gallina che canta...

Citazione:
Originalmente inviato da S.B.
Che l'indulto abbia aggravato la situazione sicuramente è vero, ma non è la causa principale, la criminalità è presente comunque, con o senza indulto e nonostante sia presente in ogni città d'Italia il caso di Napoli e di altre città del sud è particolarmente grave vista l'organizzazione capillare e diffusa di questa criminalità, che spesso di fatto sostituisce lo stato nel monopolio della forza legittima.
Il problema criminalità\legalità è presente in tutta Italia, ma occorre iniziare a operare dove è più grave e radicato a mio avviso, Napoli, senza offesa, è il simbolo di questa criminalità.



Mi pare che il problema vero è che la criminalità a Napoli come in altre citta de Sud abbia radici profonde che si legano indisolubilmente alla popolazione.
Spesso infatti a napoli non sono rari gli atti contro vigili carabineiri che cercono di arrestare un rapinatore o altro ..
Questo rende le cose piu difficli, la prevenzione contro il crimine dovrebbe iniziare nelle scuole negli asili nelle famiglie ....
bomber is offline  
Vecchio 08-11-2006, 16.03.20   #22
lcipo76
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 25-10-2006
Messaggi: 1
Riferimento: Adoperare l'esercito per la criminalità di Napoli?

come ha detto giorgio bocca nell' intervista di fazio
napoli e' senza speranza
lcipo76 is offline  
Vecchio 08-11-2006, 21.24.30   #23
padulo
Ospite abituale
 
Data registrazione: 17-10-2006
Messaggi: 64
Riferimento: Adoperare l'esercito per la criminalità di Napoli?

Citazione:
Originalmente inviato da Weyl
L'esercito servirebbe a qualcosa solo se si avesse il coraggio di proclamare, contestualmente, la legge marziale nella città di Napoli e territorio.
Altrimenti è solo una bufala: una velleitaria e inconcludente sciocchezza.
L'applicazione del codice militare di guerra permetterebbe pattugliamenti e rastrellamenti capillari del territorio, annullerebbe le tutele giudiziarie che garantiscono ai boss una sostanziale impunità e la possibilità di spostare in carcere i propri centri di comando, consentirebbe, infine, l'eliminazione diretta dei criminali.
L'imposizione di misure drastiche (coprifuoco, divieto di assembramenti, controllo delle comunicazioni, etc.) garantirebbe l'interruzione delle catene di delitti.
Ma c'è qualcuno che ci crede?

Si, assolutamente si.
Ma il problema non è crederci.....il vero problema è che questo non te lo farà mai fare nessuno...e meno che mai governi come quello attuale....
Ufficialmente, fare una cosa del genere significa ammettere l'impotenza degli attuali poteri dello stato, c'è poco da fare, nessuno ammetterà mai che Napoli necessita, almeno temporaneamente, di una normativa di emergenza e di azioni di emergenza....continuiamo a crogiuolarci nel garantismo a tutti i costi, nel buonismo da quattro soldi a tutti i costi, nelle approfondite analisi sociologiche, che lasciano il tempo che trovano e soprattutto non hanno il benchè minimo elemento di praticità....e che possono servire solo (forse) ad impostare discorsi a LUNGO termine.......ma OGGI CHE FACCIAMO????
è solo una grande, tremenda, incredibile...ARIA FRITTA!!!!!
padulo is offline  
Vecchio 09-11-2006, 10.09.33   #24
Patri15
Frequentatrice abituale
 
L'avatar di Patri15
 
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 822
Riferimento: Adoperare l'esercito per la criminalità di Napoli?

Aggiungo alle considerazioni da noi già postate nel forum questo articolo di Camilleri:

IL DEGRADO DI NAPOLI
Cominciamo dai banchetti dei falsi
9/11/2006
di Andrea Camilleri

In questi ultimi tempi si è fatto un gran parlare dell’emergenza Napoli. Alte Autorità di governo si sono riunite a Napoli, dopo un balletto sul tema «esercito sì, esercito no», e hanno deciso di mandare mille poliziotti in più. Hanno agito come agisce la Protezione civile quando straripa un fiume, invia duecento vigili del fuoco, qualche tenda a chi ha perso la casa, poi il fiume torna negli argini e l’emergenza è finita.

Le Alte Autorità hanno creduto e operato come se a Napoli ci fosse un’emergenza momentanea, mentre a Napoli l’emergenza è cronica. Non si risolve né con l’esercito né con mille poliziotti né con gli attacchi ai «santuari» della camorra. Distrutto un santuario, ne verrebbe immediatamente eretto un altro, perché il problema è certamente costituito da chi abita in quei santuari, ma anche e soprattutto dai moltissimi che quel santuario hanno contribuito a erigere.

In Sicilia usiamo dire che «lu pisci feti da la testa», e a Napoli per sessant’anni la testa ha puzzato assai, una classe politica corrotta e corruttibile (certo, ci sono state eccezioni, ma rare) ha lasciato che certi reati fossero declassati al punto tale da diventare manifestazioni folcloristiche.

Vi ricordate le evoluzioni dei motoscafi blu dei contrabbandieri di sigarette applaudite dai turisti quando riuscivano a battere quelli della Finanza? Le avete mai contate le bancarelle con i falsi Vuitton, i falsi coccodrillini, i falsi Rolex, i cd contraffatti che fanno tanto Napoli? Perfino un mio romanzo è stato contraffatto! Quali provvedimenti sono stati presi per eliminare le bancarelle che quotidianamente gridano l’elogio dell’illegalità?

Uno sì, e da film comico: una multa salata ai turisti i quali, tra l’altro non sanno di comprare un prodotto falso. Cornuti e mazziati. Voglio dire che il vero virus del degrado è costituito, a mio avviso, dalla microcriminalità che è un virus assai contagioso e mutante. E’ su di essa che la camorra oggi costruisce i suoi santuari. Chi la pratica la microcriminalità? Si tratta per lo più di giovani e non più giovani che vivono sopra quella esilissima linea di confine che separa a Napoli ( e in tutto il Sud) la legalità dall’illegalità: un giorno spacciano o scippano, ma il giorno dopo sono pronti a lavorare in un’officina, o dovunque si possa avere la fortuna di trovare un lavoro. Si tratta di piccoli criminali di complemento, non di criminali in servizio permanente effettivo.

Rappresentano la manovalanza che viene di volta in volta reclutata dalla camorra: certi firmano la «ferma», come si diceva una volta per il servizio militare, ma i più preferiscono tenersi a disposizione. E’ quest’ultimo il grande ventre molle della camorra sul quale bisognerebbe agire. Come? Col procurare lavoro. Anche creandolo a spese di regioni più ricche. E’ dovere di uno Stato moderno, se vuole salvare la parte più intelligente e disperata di sé. Mi è capitato di leggere in questi giorni due libri su Napoli scritti da due napoletani. Il primo è «Gomorra» di Roberto Saviano che è uno straordinario docuromanzo, l’altro è «Sfregio» di Francesco De Filippo. Il protagonista di «Sfregio» è un giovane che proviene proprio dalla manovalanza della quale parlavo. Egli, dopo esperienze che sempre più lo fanno affondare nell’inferno di Gomorra, riesce in qualche modo a restituirsi a una vita pulita. Non è un romanzo consolatorio, anzi è duro, crudo, spietato, è una sorta di monologo, di notevolissimo livello, «detto» in un napoletano tanto spigoloso quanto avvinghiante. Le Alte Autorità, oltre a leggere rapporti di prefetti e di questori e tabelle statistiche, farebbero bene a dare un’occhiata anche a libri come «Gomorra» e «Sfregio»
Patri15 is offline  

 



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