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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 12-02-2007, 22.30.07   #11
visechi
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
Riferimento: Il fine della vita

Citazione:
Originalmente inviato da Weyl
La vita, se la intendi come presenza biologica e psicologica di ciascun individuo, ha il fine sostanziale di sussistere e conservarsi.
Ma se la intendi come presenza consapevole del suo proprio sussistere e conservarsi e, quindi, la subordini alla coscienza umana, essa precipita nella vertigine dell'assenza di scopo.
Se ci pensi, però, è proprio perchè essa guarda nell'abisso del non senso che la vita di ciascuno di noi "oltrepassa" i limiti angusti della nostra presenza biologica e psicologica.
E' questa "apertura all'oltre" il sussistere e conservarsi che rende liberi e autentici i nostri progetti, il nostro modo (quello di ciascuno di noi) di intendere ed interpretare il mondo, di orientare ed articolare le nostre scelte e le nostre azioni.
Sull'assurdità della vita, nel suo puro e inconscio sussistere e conservarsi, si appoggia quel sapere che non può essere sperimentale, nè positivo: quello del "credere".

Non vi sarebbe Fede se non vi fosse libertà, e non vi sarebbe libertà se la nostra stessa consapevolezza di esistere potesse davvero rispecchiarsi nel suo puro sussistere e nel gratuito intento di conservarsi.


Bellissimo intervento , che nella sostanza condivido (in effetti non è vero, ma i complimenti restano), anche se non riesco ad impedirmi un sussulto e trattenere un moto di ribellione, non so quanto razionali, nel leggere che i nostri progetti, il ‘progettare la vita’, sia istanza di libertà; o che questi progetti l’affermino e confermino; o da essa siano istanziati in ragione di un suo precedere l’essere, come se questa fosse, in sé e per sé, a-relazionale.

L’affacciarsi sull’oltre, il trans-parire metafisico che emerge dallo sguardo volto al nostro essere gettati nel mondo, non sostanzia la libertà del progettare l’esistenza, essendo quest’ultimo un work in progress il cui innesco o la cui spinta inerziale son fornite, come argutamente rileva Weyl, appunto dalla percezione della dimensione abissale del non-senso della vita, che, agendo come molla, forza la volontà indirizzandola verso l’obbligatorietà della deliberazione in favore della ricerca di un senso entro l’orizzonte del progettare stesso, provvedendo, in definitiva, a crearlo.

L’uomo è l’animale della trascendenza nella misura esatta in cui piega la propria volontà di vita di fronte alla pretesa di senso (non immanente) che eccede dalla visione dell’abisso, così ben descritta da Weyl.

Così pure la fede: il credere, vero unico sbocco possibile della percezione dell’assenza di senso nella vita, non si fonda sulla libertà, tanto meno la fonda – credere è sempre un arretrare entro uno spazio limitante e decisorio -, ma è praticamente un percorso obbligato la cui sconnessa strada irta d’ostacoli è pretesa in premessa dalla vita stessa.
Il credere è quindi esso stesso un conformarsi alla necessità imposta dalla vita.

Diversa cosa è il contenuto del credere, in ultima analisi il suo oggetto. Forse sì, l’oggetto del credere è deliberazione ‘libera’ di una volontà di senso, la quale, però, è coartata in origine.

Il Kaos, cioè l’oggetto del credere, si muove con una certo autonomo disordine entro lo spazio dischiuso e delineato dalla vita che lo necessita kosmologicamente. E’ quindi la vita/necessitante che esige, erigendoli, i limiti (indefinibili a priori per la nostra sapienza), entro cui il Kaos/necessitato, cioè il progetto, si edifica disponendosi in una permeabilità di senso.

Siamo animali normativi che traggono dalla pretesa di senso della trascendenza la propria necessità normatizzante. Va da sé che non essendo possibile attingere all’esterno alcuna verità, tutto ciò sia carente di verità, se non quelle individualmente canonizzate nel progetto stesso. Il senso, o il significato privi di verità – non attingibile in un altrove -, è caducità, e l’esistenza di ciascuno di noi, di questa precarietà esistenziale n’è controprova quotidiana. Da quest’assenza metafisica consegue il perenne bordeggiare dell’essere, dell’anima stessa, fra senso e non senso, fra crepuscolo ed aurora, fra ascese sulla cresta dell’onda e tramonti che s’immergono nella profondità abissale.

Ciao
visechi is offline  
Vecchio 13-02-2007, 01.39.03   #12
Elijah
Utente assente
 
L'avatar di Elijah
 
Data registrazione: 21-07-2004
Messaggi: 1,541
Riferimento: Il fine della vita

Citazione:
Originalmente inviato da Bakkanati
Salve, secondo voi qual è il vero scopo dell'esistenza?
Ah...
La conoscenza, la santa e benedetta conoscenza... chi non vorrebbe sapere, eh?

Perché questo? Perché quello? Perché...?
Il tanto amato e odiato "perché?".

Eppure, credo che, alla fin fine, ci sia qualcosa in più della mera conoscenza, sai?

Blaise Pascal diceva infatti:
Una sola goccia d'Amore ha più significato di un oceano di conoscenza...

Anche se noi non sappiamo, e non possiamo sapere, non lo potremo mai (chissà?)... una cosa possiamo lo stesso fare - senza disperarci troppo della nostra ignoranza -: Amare.

Perché, come diceva Paolo...

L'Amore non verrà mai meno. Le profezie verranno abolite; le lingue verranno abolite; e la conoscenza verrà abolita; poiché noi conosciamo in parte, e in parte profetizziamo; ma quando la perfezione sarà venuta, quello che è solo in parte, sarà abolito.
(1 Corinzi 13:8.10)

Ma l'Amore... dura in eterno.

Come diceva un certo biologo [!]:

L'obiettivo più importante nella vita non è la conoscenza, bensì l'azione/l'agire.
(Thomas Huxley)

Vabbè, questa è solo una delle miriadi possibilità di vedere le cose...

Citazione:
Dal canto mio... ho abbandonato la visione buddhista...
Mi dispiace a riguardo.


Non riflettete e non capite ancora? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate?
(Gesù il Nazareno)

Elijah is offline  
Vecchio 05-03-2007, 09.33.59   #13
clinamen
Ospite
 
Data registrazione: 01-03-2007
Messaggi: 6
Riferimento: Il fine della vita

procedo per punti:
1)la questione di questo forum potrebbe essere ricondotta a quella del forum "capire la vita" poiché " senso e perché" di "qualcosa" (in questo caso* la vita) appaiono molto legate fra loro (del senso di qualsiasi cosa all'atto ci si chiede solo e sempre il perché).
Su questo loro profondo legame intrinseco potrei giocarci, e chiedere se
-[ha senso il perché/perché ha senso] chiedersi [il senso e/o il perché] della vita.

2)condivido appieno quanto affermato da visechi e cielosereno52, anche se mi sento di aggiungere solo un paio di puntualizzazioni:
2.1) chiedersi il perché di ciò che avviene e che soggettivamente ci coinvolge (ciò che può intendersi come vita), è uno degli strumenti di cui ci si serve volta volta per insinuare il dubbio, su cui adoperarsi per trovarne i limiti e superarli. Di volta in volta il loro superamento determina in noi maggiore consapevolezza.
In quest'ottica, con "cercare dei sensi alla vita" si potrebbe intendere cercare di volta in volta, in base a ciò che ci accade, di porci al di sopra dei dubbi, considerandoli per ciò che si dimostrano valere una volta superati (vale a dire degli strumenti per autopotenziarci).
2.2) Da un punto di vista Oggettivo, cercare di voler dare risposte che stiano al di fuori di noi al senso di ciò che ci accade, lo reputo in senso assolutistico fine a se stesso, fuorviante e limitante per le nostre possibilità d'azione e di pensiero.
Sarebbe come se piantando un chiodo alla parete attribuissimo solo al martello il merito dell'azione compiuta, quando più verosimilmente il martello lo abbiam adoperato di NOSTRA VOLONTA' come strumento per una sua attuazione.
Voler venerare il "DIO"martello per averci permesso di piantare il chiodo potrebbe rivelarsi utile se ci aiutasse a piantare meglio i chiodi, ma considerare l'esistenza o meno di questo "DIO" è decisione che spetta solo a NOI.
Per cui concludendo, è ammissibile (è una possibilità) la venerazione di questo Dio martello se serve a rendere più abili le persone a piantar chiodi, purché chi lo venera consenta a persone che considerano il martello un semplice strumento d'impiego di poter esprimere nella propria pienezza il loro pensiero.
Per quanto mi riguarda io mi trovo concorde solo con l'interpretazione che dà Nietzsche alla ricerca di (non plausibili) sensi all'esistenza.
-------------
*quello che per non-senso si definisce "OGGETTO del dibattito"
clinamen is offline  
Vecchio 06-03-2007, 17.14.38   #14
ricercatore
Ospite
 
Data registrazione: 26-09-2006
Messaggi: 30
Riferimento: Il fine della vita

Citazione:
Originalmente inviato da Bakkanati
Salve, secondo voi qual'e il vero scopo dell'esistenza?
dal canto mio... ho abbandonato la visione buddhista .. credo che sia un pagliativo , solo un po meno rozzo
per dirla alla nietzsche "il cristianesimo e un platonismo per la plebe".. forse il senso della vita e semplicemente viverla ?
cmq sono aperto a qualsiasi teoria e credo ke avere un idea fissa sia da pazzi
be adesso parlate voi

A mio avviso, il fine della vita anzitutto riguarda l'evoluzione dello Spirito (anima o scintilla divina), mentre la forma non è che un mezzo per evolvere.
Ma lo Spirito per poter evolvere ha bisogno di vivere le emozioni e queste necessitano di una forma (fisica ed eterica) con dei sensi per essere percepite. Quindi lo Spirito, per conoscere se stesso deve vivere le emozioni tramite le quali arriva a conoscere se stesso e successivamente con la volontà può cambiare la propria realtà, se non gli piace.
ricercatore is offline  
Vecchio 07-03-2007, 20.23.25   #15
Jade_de_Montaigne
Ospite abituale
 
Data registrazione: 21-02-2007
Messaggi: 131
Talking Riferimento: Il fine della vita

Se la vita abbia uno scopo, non lo so, chi può dirlo alla fine? Ma vivere bene, per me, significa vivere ogni singolo istante come se fosse l'ultimo!
Jade_de_Montaigne is offline  
Vecchio 24-03-2007, 22.37.04   #16
katerpillar
Ogni tanto siate gentili.
 
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Data registrazione: 14-03-2007
Messaggi: 665
Riferimento: Il fine della vita

Per cielosereno52.

Riferimento: cercare di dare un senso alla vita non ha senso
o almeno ci mette nella condizione di non rispondere compiutamente.
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anael_la.

Non l'ho ancora capito o forse mi sono stancata d'inseguirlo ecc.
sperando che la mia disposnibilità non continui a dare agli altri, voleti o nolenti la possibilità di approfittarsi ecc.
------------------------------------------------

Il primo riferimento, come tutti gli altri che ho letto, la dicono lunga sulle frustrazioni che l'umanità vive nel porsi la domanda; ma se permettete, prima di chiederci il fine della vita, io mi porrei la domanda su come siamo apparsi su questa terra, che è altrettanto frustante; poiché la versione religiosa non soddisfa più l'uomo del terzo millennio, e la scienza ancora non è riuscita a rintracciare tutti gli anelli che dovrebbe formare la catena di congiunzione
che hanno portato: dalla prima forma di vita all'uomo.

Per rispondere più compiutamente e direttamente a cielosereno52, vorrei chiederti: perchè porsi la domanda è un controsenso. A mio modo di vedere,
cercare di capire come sia nato l'uomo e il fine che ha su questa terra (o, aggiungerei, nell'universo), è di fondamentale importanza per la vita stessa dell'umanità.

Immagginiamoci che questi due obiettivi venissero raggiunti, credo che tutti noi, solo da quel momento incominceremmo a vivere la realtà che ci circonda, poiché credo che quella che stiamo vivendo ora sia soltanto un realtà "vituale"

anael_la, infatti, ha affermato che sta cercando di vivere serenamente. Appunto: cerca di vivere serenamente, ma se poi ci riesce è un'altro discorso, ed è un discorso che riguarda tutti noi. Per il momento la vita su questa terra
è dominata dalla casualita. Casualità che mette paura. Paura che genera egoismo.
Per concludere, essendo uno specialista del settore, vi posso garantire che l'uomo è molto vicino a comprendere il senso della vita e la certezza scientifica di come sia nato su questa terra.
Una volta svelato questo mistero all'umanità, avremo modo tutti quanti di toccare con mano che tutte le brutture che accadono su questa terra, non sono altro che la febbre di una sintomatologia nascosta e ancora da scoprire.

Ovvero: come siamo nati e perché siamo nati. Quello sarà un momento bellissimo e irreversibile per tutti.

Il Vangelo promette che si apriranno nuovi rotoli e vi saranno nuove terre e nuovi cieli. Non so a cosa si riferisse l'estensore di queste parole, ma vi posso garantire che nuove terre e nuovi cieli stanno su questa terra.

Un intrigante saluto da Kartepillar.
katerpillar is offline  
Vecchio 25-03-2007, 18.06.07   #17
la fayette
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Messaggi: 12
Riferimento: Il fine della vita

Secondo me il fine della vita è morire dopo aver vissuto quanto dovevamo vivere. La vita si spiga con se stessa.

Spiego meglio.
l'uomo per sua natura è incline alla conoscenza, in particolare la conoscenza di se stessi, dato che è la conoscenza più logicamente raggiungibile. Questa conoscenza dovrà trovare le sue basi nella vita vissuta, per poi compiersi nella morte. Infatti noi vivendo non potremmo mai avere il panorama completo di ciò che è la vita e il vivere. Come un uomo che vole conoscere esattamente come è fatta una pianura: egli dovrà salire su una montagna, e viceversa per il contrario.
Ovviamente l'uomo per avere la totale conscenza di se stesso dovrà vivere, quindi essere immerso nell'oggetto di conoscenza. Una volta compiuto il suo destino (io sono per una visione stoico-calvinista dell'esistenza) egli potrà vedere la sua vita come un film, dove non sono gli attori che lo vedranno nella sua compiutezza, ma lo spettatore. Noi saremo tutti e due. E il regista sarà Dio, l'Ordine, la Nous.
Ecco, la conoscenza di se stessi è lo scopo della vita. La morte è il senso della vita.
La conoscenza è l'anima della vita stessa, quindi è vita. Il fine della vita è vivere, per poi morire. Morire è fine alla felicità.
La ricerca della morte dopo la vita non è altro che ricerca della felicità.
"Chi insegna agli uomini a morire, insegna loro a vivere" M.E. Montaigne

noi non siamo altro che cenere fatta a uomo, ma solo tornando cenere sapevamo cos'era per noi essere uomini e cosa vuol dire essere cenere.

Ultima modifica di la fayette : 25-03-2007 alle ore 23.40.44.
la fayette is offline  
Vecchio 11-04-2007, 10.26.16   #18
cielosereno52
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Riferimento: Il fine della vita

Citazione:
Originalmente inviato da katerpillar
Per cielosereno52.

Riferimento: cercare di dare un senso alla vita non ha senso
o almeno ci mette nella condizione di non rispondere compiutamente.
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anael_la.

Non l'ho ancora capito o forse mi sono stancata d'inseguirlo ecc.
sperando che la mia disposnibilità non continui a dare agli altri, voleti o nolenti la possibilità di approfittarsi ecc.
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Il primo riferimento, come tutti gli altri che ho letto, la dicono lunga sulle frustrazioni che l'umanità vive nel porsi la domanda; ma se permettete, prima di chiederci il fine della vita, io mi porrei la domanda su come siamo apparsi su questa terra, che è altrettanto frustante; poiché la versione religiosa non soddisfa più l'uomo del terzo millennio, e la scienza ancora non è riuscita a rintracciare tutti gli anelli che dovrebbe formare la catena di congiunzione
che hanno portato: dalla prima forma di vita all'uomo.

Per rispondere più compiutamente e direttamente a cielosereno52, vorrei chiederti: perchè porsi la domanda è un controsenso. A mio modo di vedere,
cercare di capire come sia nato l'uomo e il fine che ha su questa terra (o, aggiungerei, nell'universo), è di fondamentale importanza per la vita stessa dell'umanità.

Immagginiamoci che questi due obiettivi venissero raggiunti, credo che tutti noi, solo da quel momento incominceremmo a vivere la realtà che ci circonda, poiché credo che quella che stiamo vivendo ora sia soltanto un realtà "vituale"

anael_la, infatti, ha affermato che sta cercando di vivere serenamente. Appunto: cerca di vivere serenamente, ma se poi ci riesce è un'altro discorso, ed è un discorso che riguarda tutti noi. Per il momento la vita su questa terra
è dominata dalla casualita. Casualità che mette paura. Paura che genera egoismo.
Per concludere, essendo uno specialista del settore, vi posso garantire che l'uomo è molto vicino a comprendere il senso della vita e la certezza scientifica di come sia nato su questa terra.
Una volta svelato questo mistero all'umanità, avremo modo tutti quanti di toccare con mano che tutte le brutture che accadono su questa terra, non sono altro che la febbre di una sintomatologia nascosta e ancora da scoprire.

Ovvero: come siamo nati e perché siamo nati. Quello sarà un momento bellissimo e irreversibile per tutti.

Il Vangelo promette che si apriranno nuovi rotoli e vi saranno nuove terre e nuovi cieli. Non so a cosa si riferisse l'estensore di queste parole, ma vi posso garantire che nuove terre e nuovi cieli stanno su questa terra.

Un intrigante saluto da Kartepillar.

Grazie di avermi citato Kartepillar, mi hai rirasserenato e portato a riflettere

Diciamo che la risposta singola non ha senso se pensiamo alla domanda come posta da una singola cellula, mentre se vi rispondiamo come corpo unitario...vi è più ragionevolezza..
Forse stiracchio un poco la realtà, paragonando l'umanità intera come unico corpo..o meglio..anima... collegato da una sorta di frequenza..la frequenza della vita..
cielosereno52 is offline  
Vecchio 11-04-2007, 21.37.28   #19
katerpillar
Ogni tanto siate gentili.
 
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Messaggi: 665
Riferimento: Il fine della vita

X cielosereno52.

Riferimento: forse stiracchio un poco la realtà, paragonando
l'umanità intera come unico corpo.
-------------------------------------------------------

Caro cielosereno52; una cosa è certa: se stai stiracchiando
un poco la realtà, nessuno può contestarlo, poiché nessuno
sa nulla di nulla su quello che siamo e dove stiamo andando.

Inoltre, in questa società "moderna", quando qualcuno, nella
frenesia della vita quotidiana, spezza l'abituale ritmo, per
cercare di comprendere il mondo che lo circonda, non solo
dimostra di avere coraggio nel sapersi porre le domande,
ma se poi completa questa ricerca cercando in se stesso
il modo di darsi delle risposte, allora avviene una specie di
piccolo miracolo.

Naturalmente questo comportamento, nella maggior parte
dei casi, infastidisce tutti coloro che circondano il miracolato,
perché il suo dinamismo mentale gli fa arrivare le domande,
obbligandoli ad ascoltare e a riconoscere che, spesso, tali
domande riguardano anche loro.

Pertanto caro 52 stiracchia pure la realtà, perché come
afferma un mio amico, tanti mezzi gradini iniziano a
formare la realtà.

forse sto prendendo troppi caffè. Ciao
katerpillar is offline  
Vecchio 16-04-2007, 10.54.44   #20
benedetto
Ospite abituale
 
Data registrazione: 27-03-2007
Messaggi: 173
Riferimento: Il fine della vita

Citazione:
Originalmente inviato da Elijah
Ah...
La conoscenza, la santa e benedetta conoscenza... chi non vorrebbe sapere, eh?

Perché questo? Perché quello? Perché...?
Il tanto amato e odiato "perché?".


L'Amore non verrà mai meno. Le profezie verranno abolite; le lingue verranno abolite; e la conoscenza verrà abolita; poiché noi conosciamo in parte, e in parte profetizziamo; ma quando la perfezione sarà venuta, quello che è solo in parte, sarà abolito.
(1 Corinzi 13:8.10)



Questo che si dice, che tu dici citando anche Paolo, costituisce il superamento del perché.
La gente ha il cuore indurito poiché precipitando nella scienza del bene e del male, a mio giudizio senza saperlo, continua ancor oggi a precipitare non riuscendo a risolvere la questione del vero e del falso; l'umanità si rode da secoli la testa in questo dilemma ingenuo e non ha ancora avuto il coraggio di specchiarsi nel suo "scheletro" che le consentirebbe di comprendere infine che la Vita è amore alla vita, mentre l'odio è una forma che emerge necessariamente da un malinterpretato amore.
Fino ad oggi la ragione ci è ancora nemica; non la mia però
Daniele Benedetto
benedetto is offline  

 



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