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Vecchio 21-01-2013, 12.38.05   #1
Snikio
αγαπ&
 
Data registrazione: 01-01-2013
Messaggi: 29
Post La felicità, il bene, ed un senso.

Ecco una conversazione con una mia amica, da cui posso prendere spunti di riflessioni e discuterne insieme a voi:

[...]
-"Che ti manca?"
-"Un senso, adrenalina, qualcuno che capisca perché piango per delle canzoni"
(Non so il motivo della sua infelicità, ma sicuramente non è quello che lei dice.)
-"Ti stavo per scrivere quale penso che personalmente sia il senso, ma non servirebbe. Molti hanno cercato di cogliere la verità delle cose, in realtà non serve. Infatti, niente è importante. Con o senza dio, noi, ci siamo. Nel male o nel bene, noi ci siamo. Vedi ros, qualunque cosa succeda, noi ci siamo, e proprio per questo dobbiamo essere presenti al massimo, ed è in questo che consiste la mia felicità."
-"Per me è tutto troppo intenso, e mi sta bruciando. Non so se riesco a continuare."
-"Cosa intendi ros, quando dici 'è tutto troppo intenso'?"
-"Sono emotiva al massimo ed enfatizzo all'estremo tutto, sono sempre esausta per questo e non riesco a essere felice. Non riesco a vivere il momento."
-"Ah Ros, quand'è che si vive, se non quando ci si emoziona?
Com'è ovvio l infelicita' nasce perché credi di esserlo, come pensavano gli antichi buddhisti.. ma sai perché rifiuto il loro pensiero? Loro ritengono che si viva solo al di fuori del proprio 'io', al di fuori dei propri sentimenti.
Io invece credo che siano i sentimenti che facciano la vita.
E tu sei forse infelice perché non sai bene quale sia la felicità...
Ma è solo là, la felicità, dove non la puoi vedere. Se riesci a toccarla, non è più tale. Capisci?"
-"Credo di sì..."
-"L'ultima frase può sembrare banale ma è molto profonda. Insomma la felicità è felicità quando non credi di essere infelice. [...]
Vorrei dirti un'altra cosa però. Sai, il bene ha una forza attrattiva inimmaginabile. Persino tra gli uomini, nessuno fa qualcosa che non ritiene giusto fare, compresi ladri e banchieri e assassini e politici. Vorrei provare a spiegare una cosa molto difficile, ossia che il bene, il giusto, contengono in sé solo il bene ed il giusto. Non può che essere così, non può che essere tutto bene e giusto, magari a un fine superiore. È molto difficile capirlo, ma ne vale la pena [...]"


Volevo chiedervi un parere, che ne pensate di quello che ho scritto? Ogni cosa riportata è qualcosa in cui credo fino a questo momento.
Snikio is offline  
Vecchio 22-01-2013, 10.25.22   #2
baylham
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-01-2010
Messaggi: 89
Riferimento: La felicità, il bene, ed un senso.

La felicità è un’emozione ed è di breve durata e occasionale nella vita, a causa dell’assuefazione, dell’adattamento di ogni emozione. Ha una spiegazione biologica. Soprattutto non è controllabile, non dipende dalla tua volontà, ma dall’Altro, dagli uomini e dalle cose del mondo.
Non sono d’accordo che lo stato di fondo dell’uomo sia l’infelicità e che la felicità sia una sua sospensione.
Sul bene e sul male condivido le tue riflessioni. Con un particolare pesante come un macigno: non sai quale sia il bene e quale sia il male. Ecco il dilemma, l’incertezza, l’angoscia della scelta, i sensi di colpa, i rimorsi successivi.
baylham is offline  
Vecchio 22-01-2013, 19.50.31   #3
green&grey pocket
Ospite abituale
 
Data registrazione: 12-01-2013
Messaggi: 331
Riferimento: La felicità, il bene, ed un senso.

Non so bene cosa intendi con "il bene" e questo credo sia il problema.

anch'io sento che la vita è al di qua, in questo mondo, anche per me le sensazioni o le emozioni come le chiamate voi altri, sono la parte più vitale dell'esistenza.

ma l'esistenza è anche altro, possiamo anche chiamarla struttura come resistenza al "principio di piacere", in psicologia si chiama "principio di realtà".

ecco è tipico dell'adolescenza (ma non solo) confondere se non odiare quella struttura.

se scrivi qui è perché stai scambiando la filosofia come una sorta di pillola indolore della saggezza,e forse della felicità: non è così, la filosofia è crisi è dolore è sopratutto impegno.

In una sola parola è lavoro, quindi impegnarsi in quello che si fa qualsiasi cosa sia, anche studiare le sciocchezze che si studiano nella scuola moderna, è probabilmente il nodo da cui passare per raggiungere quei valori che nell'adolescenza sono nebbiosi e senza fine e che sfocieranno nei nuovi valori che porterete all'umanità diversi in quanto a sentire e vissuto.

Di solito questi valori sono dei clamorosi abbagli quando non vi è la filosofia che li sostiene, quella vera mica quella che si “studacchia” nei licei.
Ma questo è solo uno spot per il mio apparato simbolico.

Ma veniamo al dunque, cosa è questo bene che secondo te porta alla felicità??


la felicità senza oggetto di cui parli è corretta perchè si basa proprio sul desiderio puro dell'uomo.

Ma ogni desiderio ha un oggetto ed è questo il dramma e il limite dell'uomo, poiché come hai intuito una volta che tocchi l'oggetto, la felicità che scambi per il “desiderio puro” scompare.

Il capitalismo è sostanzialmente radicato nella struttura originaria dell'uomo.

È per questo che la felicità va rivista come concetto: c'è chi lo fa in maniera etica, c'è chi lo fa in maniera economica, produttiva, artistica ed altro.
Cioè ricerca di un “lavoro” a ben vedere.

Ed è quello che spetta a ciascun uomo per “destino”.

Dunque le emozioni sono il contrario della felicità, ma questo non vuol dire che sono meno importanti, si tratta di venire a patti, di faticare a trovare l'oggetto più consono al proprio desiderio lavorativo, questo è il dramma ma anche la parte più emozionante(appunto) della vita che se sopravvive, sarà il ricordo più intenso (magari non il più gradevole).

Certo trovare un simbolico in un periodo di crisi in cui le strutture non ti forniscono quell'oggetto di identificazione, che può essere religioso o politico, non deve essere facile, in questo senso ben venga l'oriente (anche se sempre mal interpretato ricordo io e loro stessi).
Spero di esserti stato utile e buena suerte!
green&grey pocket is offline  

 



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