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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 30-08-2014, 16.31.26   #1
sgiombo
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
quantità o qualità della vita?

Credo che per chi, come me, ha un atteggiamento "epicureo" di fronte alla vita e alla morte, e dunque considera che finché si vive la morte non c' é, mentre quando arriva la nostra morte non ci siamo più noi (la nostra morte per noi non é nulla di reale), si ponga inevitabilmente il problema dell' eutanasia.

In vita si può essere più o meno felici o più o meno infelici, a seconda dei casi.

In morte (compiuta) non si é né felici, né infelici.

Ciò che é desiderabile é la felicità/evitamento dell' infelicità (e ciò non ha relazioni necessarie con la lunghezza della vita).

Dunque ciò cui si aspira é una vita il più felice (e non -per lo meno non necessariamente- più lunga) possibile.

Dunque é preferibile vivere meno ma meglio piuttosto che vivere più e peggio.

A volte giungo a pensare che preferirei vivere qualche anno di meno morendo senza soffrire (o magari senza nemmeno accorgermene), quali che siano le soddisfazioni che questi anni in più potrebbero darmi, piuttosto che vivere qualche anno di più al prezzo di una morte (o meglio: di un' agonia) lunga e dolorosa (chissà perché "le ultime cose" sembrano soggettivamente avere più valore delle penultime o comunque di quelle che le precedono: per esempio nello sport una vittoria in rimonta, magari solo al fotofinish, é senz' altro molto più bella e di soddisfazione di una vittoria ottenuta "amministrando" un cospicuo vantaggio e salvandosi dalla rimonta degli avversari, magari con un grande distacco).

Comunque credo che se mi trovassi ad essere ammalato con una prognosi infausta e la prospettiva di un residuo di vita costellato di sofferenza e di una agonia dolorosa, certamente cercherei di darmi per tempo l' eutanasia.

Che ne pensano gli "epicurei" del forum?

E i "non-epicurei"?
sgiombo is offline  
Vecchio 31-08-2014, 03.11.32   #2
Koli
Moderatore
 
Data registrazione: 17-11-2007
Messaggi: 405
Riferimento: quantità o qualità della vita?

Citazione:
Originalmente inviato da sgiombo
A volte giungo a pensare che preferirei vivere qualche anno di meno morendo senza soffrire (o magari senza nemmeno accorgermene), ...

Comunque credo che se mi trovassi ad essere ammalato con una prognosi infausta e la prospettiva di un residuo di vita costellato di sofferenza e di una agonia dolorosa, certamente cercherei di darmi per tempo l' eutanasia.
Pensiero condivisibile e condiviso. Purtroppo, ancora una volta, la sensibilità e il buon senso di un sempre maggior numero di persone si scontra con una resistenza argomentativa che lascia molto a desiderare da parte di coloro che dovrebbero legiferare e che si fonda sul paradigma che la vita è indisponibile.
Non sostengo certo che le obiezioni all'eutanasia si riducono ad argomenti religiosi, però mi sembra che questi siano quelli che più spesso vengono esposti (almeno in Italia) per negare l'autonomia del paziente. Ne parlo anche qui: https://www.riflessioni.it/forum/filo...eutanasia.html
Koli is offline  
Vecchio 07-09-2014, 07.48.52   #3
Koirè
Ospite
 
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Data registrazione: 26-12-2012
Messaggi: 111
Riferimento: quantità o qualità della vita?

[quote=sgiombo]

Dunque ciò cui si aspira é una vita il più felice (e non -per lo meno non necessariamente- più lunga) possibile.

Koirè:si aspira sempre ad avere una vita soddisfacente,lunga,e morire nel sonno senza soffrire a cent'anni.

Dunque é preferibile vivere meno ma meglio piuttosto che vivere più e peggio.

Koirè:decisamente(x mè) si.

sgiombo: A volte giungo a pensare che preferirei vivere qualche anno di meno morendo senza soffrire (o magari senza nemmeno accorgermene), quali che siano le soddisfazioni che questi anni in più potrebbero darmi, piuttosto che vivere qualche anno di più al prezzo di una morte.

Koirè:io sono giunta alla conclusione che la vita va vissuta in pieno,anche con i suoi dolori.Però se incappi in una malattia che ti porta grande dolore fisico,mentale a te e ai famigliari...bè allora preferirei,potessi scegliere,una vita meno lunga ma libera da quei anni di sofferenza.
Koirè is offline  
Vecchio 09-09-2014, 15.30.58   #4
Roquentin
Nuovo ospite
 
Data registrazione: 28-11-2013
Messaggi: 23
Riferimento: quantità o qualità della vita?

Quando sto nell'amore e nella comprensione so tacere perché "sento" la vita e non ho il bisogno di parlarne.
Quanfo sto nell'angoscia la morte mi pare la consolazione più grande.
L'essere ha posto la vita e la morte poiché proprie del suo essere.
Il dolore é un modo di sentire la vita, ma chi non ha mai sofferto ha orrore del dolore. Ricordo che mentre mi trapanavano le gambe senza anestesia per la messa in trazione si scaricó la batteria dell'attrezzo... Stetti immobile più che potevo, i dolori lancinanti mi rammentavano che ero vivo e che stavo lottando. Ero ridotto molto male, ma dopo un mese lasciai l'ospedale. Altri pazienti con danni meno seri erano ancora allettati, in preda ai dolori ed allo sconforto. A quell'incidente ne sono seguiti altri -pare che gli attiro su di me- ebbene non ho mai avuto paura del dolore o di una morte dolorosa. Sappiate che il corpo sente il pericolo della morte e quando sta per arrivare si prepara ad accoglierla con dolcezza. In punto di morte si diventa estremamente saggi, più di tutti i cattedrati che studiano da una vita la morte come problema.
L'eutanasia non é un problema, é un discorso imposto dalla scenza e dalla giurisprudenza. La religione politica o la politica religiosa dovrebbero solo tacere e rispettare l'immenso coraggio di chi accoglie serenamente la piega naturale dell'esistenza. Certi inni alla vita gli grida solo chi non si trova nelle medesime condizioni del sofferente, tenuto in vita in modo innaturale, contro ogni buon senso e in nome di un amore per la vita che non ha alcun rispetto della natura mortale di cui siamo figli.
Quanfo un prete o un filosofo mi parlano della morte gli domando se sono mai morti É un buon modo per porre fine all'annoso falso-problema della non-immortalità.
Roquentin is offline  
Vecchio 09-09-2014, 19.20.38   #5
baylham
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-01-2010
Messaggi: 89
Riferimento: quantità o qualità della vita?

Trovo condivisibile l’osservazione di Daniel Gilbert che la migliore base per immaginare, prevedere i nostri atteggiamenti e azioni futuri di fronte a determinate situazioni sia quello di osservare gli atteggiamenti e le azioni degli uomini che le hanno già sperimentate o che le stanno sperimentando.
Riscontro che la grande maggioranza degli uomini preferisce vivere piuttosto che darsi la morte anche nei casi di gravi malattie e senescenza. L’istinto di sopravvivenza, sotto forma di speranza, è quindi nella maggioranza dei casi più forte della sofferenza e della vecchiaia.
baylham is offline  
Vecchio 09-09-2014, 21.15.59   #6
sgiombo
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Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
Riferimento: quantità o qualità della vita?

Citazione:
Originalmente inviato da Roquentin
Quando sto nell'amore e nella comprensione so tacere perché "sento" la vita e non ho il bisogno di parlarne.
Quanfo sto nell'angoscia la morte mi pare la consolazione più grande.
L'essere ha posto la vita e la morte poiché proprie del suo essere.
Il dolore é un modo di sentire la vita, ma chi non ha mai sofferto ha orrore del dolore. Ricordo che mentre mi trapanavano le gambe senza anestesia per la messa in trazione si scaricó la batteria dell'attrezzo... Stetti immobile più che potevo, i dolori lancinanti mi rammentavano che ero vivo e che stavo lottando. Ero ridotto molto male, ma dopo un mese lasciai l'ospedale. Altri pazienti con danni meno seri erano ancora allettati, in preda ai dolori ed allo sconforto. A quell'incidente ne sono seguiti altri -pare che gli attiro su di me- ebbene non ho mai avuto paura del dolore o di una morte dolorosa. Sappiate che il corpo sente il pericolo della morte e quando sta per arrivare si prepara ad accoglierla con dolcezza. In punto di morte si diventa estremamente saggi, più di tutti i cattedrati che studiano da una vita la morte come problema.
L'eutanasia non é un problema, é un discorso imposto dalla scenza e dalla giurisprudenza. La religione politica o la politica religiosa dovrebbero solo tacere e rispettare l'immenso coraggio di chi accoglie serenamente la piega naturale dell'esistenza. Certi inni alla vita gli grida solo chi non si trova nelle medesime condizioni del sofferente, tenuto in vita in modo innaturale, contro ogni buon senso e in nome di un amore per la vita che non ha alcun rispetto della natura mortale di cui siamo figli.
Quanfo un prete o un filosofo mi parlano della morte gli domando se sono mai morti É un buon modo per porre fine all'annoso falso-problema della non-immortalità.

La morte non é il contrario della vita bensì della nascita.
Ed entrambe (nascita e morte) sono aspetti ineliminabili della vita.
in particolare non ci sarebbe la morte senza la vita ma nemmeno ci sarebbe la vita senza la morte.

Ci sono molti modi di morire e non é affatto vero che "il corpo sente il pericolo della morte e quando sta per arrivare si prepara ad accoglierla con dolcezza", se non forse in qualche caso particolare non affatto generalizzato (certamente non nel caso di chi muore annegato o bruciato), né che "In punto di morte si diventa estremamente saggi".
Chi é stato ignorante e stolto per tutta la vita resta ignorante e stolto anche in punto di morte.

L' eutanasia in Italia é un grosso problema imposto dalle leggi inique vigenti nel nostro paese, dalla superstizione e prepotenza cattolica e più generalmente conformistica (anche di tanti potentissimi "atei devoti"), e non certo dalla scienza!

Ovviamente nessuno che sia morto può parlare della morte; ma ciò non significa che chi ne parla (essendo ovviamente in vita: molti filosofi e perfino qualche prete, fra gli altri) non ne possa parlare sensatamente.
sgiombo is offline  

 



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