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Vecchio 17-09-2004, 13.43.29   #301
leibnicht
Ospite abituale
 
L'avatar di leibnicht
 
Data registrazione: 06-09-2003
Messaggi: 486
Ancora, brevissima, su Beethoven

Le prime avvisaglie della ipoacusia di Beethoven si ebbero tra il 1795 e il 1797, anni che precedono immediatamente la composizione delle prime due sinfonie.
Nel 1803, anno di composizione della famosissima terza (l'Eroica), il Maestro aveva ormai seri e gravi problemi di udito.
Beethoven non fu un musicista prodigio, al contrario di Mozart, di lui quasi contemporaneo.
Il genio, nel suo caso, crebbe e si manifestò lentamente.
Molti autori ritengono che proprio il dramma della sordità abbia ispirato la sua straordinaria evoluzione creativa, sviluppatasi dopo i trent'anni.
Beethoven componeva aiutandosi con il pianoforte, che suonava con violenza e, a parere dei contemporanei, in modo rude e sgraziato.
Cancellava e riscriveva sopra gli stessi spartiti che, se li osservate in originale, appaiono come campi di battaglia e contrastano in modo eclatante con quelli di Mozart, assolutamente privi di correzioni.
leibnicht is offline  
Vecchio 17-09-2004, 13.58.59   #302
Giancarlo_Deangelis
Utente bannato
 
Data registrazione: 26-06-2004
Messaggi: 183
X Iris.

riferimento (pag.30).

Ciao Iris.

Mi ha fatto piacere sapere che alcune mie affermazioni ti abbiano indotto alla riflessione, e la disamina che hai elaborato mi ha fatto esclamare: accipicchia!!!!

Con ciò non posso essere del tutto d'accordo su quanto hai elaborato, poiche hai fatto la descrizione di un bambino prodigio come se si trattasse di un'essere al difuori della realtà infantile.

Non tutti i bambini prodigio seguono i percorsi da te indicati, soprattutto quelli del passato, poiché non vi erano scuole speciali da frequentare e i genitori se ne accorgevano a malapena.

E, soprattutto, non continuiamo a segnalare il dramma del bambino prodigio che si è tolto la vita, poiché anche in quelli normali accade spesso. Queste cose fanno parte del fiume in piena della casualità: può accadere a tutti.

Per quanto riguarda, invece, l'uomo prodigio, mi riferivo al fatto che il bambino, se eccelle in ingengneria, da adulto dovrebbe essere un ingegnere non prusultra, invece si confonde nella stragrande maggioranza della normalità. Mentre in altri campi può essere addirittura un mediocre.

Inoltre, negli ultimi post di pag. 30, abbiamo parlato anche dell'importanza della fantasia e creatività, che è un qualcosa di differente dall'apprendere dai libri o copiare dal mondo che ci circonda, poiché è una qualità dell'immaginario che non si può copiare, altrimenti decaderebbe l'originalità.

Cosa vuoi che aggiunga?

Abbiamo scritto tante pagine, con argomenti seri e meno seri, da poterci pubblicare un libro, ma alla fine credo che ognuno di noi avrà, nei meandri della "Memoria", un'idea in più su cosa possa essere l'intelligenza: e questo, a mio modo di vedere, è già un bel risultato. Che ne pensi?

Un saluto Iris e fammi sapere. Giancarlo.

Ultima modifica di Giancarlo_Deangelis : 17-09-2004 alle ore 14.07.00.
Giancarlo_Deangelis is offline  
Vecchio 17-09-2004, 14.12.06   #303
iris_1
Ospite abituale
 
Data registrazione: 09-06-2004
Messaggi: 493
per Giancarlo...

Sarò breve perché devo proprio andare....
Quello che ho riportato è solo l'esempio di uno tra i tanti casi da te riportati e non una generalizzazione... infatti ognuno di essi (solo secondo la mia opinione ovviamente) può essere spiegato seguendo lo stesso ragionamento...
cmq cercherò di dare una spiegazione il prima possibile.

A presto
iris_1 is offline  
Vecchio 17-09-2004, 23.56.24   #304
Giancarlo_Deangelis
Utente bannato
 
Data registrazione: 26-06-2004
Messaggi: 183
X leibnicht & Iris.

riferimento: pag. 30 e 31.

Caro amico, prendo per buono quello che affermi, probabilmente le mie fonti erano meno esatte delle tue, e prendo atto che tutto il discorso imperniato sulla sordità di Beethoven va cancellato.

Rimane il fatto che ancora dobbiamo spiegarci il fenomeno dei bambini prodigio, il tempo a loro disposizione per apprendere il tutto, e anche il prodigio dell'immaginario, come: la fantasia, le intuizioni ecc.

In pratica, nel nostro piccolo dobbiamo stabilire se l'uomo nasce già con dei patrimoni preesistenti, o tutto quello che apprende avviene solo dopo la sua nascita.

Una volta appurato questo, avremo qualche elemento in più per comprendere cosa sia l'intelligenza.

Se vogliamo continuare non ci rimane che portare altre argometazioni.

Per il momento la mia opinione si ferma sui patrimoni preesistenti, per giustificare i bambini prodigio.

Inoltre, aver citato Mozart la dice lunga su quello che voglio affermare, poichè in quel bambino, oltre ad essere rimasto intatto il piacere del gioco (e qui rispondo anche a Iris), si intravedevano in lui tutte le qualità di cui abbiamo parlato, e a cui non sappiamo darci delle risposte, che mettano tutti d'accordo.

Fammi sapere e un saluto da Giancarlo.
Giancarlo_Deangelis is offline  
Vecchio 19-09-2004, 09.27.33   #305
Giancarlo_Deangelis
Utente bannato
 
Data registrazione: 26-06-2004
Messaggi: 183
X leibnicht & Giovanni.

Diciamola tutta su Beethoven. Di famiglia Fiamminga 1770/1827.

A soli 14 anni era già secondo organista della cappella del Principe
elettore, e già a causa della otosclerosi aveva perso parte del suo udito, soprattutto con dei fastidiosi ronzii che sono classici di questa malattia.

A 17 anni si trova a Vienna e vi ritorna a 22, dopo la morte della madre, ma già era un grosso personaggio che veniva riverito e protetto dalle grandi famiglie del tempo.

Da quel momento inizia il suo dramma, a causa della sordità che lo stava portando a pensare seriamente al suicidio.

Conclusioni: Beethoven non sarà nato sordo ma che era un bambino prodigio non vi è dubbio.

In ogni modo aspetto ancora la tua opinione e quella di Giovanni su cosa sia l'intelligenza.

Un saluto. Giancarlo .
Giancarlo_Deangelis is offline  
Vecchio 20-09-2004, 09.29.29   #306
Agora
Ospite abituale
 
Data registrazione: 23-01-2004
Messaggi: 278
***

Ciao a tutti.
Caro Giancarlo, diciamo dunque che quando un individuo nasce non è una tabula rasa, sono d’accordo. Ha già dentro di sé il germe di quello che diventerà, o potrebbe diventare, in seguito. E ciò che diventerà in seguito è dovuto anche all’ambiente che lo circonda. Esiste una continua interazione, un continuo scambio di informazioni tra l’individuo e l’ambiente e ogni individuo è il risultato tra ciò che è biologicamente e l’ambiente culturale in cui si muove, tra natura e cultura. La natura predispone il soggetto, ma senza un ambiente che possa canalizzare le sue capacità, tutta l’organizzazione biologica non può trovare espressione. Per via di questa predisposizione, di questo patrimonio preesistente, possiamo in un certo senso dire che intelligenti si nasce? Se è cosi, comunque un ambiente adeguato deve poi saper stimolare le capacità del soggetto ed attraverso le sue risposte si può valutare il livello intellettivo.
Ciao.
Agorà.
Agora is offline  
Vecchio 20-09-2004, 09.56.11   #307
Giancarlo_Deangelis
Utente bannato
 
Data registrazione: 26-06-2004
Messaggi: 183
X Agora.

Riferimento a pag. 31.

Ciao agora.

Credo che anche tù, sicuramente, avrai gia provato la soddisfazione che si prova quando si incontra un amico o, comunque, una persona cara.

Queste sensazioni gli psicologi le chiamano "attributi di valore".

Bene! Oggi, tramite la collimazione dei nostri pensieri, ho provato la sensazione di aver rivisto un'amico, anche perché, con quattro parole, hai spiegato un pensiero che da due mesi sto cercando di spiegare: complimenti.

Forse, se aggiungi i motivi per cui ritieni che si nasca con già un qualcosa dentro, saresti perfetto.

Ciao Agora, un caro saluto.
Giancarlo_Deangelis is offline  
Vecchio 20-09-2004, 10.52.19   #308
Agora
Ospite abituale
 
Data registrazione: 23-01-2004
Messaggi: 278
***

Caro Giancarlo,
i motivi di cui parli li hai già in parte detti tu e questo mi ha fatto riflettere. Geni come Beethoven non si diventa, si deve avere qualcosa dentro sin dall’inizio. Ma questo vale non solo per i geni, naturalmente. Non sono un esperto psicologo, né un competente di genetica umana, quindi non posso dare una spiegazione tecnica, tuttavia trovo un po’ assurdo, quando si devono dare spiegazioni dei comportamenti umani, sbilanciarsi solo da una parte o dall’altra; non amo queste dicotomie. Il nostro patrimonio genetico ha la sua importanza, il suo “peso” nel predisporre l’individuo; è come il seme che contiene in sé tutto ciò che diventerà una pianta, la quale però va coltivata in un terreno adatto, seguendo le esigenze ambientali e nutritive, e prestando le dovute cure al bisogno, altrimenti… beh altrimenti può ammalarsi e perire (natura docet).
Ecco, nei nostri geni c’è già in embrione quello che diventeremo, attraverso ciò che ereditiamo dai nostri genitori (e che loro stessi hanno ereditato), ciò che c’è di atavico, ecc. L’ambiente, il nutrimento affettivo e intellettivo fanno il resto. E’ come dire che un neonato sa già parlare, ossia ha già in sé questa capacità, ma non parla italiano o francese o tedesco fino a quando non gli si insegna a parlare, ad articolare il linguaggio.
L’individuo nel suo complesso (non soltanto la sua intelligenza) è dunque la risultante di questa interazione. Di più non so dirti.
Ciao.
Agorà.
Agora is offline  
Vecchio 20-09-2004, 22.38.52   #309
Fool:
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ciao a tutti,

giancarlo ho letto le tue repliche e vorrei risponderti in modo approfondito ma in questo periodo proprio non ho tempo, e quindi sarò breve e mi limiterò solamente a mettere in evidenza una mia frase del messaggio di pag.30 che forse non hai analizzato bene, era una delle due ipotesi, ma sicuramente quella in cui credo di più, inoltre anche il messaggio di iris a pag.30 può essere interpretato in questa chiave:

Citazione:
Messaggio originale inviato da Fool:


-Oppure semplicemente i bambini prodigio non sono altro che normali bambini che data la particolare situazione, decidono di investire il 100%delle loro risorse mentali in attività quali lo studio o la musica, ma magari peccano (PS: NON E' DETTO CHE PECCHINO, COME DICE IRIS, MA DI SICURO CI SARA' QUALCUNO PIU' SVEGLIO DI LORO IN UN ALTRO CAMPO) in attività normali quali il gioco, le relazioni, l'essere furbi e dispettosi, lo sport ecc.. che comunque richiedono un investimento di risorse cerebrali, che invece i bambini normali distribuiscono in modo uniforme.


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Altra domanda: come mai che i bambini prodigio, poi, in seguito non diventano mai uomini prodigio?

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proprio perche si accorgono delle carenze che hanno negli altri campi della vita (amore, relazioni, cura del corpo, e altri problemi dei quali prima si interessavano i genitori) e decidono di investire delle risorse per migliorarsi in questi campi, ma così facendo si rendono conto di non poter più sostenere il loro ritmo di studio che sommato al resto a questo punto richiederebbe il 200% delle loro risorse. un esempio di come questo possa essere vero è quel bambino che qualche hanno fa andò a domenica in con 4 lauree a soli 8 anni che pare si sia suicidato... forse proprio perchè accortosi delle carenze negli altri campi della vita.

per quanto riguarda betoween io sapevo che diventò completamente sordo solo prima di comporre l'ottava sinfonia, cmq non mi meraviglierei se vi fosse nato, e la cosa si collega proprio a quanto detto sopra, infatti, come i ciechi (che non investono risorse mentali nella vista) hanno di solito gli altri sensi e soprattutto il tatto molto sviluppato, infatti riescono a leggere il loro codice a puntini (provate solo a toccare una moneta da 1euro, e ditemi se sentite i puntini, e se capite come sono disposti! non è una cosa facile!!) così i sordi riescono a percepire meglio le vibrazioni (che poi non sono altro che suoni, anche i suoni sono vibrazioni, ma si propagnano nell'aria e quindi possiamo udirli, ma anche attraverso i solidi, e quindi potrebbero essere percepiti anche da li, sempre che chi li percepisca abbia abbastanza risorse libere per poterlo fare....

ps. anche il discorso della memoria fisica e virtuale meriterebbe un approfondimento, anch'io ci ho pensato a una cosa del genere, se avrò tempo ne parleremo più in là.

(SCUSATE LA CONFUSIONE MA VADO DI FRETTA!!!)

ciao a tutti.
Fool: is offline  
Vecchio 20-09-2004, 22.57.41   #310
iris_1
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Citazione:
Messaggio originale inviato da Giancarlo_Deangelis
Per quanto riguarda, invece, l'uomo prodigio, mi riferivo al fatto che il bambino, se eccelle in ingengneria, da adulto dovrebbe essere un ingegnere non prusultra, invece si confonde nella stragrande maggioranza della normalità. Mentre in altri campi può essere addirittura un mediocre.

Il bambino prodigio viene definito tale perché arriva ad un livello di apprendimento superiore agli altri bambini, ma che può essere equiparato a quello di alcuni adulti... crescendo però il suo livello di conoscenza rimane pressocché identico a quello che aveva precedentemente e quindi non molto differente dal livello di altri "uomini comuni" che hanno appresso le stesse conoscenze anche se in un periodo di tempo maggiore.
Quindi mi verrebbe da dire che in realtà i bambini prodigio non sono poi così diversi, perché non apprendono niente di più degli altri, la loro diversità sta nella maggior velocità di apprendimento.

Cmq credo che la tua ipotesi che ognuno di noi nasce con un patrimonio genetico che determina in parte anche il grado d'intelligenza sia giusta. Poi, naturalmente, come ha detto Agora, l'ambiente in cui si cresce, le relazioni affettive ecc. concorrono nel determinare ciò che siamo.

Ciao
iris_1 is offline  

 



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