Certo che la felicità esiste. Essere felici è importantissimo ma spesso non siamo in grado di esserlo.
Il problema è molto concreto anche in psicologia ed è un vero problema psico-sociale.
Infatti capita troppo sovente che le persone cerchino di essere felici evitando la sofferenza, il dolore, le emozioni con connotazione spiacevole o negativa oppure che sopportino a fatica tutto questo. Credendo che la felicità sia assenza di dolore.
Non è FISIOLOGICAMENTE così.
Ogni emozione o sentimento, può essere inserito su un asse piacere-dolore. Il dolore, la sofferenza sono emozioni che fanno parte dell'essere umano e di ogni altra specie animale.
Ci sono persone, e stanno diventando la maggioranza, che rifiutano tali momenti spiacevoli normali della vita quotidiana, e focalizzano la propria attenzione su di essi, ingrandendoli e facendo si che tutto il resto diventi meno importante. Focalizzandosi sul dolore/dispiacere/sofferenza cercando di risolverlo in realtà lo stanno alimentando.
Dobbiamo imparare dalle nostre esperienze in modo molto chiaro. Quando prendiamo un farmaco perché abbiamo la febbre oppure quando stiamo a letto con l'influenza, di certo non viviamo in modo piacevole la situazione ma sappiamo che quella sofferenza, che sembra infinita, passerà. La accettiamo, anzi, spesso non è così drammatica la situazione. Non pensiamo costantemente "mio dio ho la febbre", "come posso fare ho l'influenza", ecc. Mentre diciamo questo quando siamo "depressi" credendo che occorra liberarsi della depressione per essere felici. Ma non è così. Quando si sta male occorre stare male. Il modo in cui viviamo ed accettiamo i momenti tristi della nostra vita (e ci sono molti) è la cartina tornasole di quanto la nostra vita sia felice.
Sembra paradossale ma per essere felici, quando stiamo male, altro non possiamo fare che soffrire!
Il vero problema, oggi lo sappiamo grazie a studi psicofisiologici, è il tentativo della persona di stare bene quando invece soffre. Nei depressi è più probabile il suicidio tanto più essi cerchino di fare qualcosa, da soli, per stare meglio.

Concordo.. in pieno!
Ho voluto sottolineare alcuni passaggi che reputo centrali!



Gyta

Vedo dalla firma che sei uno psicologo professionista, io so ben poco di psicologia quindi non voglio assolutamente contraddire tuttavia io non trovo che sia cosi importante essere felici, la felicità può addirittura diventare una distrazione, io preferisco avere un costante controllo emotivo e a tal riguardo vorrei una tua opinione su una discussione che ormai è vecchiotta e forse non la vista:

https://www.riflessioni.it/forum/show...hreadid=62 79

Grazie e saluti a tutti

Tutto quello che voi dite è vero.Ho letto attentamente le vostre risposte, penso che sia la mia situazione,è troppo ingarbugliata, non riesco a venirni fuori, ecco perchè sono infelice.

Iudichetta.. : dai tempo al tempo!!

Datti tempo e respiro!
Anche "Dio" ci mise ben 6giorni a fare i lego.. Quindi si riposò!

Districare con tutta tranquillità..
Accettare anche i "garbugli" come "parte del gioco" -anche quando fanno girare le balle!
Ascoltarci profondamente e prenderci tra le braccia con tenerezza:
"errori e non", poiché ogni "garbuglio" è li, pronto a farsi districare da noi, pronto a farci rinascere a nuova vita.. a patto di volerlo.. a patto di prenderci cura con tenerezza di ogni nostro piccolo passo.. a patto di dire "si, posso nascere.. lo voglio"

Allora lentamente la strada ci viene incontro.. la nebbia si dirada..
ed in fondo al dolore nasce una nuova leggerezza.. ed una nuova chiarezza; una piccola voce in noi che sussurra "noi non siamo il dolore!.. noi siamo quella 'cosa infinita' che assiste a tutto questo.."

Buona Festa!!



Gyta

...penso che il dolore sia un passaggio naturale, e non e' soltanto dolore ma anche crescita personale...penso che soltanto da uno stato di sofferenza puoi arrivare ad una conoscenza di te stesso alla quale non giungeresti in altro modo...e da qui' puoi imparare ad essere felice...





Vaniglia

Iudi cara,

quando hai imparato ad andare in bici era solo la paura di cadere a farti cadere:
l'infelicità è quella paura.

Quando l'agitazione melmosa invade la tua mente, iudichetta cara, lascia pazientemente che l'acqua agitata si decanti e si purifichi. Succede senza far niente!


Abbandonati alla vita, come l'ala al vento.

p.s.

"... altro non possiamo fare che soffrire!" di psicologo significa accettare la tua sofferenza come accetteresti un forte mal di testa o una malattia.

Non ti accanire contro la tua infelicità, iudi bella: come viene passerà. Sciogliti pian pianino come quando hai imparato a nuotare! Solo se ti agiti vai a fondo!

Credo che bisogna lasciarsi andare ad ogni emozione e sentimento...dal momento in cui reprimi o non accetti questo stato non riesci a viverlo e a superarlo



Vani

La felicità nasce da un tuo sorriso verso te stessa.Non perdere il sorriso,tienilo vicino a te!Cerca di osservare quello che ti circonda,stai più all'aria aperta...Arricchisci il tuo cuore dei colori della natura...se non hai un animale in casa cerca di trovarne uno..Quanto amore incondizionato ricevi..!!Da quell'amore tutta l'angoscia svanisce...e riappare una grande giovinezza dentro di te...la voglia di vivere semplicemente ..la voglia di vivere con te stessa e anche con gli altri..e ricordati che gli altri siamo Noi!