Grazie, grazie tante per le vostre risposte. E ancora Buon anno a tutti.

Alessandro

E dagliela, con questo amore che amore non è!
Te lo spiega Anthony de Mello con la storiella:

PANINO COL KETCHUP.

La famiglia si accomodò a un tavolo del ristorante.La cameriera

raccolse prima le ordinazioni degli adulti e poi si rivolse al piccolo

di sette anni:"Tu che cosa prendi?"-gli domandò.

Il bambino si guardò intorno timidamente e disse:"Vorrei un

panino con la salsiccia."

La cameriera non aveva ancora cominciato a scrivere quando la

madre del piccolo la fermò:"Macchè panino"-disse"gli porti una

bistecca con carote e purè con patate."

La cameriera non le fece caso e chiese al ragazzino:"Come lo vuoi

il panino,col ketchup o con la senape?"

"Ketchup!"

"Arrivo tra un minuto,disse la cameriera,mentre ritornava in cucina."

A tavola erano tutti ammutoliti per lo stupore.Alla fine il bambino

fissò i presenti a uno a uno ed esclamò:

"Lei crede che io sia veramente un bambino!!"

Da:"La preghiera della rana"vol.II (ed.Paoline.)

Gloria a Osiride ,Unico Vero Dio!

Kantaishi l'Egizio.

x Kantaishi

Bello..bellissimo..stupendo questo brano..peccato che non ho capito niente.
Certamente questo De Mello per scrivere questo, deve aver prima ingoiato tutta la sapienza di questo mondo in un sol cucchiaino.
Mi vien da ricordare la storia (storia vera) di quel tizio che essendo in procinto di sposarsi, va a chiedere consiglio all'oracolo di Delfo, se era o non era da fare questo matrimonio.
Dopo giorni di cammino, e giunto alla presenza della profetessa Pizia, seduta su un tripode, chiede se avrà fortuna da questo matrimonio.
Dopo essersi consultata con gli 'dei' cosi parlò l'oracolo:
<<Fortunato tu sarai veramente, o uomo sventurato>>
Caro arcidiavolo Kantaishi made in Japan (cosi da lui stesso definitosi in altri forum) un pò più di serietà non guasterebbe.
ciao

perchè serietà?
prendersi seriamente è la più grossa cattiveria che si possa fare a noi stessi..caro...cornelio.
la serietà è dell'ego..e chi risiede fuori dall'ego stesso non può che gioire in ogni istante e ridere di se stesso e della Vita.
La vita è seria solo in quanto dono dell'Esistente....lì bisognerebbe essere "devozionali"...ringraziar e per l'accadere di questo miracolo..in questo corpo-mente che ci permette di esprimere...dire, fare..Amare..gioire e piangere..ma non solo...ci permette anche di innnalzarci a Lui.

namasté

Fintanto che si resta "bambini" si è liberi dentro...non si fa
parte ancora del gregge.

Tra i tanti libri che ha scritto Antony de Mello c'è anche "L'aquila che si crede un pollo".
E' un autore che un buon cristiano, a mio avviso, dovrebbe
conoscere, non snobbare, non averne paura, per avere una evoluzione cosciente.

Un'altra perla:

Un giorno Alessandro Magno chiese ai saggi d'Israele
"Che cosa bisogna fare per morire?"

e quelli risposero
"Si deve vivere."

Alessandro chiese:
"Che cosa bisogna fare per vivere?"

e quelli risposero:
"Si deve morire".

(Anthony de Mello "La preghiera della rana. Saggezza popolare dell'Oriente" Ed. Paoline

Messaggio originale inviato da Mirror
.............................. .............................. .............................. ....

Oh finalmente, l'Aquipollo vedeva in Se' il perche' della Tua assenza.....Ahahahahahahah!
Ma sempre presente comunque, in tutte le forme che Egli puo' assumere....
Un saluto allo specchio splendente!

x Mirror

Naturalmente parlo solo per me.
Ma non penso che a un buon Cristiano possa interessare questi scritti di un Gesuita "indianizzato".
Naturalmente non ho letto il suo libro "l'aquila che si crede un pollo", ma per mia esperienza conosco però molti polli che si credono aquile.
E non conoscevo neppure quella 'perla' riguardante Alessandro Magno.
L'unica vera 'perla' riguardante questo Re, è quella che messo di fronte al nodo Gordiano da sciogliere, senza tentennamenti e senza por tempo di mezzo, prese la sua affilata spada e lo tagliò in due,...e passò oltre. (leggi: alla Verità non si gira in giro, ma la si affronta con un taglio netto).
ciao

Ma sarebbe importante...per comprendere come di diventa Liberi e Saggi.

Ma bisognerebbe aver coraggio...non avere pregiudizi...e a volte questo è chiedere troppo...a chi ama stare nel gregge.

Qualcuno pensa, e secondo me non a torto, che il concetto di "stare nel gregge", meriti un chiarimento.
Se "stare nel gregge" significa essere conforme agli schemi mentali dell'Uomo comune, allora questa condizione impedisce ed ostacola ogni forma di evoluzione, diciamo così, spirituale.
Se "stare nel gregge", invece, viene inteso come conformarsi all'Ordine Universale, (così come senza sforzi vi si conforma un fiore od un' ape) allora ben venga il cercare di rientrare nel gregge perchè questa condizione costituisce il primo gradino della scala che conduce alla Liberazione.

Per me, è la seconda formulazione che più si avvicina a ciò che volevo dire... mi sembrava implicito, dopo aver condiviso i messaggi di Antony de Mello...che sono un inno alla Liberazione.
Però, non è mai sbagliato chiarirlo ulteriormente.