Gyta per piacere... so quello che scrivo, e conosco l'italiano non perfettamente ma abbastanza da usare le parole.
Se scrivo sostanzialmente è perchè nella sostanza Yam (e non solo) continua a marcare sul personale, ma non ha fatto nomi.
Se qualcuno si è sentito preso in causa non è in una posizione osservante più di quella in cui è Yam, tanto per tornare nel tema.
Avrei potuto portare all'attenzione da Regolamento che questo tipo di comunicazioni si fanno in privato verso chi segue l'andamento delle discussioni, ma ho oggettivamente preferito chiarire che questo comportamento da quasi tutti seguito deve essere interrotto. C'è differenza nel dialogare sulla "filosofia" della Spiritualità e invece attaccare sempre le persone (il personale) quando non si hanno argomenti, e questo lo osservo in tanti, al contrario si può parlare di un personale generale senza scendere in polemiche... il post incriminato di Yam per intenderci se non faceva riferimento a persone e confidenze era corretto, lo so che il confine è sottile e che probabilmente quello che per me è imparzialità per molti non lo è, ma nel limite dell'umano faccio quello che è possibile senza simpatie od antipatie (che non ho).

Adesso vi prego di terminare questa faccenda altrimenti sarò costretto a chiudere la discussione

Se il giudizio è un'analisi obiettiva (oggettiva?) della situazione o della persona, è opera dell'Osservatore; se quel giudizio è una critica per soddisfare il proprio ego, è opera della mente.
Se io ci tengo a dimostrare che tu hai torto e io ragione, e questo mi provoca soddisfazione, allora è in funzione l'ego, la mente.
L'ego vuole sempre stare al di sopra degli altri.

Quando è presente l'Osservatore (intendo in maniera consapevole, poichè egli è sempre presente, ma non ne siamo consapevoli), la mente c'è sempre (come contenitore), ma il nostro giudizio non ne viene influenzato (poichè non vi sono contenuti).
La mente è accumulo di passato, è memoria, e se non si è consapevole di questo contenuto, le nostre risposte sono delle reazioni. E le reazioni sono sempre violente.

Buona giornata cincin

Buon giorno!
poche righe che mi hanno fatto riflettere riguardo l'"osservatore":
"Coscienza meno concettualizzazione
è l'eterno Assoluto
Coscienza più concettualizzazione
è pensiero" Vasishta ....a buon osservatore poche parole
felice giornata , vado a dormire ari ciao claudio

Questo e' un punto molto, molto importante e di solito si svaluta questo aspetto della faccenda spirituale, lo si liquida con un semplice "condizionamenti".
Invece e' qui che bisognerebbe innazitutto far luce.
Tu chiami tutto mente (e per te va anche bene perche' vai subito al sodo) ma nelle tradizioni spirituali non c'e' un solo termine che indica il come funzioniamo. La mente pensante e identificata ha diversi nomi nelle diverse tradizioni spirituali, dovremmo recuperarli, soprattutto i nostri che provengono dalle nostre antiche radici culturali.
Nel Buddismo quella forma di memoria e' Alaya Vijnana e corrisponde all'Anima (sensibile) e contiene la Saggezza dell'Esperienza. In un Illuminato essa e' vuota (Saggezza simile allo Specchio), in un Sadhaka (praticante) quelle esperienze hanno invece un valore, perche' quando si presente un problema esistenziale va affrontato partendo da li, da cio' che l'Anima ci comunica...e tu lo sai bene, lo vedo da come hai cambiato la tua Vita. Se l'osservatore e' presente affronteremo cio' che si manifesta "condizionato" da quei contenuti di memoria nel migliore dei modi. Il Corpo e' strettamente legato all'Anima. L'osservatore allo Spirito.

A me la mente sembra una funzione associata al pensare. Più che un contenitore quasi un organo sottile di cui si subisce la funzione fino a che non ci si disidentifica dagli ego rendendosi neutri e quindi in grado di osservare.

La cosiddetta mente pensante identificata (Manas) lavora fisicamente attraverso il collegamento di Cervello e Anima (l'Anima ha sede vicino al cuore fisico ed e' pura sensibilita', e' fatta di materia sottile). Il pensiero se c'e' una funzione ce l'ha, e' cioe' energia "creativa". Questa energia puo' essere padroneggiata o meno, se non e' padroneggiata e' caotica. L'osservatore e' colui che guida il carro.

Come funzioniamo?
Nella dimensione dualistica io, soggetto, entro in contatto con gli infiniti oggetti dei sensi. La mente pensante e' il sesto senso.
Io cioe' "afferro" (attrazione-repulsione-indifferenza) un oggetto della mente (pensiero) o un oggetto dei sensi. Al con-tatto del soggetto con l'oggetto si sviluppa una sensazione che poi diventa emozione...e qui c'e' tutta la gamma delle emozioni: attrazione, repusione, indifferenza, invidia, orgoglio, gelosia, ecc.e cc., simbolicamente si dice che siano 84.000.
Questi con-tatti vengono registrati e condizionano le esperienze future.
Essere liberi dalla brama, dall'attaccamento non vuol dire necessariamente sopprimere il desiderio, come si fa nella via della rinuncia (si rinuncia cioe' alla Vita), ma essere consapevoli (con l'osservatore attivo) nel momento del con-tatto (via della trasformazione) , oppure (vie dirette) si pratica la nuda Consapevolezza di Se'.

Quest'ultima via e' molto di moda oggi, ma...ci sono dei ma....e sono sotto gli occhi di tutti.

beh... quel "ma" riguarda la distorsione dell'ego...cmq potenzialmente sempre presente...

ciao

Ciao Yam, io per 'mente' intendo la nostra memoria; quella di tipo psicologico, come l'ha denominata Krishnamurti, per distinguerla da quella fattuale.
Mentre della memoria fattuale ne abbiamo bisogno, perchè è quella che ci permette di ricordare dove abbiamo parcheggiato l'auto, per esempio, o dove si trova la nostra casa, quella psicologica (per esempio il giorno prima si è avuto un bisticcio col partner o col collega) inquina il nostro presente e non ci permette di vedere quello che è.
Secondo le diverse tradizioni religiose che tu hai studiato, come viene collocata/definita questa mente?
Ti ringrazio e buona serata

Credo che su questo siamo d'accordo.

Sono d'accordo.

sono d' accordo con te, ma a mio avviso serve sempre una guida esterna che ci indirizzi meglio nel momento di sbando o che ci dia degli input che poi noi razionalizziamo e facciamo nostri.
Non bisogna accettare mai cecamente le parole altrui, ma se ci evocano un intuizione, metabolizzare