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Vecchio 15-05-2006, 10.59.11   #11
Yam
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Personalmente nelle Tradizioni non ci vedo "modelli" ma un unico grande ed immenso patrimonio di sapienza. Esso pero' e' celato ad occhi indiscreti, o meglio ognuno puo' comprendere al suo livello di comprensione.

La via e la tradizione sono una ed una sola.
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Vecchio 15-05-2006, 11.05.17   #12
turaz
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la frase "dipende dalla consapevolezza" ha il suo perchè a mio parere in questo contesto.
la via è una con infinite manifestazioni...
ma in fondo Dio non è questo?
UNO e nello stesso tempo infinitamente manifesto?
turaz is offline  
Vecchio 15-05-2006, 11.05.35   #13
Yam
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: "Tradizione primordiale: approccio della non-dualità"

Citazione:
Messaggio originale inviato da VanLag
Il succo di ciò che c’è riportato, cioè quello stralcio di un discorso di Raphael, secondo me, c’entra con la non dualità come i cavoli c’entrano con la merenda.
Il perché l’ho riportato sopra….. cioè la non dualità o la indichi per negazioni, segando tutto finché non rimane che l’uno senza un secondo, oppure la indichi richiamando ogni concetto al soggetto, finché non rimane che l’uno, (il soggetto), senza un secondo.

Il resto può essere spiritualità, magari anche di ottima qualità, ma secondo me, non è non dualità.


Quello era solo uno stralcio riportato dalle letture sotto linkate....era un invito alla lettura, una semplice segnalazione.
Se non hai letto gli articoli linkati mi sembra inutile discuterne....aspetti parziali.

Ci sono stati di coscienza che vengono considerati molto facilmente l'illuminazione....questo e' un problema che, per esempio la Tradizione Advaita conosce molto bene. L'Advaita dipende molto da chi lo insegna, personalmente trovo molto piu' profondi dei maestri attualmente di moda, Ramakhrisna e Vivekananda.

Ultima modifica di Yam : 15-05-2006 alle ore 11.06.47.
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Vecchio 15-05-2006, 18.02.47   #14
Elijah
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: "Tradizione primordiale: approccio della non-dualità"

Citazione:
Messaggio originale inviato da VanLag
Cioè la non dualità o la indichi per negazioni, segando tutto finché non rimane che l’uno senza un secondo, oppure la indichi richiamando ogni concetto al soggetto, finché non rimane che l’uno, (il soggetto), senza un secondo.

A mio modo di vedere,
la non dualità non la si può indicare per negazioni...

Io la non-dualità la vedo più abbinata al silenzio, e al non agire.
Chi parla, non si sta occupando della non dualità, come anche chi agisce, non si sta occupando della non dualità.
Ma potrei anche sbagliarmi...

Sarei curioso di sapere da voi come vedete questa non-dualità.

Il non-agire è veramente qualcosa da "ammirare"...?


Elia
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Vecchio 15-05-2006, 18.05.50   #15
turaz
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al massimo il non-reagire...
il non-agire è involuzione a mio parere...(nonchè per citare un "vizio"... accidioso...)
turaz is offline  
Vecchio 15-05-2006, 20.09.13   #16
VanLag
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: "Tradizione primordiale: approccio della non-dualità"

Citazione:
Messaggio originale inviato da Elijah
Il non-agire è veramente qualcosa da "ammirare"...?
Dipende da cosa si intende con non agire.....

Nessun uomo può vivere senza gire…. Al minimo, minimo è costretto a respirare….. Ma l’azione non ha la stessa valenza dell’azione come la intendiamo noi in occidente, che tanto più è vistosa tanta più la riteniamo grandiosa….. L’azione vera è alchemica e trasforma il mondo in modo impercettibile.

Esiste tutta una sezione della Baghavad Gita che parla dell’azione disinteressata, che è un po’ diversa dal disinteresse come potremmo intenderlo noi. Diciamo che è più vicina ad una rinuncia ai risultati delle proprio azioni. Come dire? Il saggio agisce per il bene ed una volta compiuto l’atto arriva a disinteressarsi della sua azione.
Questo tipo di azione, nella quale manca qualsiasi spinta egoica, non è misurabile sul piano umano, perché può essere anche solo una carezza o un battito di ciglio, ma è l’azione che doveva essere fatta nel momento che in cui doveva essere fatta.
I suoi effetti sono potentissimi, come il battito d’ali della farfalla che unendosi a mille altre correnti provoca un uragano. Se non ci fosse stato quel battito d’ali iniziali non ci sarebbe stato l’uragano. La sua incommensurabile potenza le deriva dal fatto di essere, (passami il termine tecnico), sincronizzata con l’azione della vita, che è un movimento unitario…… Tu diresti…..: - Neppure un passero cade a terra, senza la volontà del Padre –

VanLag is offline  
Vecchio 15-05-2006, 20.40.28   #17
Mirror
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Sul "non agire" con parole mie

Citazione:
Messaggio originale inviato da turaz
al massimo il non-reagire...
il non-agire è involuzione a mio parere...(nonchè per citare un "vizio"... accidioso...)

Non è accidia, tutt'altro!
Siccome c'è una incomprensione di fondo molto diffusa a proposito del cosiddetto "non agire" chiamato Wu wei nella filosofia Taoista, vorrei provare a spiegarlo, se possibile, ancora una volta, a modo mio.

Questo principio basilare del Tao è impossibile da comprendere per l'ego schiavo della logica separativa, della mente analitica identificata.
Solo attraverso l'intuizione ed il rilassamento profondo si possono aprire dimensioni ampie, visioni equilibrate e serene, non dualistiche, inconoscibili per l'intelletto alimentato dal senso egoico del "fare" personale.

A proposito dell'equivoco, della non comprensione del principio del "non Agire" (Wu wei) Taoista, va ribadita e chiarita la distinzione fondamentale fra la passività dell'ego e l'agire senza ego (il cosiddetto"non agire"), molto spesso frainteso; infatti, c'è una abissale differenza fra il "non fare" (Wu wei) e la passività, l'indolenza la pigrizia e l'ignavia.

Solo se non ci sei "tu", ci può essere la "non azione" (Wu wei).

Il "non agire" non significa essere passivi ma avere la profonda consapevolezza di non essere l'agente personale che fa l'azione.
Attribuirsi l'azione, rende operante il senso dell' ego.
Quando, invece, non c'é questa presunzione, questa illusione mentale, allora accade la "non Azione": si é nel Wu-wei.
Il non Agire viene dal non Essere, e sorge quando l'Ego é stato totalmente smascherato, quando si é vista e riconosciuta definitivamente la sua sostanziale inconsistenza.
Solo allora l'azione e non azione diventano tutt' UNO, qui ed ora.
Chi vive Consapevolmente e spontaneamente nel Tao, non ha Karma, “non agisce”, pur facendo tutto ciò che serve fare, perché non ha Ego e quindi é in Unione con il principio del Tao, che essendo il Tutto non ha il senso dell'attività materiale, spirituale, morale...personale.
E' oltre tutte queste umane categorie, ma anche le comprende.
Il principio del Tao é molto, molto elusivo...
Non a caso gli insegnamenti Taoisti affermano che questa comprensione non accade con la testa, ma con la pancia (hara).
Il Tao é un principio Unitario...una Comprensione Superiore...non è una ideologia...nemmeno spiritualistica.
Esso trascende ed include tutte le polarità,
tutti gli opposti, categorie… compresi Oriente e Occidente.

Colui che fluisce nel Tao non potrà mai definirsi
taoista...intimamente sarà silenzioso.

Il Tao è naturalezza senza definizioni, è Vita senza classificazioni...se non convenzionali per stabilire "giochi".

Sentirsi immersi nell'Oceano (il Tao) implica la rinuncia all'attaccamento di voler essere identificati come onda.
il Tao è il Tutto, è la Legge, il Principio.

Agire senza agire significa che la "giusta" via dell'agire non è motivata dal senso dell'io.
Questo agire è detto "non agire" (Wu Wei) dagli amici del Tao.
E' l'agire spontaneo, fluido, dettato dal bisogno della risposta naturale che la situazione richiede, in quel momento e non "caricato" dalla emotività e pensiero provenienti dal passato o dalla struttura caratteriale coatta che deriva dalle identificazioni incrostate della nostra personalità.

Con questo spirito (Wu Wei) ogni azione è risposta e non reazione.
La reazione è intesa come "agire", la risposta spontanea è considerata come "non agire".

Sperando di aver contribuito a qualche chiarimento riguardo a questa ricorrente e distorta interpretazione.
Mirror is offline  
Vecchio 16-05-2006, 09.23.10   #18
VanLag
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: "Tradizione primordiale: approccio della non-dualità"

Citazione:
Messaggio originale inviato da Elijah
Sarei curioso di sapere da voi come vedete questa non-dualità.
E’ la scomparsa dell’idea che il soggetto sia diviso e contrapposto a quanto lo circonda e la conseguente riacquisizione della consapevolezza che il nostro essere è coincidente col mondo, cose, animali e persone. Non è un ragionamento cervellotico ma una realizzazione, come un qualche cosa di dimenticato che riaffiora alla coscienza. Come il risveglio da un sogno un po’ grottesco che ci riconsegna alla nostra realtà benefica. Allora l’amore acquista un senso….. Non amo gli altri perché sono buono ma li amo perché io sono gli altri, gli altri sono me, curo tutto il mondo che mi circonda, come prima curavo me stesso, perché quel mondo che mi circonda sono io.

La fine della dualità di soggetto-oggetto e quindi di tutte le dicotomie è la non dualità, difficile da comprendere perché la sua comprensione rischia di ovviare il soggetto stesso.

VanLag is offline  
Vecchio 16-05-2006, 09.56.56   #19
Yam
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Seconda parte - Raphael

Per Van Lag
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Vecchio 16-05-2006, 10.11.05   #20
VanLag
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Messaggio originale inviato da Yam
Per Van Lag
Mi è venuta la pelle d’oca quando l’ho visto…… e mi sono sentito tele-trasportato, in un lontano inverno, ad Ipswitch, in una piccola casa nel bosco, con un camino a legna ed un grande vecchio che, con infinita pazienza, cercava di comunicarmi un po’ delle sue “scoperte”.........

Grande Douglas…..grazie Yam…..

VanLag is offline  

 



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