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Riflessioni sulle scienze

Riflessioni sulle Scienze

di Alberto Viotto    indice articoli

 

La crescita continua: un gigantesco schema Ponzi

Ottobre 2011

  • Da due dollari a quindici milioni

  • Un idiota finanziario

  • La crescita continua

  • La crescita economica


Charles PonziIo, Bernard Madoff, confesso di aver creato uno schema Ponzi.
Ho truffato perfino i miei migliori amici ebrei!

Vorrei tanto restituire i soldi ma ho perso ogni singolo miliardo di dollari che mi sono stati affidati.

Bernard Madoff - finanziere

 

Anche se non hanno riavuto i loro soldi, non è stato caro! Gli ho dato il migliore spettacolo che sia mai andato in scena nel loro Paese dall’arrivo dei Padri Pellegrini.

Charles Ponzi - truffatore

 

 

Da due dollari a quindici milioni

Il 15 Novembre 1903 un immigrato italiano, Charles Ponzi, sbarcò a Boston dalla SS. Vancouver con soli due dollari in tasca, perché durante la traversata aveva perso al gioco tutti i suoi risparmi. Sarebbe diventato il protagonista della più colossale truffa finanziaria del tempo.
Dopo innumerevoli tentativi di fare fortuna e dopo essere finito più volte in carcere, nel 1919 trovò un sistema infallibile per guadagnare. I “Buoni di risposta internazionali” permettevano di mandare una lettera da un paese ad un altro con un buono da usare per la risposta. In Italia il suo costo era molto basso a causa dell’inflazione galoppante e negli Stati Uniti poteva essere convertito in francobolli con un valore più alto. Per guadagnare, quindi, bastava mandare soldi a qualcuno in Italia che inviasse negli Stati Uniti dei buoni di risposta da convertire in francobolli.
Charles Ponzi iniziò a chiedere soldi per “investirli” in questa pratica (impossibile da realizzare su vasta scala, perché i buoni postali poteva essere convertiti solo uno alla volta con una notevole perdita di tempo), promettendo un interesse del 50% in 45 giorni. La sua raccolta di fondi arrivò a 5.000 $ nel febbraio 1920 (più di 50.000 dollari attuali), 30.000 $ a marzo, 420.000 $ a maggio.
Un giornale scrisse che il suo schema finanziario non era sostenibile, ma Ponzi gli fece causa per diffamazione e la vinse (un esempio da manuale di sentenza stravagante!). In effetti Ponzi pagava regolarmente gli interessi, ma lo faceva utilizzando i soldi dei nuovi sottoscrittori. Più volte si diffusero voci di insolvenza, e Ponzi pagò 2 milioni in un giorno solo ai sottoscrittori che volevano ritirarsi. Rassicurati, molti di loro gli consegnarono nuovamente i loro soldi. La raccolta arrivò a circa 15 milioni nell’Agosto 1920.

 

Un idiota finanziario

A Luglio il “Boston Post” iniziò una serie di articoli su Ponzi, osservando tra l’altro che, se avesse effettivamente investito i soldi incassati nei Buoni di risposta, ce ne sarebbero dovuti essere in circolazione 160 milioni, mentre in realtà ne erano stati emessi soltanto 27.000. Ponzi, che viveva nel lusso più sfrenato, assunse un agente pubblicitario, William McMasters, che però capì subito che il collasso si stava avvicinando. Più tardi definirà Ponzi un “idiota finanziario” che non sapeva fare delle semplici addizioni. Ponzi venne finalmente arrestato il 12 Agosto, lasciando molti dei suoi “investitori” in rovina. Uscito di prigione emigrò in Brasile dove morì in estrema povertà.

 

La crescita continua

Lo “schema Ponzi” prevede di pagare interessi altissimi ai vecchi “investitori” con i soldi versati dai nuovi investitori. Funziona finché i sottoscrittori aumentano, ma qualsiasi processo che prevede una crescita continua dopo un po’ diventa insostenibile.
Un tasso fisso di crescita (ad esempio il 10%) si traduce in una crescita esponenziale; il primo anno si cresce del 10%, il secondo anno si crescerà del 10% del nuovo totale, e quindi dell’11% rispetto al primo anno, e così via. Una crescita costante del 10% in vent’anni porta non a triplicare il valore iniziale, ma moltiplicarlo per sette volte. Un processo di questo tipo prima o poi si scontra con l’esaurimento delle risorse (nel caso di Ponzi con l’esaurirsi dei soldi posseduti dalla gente di Boston).

 

La crescita economica

A leggere i giornali economici, l’unica salvezza per la nostra società in crisi è la continua “crescita economica”. E’ chiaro che se c’è una forte crescita tutto funziona meglio, ma finché c’è crescita anche lo “schema Ponzi” funziona. L’unica differenza è che lo schema Ponzi prevede una crescita più veloce.
Il problema è il rischio che a un certo punto non si possa più crescere: non ci sono più risorse naturali, acqua, terra, materie prime, l’inquinamento si avvicina a livelli non più tollerabili. Siamo sei miliardi di esseri umani, ma per centonovantamila dei duecentomila anni della sua presenza sul pianeta la popolazione globale di homo sapiens è rimasta sotto il milione di individui. Ottomila anni fa ha raggiunto i dieci milioni, duemila anni fa i duecento milioni e solo nel corso del 1800 il miliardo (1). L’attuale immensa popolazione rischia di esaurire rapidamente le risorse mondiali.
I paesi “sviluppati” da tempo non crescono più: in termini reali (cioè depurato dall’inflazione) il Prodotto Interno Lordo in Italia e in tutta l’Unione Europea non è aumentato dal 2000 al 2010 (2). Anche in un paese di vastissime risorse e a crescita tradizionalmente molto alta come gli Stati Uniti il rallentamento negli ultimi anni è stato molto evidente.
La nostra società è già ricchissima, è in grado di produrre beni di consumo in quantità impressionanti e sta esaurendo rapidamente le risorse di petrolio e gas naturale mondiali. Il suo vero problema è che le disuguaglianze crescono più velocemente della ricchezza globale. Negli Stati Uniti, ad esempio, negli anni settanta l’1% più ricco della popolazione deteneva il 9% delle ricchezze, mentre adesso ne detiene il 24% (3). Significativamente, fino al 1963 l’aliquota massima di tassazione sul reddito (in cui incappano soltanto i più ricchi) era del 91%, mentre adesso è del 35% (4). Invece di inseguire un’ulteriore, impossibile, crescita, si dovrebbe pensare a ridistribuire in maniera più equa una ricchezza sufficiente per tutti.

 

   Alberto Viotto

 

Se qualche lettore trovasse questo articolo interessante o ne volesse discutere, all'autore farebbe piacere ricevere delle e-mail all'indirizzo: alberto_viotto@hotmail.com

 

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NOTE
1) http://en.wikipedia.org/wiki/World_population
2) http://it.wikipedia.org/wiki/Economia_d'Italia
3) http://www.nytimes.com/2010/11/07/opinion/07kristof.html
4) http://www.taxfoundation.org/files/federalindividualratehistory-200901021.pdf

 

 

 

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