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Riflessioni sulla Tecnosophia di Walter J. Mendizza

Riflessioni sulla Tecnosophia

di Walter J. Mendizza - indice articoli

 

La Natura non è naturale

Maggio 2010


C’è una psicologia dura a morire che si basa sulla parola “naturale”. Qualunque cosa si voglia vendere è meglio che sia naturale. I nostri ambientalisti dicono di amare tanto la Natura e sognano un mondo popolato da buoni selvaggi pacifici e dolci pecorelle brucanti, arcadici pastori in armonia con gli elementi di una natura immancabilmente materna e benigna. In un quadretto simile allo spot di Mulino Bianco, viene detestato tutto ciò che invece è innaturale. Dimenticano i nostri ambientalisti che la Natura più che madre è matrigna per l’Uomo, è un luogo carico di negatività dove regna una impassibile e insensibile indifferenza alla sorte umana. Secondo “natura” ci sono le pestilenze, le malattie, i terremoti. Secondo natura ci sono le disuguaglianze sociali, i deformati, gli handicappati. Perciò, gli uomini hanno sempre cercato di "dominare" la natura. Prima si sono dati il linguaggio e successivamente hanno inventato la cultura e dopo, è arrivata la forma più elevata di cultura che esista: la Scienza e l'applicazione della Scienza, cioè la Tecnica.

Con la scienza e con la tecnica l'umanità è riuscita a correggere la Natura nei suoi aspetti più brutali, malefici e crudeli; tuttavia per qualche strano motivo che mi risulta incomprensibile, noi non siamo grati alla scienza. Anzi, nutriamo per essa un forte sospetto, nonostante ci abbia permesso di fare progressi talmente stupefacenti che solo qualche decenni fa sarebbero stati impensabili e nonostante ci abbia portato praticamente ad un raddoppio della speranza di vita. E questo sospetto verso il mondo scientifico si traduce in un buttarsi a corpo morto sul "naturale", consegnandoci mani e piedi senza riflettere sul significato di questa parola. Se chiedessimo ad un ambientalista di immaginare il "paradiso", ne verrebbe fuori immagini di campi verdi, piccoli boschetti di alberi di castagno, fiori, ruscelli di acqua limpida, farfalle, ecc. Ma quello di cui non si rendono conto è che questo idilliaco quadretto così bucolico e pastorale può solo essere il frutto del lavoro dell'Uomo. L'erbetta verde è solo il risultato di disboscamenti e successive vegetazioni antropiche, sarebbero artificiali con ogni probabilità anche la collina ed il ruscello, ché, fossero naturali ci sarebbero invece rovi ed insetti insidiosi, e il rigagnolo si manifesterebbe in paludi con animali predatori e topi giganti. La gente comune si lascia ingannare perché il desiderio del "naturale" è istintuale, sicuramente ampliato dall'industrializzazione su larga scala.

A riguardo di alcune sostanze alimentari, creme, unguenti o pomate dagli effetti sbalorditivi, si usa dire: “Non fanno male perché si tratta di prodotti naturali”. Ebbene, questo è falso, e potrebbe anche essere pericoloso se prendessimo l’affermazione a scatola chiusa. Non è vero che i prodotti naturali non facciano mai male alla salute così come non è vero che i prodotti artificiali siano sempre dannosi. La cicuta, una pianta erbacea perenne trovabile fino a 1800 metri di altitudine, della famiglia delle Apiaceae è una pianta notevolmente velenosa, passata alla storia perché con questa pianta il filosofo Socrate fece una bevanda con la quale si diede la morte. Anche l’aconito è un'erba perenne della famiglia delle Ranunculaceae, con forti doti curative ma estremamente velenosa, un po’ meno famosa della cicuta ma anch’essa passata alla storia perché sembrerebbe che con l’aconito commise suicidio Aristotele; è una delle piante più tossiche della flora italiana. D’altra parte, alcuni farmaci e tutte le protesi, come gli occhiali, la dentiera o le stampelle sono prodotti artificiali e non per questo si può dire che facciano male.

Se chiedessimo cos’è naturale tra un’aspirina e un pomodoro o una zucchina, molti ci direbbero che l’aspirina è artificiale mentre naturali sono il pomodoro e la zucchina. Invece le cose stanno proprio al rovescio! La natura non ci ha regalato né i pomodori né le zucchine, è stato l’intelletto umano che è intervenuto con la ricerca, e l’azione. Quasi tutti i frutti e gli ortaggi sono prodotto dell’uomo attraverso passaggi di selezioni ed inseminazioni nell’arco dei secoli partendo da ortaggi simili ma “naturalmente” non commestibili. Le stesse banane che noi mangiamo sono OGM da 40 anni essendo una specie selezionata dall'uomo per via di incrocio e viene riprodotta esclusivamente per clonazione in quanto i banani producono oggi frutti senza semi. L’aspirina invece è naturale, conosciuta già dagli egizi e dal medico greco Ippocrate, quale polvere che si ricavava dalla corteccia dell'albero salice, era benefica per febbri e dolori ed anche i romani ne conoscevano i vantaggi poiché masticavano le foglie del salice. Tutto questo per dire che la differenza tra naturale e artificiale, così come tra prudente e rischioso, è nella nostra testa prima ancora che nella realtà.

 

   Walter J. Mendizza

 

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