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Testi per riflettere

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Indice

 

Chuang - Tzu

A cura di Fausto Tomassini, Ed. Tea

Brano inviato da Alfio
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Introduzione

Chuang-tzu e' un personaggio realmente esistito, anche se l'agiografia ha aggiunto elementi alla sua biografia. Il suo vero nome era Chuang Chou. Visse nel IV secolo avanti la nostra era. Szu-ma Ch'ien (145-86 a.C.), il primo grande storico cinese, ne scrisse una breve biografia nel suo Shih Chi, riportando alcuni aneddoti, come quello del rifiuto a diventare ministro del principe Wei dello stato di Ch'u. Ma, paradossalmente, il più bell'elogio fatto dal confuciano Szu-ma Ch'ien così recita: "I suoi insegnamenti straboccavano come un'inondazione e si diffondevano liberamente; pertanto nessun sovrano o ministro poteva applicarli per un uso definito".
Dall'antintellettualismo di Chuang-Tzu nasce, paradossalmente, quello che può considerarsi il libro non solo più profondo di tutta la produzione filosofica cinese classica, ma anche un vero capolavoro per ricchezza lessicale e frequenza stilistica; una autentica opera di cultura.
Una delle prime esortazioni del maestro è quella del distacco dal mondo in cui viviamo. Chi siamo veramente noi? Se ci distacchiamo completamente dal mondo fenomenico e dubitiamo della sua realtà, possiamo affermare di esistere realmente?

 

Libro I cap. II (18)

Una volta Chuang-Tzu sognò d'essere una farfalla: era una farfalla perfettamente felice, che si dilettava di seguire il proprio capriccio.
Non sapeva d'essere Tzu. Improvvisamente si destò e allora fu Tzu, gravato dalla forma. Non sapeva se era Tzu che aveva sognato d'essere una farfalla o una farfalla che sognava d'essere Tzu. Eppure tra Tzu e una farfalla c'è necessariamente una distinzione: così è la trasformazione degli esseri.

 

Libro II cap. III (20)

Il cuoco Ting squartava un bue per il principe Wen-hui. Cio' che la sua mano tagliava, la sua spalla premeva, il suo piede calcava e il suo ginocchio spingeva, mandava un fruscio, cui faceva eco il mobile coltello con un suono soffocato, in pieno tono con la danza del "bosco dei gelsi" e a tempo col "Ching-shou" [1]. "Oh, è meraviglioso!" esclamò il principe Wen-Hui "L'abilita' giunge dunque a tanto?" "Cio' che il suddito ama è la Via" replicò il cuoco Ting posando il coltello. "La preferisce all'abilità.
Quando il suddito cominciò a squartare buoi non vedeva altro che il bue, dopo tre anni già non vedeva più il bue intero, oggi lo considera con lo spirito, non lo guarda con gli occhi. Mi astraggo dalla conoscenza dei sensi e procedo secondo la volontà dello spirito, attenendomi ai principi naturali: attacco i grandi interstizi e m'apro una via nelle grandi cavità, seguendone il corso naturale. La mia abilità si esercita a non tentare le grandi articolazioni e a maggior ragione le grandi ossa. Un buon cuoco cambia coltello ogni anno perché egli taglia, un cuoco comune cambia coltello ogni mese perché egli rompe. Il coltello del suddito e' in funzione da diciannove anni ed ha squartato parecchie migliaia di buoi, ma la sua lama sembra passata alla cote poco fa. Tra le giunture vi sono degli interstizi e la lama del coltello non ha spessore: come e' facile far sì che una cosa senza spessore penetri in una cosa che ha interstizi! Sicuramente c'e' spazio in avanzo per farvi passare la lama. Per questo dopo diciannove anni la lama del mio coltello sembra passata alla cote poco fa. Però, ogni volta che arrivo alle giunture ne vedo la difficoltà. Timorosamente mi faccio cauto, il mio sguardo si fissa, le mie azioni si fanno lente, i movimenti del mio coltello divengono impercettibili, ed ecco che ad un tratto il pezzo è tagliato e cade a terra come una zolla. Sto lì con il coltello in mano a guardarmi intorno, faccio una pausa tutto soddisfatto, poi pulisco il coltello e lo ripongo". "Eccellente!" esclamò il principe Wen-hui. "Ora che ho udito le parole del cuoco Ting so come nutrire la vita !".

 

Libro IV cap. XI (69)

Da diciannove anni Huang-Ti era figlio del Cielo e i suoi ordini erano eseguiti nel mondo, quando udì parlare di Kuang Ch'eng-Tzu, che stava sul monte K'ung-t'ung. Andò a fargli visita e disse: "Ho inteso dire che tu, o mio signore, sei versato nel sommo Tao. Oso interrogare sull'essenza del sommo Tao. Vorrei cogliere l'essenza del Cielo e della Terra per secondare i cinque cereali, con i quali nutrire il popolo. Vorrei anche amministrare lo yin e lo yang per far progredire tutti gli esseri viventi. Che fare per riuscirvi?" "Cio' che vorresti conoscere è il principio costitutivo degli esseri" rispose Kuang Ch'eng-tzu "Cio' che vorresti amministrare è la distruzione degli esseri. Dal modo con cui governi il mondo, le nubi e i vapori lascerebbero cadere la pioggia prima ancora di raccogliersi, le erbe e le piante lascerebbero cadere le foglie prima ancora di ingiallirsi, la luce del sole e della luna aumenterebbe fino ad estinguersi. La tua mente di ciarlatano è limitata e superficiale, come ti basterebbe per discorrere del sommo Tao?"
Huang-Ti si ritirò. Si sottrasse al mondo, si fece costruire una casa per lui solo, vi stese una stuoia di paglia e rimase inoperoso.
Dopo tre mesi andò di nuovo a cercare Kuang Ch'eng-tzu. Costui giaceva con il capo rivolto a meridione. Huang-Ti, al modo di un inferiore, avanzò sulle ginocchia, si prostrò due volte con la fronte a terra e interrogò dicendo: "Ho udito che tu, o signore, sei versato nel sommo Tao. Oso interrogare sul governare la persona. Che fare perché duri a lungo ?"

 

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[1] La prima sarebbe una musica dell'imperatore T'ang o forse una musica per danza del regno di Sung, la seconda era un brano della sinfonia Hsien-ch'ih di Huang-Ti.


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