Aletheia
di Emanuela Trotta - indice articoli
Il dolore
Luglio 2020
Il dolore rivela la fragilità umana, il limite naturale e impercettibile, l'impossibilità di fermare la caducità delle cose e l'accadere degli eventi. Sentirsi ingabbiati da quel dolore che paralizza, che assorbe ogni nostro pensiero e ci distoglie dal resto, così l'uomo si chiude in sé stesso, prigioniero della paura, dell'impotenza e non si riconosce più in una società ipocrita, dove tutto è banale.
È in questa alienazione che risiede l'angoscia esistenziale dell'uomo, che da solo deve trovare un appiglio per non arrendersi, perché il dolore non si può neutralizzare o ignorare, ma viverlo nella sua interezza, accoglierlo come parte integrante di un'esistenza autentica. È necessario ritrovare una motivazione continua per realizzare i passi necessari per arrivare alla meta, perché il raggiungimento di ogni cambiamento è sempre in rapporto alla volontà di realizzarlo, e la volontà è riposta in quello spirito di sopravvivenza che ti spinge, nonostante i colpi inferti a risollevarti , riorganizzando la propria vita, secondo altri parametri, poiché tutto segue una sua logica, il bene ha senso se esiste il male, la gioia esiste se esiste il dolore. Il dolore non ci renderà invulnerabili, ma è un grande maestro, ci insegna come vivere.
L'uomo fa esperienza, si rapporta a ciò che lo trascende, che non può controllare. L'umanità è una scelta, implica il fallimento, implica una prova, per alcuni il passare del tempo non implica una crescita, ma solo diventare vecchi, mentre diventare uomini è accogliere la finitezza. È nel riconoscimento del limite che si rivela l'umanità, non nel superamento, il limite di per sé non è superabile. L'uomo è il luogo del "vivere la fragilità".
Emanuela Trotta
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