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Aletheia di Emanuela Trotta

Aletheia

di Emanuela Trotta - indice articoli


L'Altro

Giugno 2022


Tutti noi siamo gettati in una vita che non abbiamo voluto, ma è stata decisa dall'Altro, nessuno nasce scegliendo di nascere, nessuno è padrone della sua origine.

La domanda di identità accompagna la vita umana sin dalla sua venuta al mondo, e anche il gesto di tracciare il confine è un'operazione necessaria alla sopravvivenza della vita. Senza radici e senza confini verrebbe meno il sentimento stesso dell'identità.

L'Altro è un pericolo per la nostra identità e il confine diventa un muro, arginando tutto ciò che si situa al di là di esso. Il confine rende impossibile lo scambio. Se da una parte, la vita umana viene al mondo come un'apertura verso l'altro, dall'altra parte questa stessa vita si manifesta come difesa angosciata dei propri confini.

La vita umana è sociale dall'origine, ma è anche spinta autistica alla difesa del proprio confine. L'Altro è lo straniero ostile e l'odio verso di lui punta a distruggere, cancellare e diffamare la dignità umana dell'odiato. La condizione dell'odiato non dipende da ciò che dice o da ciò che fa, ma da ciò che è.

Il linguaggio della violenza impedisce la comunicazione, la trasfigura in insulto, diffamazione. La parola perde ogni valore, nella calunnia si attribuiscono azioni e pensieri a qualcuno che non li ha mai compiuti, con il solo intento di screditarlo. Le parole non valgono per quello che dicono, ma solo per come e per quanto possono colpire.

Alla mediazione della parola è del dialogo si contrappone l'arroganza di chi vuole eliminare il proprio avversario. L'odio che attacca non lo straniero, ma verso il prossimo, colpisce chi vorremmo essere e non siamo.

Nell'episodio biblico Caino uccide il fratello Abele, perché questi incarna il proprio ideale narcisistico irraggiungibile. L'Altro si detesta perché ineguagliabile. L'invidiato è sempre quello che l'invidioso vorrebbe essere, senza riuscire ad esserlo. Il sentimento invidioso corrode il legame sociale, cancella la memoria, Caino dimentica il suo legame di fratellanza. Caino distrugge l'alterità, l'altro è un ostacolo, un limite è come tale va eliminato.

Siamo costantemente chiamati al dialogo con gli altri, non è possibile annullare l'alterità estirpandola dal mondo. L'alterità esiste, non come ostacolo, ma come occasione di crescita e confronto costruttivo. L'altro esiste e ci ricorda che nessuno di noi è unico.


Emanuela Trotta


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