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Riflessioni sul Cristianesimo

Riflessioni sul Cristianesimo

di Pier Angelo Piai      indice articoli


Sulla divinità di Cristo

Aprile 2015

 

Gentile Signor Pier Angelo,

ho letto alcune delle sue trattazioni sul sito riflessioni.it e vi ho trovato molti spunti interessanti.
Ho notato però con stupore che di fronte ad una lettura molto disinvolta e personale dei Vangeli, sulla quale non ho nulla da ridire, lei ricorre invece spesso all'epiteto Uomo-Dio nei confronti di Gesù, dimostrando pertanto di ritenere fondato il dogma dell'uguaglianza Gesù-Dio che è stato al centro di numerose controversie ed eresie nel corso della storia della chiesa romana e, in generale,  occidentale.
Dato che lei dimostra con precise citazioni di conoscere adeguatamente il Nuovo Testamento,  non le saranno sfuggiti i numerosi detti di Gesù che escludono la 'completezza' di questa uguaglianza Uomo-Dio di cui lei parla:

 

"Quanto a quel giorno né gli angeli del cielo né il Figlio dell'Uomo sanno ma SOLO IL PADRE CHE E' NEI CIELI"

 

o ancora

 

"Chi crede in me NON CREDE IN ME ma in Colui che mi ha mandato"

 

o ancora

 

"PERCHE' MI CHIAMI BUONO, SOLO DIO E' BUONO".

 

Quanto al detto "Chi vede me vede il  Padre" è risaputo che Gesù ritenesse il Messiah, e pertanto se stesso, il 'Nome di Dio' (Vangelo di Giovanni 12, 28) ...ed effettivamente l'unico  modo che l'uomo ha di conoscere l'infinità  di Dio è il suo Nome... da qui la grande importanza delle lettere nell'ebraismo  etc...

QUANTO ALL'UGUAGLIANZA MESSIAH = ADAM QADMON = CARRO-MERKAVAH = NOME DI DIO

(MA NON DIO STESSO...) poi la stessa Qabbalah ebraica non manca certo di offrire spunti di riflessione, come ad esempio nello Zohar (Parte II, Sezione Bo, 42b),ma questo non vuole dire che Gesù sostenga mai la sua perfetta identità con il Principio Celeste: cosa questa che lo  renderebbe non più Cristo ma propriamente anticristo, essendo l'elemento proprio del Cristo quello di rimandare al Sovra-Umano  e non di idealizzare l'umano fino a renderlo divino... cosa propria dell'anticristo...
Detto questo, non c'è bisogno di mie ulteriori spiegazioni: è Gesù stesso nei Vangeli a confermare che il Figlio né conosce come il Padre né ha la stessa bontà del Padre...per cui, sotto questo punto di vista, il dogma cattolico giunge al paradosso (involontariamente?) di dichiarare Gesù eretico... ed è proprio per questo che i cattolici sono "gli sviati", mentre coloro che semplicemente accolgono e meditano la parola di Gesù non possono che essere "avviati". Così almeno si spera...

 

Gianfranco Strazzanti

 

 

RISPOSTA:

 

Grazie per l'intervento, sig. Gianfranco.

 

Analizziamo le frasi citate ed il loro contesto:

 

- "Quanto a quel giorno né gli angeli del cielo né il Figlio dell'Uomo sanno ma SOLO IL PADRE CHE E' NEI CIELI"

 

E’ il segreto dei segreti; è il segreto riservato al Padre. Tutto il cielo è muto dinanzi a quest’ultimo evento.
Il perché di questa segretezza è facile da comprendersi: l’uomo deve impegnare tutto se stesso ed ogni attimo alla costruzione della storia e del tempo che Dio gli ha affidato. Neanche un minuto o un secondo deve viverlo non santamente, non fedelmente, non pienamente. Sarebbe la rinunzia all’umanità e alla sua responsabilità in ordine alla creazione (si pensi per un attimo ai disordini della comunità di Corinzi per una attesa imminente della fine del mondo: si era caduti nel caos sociale).
Sono pertanto falsi quanti in qualsiasi modo affermano di conoscere il giorno e l’ora della fine del mondo. Costoro sono impostori, bugiardi, mentitori per gli altri, ma non per se stessi, poiché sperano di trarne un qualche beneficio e vantaggio dallo spargimento di tali falsità, o dicerie. Purtroppo il mondo sovente crede a tanto inganno. Da qui l’urgenza di una sana educazione nella verità del vangelo e nelle sue certezze infallibili.

 

- "Chi crede in me NON CREDE IN ME ma in Colui che mi ha mandato"

 

Innanzitutto è importantissimo considerare il contesto in cui queste parole sono state dette.
Cominciando il suo ministero, Cristo, tralasciando il nome di “Dio”, introduce quello di “Padre”. Il concetto di Dio Padre è dominante nel cristianesimo, ed è Cristo a chiarire questa realtà di Dio come Padre.
Il nome di “Dio”, avendo perso il significato di un nome preciso, è diventato come un attributo, come nelle espressioni del tipo: “Il denaro è il suo dio”. Così, per alcuni, “Dio” è un nome freddo, che non esprime né genera alcun sentimento o affetto.
Diverso è il concetto di paternità. Esso implica l’idea di figli e di figlie, suggerendo amore e tenerezza. Questa verità è la chiave che apre molte porte, la luce che mette allo scoperto ciò che è santo e nascosto.
Cristo trasmette la luce ad un mondo avvolto nelle tenebre. Certo, Cristo rispetta la legge, ma la ritiene incompleta. Suo compito è di renderla completa, non solo tramite ciò che dice, ma anche tramite ciò che fa.
Egli realizza la verità. In generale si concepisce la verità come una formula astratta; con Cristo, invece, la verità si fa persona. Egli non porta la verità: è la verità. La verità, dunque, è una persona, non una proposizione. Rivelando la verità, Cristo rivela il Padre. Vedere Cristo significa vedere il Padre, rifiutarlo significa condannare se stessi.
Credere in Gesù è credere in colui che lo ha mandato. Questa frase è un riassunto del vangelo di Giovanni. E’ il tema che appare e riappare in molti modi. Gesù è così unito al Padre che non parla a nome proprio, ma sempre a nome del Padre. Chi vede Gesù, vede il Padre. Se vuoi conoscere Dio, guarda Gesù. Dio è Gesù!

 

- "PERCHE' MI CHIAMI BUONO, SOLO DIO E' BUONO".

 

Solo Dio è buono!  Si tratta di un’espressione che rischia di passare inosservata e invece è il centro di tutto il discorso che segue.
“Nessuno è buono se non Dio solo” dice Gesù.

Prima di presentare la lista dei comandamenti da osservare, Gesù presenta la bontà di Dio, la sua santità, la sua misericordia, il suo amore…, di fronte al quale ben poca cosa sono le nostre azioni virtuose, l’osservanza delle leggi, … Il ricco, protagonista della scena, ha osservato tutti i comandamenti, fin dalla sua giovinezza, ma non ha colto la bontà di Dio fino al punto di fidarsi di Lui e diventare vero discepolo. Nella parabola del fariseo e del pubblicano, l’aver adempiuto le prescrizioni della legge diventa motivo di orgoglio e di presunzione al punto da trasformarsi in disprezzo per gli altri “che non sono come lui!”

 

CONSIDERAZIONI: L’UOMO-DIO GESÙ

 

Se Gesù Cristo non fosse Dio, sarebbe solo un uomo. Un grandissimo uomo, ma solo uomo.
Quali le conseguenze?
Una simile eresia ne farebbe di Lui un bugiardo, perché più volte Egli ha affermato la sua natura divina...
Se non fosse Dio sarebbe morto invano. Un grande uomo è sempre un uomo qualunque, soggetto al peccato originale.
Invece Egli perdona i peccati nel proprio nome, si trasfigura agli occhi dei tre apostoli, afferma “Chi vede me vede il Padre” - “Nel mio nome farete miracoli ancora più grandi” - “Battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Poi risorge, ascende al Cielo ed invia lo Spirito Santo...
Se Gesù Cristo non fosse Dio, vana sarebbe l’Eucaristia per la quale crediamo alla presenza reale del suo corpo-sangue-anima e divinità.
Vana sarebbe l’esistenza della stessa Chiesa che Lui ha fondato perché le istituzione umane sono destinate a scomparire, mentre Lui ha affermato che sulla sua Chiesa non prevarranno le porte degli inferi.
Se Gesù Cristo non fosse vero uomo e vero Dio nessuno di noi potrebbe evolversi verso la graduale divinizzazione, perché Egli si è incarnato per renderci partecipi anche della sua natura divina, il che eleva l’uomo ad una dignità inimmaginabile: quella di essere Figli di Dio.

   Pier Angelo Piai
   www.mondocrea.it


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