Riflessioni sul Cristianesimo
di Pier Angelo Piai
Una visione del mondo stravagante: la sindrome di Matrix
Marzo 2017
Oggi la scienza e la tecnica avanzano senza però un sufficiente supporto del pensiero filosofico, soprattutto metafisico. Si studia molto la percezione, la struttura del nostro cervello, i nostri comportamenti e l’approccio che abbiamo verso la realtà. Alcuni stanno orientandosi verso un “soggettivismo estremo”, come mai era successo nella storia del pensiero umano. Si vuol dimostrare che tutto ciò che esiste ed accade è solo un fatto mentale. Per chi non ha una solida formazione di base metafisica su cui poggiare questa visione soggettivista appare molto logica ed incontestabile. Si afferma che tutto ciò che percepiamo è un’elaborazione della nostra mente: vediamo, tocchiamo, annusiamo, ascoltiamo e gustiamo con il cervello, il quale, attraverso i sensi, capta gli stimoli esterni ed interni e li decodifica interpretando quello che denominiamo il “reale”, con l’intenzione di dimostrare così, che ciò che diciamo “realtà” è solo “soggettività”. Procedendo con questo tipo di ragionamento e rimanendo sul piano della dimensione materialista, è difficile, da parte di un interlocutore critico porre in essere un feed-back contradditorio. In effetti nessuno può contestare che la realtà che ci circonda è un’interpretazione del cervello, dotato di un suo sistema complesso. Persino il nostro corpo viene semplicemente percepito come una struttura illusoria. Così il cervello. E siccome non si vuole ammettere che la Trascendenza è il punto di arrivo di una sana metafisica, allora si ricorre ad una possibile spiegazione molto strana: noi siamo determinati da una mente qualitativamente assai superiore, la quale attraverso un super-elaboratore dematerializzato al massimo ha creato la nostra esistenza che sta continuamente rielaborando, quasi come un ingegnosissimo gioco virtuale: ci lascia l’illusione della libertà di scelta, si diverte a porci innanzi tutte le varianti esistenziali, ci pone ostacoli, controversie ecc. Insomma, questa teoria ci vuol far credere che il nostro centro di appercezione mentale poggia su un complicatissimo sistema di percezioni illusorio, per cui si rischia un'ulteriore visione estrema: l’altro non esiste in sé come persona, perché è un’illusione indotta, per cui tutto il nostro agire è completamente inutile perché tutto sarebbe determinato da questo Demiurgo digitale. Una tale visione della realtà potrebbe indurre al rifiuto di questa vita illusoria fino al suicidio. Non c’è la possibilità di un contradditorio convincente sul piano orizzontale, ma il pensiero metafisico potrebbe aiutarci a scoprire le contraddizioni di questa teoria. Innanzitutto può esserci d’aiuto il principio di causa-effetto, per cui se si ammette l’esistenza di questo perverso demiurgo digitale, dovremmo, a rigor di logica, chiederci chi ne è il suo autore e l’autore del suo autore… all’infinito. Si cade in una forma moderna di manicheismo assoluto, per cui il mondo sarebbe dominato dal principio del male, proprio perché dobbiamo ammettere che ogni forma di inganno è un male. Ma nella realtà noi constatiamo che spesso l’amore prevale sull’egoismo e che i suoi sani principi hanno sempre consentito all’umanità di riprendere il proprio cammino evolutivo. Ma anche questo è in qualche modo contestabile da chi si barrica dietro la sindrome di Matrix, perché potrebbe obiettare che tutti gli eventi, anche quelli che pensiamo legati a certi valori positivi, sono determinati da questa Super-mente che gioca sulla nostra disavventura esistenziale. Ed allora bisogna procedere alla luce della logica metafisica per smascherare la pericolosità di questa visione del mondo. La scienza condizionata dalla ricerca quantistica è propensa ad ammettere che tutto è energia, anche la materia. Ma la mente elabora ciò che percepisce e gli eventi “esterni” accadono anche senza la propria volontà. Constatazione, questa, molto rilevante per porre in crisi tutte le tesi neo-idealiste che pretendono di spiegare e convincerci che la nostra attività creatrice è illimitata. C’è una parte di verità in quello che asseriscono, ma è annebbiata dall’errore e la materia ha i suoi limiti. I Vangeli e la dottrina della Chiesa orientano per l’oggettività del mondo che vediamo.. Oggi il concetto di “oggettività” è in continua evoluzione, ma ammettere che siamo il frutto di un demiurgo digitale significa sminuire il concetto del Dio-Padre tanto caro alla predicazione di Gesù, il quale afferma che Dio è Amore Onnipotente e si cura dell’uomo e di tutto il Creato. Per questo si fa “Uomo” affinché ogni uomo, seguendo il suo esempio, venga gradualmente divinizzato. Se l’uomo fosse solo un inganno Cristo lo avrebbe annunciato solennemente, ed invece guarisce ogni forma di malattia, caccia i demoni, domina la stessa natura con prodigi, fonda la sua Chiesa e chiede a tutti di diventare suoi fedeli seguaci per essere liberati dall’illusione del peccato. Al termine della sua vita, in agonia sulla croce, dice al ladrone pentito: “Oggi tu sarai con me in Paradiso”. Poi risorge e porta con sé tutti i giusti. Nell’altra dimensione, quindi, Egli attende ognuno di noi affinché possiamo contemplare e lodare Colui che ci ha voluto esistenti perché è l’autentica Via, Verità e Vita.
Pier Angelo Piai
www.mondocrea.it
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