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Gruppi in Internet, dal sé al gruppo virtuale

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Il Sé
Uno degli aspetti fondamentali dell’esperienza umana è costituito dal senso della propria unicità, di quella che in filosofia è stata definita la questione dell’identità personale o del Sé. Di conseguenza, tale termine trova ampio spazio in psicologia, soprattutto nel campo dello studio della personalità, in psicologia evolutiva e in psicopatologia, dove viene utilizzato con accezioni molto diverse; i significati che seguono sono alla base delle sue più frequenti modalità di impiego;

1. Sé come agente o forza interna che controlla e dirige le funzioni dell’individuo, al di là delle motivazioni, delle necessità, ecc. Il Sé costituisce quindi, in questo senso, un’ipotetica componente della psiche, con un ruolo ben preciso; questo è il significato del termine che si trova nel concetto di Sé creativo di Adler, nel sistema di Sé di Sullivan e nei primi scritti di Jung.
2. Sé come testimone interno di eventi. Il Sé viene visto qui come una componente della psiche con una funzione introspettiva, William James, nel 1890, puntualizzò che questi due significati potevano essere meglio espressi utilizzando i termini Me e Io, dove Me corrispondeva al Sé oggetto significato 1, mentre Io costituiva il corrispettivo del significato 2, il Sé che conosce, il Sé come oggetto.
3. Sé inteso come totalità delle esperienze e delle possibilità di espressione individuale; in questo caso, il termine viene utilizzato in modo inclusivo e termini come Io, persona, individuo ecc. possono essere considerati sinonimi accettabili.
4. Sé come sintesi, come personalità organizzata. Il significato è simile al 3, ma con la connotazione aggiuntiva data dall’attenzione all’aspetto di integrazione: chi usa il termine in questa accezione lo presenta spesso come una costruzione logica, che si può inferire dall’esperienza di continuità individuale nel tempo, malgrado i cambiamenti. Il termine personalità può essere usato come suo sinonimo.
5. Sé come coscienza, consapevolezza, identità.

L’Io
L’uomo è una unità psicofisica che svolge diverse funzioni. Tali funzioni possono essere classificate anche in rapporto al diverso livello di complessità. La complessità funzionale è il risultato dell’integrazione di sub-unità funzionali. Pertanto possiamo immaginare il funzionamento dell’organismo umano come un insieme di funzioni interagenti organizzate gerarchicamente in rapporto al livello di complessità. Il livello più alto è costituito da quella struttura-processo che chiamiamo “Io” che rappresenta la sintesi dinamica di tutte le funzioni e le esperienze, fisiche e psichiche, da quelle elementari (dei riflessi somatici e viscerali) a quelle complesse (funzioni emozionali e cognitive, interazioni sociali ecc.) Ciò che chiamiamo “psicologico” corrisponde ad un livello funzionale caratterizzato da un’alta complessità. L’Io sarebbe il risultato dell’integrazione delle integrazioni. Il Sé è l’Io che flette su se stesso.

Identificazione
Con il termine di identificazione intendiamo il processo tramite il quale un soggetto si costituisce gradualmente come tale, assimilando uno o più tratti di un altro individuo e modellandosi su di essi. S. Freud in “Psicologia delle masse e analisi dell’io” (1921), l’opera nella quale ha trattato più esaurientemente questo concetto, delinea tre tipi di identificazione: quella primaria, che rappresenta la forma originaria del legame affettivo con l’oggetto; l’identificazione come sostituto regressivo di una scelta d’oggetto; e infine, l‘identificazione con l’altro, come avviene ad esempio nell’innamoramento. Il sostantivo identificazione, comunque, può essere usato oltre che in modo intransitivo, che come abbiamo visto è caratteristico della psicoanalisi, anche in modo transitivo, corrispondente al verbo identificare, cioè trovare somiglianze più o meno marcate, o riconoscere un oggetto appartenente ad una certa classe; Freud lo utilizza in tutti e due i modi. Questo meccanismo svolge un’importante funzione nella costruzione del gruppo. Secondo R. Kaës, nell’opera di Freud si possono rintracciare tre modelli per dar conto del passaggio dalla serie al raggruppamento; uno di questi consiste nella mutua identificazione tra determinati soggetti, questo costituendo per la psicoanalisi “la prima manifestazione di un legame emotivo con un’altra persona” (Freud, 1921, p.51) che dà la possibilità di creare lo spirito di corpo. Il primo di questi tre modelli lo troviamo esposto la prima volta in “Totem e Tabù”, e si basa sulla fine dell’orda paterna, con l’uccisione del padre originario da parte dei fratelli: “un giorno, i fratelli scacciati si sono riuniti, hanno ucciso e mangiato il padre, ponendo fine all’orda paterna. Una volta riunitisi, si sono fatti audaci e sono stati in grado di realizzare ciò che ciascuno di loro, isolatamente, sarebbe stato capace di fare” (Freud, 1913, p.195). In “Psicologia delle masse e analisi dell’io” Freud introduce un secondo modello di raggruppamento, che si attua tramite l’identificazione: ogni singolo è un elemento costitutivo di molte masse; tramite l’identificazione è soggetto a legami multilaterali e ha edificato il proprio ideale dell’Io in base ai modelli più diversi. Il terzo modello è introdotto nella sopraccitata opera e trattato più esaurientemente in “Il disagio della civiltà” e si basa sulla mutua rinuncia alla soddisfazione sessuale diretta.

 

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