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Cubismo

 

Il termine cubismo viene fatto risalire a una osservazione di Henri Matisse davanti a un paesaggio, l'Estaque, esposto da Geroges Braque al Salon d'Automne del 1908.
La frase di Matisse, che parlò di <<piccoli cubi>>, fu raccolta dal critico d'arte Louis Vauxcelle che, per primo, usò la parola cubismo in un suo articolo.
L'anno precedente era stato pubblicata una raccolta di lettere indirizzate nel 1904 a Emile Bernard da Paul Cézanne che, pur non rinunciando mai da parte sua ad applicare le regole della prospettiva tradizionale, aveva parlato della possibilità di <<vedere le forme naturali sotto l'aspetto di solidi geometrici>>.
La ricerca di Cézanne, creatore dello spazio per via di volumi, si era rivelata fondamentale: la retrospettiva delle sue opere al Salon d'Automne del 1907 aveva colpito profondamente Pablo Picasso, Braque e Léger, unitosi ben presto ai primi due.
Inoltre l'arte negra, venuta di moda a Parigi, negli ateliers, poneva l'accento sull'oggetto nella sua essenzialità, indipendente dall'ambiente.
Così, grazie allo studio tenace di Picasso e Braque, vennero gradualmente formandosi i principi fondamentali del cubismo, primo fra tutti quello della rinuncia alla rappresentazione diretta degli oggetti che vanno ricreati, dopo essere stati scomposti negli elementi costituitivi, mediante un'operazione per cui la pittura, appropriandosi i metodi della scienza, diviene strumento conoscitivo e si rivolge direttamente all'intelletto, senza passare attraverso impressioni essenzialmente fisiche.
Il pittore cubista cerca di rappresentare simultaneamente sulla tela diversi aspetti del medesimo oggetto, ovvero ciò che conosce dall'oggetto stesso, piuttosto che l'immagine che gli giunge attraverso l'organo visivo.
In realtà, distinguiamo vari momenti del cubismo.
Un primo momento, detto <<analitico>>, ha inizio nel 1909: la sfaccettatura è fitta, minuziosa e tende a mostrare l'oggetto nei suoi molteplici aspetti, analizzandolo; un secondo momento, detto <<sintetico>>, ha inizio verso la fine del 1910 e consiste in una più libera e intuitiva ricostruzione di tale oggetto espresso nella sintesi con cui si presenta alla mente del pittore nell'attimo in cui lo pensa rivivendolo interiormente.
E' in questo secondo momento (1911 - 1912) che comincia anche l'uso di incollare sulla tela inserti ritagliati da giornali e da stampati (papiers collés, <<carte incollate>>) o materiali vari (collages) che è, tra le innovazioni introdotte dai cubisti, la più interessante.
E' la tecnica tendente a raggiungere un risultato artistico mediante la disposizione, secondo un ordine voluto, di vari elementi di diversa materia, riuniti con l'unica funzione di costituire un <<fatto plastico>> indipendente da qualsiasi intenzione imitativa.
fonte: www.globalarte.it

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