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Oriana Fallaci

 

Oriana Fallaci, giornalista e scrittrice italiana.

Inviata al fronte in numerosi conflitti, con i suoi dodici libri ha venduto 20 milioni di copie in tutto il mondo.

 

Biografia

Oriana Fallaci nasce a Firenze il 29 giugno 1929, è la prima di quattro sorelle: Neera e Paola, anch'esse giornaliste e scrittrici, ed Elisabetta, figlia adottata dalla famiglia Fallaci. Il padre Edoardo fu un attivo antifascista che coinvolse la figlia, giovanissima, nella resistenza con compiti di vedetta.. La giovane Oriana si unì così al movimento clandestino della Resistenza Giustizia e Libertà vivendo in prima persona i drammi della guerra: nel corso dell'occupazione di Firenze da parte dei nazisti, il padre fu catturato e torturato a villa Triste, ed in seguito rilasciato. Per il suo attivismo durante la guerra ha ricevuto a 14 anni un riconoscimento d'onore dall'Esercito Italiano.
La Fallaci iniziò a 16 anni la carriera giornalistica esortata dallo zio Bruno Fallaci, grande penna e direttore di settimanali. Lavorò prima come collaboratrice per quotidiani locali e poi come inviata speciale per L'Europeo.
Nel 1965 Oriana Fallaci dedica al padre il libro Se il sole muore in cui i preparativi per lo sbarco americano sulla Luna. Per scrivere il libro incontra il capo progetto della missione, l’ex scienziato nazista Wernher von Braun (colui che aveva progettato per Hitler i razzi V2 da sparare su Londra).
Nel 1967 si reca in qualità di corrispondente di guerra per L'Europeo in Vietnam: ci ritornerà 12 volte in 7 anni raccontando la guerra senza fare sconti nè ai Vietcong e ai comunisti nè agli americani e ai Sudvietnamiti e documentando le menzogne e le atrocità, ma anche gli eroismi e l'umanità di un conflitto che la Fallaci definì «una sanguinosa follia». Le esperienze di un anno di guerra vissute in prima persona sono state raccolte nel libro Niente e così sia pubblicato nel 1969.
A metà del 1968 la giornalista lascia provvisoriamente il fronte per tornare negli USA a seguito della morte di Martin Luther King e di Bob Kennedy e delle rivolte studentesche di quegli anni. In un passaggio di Niente e così sia irride «i vandalismi degli studenti borghesi che osano invocare Che Guevara e poi vivono in case con l'aria condizionata, che a scuola ci vanno col fuoristrada di papà e che al night club vanno con la camicia di seta».
Il 2 ottobre 1968, durante una manifestazione di protesta contro i Giochi Olimpici a Città del Messico, rimase ferita negli scontri tra manifestanti e polizia in Piazza delle Tre Culture. Morirono centinaia di giovani (il numero preciso è sconosciuto) e anche la Fallaci fu creduta morta e portata in obitorio: solo in quel momento un prete si accorse che era ancora viva. La Fallaci definì la strage come «un massacro peggiore di quelli che ho visto alla guerra».
Oltre al Vietnam seguì come corrispondente anche la guerra indo-pakistana, le guerra in Sud America e in Medio Oriente.
Nel 1969 il comandante dell’Apollo 12, Pete Conrad, alla vigilia del lancio, si reca a New York per incontrare la Fallaci e chiederle un consiglio riguardo la frase da usare al momento di mettere piede sulla Luna. Poichè Neil Armstrong aveva detto: «Un piccolo passo per un uomo, un gigantesco balzo per l'umanità», la fiorentina consigliò, dato la bassa statura di Conrad, la frase: «Sarà stato un piccolo passo per Neil ma per me è stato proprio lungo». Il comandante, che portò con sè sulla Luna una foto di Oriana bambina con la madre, disse proprio questa frase una volta giunto sul satellite.
Nell'agosto 1973 la giornalista fiorentina conosce Alekos Panagulis, leader della Resistenza greca contro il regime dei Colonnelli. Si incontrano il giorno che lui uscì dal carcere: ne diventerà la compagna di vita fino alla morte di lui, avvenuta in un apparente incidente stradale il 1° maggio 1976. La storia di Panagulis verrà raccontata dalla scrittrice nel romanzo Un uomo, pubblicato nel 1978.
Nel 1975 la Fallaci e Panagulis collaborano alle indagini sulla morte di Pier Paolo Pasolini, amico della coppia. La Fallaci sarà la prima a denunciare il movente politico dell'omicidio del poeta.
Nel 1975 esce il primo romanzo di Oriana Fallaci diverso dall’inchiesta giornalistica, Lettera a un bambino mai nato. Esso è il primo grande successo editoriale della scrittrice che vende 4 milioni e mezzo di libri in tutto il mondo.
All'attività di reporter hanno fatto seguito le interviste a importanti personalità della politica, le analisi dei fatti principali della cronaca e dei temi contemporanei più rilevanti. Tra i personaggi intervistati dalla Fallaci: Nguyen Cao Ky, Yasser Arafat, Mohammad Reza Pahlavi, Henry Kissinger, Walter Cronkite, Indira Gandhi, Golda Meir, Nguyen Van Thieu, Zulfikar Ali Bhutto, Willy Brandt, l'Ayatollah Khomeini (durante l'intervista la Fallaci lo apostrofò come «tiranno» e senza timore si tolse il chador che era stata costretta ad indossare per essere ammessa alla sua presenza) e Muammar Gheddafi.
Consegnandole la laurea ad honorem in letteratura, il rettore del Columbia College di Chicago la definì «uno degli autori più letti ed amati del mondo». Ha scritto e collaborato per numerosi giornali e periodici, tra cui: New Republic, New York Times Magazine, Life, Le Nouvel Observateur, The Washington Post, Look, Der Stern, e Corriere della sera.
Nel 1990 esce il romanzo Insciallah dove la scrittrice coniuga la ribalta internazionale con l’idea del romanzo. Il libro, ambientato tra le truppe italiane inviate dall’ONU a Beirut, si apre con il racconto del primo duplice attentato suicida dei kamikaze islamici contro le ambasciate americane e francesi che causò 450 morti tra i soldati.
Dopo l'uscita di Insciallah Oriana Fallaci si isola andando a vivere a New York, nell'Upper East Side di Manhattan. Qui inizia a scrivere un grande racconto la cui lavorazione, durata per tutti gli anni novanta, è stata interrotta dai fatti dell'11 settembre 2001.
In questo periodo scopre di avere un cancro ai polmoni che lei più tardi definirà «L'Alieno».
Con i suoi recenti libri e articoli sulle tematiche dell'11 settembre, che hanno suscitato sia elogi sia contestazioni nel mondo politico e nell'opinione pubblica, la scrittrice denucia il decadimento della civiltà occidentale che, minacciata dal fondamentalismo islamico, è incapace di difendersi. Secondo altri, le sue posizioni furono invece controproducenti per la stessa cultura occidentale, in quanto ridussero lo scontro culturale ad uno scontro adialettico e «violento» (si vedano, per esempio, ma non solo, le affermazioni di Oriana Fallaci relativamente alla moschea a Colle Val d'Elsa) e quindi non proprio alla tradizione della cultura occidentale.
Sempre in tempi recenti, si è schierata contro l'eutanasia nel caso di Terri Schiavo, presentando le sue posizioni con un articolo apparso su Il Foglio, e contro il referendum abrogativo della legge sulla procreazione medicalmente assistita, con un articolo pubblicato dal Corriere della sera.
Dopo aver espresso per tutta la vita opinioni anticlericali negli ultimi anni si è avvicinata alla Chiesa cattolica. Pubblicamente ha dichiarato la sua ammirazione verso papa Benedetto XVI, che l'ha ricevuta a Castel Gandolfo in udienza privata il 27 agosto 2005. L’incontro doveva rimanere segreto, ma la notizia è stata resa pubblica tre giorni dopo l'incontro, mentre i contenuti del colloquio non sono mai stati resi noti.
Nel marzo 2005 il quotidiano Libero ha lanciato una raccolta di firme affinché il Presidente della Repubblica conferisse alla Fallaci il titolo di senatore a vita. Sono state raccolte oltre 75.000 firme.
Muore il 15 settembre 2006 a Firenze, l'amata città natale, dove aveva scelto di tornare per i suoi ultimi giorni.

 

Bibliografia

I sette peccati di Hollywood - (1956)
Il sesso inutile - (1961)
Penelope alla guerra - (1962)
Gli antipatici - (1963)
Se il sole muore - (1965)
Niente e così sia - (1969) reportage dalla guerra del Vietnam. Un lungo diario di guerra fino alla rivolta degli studenti di Città del Messico per rispondere alla domanda di una bambina "La vita, cos'è?".
Quel giorno sulla luna - (1970)
Intervista con la storia - (1974) una raccolta di interviste realizzate per L'Europeo soprattutto a personaggi politici. Tra gli altri: Henry Kissinger, il generale Giap, Golda Meir, Yasser Arafat, re Hussein di Giordania, Indira Gandhi, Alì Bhutto, Pietro Nenni, Giulio Andreotti, Giorgio Amendola, l'arcivescovo Makarios e Alekos Panagulis. Un confronto spesso a muso duro con il Potere incarnato negli uomini che lo detengono e che facendo la Storia determinano le vite di molti.
Lettera a un bambino mai nato - (1975)
Un uomo - (1979) dedicato al suo compagno Alekos Panagulis, eroe della lotta contro la dittatura di destra dei colonnelli in Grecia.
Insciallah - (1990) romanzo.
La rabbia e l'orgoglio - (2001) il libro riprende con poche modifiche un lunghissimo articolo scritto per il quotidiano Il Corriere della Sera poco dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 negli Stati Uniti. Il tono è quello di un pamphlet contro le dittature, il terrorismo, l'estremismo, il fanatismo religioso dell'Islam, ma anche contro la mediocrità dei governanti, le ragioni di real politik per colpa delle quali la società occidentale (in primis l'Europa) non difende più, nel confronto con l'Islam, i valori che la contraddistinguono (molti i richiami al risorgimento, alla resistenza). Il libro ha suscitato molte critiche e polemiche per il suo taglio duro e per certe affermazioni che, inizialmente attribuite allo shock per gli attentati, in seguito sono state confermate dall'autrice e riprese nel libro successivo.
La forza della ragione - (2004)
Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci - (2004)
Volume uscito in agosto per i lettori del Corriere della sera
Oriana Fallaci intervista sé stessa - L'Apocalisse - (2005)

 

fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Oriana_Fallaci

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