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Frank Furedi
Biografia
Frank Furedi, nato nel 1948 in Ungheria, ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza in Canada. Vive e lavora in Gran Bretagna, dove è professore di Sociologia all’University of Kent, a Canterbury.
Tra i suoi libri:
- Culture of Fear (1997):
- Paranoid Parenting (2001);
- Where Have the Intellectuals gone? (2004);
- Il nuovo conformismo. Troppa psicologia nella vita quotidiana, Feltrinelli, 2005.
Nella rubrica LettereOnLine del sito, interessante articolo di Davide Riccio sulla povertà grigia e il cancro della cultura terapeutica come forma di controllo sociale secondo Frank Furedi, - L'Apocalisse grigia
Libro consigliato:
Il nuovo conformismo. Troppa psicologia nella vita quotidiana
Contenuto:
Negli ultimi decenni quasi ogni aspetto della vita è diventato oggetto di una nuova cultura delle emozioni. La diffusione del linguaggio e delle pratiche terapeutiche nella quotidianità dimostra quanta importanza la cultura contemporanea attribuisca loro. Bambini di nove o dieci anni affermano di sentirsi “stressati” e spesso viene loro diagnosticato uno stato di depressione o di trauma. E mentre ancora si discute se esista o meno una “fobia scolastica”, basta che un bambino sia un po’ vivace o turbolento perché venga dichiarato affetto da un disturbo da deficit dell’attenzione. Delusioni quotidiane – un rifiuto, un insuccesso, il sentirsi ignorati – vengono visti come una minaccia all’autostima. L’affermarsi di questa cultura “terapeutica”, di un modo di pensare diffuso che influenza la percezione generale dei fatti della vita, coincide per Furedi con una radicale ridefinizione della personalità. Sempre più si incoraggiano le persone a vedersi come impotenti e insicure, a considerare una certa vulnerabilità come una caratteristica psicologica umana e a esternare la propria fragilità interiore. Esempi estremi li vediamo sullo schermo televisivo negli innumerevoli reality e talk show o nelle esibizioni da parte di uomini politici della propria umana debolezza. Questo nuovo conformismo emotivo è per Furedi una forma di gestione sociale, un governo delle anime più sottile e pervasivo di quanto le religioni e le ideologie del passato siano mai riuscite a fare. Serve a smorzare le tensioni sociali, ad anestetizzare i possibili conflitti, a ridurre al silenzio le voci di ribellione, ridefinendo le questioni pubbliche come problemi privati dell’individuo.
Un antidoto contro gli eccessi di psicologismo applicato alla vita pubblica e privata: nella scuola, nella politica, nel luogo di lavoro, nel mondo dello sport. L’ascesa di una cultura che incoraggia il ricorso agli “esperti”, crea dipendenza e anestetizza.
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