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William Butler Yeats
Dublino 13 Giugno 1865 - Cap Martin 28 Gennaio 1939
Biografia
William Butler Yeats nacque da una famiglia di origine inglese. Il padre John Butler Yeats era un pittore vicino al pre-raffaelismo, la madre proveniva da una famiglia di armatori e commercianti protestanti e unionisti. William passò la sua adolescenza tra il paese di origine e Londra.
Nel 1883 entrò alla Metropolitan School of Art di Dublino dove conobbe George Russel con il quale ebbe in comune l'interesse per l'occultismo e il misticismo.
A soli 24 anni pubblicò la sua prima raccolta di poesie, I viaggi di Ossian (The wonderings of Oisin, 1889), esempio tipo della sua prima maniera mitizzante e sognante sui temi della terra d'Irlanda. Nel 1889 cominciò con la collaborazione di Ellis l'edizione critica delle opere di Blake.
Nel 1892 a Dublino fondò la Società Letteraria Irlandese. In Inghilterra si aggiornò sul decadentismo ed il simbolismo, mentre in Irlanda prese contatto con le proprie radici. Nacque l'amore mai corrisposto e mai spento per Maud Gonne attrice e patriota irlandese. In poesia i risultati furrono splendidi ma senza grandi possibilità di evoluzione: ne Il vento fra le canne (The Wind among the reeds, 1899) alcune liriche hanno per noi un grande incanto che però non fanno prevedere lo straordinario decollo delle poesie della maturità e della vecchiaia.
Grazie all'incontro con il commediografo J.M. Synge e con Lady Gregory, Yeats si dedicò a quel teatro popolare irlandese che preannunciava la liberazione e l'autonomia del suo paese. Nel 1899 fondò la Compagnia del Teatro Irlandese che sfocerà nel 1906 con l'apertura dell'Abbey Theatre di cui egli sarà direttore.
Fra i drammi da ricordare La Contessa Cathleen (The Countess Cathleen, 1892), Il paese del desiderio (The Land of Heart's Desire, 1894), Deirdre, 1907.
William Butler Yeats non si impegnò però mai troppo attivamente nell'azione politica dell'Irlanda anche perché nemico di ogni violenza.
L'elmo verde (The Green Helmet, 1910), Responsabilità (Responsabilities, 1914) - punto di passaggio da una fase "privata" ad una "pubblica", in cui non rifiuta più la politica - I Cigni Selvatici a Coole (The Wild Swans at Coole, 1919) e Michael Robartes e la Ballerina (Michael Robartes and the dancer, 1921), usciti nel decennio che vede il suo matrimonio con George Hyde Lees, mostrano il distacco dal crepuscolarismo e la sua evoluzione verso una mirabile concretezza di linguaggio, cui l'aveva portato anche l'insegnamento del giovane Ezra Pound, ed una capacità visionaria forse attinta dal grande esempio di William Blake.
Tra il 1915 e il 1922 egli evocò i tempi della sua giovinezza, delle estati trascorse a Sligo, in una serie di opere poi raccolte nel volume Autobiografie (Autobiographies, 1926). Ispirato dalle capacità di scrittura automatica della moglie cercò di teorizzare il suo pensiero filosofico soggettivo sulle diverse personalità dell'uomo e sulle maschere che egli assunse nel libro intitolato Una Visione (A vision, 1925).
Indebolito nella salute nel 1928 si trasferirà a Rapallo. Pubblicò La torre (The tower, 1928) cui seguiranno La scala a Chiocciola (The winding stair, 1933), Luna piena di Marzo (A full moon in March, 1935) e Ultime poesie (Last poems, 1936-39) dove si trovano alcune delle sue riuscite più vertiginose come la celebre "Viaggiando verso Bisanzio" (Sailing to Bysanthium). Specialmente nelle liriche della Torre, considerata il punto più alto della sua produzione, le sue idee si incarnano in immagini e si svolgono in ritmi indimenticabili, che lo hanno fatto considerare come il più grande lirico di lingua inglese di questo secolo.
Divenuto simbolo dell'Irlanda ricevette nel 1923 il premio Nobel e venne nominato membro del Senato d'Irlanda nel 1922, appena creato lo Stato Libero.
Per la malferma salute trascorrerà i suoi ultimi anni in paesi caldi, morirà a Cap Martin, nel sud della Francia.
La Repubblica Irlandese manderà una nave da guerra per riprendere il corpo che giace, per volontà stessa del poeta, nel cimitero di Drumcliff, Sligo, sotto la montagna di Ben Bulben a cui aveva dedicato una delle sue ultime poesie e da cui sono tratte le parole del suo epitaffio ("Cast a cold eye, on death on life, horseman pass by").
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