Riflessioni sull'Esoterismo
di Daniele Mansuino indice articoli
La mirabile dottrina dei Réau Croix sulla costituzione dell'Universo
- Terza parte
di Arturus R+
Agosto 2020
Nel terzo ed ultimo articolo di questa serie, tratterò della natura corporea che governa il nostro attuale stato dell’essere.
La notevole corrispondenza - cui ho accennato in chiusura dell’articolo del mese scorso - tra l’Ouroboros ermetico e l’asse fuoco centrale dei R+, è suscettibile di varie estensioni: per esempio, il mondo chiuso cinto dall’asse - nell’ambito dei quali gli spiriti dell’asse fuoco centrale adempiono al proprio compito - non è altro che quanto gli Alchimisti hanno denominato il matraccio filosofico.
Che è il nostro mondo, il cui simbolo presso i R+ - proprio come quello del matraccio filosofico in Alchimia - è costituito da due triangoli uniti alla base.
Questo simbolo contiene anche tre piccoli globi, princìpi delle essenze che guidano le forme.
Queste essenze vengono descritte come situate le une di fronte alle altre, senza movimento e senza (ancora la) forma; perché non sono ancora state elaborate, modificate e separate dall’immensità degli spiriti artefici operanti nell’asse fuoco centrale…
Erano nel loro principio la materia nella sua inattività, perché non erano state ancora elaborate dagli stessi spiriti (dell’asse), ed erano ancora indefinite. Nel primo principio della materia nella sua inattività il misto ternario giaceva… nel matraccio filosofico, non suscettibile a trattenere una qualsiasi impressione...
Il senso di questa precisazione è che l’origine del nostro Universo va ricercata all’interno del matraccio; ovvero essa deve essere collegata non tanto alle sette correnti prodotte dall’Ouroboros (in quanto il settenario, di per sé, può anche non rappresentare l’origine della manifestazione) quanto piuttosto alla specifica corrente che si produce nel cerchio di Saturno (e saturnino è, infatti, il simbolo del doppio triangolo congiunto alla base, che - viene detto - possiamo considerare come la matrice dell’Universo.
Ormai ci siamo: l’informe composto contenuto nel matraccio si è condensato nei tre piccoli globi. Ecco l’input di Dio, che a dispetto di ogni ribellione subita e di ogni scelta non programmata infonde la sua bellezza nel caos della manifestazione formale, perché noi - nonostante tutto - si possa un giorno ritornare a Lui.
Iddio in persona, la Sua immaginazione e la Sua volontà hanno costituito il ternario che discende lungo l’asse fuoco centrale.
Secondo l’insegnamento R+, quando Dio concepì lo spaziotempo lo immaginò nella forma di un triangolo equilatero. Ora, poiché nessun pensiero può stare nell’Eterno senza azione, egli staccò dal suo seno il verbo di creazione che era al centro del triangolo equilatero, e lo fece discendere tra gli spiriti dell’asse fuoco centrale affinché l’eseguissero conformemente al contenuto.
Questotriangoloequilatero conteneva,conilverboternario,lalegge, il piano e l’operazione di tutti i corpi di questo universo. Esso fu per gli spiriti dell’asse fuoco centrale ciò che è il piano di un superbo palazzo per i muratori che lo eseguono.
Secondo questo piano gli spiriti si misero al lavoro, dedicandosi alla produzione delle tre essenze indifferenziate destinate a conferire un senso al caos del matraccio.
Ma forse mi si chiederà come gli spiriti dell'asse hanno potuto emanare dal loro seno le tre essenze, e in che modo hanno potuto formare con esse tutti i corpi di questo universo, senza alcuna materia qualsiasi?
Risponderò che, sin dall'inizio della loro emanazione, questi esseri avevano innate le tre essenze, che devono essere considerate solo come un prodotto della loro operazione. Da questa sola operazione, quindi, conformemente al pensiero dell’Eterno, tutte le forme hanno origine.
Le tre essenze sono in origine una sola essenza che gli spiriti dell’asse fuoco centrale traggono dal fuoco costituente l’asse: essenza che ha il nome di seminale produttivo delle forme.
Da questo deriva l’insegnamento R+ secondo cui c’è un solo elemento superiore temporale che è il fuoco, nel quale le tre essenze spiritose di creazione universale erano contenute.
Gli spiriti dell’asse fuoco centrale differenziano le tre essenze (corrispondenti al ternario ermetico, mercurio, zolfo e sale) sul modello del triangolo, i cui tre angoli danno l’idea della divisione che… (questi spiriti) hanno dato alla materia dell’universalità delle forme, modificando le essenze secondo la forma triangolare.
La loro rappresentazione simbolica è un triangolo equilatero capovolto, orientato secondo i punti cardinali: diamo 1 al mercurio ad ovest, costituente il solido; 2 allo zolfo a mezzogiorno, che forma il focoso; e 3 al sale al nord, o fluido.
L’unità è attribuita al mercurio essendo stato il primo misto; il due allo zolfo essendo stato il secondo, il sale al terzo.
1+2+3=6; ecco la manifestazione dei sei pensieri dell’Eterno, e non dei sei giorni che la scrittura attribuisce emblematicamente all’Eterno, poiché… l’Eterno essendo infinito nella sua immensità, non può avere alcun limite di durata successiva… ma l’Eterno manifesta pensieri che i differenti spiriti eseguono secondo il piano loro assegnato.
Vediamo dunque che dal numero ternario è derivato il senario; poiché il verbo ternario dell’Eterno essendo stato da sempre in lui, non può aver principio in quanto emanato dall’Eterno, ma il numero senario è stato creato dall’operazione degli spiriti dell’asse.
Così, i sei giorni significano che Dio ha impiegato sei pensieri per la formazione di questo universo; e la prova è tangibile, poiché (nel modello del triangolo equilatero) tutti i corpi ne portano l’impronta.
Dopo aver separato e distinto le tre essenze dal fuoco, gli spiriti dell’asse immisero in ciascuna un veicolo dei loro fuochi, (sul quale) essi operano continuamente per il mantenimento e l’equilibrio di tutte le forme.
Lo immisero per formare la vita o il movimento di tutti i corpi: non può esistere nessun corpo se non ha in sé un veicolo di fuoco centrale sul quale gli abitanti di questo asse agiscono continuamente, come se fossero derivati da sé stessi - una sorta di anima della materia, o meglio la scintilla divina che è presente in ogni forma materiale.
Siamo ora giunti al momento della vera e propria creazione dell’Universo: in seguito all’immissione del fuoco nelle forme, il matraccio contenente le tre essenze mescolate esplode nel big bang.
Ne è stata la causa il ritiro dello spirito doppiamente forte del Creatore, che conteneva in privazione di movimento tutte le forme contenute nel matraccio. Ma non appena vide che erano state formate dagli spiriti dell’asse, e che questi avevano operato secondo il pensiero del Padre eterno, il Verbo del Padre ruppe la barriera posta in tutti i corpi, e tracciò a tutti loro - così come ai diversi esseri spirituali divini che li guidavano - le differenti operazioni che dovevano eseguire: sia in fatto d’azioni spirituali divine, sia in fatto di leggi d’evoluzione per gli svariati esseri corporizzati.
Dall’esplosione del matraccio è emersa la creazione universale temporale, ovvero l’Universo visibile più il complesso sistema di spiriti emancipati che lo sostengono; il tutto caratterizzato dalla soggezione alle leggi dello spaziotempo.
Lo spirito doppiamente forte, espressione dei due mondi superiori (e contrassegnato per questo dal numero otto), si è ritirato nell’attimo in cui dall’immensità superceleste si era sviluppato un Universo a se stante, costituito dall’immensità celeste e dall’immensità terrestre.
Ciascuna forma di materia non deriva che dalle tre essenze spiritose, mercurio zolfo e sale. Per esempio, nel campo della vita organica il mercurio domina le ossa dei vertebrati, lo zolfo costituisce la parte ignea di ogni individuo, il sale governa la parte acquosa.
La prima materia formata dalla combinazione delle essenze spiritose è un essere puramente apparente, di cui tutte le sensazioni, i movimenti e le azioni non derivano che dallo Spirito vitale che l’anima e da quello che lo fa agire.
Ciò che ci fa conoscere la verità assoluta circa la materia, la quale non è che un essere tale e quale come l'espongo, sta nel fatto che essa può sussistere solo grazie alla potenza dello spirito ternario che l’ha formata, e che la dissolverà così velocemente come l’aveva concepita.
La creazione universale è derivata da Dio, Grande Architetto dell’Universo: si resero necessarie l’intenzione, la volontà e la parola (di Dio) per operare ciascuna delle tre parti della creazione.
All’intenzione corrisponde il numero 1, alla volontà il 2 ed alla parola il 3; addizionate questi tre numeri e troverete 6… ecco ciò che completa i sei pensieri di creazione generale particolare dell'Eterno. Questo numero è certamente nella creazione universale generale e particolare.
Dopo aver portato a termine i sei pensieri divini per la creazione universale, Dio diede nel settimo giorno… sette doni spirituali, e attribuì sette principali spiriti a tutta la creazione per sostenerla in tutte le sue operazioni temporali, secondo la durata settenaria che le ha fissato.
Così, quando la Scrittura dice che nel settimo giorno Dio si dedicò la sua opera benedicendo la creazione universale, occorre intendere con questa benedizione l’unione dei sette principali spiriti divini, che il Creatore riunì in ogni creatura compresa e contenuta in tutta la creazione universale.
Possiamo considerare la creazione universale temporale divisa in tre parti, o meglio come un cerchio che ne contiene due più piccoli: il più grande è l’universo, che è una circonferenza nella quale sono contenuti il generale e il particolare; i due piccoli sono la terra, o la parte generale, dalla quale derivano tutti gli alimenti necessari per sostenere il particolare, ed il particolare che è composto da tutti gli abitanti dei corpi celesti e terrestri.
La stessa suddivisione, fondata sul tre e sul sette, si ritrova nell’immensità celeste, che può essere divisa in due modi: prima in tre parti e poi in altre sette parti.
La prima divisione è quella dei tre differenti cerchi: razionale, visuale e sensibile. Tutti i differenti corpi planetari ed elementari risiedono negli intervalli di questi tre principali cerchi; ma gli uomini devono trovarsi in ben profonde tenebre per considerare questi tre cerchi solo materialmente.
Potremmo dire che la divisione a tre corrisponde a come è visto il mondo della materia nella prospettiva degli spiriti dell’immensità celeste; infatti questi usano compiere le loro operazioni spirituali pure e semplici all’interno di tre cerchi, per giungere attraverso queste alla piena riconciliazione e reintegrazione nel superceleste.
La seconda divisione, quella a sette, è quella che si riflette nei sette pianeti tradizionali dell’astrologia - l’ordine corretto di questi ultimi è: Saturno, Sole, Mercurio, Marte, Giove, Venere e Luna - e nei loro cerchi planetari.
La struttura di un cerchio planetario è, secondo i R+, piuttosto complessa: ciascuno contiene non soltanto la stella del centro, ovvero il pianeta che gli dà il nome, ma anche altri due tipi di corpi celesti - sei stelle principali che circondano la stella del centro e molte piccole stelle, o segni ordinari planetari, che occupano a gruppi di sette gli intervalli posti tra le sei stelle principali e la stella centrale.
La stella del centro è l’essere superiore planetario; questa stella governa i corpi planetari maggiori ed inferiori, ed è chiamata superiore perché su di essa l’influenza solare si espande immediatamente.
Questa stella superiore comunica ciò che ha ricevuto alle stelle maggiori planetarie che ornano il suo centro; le maggiori lo comunicano ad una infinità di piccole stelle che sono in congiunzione con loro, e che chiamiamo “segni” o “corpi inferiori planetari”; e questi segni inferiori, dopo aver ricevuto la loro razione di influenza dalle superiori e dalle maggiori, la diffondono con esatta precisione sui corpi grossolani terrestri.
Ciascuno dei corpi celesti ospitati nei cerchi, come tutti i mondi che abbiamo incontrato finora, è un mondo abitato: in queste regioni troviamo esseri animali spirituali minori, spiriti puri e semplici divini… ed esseri spirituali maligni, che si oppongono alle potenze e combattono le facoltà delle buone influenze che gli esseri spirituali buoni hanno il compito di diffondere nel mondo intero, secondo le leggi d’ordine innate in essi per il sostegno e la conservazione dell’universo (è dunque proprio nei sette cerchi planetari dell’immensità celeste che trovò rifugio una parte degli spiriti ribelli).
Gli abitatori dei mondi celesti sono creature molto diverse da noi. Essendo di altra natura, hanno anche altre facoltà che non gli abitanti del mondo materiale, e non ne hanno affatto tutte le costrizioni: lungi dall’aver bisogno degli elementi materiali, essi stessi contribuiscono all’azione degli elementi; usufruiscono ininterrottamente della stessa temperatura; non ricevono alcun nutrimento dalle produzioni e dalle vegetazioni della materia in quanto i loro corpi non sono adatti a nutrirsi così.
Si tratta comunque di esseri corporei come noi, ed i loro corpi formano una sfera che è mantenuta e dotata di sostanza direttamente dal fuoco degli spiriti dell’asse, da cui questi corpi sono emanati.
Anche loro sono soggetti al tempo, ma ne hanno una percezione ben diversa dalla nostra: il loro tempo è come una eternità a paragone della durata del corpo degli abitanti del mondo materiale.
I corpi celesti sono i veicoli dell’asse fuoco centrale, che per loro tramite aziona le tre essenze spiritose per cooperare alla formazione di tutti i corpi; su questi veicoli gli spiriti dell’asse agiscono continuamente per il mantenimento e l’equilibrio di tutte le forme.
Così nacque, ed è alimentata, la vita passiva, alla quale è sottomesso ogni essere avente una forma, sia celeste che terrestre.
Consideriamo ora i sette cerchi planetari. Una bella spiegazione allegorica sulla loro funzione venne fornita da Mosè agli Israeliti al suo ritorno dal monte Sinai; egli disse loro che quella montagna si può dividere in tre parti e in sette parti.
La divisione in tre parti, quella nei tre cerchi sensibile, visuale e razionale, si riferisce al cammino che l’uomo deve compiere sulla via della reintegrazione.
La divisione in sette (secondo i cerchi planetari, contenenti i sette principali agenti della natura universale), può essere parzialmente sovrapposta alla precedente in questo modo: il cerchio razionale è sovrapposto al cerchio di Saturno, sostegno dei cerchi supercelesti, il cerchio visuale al cerchio del Sole e il cerchio sensibile ai cinque cerchi planetari inferiori - di Mercurio, di Marte, di Giove, di Venere e della Luna.
Quattro dei sette cerchi planetari - quelli di Saturno, del Sole, di Mercurio e di Marte - vengono detti maggiori perché, se considerati nel loro complesso, ripetono la vera figura del superceleste; una delle loro funzioni è quella di influenzare gli altri tre (di Giove di Venere e della Luna), che sono preposti a sostenere il corpo generale terrestre.
L’asse fuoco centrale ed il cerchio del Sole, che è il capo dei cerchi planetari, sono da considerare i due principali capi della vivificazione corporea temporale: il primo in quanto principio della vita materiale che vivifica ogni specie di corpi, il secondo in quanto principale concessionario della sua forza, che vivifica la vegetazione di tutti i corpi particolari.
Ma vediamo ora i cerchi planetari in dettaglio, per imprimerci almeno le principali corrispondenze ad essi legate.
Il primo, il cerchio di Saturno, corrisponde come ho già detto al cerchio razionale, il più elevato di tutti i cerchi celesti.
Questo cerchio superiore planetario separa tutti gli altri cerchi planetari celesti dai quattro cerchi supercelesti. Per tutto il suo percorso è contiguo all’asse fuoco centrale sul lato esterno, e su quello interno serve da sostegno ai cerchi supercelesti.
É questo che la Scrittura stabilisce come il luogo di riposo dei Santi Padri riconciliati con il Creatore. Saturno domina non solo tutti gli altri pianeti del mondo temporale, ma anche il mondo spirituale, perché contiene in sé lo spirituale divino universale, il che ne fa il più eccelso dei sette pianeti temporali che conosciamo.
Il secondo cerchio è il cerchio planetario solare, che si chiama cerchio visuale.
Il Sole è il secondo capo che aziona, reaziona e vivifica la vegetazione di tutti i corpi particolari e del corpo generale terrestre. Il suo rapporto con l’asse fuoco centrale è legato particolarmente alla perfezione d’ogni vegetazione, poiché solo grazie ad esso raccogliamo i frutti della nostra terra e ne usufruiamo in quanto aspetto dell’asse fuoco centrale; è esso a sostenere il principio della vita passiva di tutti i corpi planetari sferici inferiori.
Ma per convincerti che (l’asse del Sole) è, dopo l’asse fuoco centrale, il principale agente di questo universo, sappi che esso stesso dirige e governa il corpo di tutti gli astri, di concerto con Saturno e l'asse del fuoco centrale; ed è soprattutto tramite questi tre agenti che operano tutte le leggi date dal Creatore per la durata della creazione universale. Il Sole, quindi, è anche l’astro più adatto a rappresentare l’aspetto del fuoco, asse increato.
Lo si può anche collegare al numero sei, in quanto - se si parte dal cerchio denario - quello del Sole è il sesto cerchio a partire dall’immensità superceleste; e se vuoi cominciare a contare dal cerchio lunare (ovvero dalla parte opposta), non troverai che anche (così) il sole ha il numero sei?
Grazie a questo posto e a questo rango senario, il sole è il complemento dei sei pensieri che sono stati impiegati dall'Eterno per la creazione universale.
Sai già che il Creatore ha compiuto tutte le sue opere nello spazio di sei giorni e che, nel settimo, tutta la creazione fu perfezionata; in ugual misura, il sole perfeziona la vegetazione derivata dal cerchio terrestre, poiché unendosi agli altri sei cerchi planetari, il sole acquisisce un'azione settenaria, tipo e figura settenaria che il Creatore impiegò per il compimento di ogni cosa temporale.
Non vorrei soffermarmi sui due cerchi successivi, quelli di Marte e di Mercurio, in quanto le loro caratteristiche e funzioni possono essere egregiamente apprese da qualunque buon manuale di astrologia; è piuttosto importante rilevare come, secondo la scienza dei tipi, i primi quattro cerchi planetari costituiscano tutti insieme un sottogruppo, che replica nell’immensità celeste le due perfezioni dell’immensità divina e di quella superceleste.
Per questo vengono definiti cerchi maggiori, vicinissimi all’immensità superceleste di cui sono il riflesso; essi influenzano e governano, con la loro potente virtù, i tre pianeti inferiori posti nei tre angoli dell’ultimo triangolo celeste, ovvero Giove, Venere e la Luna.
Daquesti ultimi tre pianeti… il corpo generale terrestre è sostenuto per operare secondo la sua natura, ed è mantenuto nel movimento e nell'azione propria e conveniente alla vegetazione che gli è naturale.
Giove coopera alla putrefazione ed è associato allo zolfo. Venere coopera al concepimento, poiché senza di esso il seminale riproduttivo d’ogni essere di forma resta senza effetto, ed è quindi collegato al sale. Il suo fluido è rarefatto, e contribuisce alla costituzione della matrice che ospita il concepimento e la formazione delle varie forme corporee.
Infine la Luna, cerchio sensibile, involucro umido; coopera, con il suo fluido, a modificare e a mitigare l’azione e la reazione dei due principali capi della vivificazione corporea temporale, che sono l’asse centrale e il corpo solare.
E siamo ora alla Terra. L’insegnamento R+ rifugge dagli snobismi degli pseudomistici che, fissi con gli occhi al cielo, trascurano di conoscerla ed esaminarla; al contrario, il loro insegnamento prescrive studia sempre la terra dell’uomo, poiché per suo mezzo devono pervenirti le vegetazioni e i soccorsi d’ogni genere.
L’immensità terrestre, terminale inferiore della gerarchia dei mondi, è detta la parte generale dalla quale derivano tutti gli alimenti necessari ad alimentare…ogni essere attivo e passivo abitante dalla superficie terrestre.
Si tratta di un mondo analogo, per compiutezza, agli altri tre che abbiamo finora esaminato: infatti le sue dinamiche interne possono essere prese a simbolo di quelle che governano l’intero Universo.
L’Universo temporale è, per sua stessa definizione, temporaneo. Non è fisicamente concepibile che lo sviluppo dello spaziotempo possa non avere un termine, e che le pene e i gemiti delle caduche forme in esso imprigionate non trovino un giorno consolazione nel riassorbimento da parte del Creatore; si eclisserà interamente alla fine dei tempi, e si cancellerà dalla presenza dell’uomo come un quadro cancella l’immaginazione del pittore. Da questo ultimo paragone potete capire che il principio della materia del corpo generale non è altro, per il Creatore, che un quadro spirituale concepito nella sua immaginazione.
Questo sottile insegnamento ci rammenta bene il concetto che la materia è stata creata sì da Dio, ma non da lui emanata: come abbiamo ben visto, la sua esistenza fu il prodotto di vicissitudini posteriori alla creazione, ed il solo ruolo diretto svolto da Dio in questo processo fu quello di immaginarla.
Invece il compito della produzione di corpi materiali atti a concretizzare le forme che il Creatore aveva immaginato va ascritto interamente all’attività degli spiriti dell’asse fuoco centrale, nell’ambito del processo di riparazione volto a neutralizzare i crimini dei ribelli - anche se è lecito affermare che tali spiriti non agiscono di propria iniziativa, bensì sviluppando le potenzialità dello schema triangolare che Dio aveva concepito.
Queste sottili distinzioni, che nessun’altra dottrina metafisica ha mai sviluppato con una precisione paragonabile a quella dell’insegnamento R+, appaiono necessarie per legittimare ciò che molti altri, prima e dopo i R+, hanno proclamato, ma senza mai riuscire a spiegarlo compiutamente: che Dio è chiamato creatore perché dal nulla ha creato ogni cosa, e tutta la sua creazione proviene dalla sua immaginazione; e poiché la creazione deriva dalla sua immaginazione pensante divina, essa è chiamata immagine.
Da questo si può bene apprendere come non vi sia contraddizione alcuna nel rifiutare alla creazione materiale lo status di realtà, ma nel contempo agire al suo interno come se essa fossa reale, adempiendo in questo modo ad un gesto di testimonianza e di omaggio nei confronti dell’immaginazione divina; senza dimenticare come le leggi che governano le forme corporee di materia apparentemente passiva non siano quelle che governano l’uomo, possessore e governatore di una forma di corpo glorioso, la cui origine non deriva dalla materia che vediamo fisicamente condensata.
Anche la Terra, dove l’uomo vive, è sorta dalla grandiosa esplosione del matraccio filosofico: poderosa spinta energetica, destinata a convertire il caos primordiale in un’armonica concatenazione di cause ed effetti che si sviluppa - secondo il volere divino - sul modello del triangolo: reale immagine della prima forma presa dalla materia come era concepita nell’immaginazione del Creatore.
Il primo fondamentale concetto da apprendere su di essa è che la Terra non ha forma sferica, bensì triangolare, ed ha di conseguenza tre orizzonti: Nord, Sud e Ovest.
Inutile precisare (spero) che si tratta di una nozione simbolica - il triangolo è la triplice manifestazione divina, alla quale corrispondono le tre essenze spiritose dalle quali è stata formata ogni cosa, quindi anche la Terra.
Esiste un legame tra la forma triangolare della Terra e la scienza numerologica, nella quale il numero 1 viene detto potenza prima, 4, 7, 8 e 10 potenze seconde e 3, 6 e 9 potenze terze.
La differenza tra potenze seconde e potenze terze è che le seconde (e gli spiriti cui sono state assegnate) dipendono direttamente da Dio; invece le terze concernono il mondo della materia, ovvero non dipendono da Dio che indirettamente, e non hanno altro scopo da compiere se non quello della produzione delle forme.
Perciò, esse sono più limitate delle potenze seconde. Non hanno la legge creatrice, che appartiene solo all’unità; non hanno la legge dispensatrice, che è affidata alle potenze seconde; hanno solamente la potenza esecutrice ed operatrice.
Nell’universo, il contenuto è maggiore del contenente, poiché il contenuto è 4, 7, 8, 10 ed il contenente non è che 3, 6, 9. Per cui, senza questo, tutti gli esseri non sarebbero nella sofferenza come vi sono.
Il triangolo, che è l’espressione geometrica del numero 3, non rappresenta altra cosa che le tre essenze spiritose che hanno cooperato alla forma generale terrestre… ora, quest’ultima non è che l’unione del principio spirituale o del numero quaternario con queste tre essenze, che ha dato loro un legame stretto ed ha fatto prendere loro una sola figura ed una sola forma, che rappresenta veramente il corpo generale terrestre diviso in tre parti: Ovest, Nord e Sud.
Così come per il R+ non ci sono che tre punti cardinali, non ci sono che tre angoli terrestri -l’angolo d’ovest contiene tutti i solidi, ed in esso si trovano tutte le rocce; è anche attribuito al mercurio. L’angolo di mezzogiorno è attribuito allo zolfo, sicché vediamo che questo angolo della terra è pieno di fuoco, tutti i vulcani vi sembrano riuniti. L’angolo a nord, attribuito al sale, riunisce tutti i ghiacci; il ghiaccio, come tutti sanno, non è che un sale congelato, giacché si fa il ghiaccio con il sale.
Per mezzo del 3, il Creatore fa sentire alla creatura, sia spirituale che temporale, la durata di tempo che deve sostenere la creazione universale; grazie a ciò i saggi hanno acquisito la conoscenza del principio delle forme, e dei limiti che il Creatore ha posto alla durata del loro corso.
Del 6 va detto che la circonferenza si compone di sei triangoli equilateri. Essa è il prodotto di due triangoli che si mettono in moto ambedue. É l'espressione dei sei atti di pensiero divino che si manifestarono durante i sei giorni della creazione, e che devono realizzarne la reintegrazione.
Così, il numero 6 è la modalità della creazione, sebbene non ne sia né il principio né l'agente. É nell'addizione teosofica del numero 3 che troviamo la prova dell’influsso senario nella sua corporizzazione (1+2+3=6).
Infine il 9, numero demoniaco, appartiene integralmente alla parte degradata della materia, in quanto rifiuta ogni forma di redenzione; non a caso, qualunque numero per cui lo si moltiplichi risulta sempre riducibile a 9.
È questa una buona premessa per afferrare il senso della demonologia R+ applicata al piano materiale, ovvero al principale territorio nel quale i demoni sono stati confinati.
Per fortuna degli esseri umani, il potere dei demoni è limitato dal fatto che la Terra, per quanto lontana dai mondi più elevati, non è esclusa dalla loro influenza. Infatti, i sette cieli ricevono dal superceleste tutte le virtù e tutti i poteri che poi comunicano al corpo generale terrestre: tale è l’ordine che regna tra questi tre mondi, sicché dall’alto dei cieli le virtù e le potenze divine si diffondono sul corpo generale terrestre per farsi risentire nelle tre parti di questa terra, e nelle forme di tutti i suoi abitanti.
Possiamo inoltre godere in modo diretto dell’attività degli spiriti buoni inferiori, che agiscono in tutta l’estensione della creazione universale, sia sul corpo terrestre, sia sull’acquatico e sul focoso (o asse centrale).
Gli spiriti buoni inferiori non vanno confusi con gli spiriti dell’asse fuoco centrale, ovvero con coloro che mischiano le tre essenze spiritose per conferire materialità al mondo delle forme: infatti questi ultimi non hanno cooperato a questa formazione che inserendo nelle loro varie essenze un veicolo dei loro fuochi, e su questo veicolo dei loro fuochi essi agiscono continuamente per il mantenimento e l’equilibrio di tutte le forme. Ecco ciò che chiamiamo vita passiva, alla quale è sottomesso ogni essere di forma sia celeste sia terrestre.
I primi spiriti buoni inferiori ad entrare in azione sono gli spiriti del cerchio acquatico, o cerchio celeste, che attenuano la focosità indotta nelle forme dall’asse fuoco centrale dirottandola verso il Sole e le stelle superiori; questi ultimi a loro volta la assorbono e la riflettono, esercitando un’azione di differenziazione e di filtraggio.
Le stelle superiori trasmettono poi l’energia alle maggiori, e queste alle inferiori; e questi segni inferiori, dopo aver ricevuto l’azione influenzatrice delle superiori e delle maggiori, la diffondono con esatta precisione sui corpi grossolani terrestri.
Dopo gli spiriti del cerchio acquatico tocca poi agli spiriti elementari, che circondano il nostro pianeta con la missione di perfezionare ulteriormente il filtraggio. Poiché tre sono gli elementi, sono tre anche le loro classi: del Fuoco dell’Acqua e della Terra.
Abbiamo così completato, sia pure in sintesi, la descrizione del provvidenziale apparato messo in opera da Dio per contenere l’opera dei demoni.
Questi ultimi, a loro volta, possono essere suddivisi in diverse categorie.
La prima distinzione è quella tra demoni celesti e demoni terrestri - i primi che risiedono su altre stelle o pianeti, o vaganti in forma fluida nell’Universo; i secondi, sulla Terra.
É necessario adesso che io ti istruisca sulle facoltà e sulla potenza del grande principe dei demoni… La prevaricazione del gran capo demoniaco l’ha fatto cadere in una privazione così grande da non poter più ricevere alcun intelletto divino, ma gli resta e gli resterà sempre la facoltà di pensiero; la volontà che corrisponde a questo pensiero forma il suo intelletto demoniaco generale. Con la sua parola di comando, che dobbiamo considerare come la sua azione, insinua il cattivo spirito negli spiriti suoi aderenti.
Questi cattivi spiriti subordinati, sebbene inferiori, godono della stessa facoltà del principe dei demoni, perché sono, come lui, esseri pensanti e liberi d'ogni forma materiale; hanno, di conseguenza, il proprio intelletto particolare, che emana direttamente da essi stessi, come l'intelletto generale cattivo emana dal grande principe dei demoni loro capo.
Tra il capo dei demoni e la massa degli spiriti cattivi suoi sottoposti troviamo i tre principi regionali: un demone in capo per ciascuna delle tre regioni terrestri. Tra questi si distinguono il principe regionale dell’ovest,principe maggiore dei demoni terrestri, e quello del mezzogiorno, capo principale di ogni essere materiale o sopramateriale.
Fu il principe dell’ovest colui che fuorviò i nostri antenati facendo credere loro che il Sole era l’occhio del grande principe universale, e la casa di colui che dirige tutta la distesa che la vostra vista e la vostra immaginazione possono scorgere e comprendere; dal che, gli uomini immaginarono di dover obbedire ciecamente a tutto ciò che il principe del mezzogiorno avrebbe loro ispirato tramite i suoi agenti inferiori.
Ed ancora, il principe dell’ovest gli assicurò che la Luna era la casa di tutti gli spiriti maggiori, inferiori e minori, e li persuase ad adorarla per ottenere dal grande principe tutti i mezzi e le facoltà che vi sono necessarie per uguagliare la vostra potenza alla nostra.
Dopo di questo, i capi dei demoni insegnarono agli uomini da loro sedotti la maniera di comunicare con gli abitanti di quelle due case… raccomandando di non fare alcun lavoro né operazione su quelle due case se non quando fossero state in congiunzione o in perfetta opposizione, il che forma le eclissi di Sole e Luna, perché allora avrebbero ottenuto dai principali capi abitanti le case tutto ciò di cui avessero bisogno…
Concluso l’esame dei demoni, quello che ancora manca per concludere l’analisi delle forme presenti sulla Terra sono i tre regni: vegetale minerale e animale, ciascuno dei quali è considerato secondo la sua caratteristica, come singola parte distinta dalle altre.
Quella dei tre regni è la vita della materia che chiamiamo istinto o vita passiva, che è innata nella forma dell’animale ragionevole come in quella dell’irragionevole. La vita passiva deriva dall’operazione spirituale divina dell’asse fuoco centrale, che dirige giornalmente la sua azione su tutte le forme corporea di materia, apparentemente consolidata da questa stessa operazione.
Nel mondo animale, la suddivisione più rilevante è quella tra animali ragionevoli e irragionevoli; ma sebbene gli animali ragionevoli siano sottomessi alle stesse leggi degli animali irragionevoli per istinto naturale ed innato in essi in ogni forma corporea, tuttavia dobbiamo ammettere che ciò sia un supplizio in più per essi quando se ne allontanano.
Arturus R+
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