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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

 

Tolkien e le stelle

Novembre 2007
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Abbiamo già rilevato in un altro saggio che la presenza di trigoni tra i segni d’acqua è in molti casi collegabile alla vocazione dell’individuo per la fantasy e la fantascienza. In questo oroscopo ce ne sono due, assai belli, che uniscono dai Pesci Giove e Luna all’accoppiata Urano/Marte nello Scorpione. Dallo Scorpione venne a Tolkien indubbiamente la freddezza di spirito necessaria per tradurre razionalmente in parola scritta la sua esperienza immaginativa e spirituale. Marte e Urano sono congiunti tra loro da un arco zodiacale di undici gradi; in questo caso, a rigor di termini, non si può ancora parlare di congiunzione, però la diventa qualora il medium coeli venga a cadere nell’arco tra i due pianeti. In questo caso, la congiunzione Marte/Urano diventerebbe dominante e angolare. Non lo potremmo giurare, naturalmente, però ci sentiremmo di supporre che almeno Urano presenti in Tolkien il valore di astro dominante, con Marte che lo sostiene da vicino e ne rinforza l’azione.

Il primo effetto di un aspetto di questo genere rivestirebbe la personalità di Tolk di una notevole patina di stravaganza; e così era, infatti. Daniel Grotta riporta molti episodi della vita dello scrittore che ne risaltano le scelte originalissime, nonché l’assoluta imprevedibilità dei suoi improvvisi scatti polemici, caratteristiche riconducibili all’azione congiunta di Marte e Urano. Può anche darsi che in tutto questo ci sia traccia dell’azione di Venere dall’Acquario, qualora essa si trovi – come è possibile – in congiunzione con l’ascendente o in campo primo; spezza una lancia in favore di questa tesi la notevole avvenenza fisica di Tolkien da giovane (gli avevano proposto perfino di… fare il modello!), e così pure il suo vivo senso della bellezza, che lo spinse a rendere vita al mito degli Elfi. Se questo è vero, Urano assurge al ruolo di governatore dell’ascendente, e forse ciò può darci la spiegazione di alcune stranezze tolkieniane veramente notevoli, come ad esempio il suo incredibile hobby: la creazione di lingue.

Fin da quando studiava filologia, Tolkien prese l’abitudine di rendersi più graditi gli studi immaginando idiomi del tutto nuovi, completi di grammatica, sintassi e vocabolario. Quando fu adulto non lasciò tale passatempo, adoperandosi a perfezionare la lingua elfica, che considerava il suo vero capolavoro. Molti lettori del “Lord of the Rings” vengono colpiti dalla bellezza e dalla sonorità delle parole elfiche, sospettando possa trattarsi di un vero idioma; bene, lo è veramente, e anzi il “Lord of the Rings” fu originariamente concepito da Tolkien soprattutto come il mezzo per far conoscere ai lettori la lingua elfica. Questo proposito ridusse poi di importanza mano a mano che il libro si sviluppava; ma tuttavia lo conservò sino al termine, e risulta abbastanza chiaro in molti capitoli.

Caratteristica dell’oroscopo di molti grandi scrittori è la presenza di due aspetti, o di due gruppi di aspetti, connessi allo scrivere, dei quali uno armonico e uno disarmonico: l’azione ingenerata dal loro contrasto determina l’originalità della prosa. Abbiamo già esaminato gli aspetti armonici; il gruppo contrapposto si riduce a un aspetto solo, la quadratura Mercurio/Saturno, che però nel nostro oroscopo eliacale ha valore di dominante, essendo sospesa tra ascendente e medium coeli. Come nel caso di molti aspetti disarmonici, i suoi influssi non sono tutti negativi: già la presenza di Saturno governatore al MC fa pensare a un personaggio che, nella vita, ha saputo realizzarsi nel miglior modo, riuscendo a fare della propria ricchezza interiore uno strumento di affermazione personale. L’intero influsso di questo Saturno (esaltato in Bilancia) si scarica su Mercurio, pianeta della comunicazione, che assurge così a vettore privilegiato delle capacità espressive del personaggio. La quadratura ci indica che lo scrittore seppe profondere a piene mani nella sua opera tutto il rigore, la serietà, l’affidabilità del suo marcato saturnismo capricorniano; è questo anche l’aspetto rivelatore della lentezza con cui costruì il suo successo.

Al negativo, Saturno quadrato a Mercurio rafforza certo la volontà di comunicare, ma nel contempo disturba la comunicazione. Questo è all’origine dei lati spigolosi del suo carattere, dovuti forse a una certa difficoltà nel rapportare il proprio elevato senso morale ai compromessi richiesti dalla vita pratica: un limite di cui lo stesso Tolkien si rendeva conto, che gli causò nella vita non poche amarezze, accentuando la sua volontà di isolamento, nonché una certa tendenza alla pedanteria rinfacciatagli dai critici più malevoli, e più di tutto il rapporto assai tormentato che ebbe sempre con il proprio lavoro. Molto curiosamente quest’uomo simpatico e sereno, la cui affabilità e il cui ottimismo traspaiono chiaramente dai suoi scritti, si spogliava di tali virtù ogni volta che si metteva a scrivere.

Il suo tavolo di lavoro, a quanto ci dice Grotta, doveva somigliare più che altro a un campo di battaglia: fogli dovunque, a cumuli disordinati, irti di segni in una grafia tormentata e illeggibile, costellati di fregacci e cancellature. Tolk non tollerava la minima interruzione, e reagiva furiosamente a ogni rumore. Da buon Capricorno lottatore, ansante e a mani nude si applicava alla fatica di domare i demoni e i folletti che si agitavano nella sua immaginazione. Non ebbe mai il dono precipuo di molti scrittori che porta il nome di “facilità nello scrivere”, e l’operazione di riordinare le idee in forma coerente gli costava un grande sforzo. La stessa difficoltà che aveva a scrivere, l’aveva a parlare: Grotta ha raccolto le testimonianze di molti suoi allievi e amici, concordi nell’affermare che i discorsi e le lezioni di Tolk erano sempre molto interessanti, ma comprenderlo quando parlava era un martirio. Parlava a voce bassissima, farfugliando e mangiandosi le parole. Quando il romanzo era già diventato famoso, Tolkien si offrì di leggerne ad alta voce alcuni passi in un programma radiofonico: la BBC declinò cortesemente l’offerta.

Delle tematiche più universali della sua opera ci parla ancora un’ultima congiunzione: quella formata da Nettuno e Plutone in Gemelli, ospitata nel campo sesto del cielo eliacale. Sicuramente Venere in trigono dall’Acquario ha avuto un peso determinante nel beneficarla, poiché l’esame della congiunzione presa in sé stessa non è sprovvisto di risvolti assai inquietanti. A fine ottocento, Nettuno e Plutone restarono uniti per quasi vent’anni, disgiungendosi ai primi vagiti del nostro secolo: la congiunzione Nettuno/Plutone è quindi riscontrabile negli oroscopi di un’intera generazione, quella che lasciò centinaia di migliaia di morti nelle trincee della grande guerra.

Proprio in virtù della vicinanza tra i due pianeti, più di ogni altra questa generazione era predisposta a recepire elevati ideali, e più di tutte venne poi da questi tradita. A nessuno dei nati di quel periodo fu concesso di realizzare i propri ideali senza cozzare violentemente con quelli altrui per l’influsso di Plutone; una sola guerra non bastò, e col trascorrere degli anni l’idealismo esasperato doveva necessariamente sfociare in una sorta di grande smascheramento. L’idealismo venne allora rifiutato da molti di quegli stessi che l’avevano propugnato, che si convinsero fosse solo una grande trappola avente la funzione di riprodurre morte e dolore.

In questo modo, per milioni e milioni di uomini, Plutone/morte uccise Nettuno/ideali, e per ben due volte, nei dopoguerra, il simbolismo Plutone/rinascita fu indistinguibile da Nettuno/confusione. Certo il lettore avrà ravvisato in questa dinamica uno dei tratti dominanti della psiche di molti anziani di quella generazione, nei quali spesso al cieco rifiuto dell’idealismo si accompagna l’altrettanto cieca adesione a un qualche ideale. Sono proprio questi gli estremi sviluppi sull’individuo dell’azione combinata Nettuno/Plutone.

Come molte persone sensibili del suo tempo, anche Tolkien soffrì parecchio delle problematiche connesse alla “morte degli ideali”: sicuramente molte volte, sbattuto in mezzo alle orrende carneficine della trincea, o constatando tristemente la decadenza delle tradizioni che tanto amava, si domandò in segreto e angosciosamente se fosse ancora possibile scegliere tra il bene e il male.

A tale dubbio, da ottimo Capricorno, trovò la risposta schematizzando la situazione: nel suo universo, il regno del bene e quello del male presentano contorni netti e ben distinguibili, in modo che il povero uomo/hobbit del nostro tempo non abbia mai dubbi su ciò che è giusto da fare. Sulle ali della sua immensa immaginazione, realizzò in chiave fantastica proprio quel mondo che la sua sfortunata generazione non riuscì mai a realizzare nella realtà: un mondo dove Plutone non uccide Nettuno/ideali, bensì Nettuno/ambiguità e confusione.

 

Vorremmo ora apporre a suggello del nostro saggio quella che è una vera e propria primizia astrologica: un estratto dell’oroscopo di Tolkien effettuato secondo il metodo di K. Hirtscher.

L’usanza di abbinare un aforisma ad ogni grado astrologico risale – sembra – addirittura ai Babilonesi: è in pratica un metodo alternativo a quello dei dodici segni zodiacali, nel quale i segni sono addirittura trecentosessanta, in quanto ogni grado viene analizzato singolarmente come se fosse un segno a parte.

Soltanto in anni recenti l’astrologo svizzero Hirtscher ha ripreso a lavorare seriamente con questo metodo, ricavandone un sistema interpretativo perfettamente allineato con le esigenze della moderna interpretazione astrologica. E’ questa la prima volta che viene utilizzato in Italia.

Lo sviluppo per esteso di un oroscopo Hirtscher, per quanto assai pregevole e ingegnoso, non presenta grandi motivi di interesse per i non-specialisti: per questa ragione abbiamo pensato di estrapolarne soltanto il testo di quei singoli aforismi direttamente ricollegabili al lavoro di Tolkien-scrittore, che sono a nostro avviso veramente sorprendenti.

I primi due della serie non si rifanno al “Lord of the Rings”, mentre i seguenti sono stati ordinati in modo di agevolare il riferimento a tale opera da parte del lettore. A questi ultimi non abbiamo apposto note, perché siamo certi che ogni buon tolkienofilo sarà in grado di riconoscere senza aiuto gli agganci – a volte molteplici – con la trama.

L’antologia sarebbe stata più ricca con l’inclusione degli aforismi connessi alla Luna; li abbiamo omessi perché, come già affermato, non ci è concesso di conoscerne l’esatto grado.

Lo studio dei legami tra gli aforismi Hirtscher e la materia dell’opera di uno scrittore resta a tutt’oggi per l’astrologia terreno vergine che con profitto potrà essere dissodato, per far luce sui misteriosi sentieri che portano alla coscienza immagini archetipe presenti fin dalla nascita nel nostro inconscio; anche se, al di là di questo, il vero segreto dell’Arte resterà sempre al di là di ogni possibile investigazione.

 

Sesto grado di Toro, opposto ad Urano: una sala di conferenze. Un uomo al sommo della sua gloria si trova sul podio, un rotolo di carta in mano, la fronte cinta di lauro (questo aforisma ricorre con frequenza negli oroscopi Hirtscher di autori di successo).

 

Nono grado di Toro, quadrato a Venere: un uomo corpulento, l’aria di buon ragazzo felice, è in piedi in mezzo ai suoi animali domestici che brucano intorno a lui (vedi Beorn, nello “Hobbit”).

 

Diciottesimo grado di Leone, quadrato a Marte: un uomo a cavallo si prepara per un lungo viaggio, accompagnato dal suo servo e da una carovana…

 

Secondo grado di Capricorno, quadrato a Mercurio: due uomini escono dalla loro casa, recando seco un fardello che pare assai pesante, e sopra la casa la girandola ruota al vento senza indicare la migliore direzione.

 

Ottavo grado di Pesci, quadrato a Plutone: un uomo è seduto appoggiato al tronco di un albero, guardando la foresta…

 

Quattordicesimo grado di Gemelli, quadrato a Giove: nella notte, all’ombra di un bosco, un uomo mascherato si tiene dritto, avendo ai suoi piedi un cavallo morto…

 

Nono grado di Leone, opposto a Venere: un bel palazzo accogliente, circondato da giardini e terrazze…

 

Tredicesimo grado di Bilancia, quadrato al Sole: un cippo di marmo, piazzato all’incrocio di più strade. La sua sommità è troncata. Sulla colonna sono incise le parole “fortuna” e “sfortuna” seguite da un punto interrogativo. Due compagni di viaggio si separano, ciascuno seguendo una via…

 

Sesto grado di Acquario, quadrato a Urano: nel mezzo della prateria, un arciere brandisce il suo arco per infilarvi una freccia. La prateria è in fiamme, e le fiamme corrono ovunque, fino ai piedi dell’arciere, che ostenta di non vederle…

 

Quattordicesimo grado di Sagittario, quadrato a Giove: una freccia attraversa lo spazio, e il cavaliere che viene dal lanciarla si aggrappa ora al collo del suo cavallo. In disparte, un uomo anziano scrive su un libro…

 

Sesto grado di Scorpione, grado di Urano: un giardino ben coltivato e fiorito confina con un altro, incolto e abbandonato, dove un asino raglia (oppure: una bestia si dibatte).

 

Settimo grado di Pesci, quadrato a Nettuno: un uomo tiene in mano un bel pesce, appena ghermito da una vasca.

 

Secondo grado di Bilancia, quadrato a Mercurio: un mago accende una pira sull’altare dei suoi antenati.

 

Tredicesimo grado di Ariete, quadrato al Sole: una montagna illuminata dal Sole al tramonto. Sulla sua sommità si profila un uomo di una certa età, che tiene uno scettro nella mano destra e una corona regale nella sinistra.

 

Nono grado di Acquario, grado di Venere : sotto la luce dei lampi che infuriano su una roccia enorme e sembrano quasi spaccarla in due, un giovane se ne carica un altro sulle spalle…

 

Daniele Mansuino


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