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Esperienze di vita

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Verso il Darshan (sulle orme di Paramahansa Yogananda)

di Bhakti Binod - capitolo 12

Pensieri


Quanta presunzione in me.

Mi lamento perché Ti conosco appena e vorrei conoscerti di più con il poco tempo che Ti dedico.

Quanta presunzione se considero che per prendere una laurea occorrono dai diciassette anni in su di studio.

Quanta presunzione se considero che per suonare bene un pianoforte occorre un esercizio di quattro - sei ore al giorno per molti anni.

Quanta presunzione se considero che uno sportivo per essere bravo deve allenarsi molte ore tutti i giorni.

Facendo queste considerazioni mi accorgo che dopo molti anni di cammino, sono ancora alla scuola materna, ma ciò mi basta, perché la coscienza che sei TU ad accudirmi, mi dà Pace.

 

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Mio Dio, penso che nel cuore dell’essere umano, c’è il riflesso del Cielo ed è infinito come Esso.

Con il dirigibile della discriminazione, alimentato dalla volontà e diretto con il timone fatto di pazienza, si possono attraversare le nubi d’ignoranza più spesse, e giungere, così, in quel tratto di cielo limpido, che è in tutti i cuori, dove Tu Dimori.

 

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Dio è Perfetto e dal perfetto non può scaturire

l’imperfetto.

Dio è Bene e dal bene non può venire

il male.

Ne consegue che, se vedo imperfezione o malvagità, non ho la Sua visione.

 

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Mio Dio, penso che Tu sia come il Sole:

non ha ombra, ma per mezzo suo l’ombra ha vita, quindi l’ombra porta con sé la testimonianza della Luce.

Il credo è il bastone che ci sostiene nel cammino verso Dio.

Ci sono differenti credi.

Non è importante la differenza che c’è tra un bastone e l’altro, ma che il bastone sia consono al peso e all’altezza della persona che ci si sostiene.

Tutto qui è relativo: un bastone troppo grande potrebbe essere pesante, e quindi rallenterebbe il cammino; uno troppo leggero, non sopportando il peso di chi si appoggia, potrebbe rompersi e quindi, anche in questo caso, il cammino sarebbe rallentato.

Per essere d’aiuto, il credo, come il bastone, deve servirci ad andare più spediti verso il fine che si deve raggiungere: l’Amore.

La perfezione è che ognuno abbia il proprio giusto credo (bastone).

 

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Penso che la Carità sia l’espressione esteriore dell’intimo Amore, quale frutto della comunione perfetta con Dio.

Come il calore é unito al fuoco, così la Carità è unita all’Amore.

 

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Ogni pensiero, parola o azione produce un effetto in Armonia con l’intenzione che ha dato origine a quelpensiero, a quella parola, a quell’azione.


Colui che ignora l’esistenza di Dio è come un uomo che vive in un paese con il cielo sempre coperto di nubi:

non sa dell’esistenza del sole, e pur non avendone coscienza, vive in forza della sua luce e del suo calore.

Colui che crede in Dio è come uno che vive in un paese in cui il cielo è denso di nubi:

non vede il sole, ma ne deduce l’esistenza (attraverso la ragione o perché crede a qualcuno che l’ha visto), e quindi sa di vivere in forza della sua luce e calore.

Colui che sa di Dio è come colui che, pur vivendo sotto un cielo denso nubi, a forza di guardare sempre in alto, percepisce qualche raggio di luce.

L’uomo che ha trovato Dio è colui che con i razzi della discriminazione e della Devozione ha squarciato per sempre le nubi dell’ignoranza, e così vive costantemente e coscientemente alla presenza della Luce e del calore Solare.

 

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Ogni Creatura è una pietra.

L’Amore è la malta che unisce le creature.

C’è una prima pietra ed un’ultima pietra,

c’è la piccola e la grande,

ma tutte concorrono a formare la casa.


La vita minerale, vegetale, animale ed umana sono legate

l’una all’altra.

Il sacrificio dell’una

serve all’evoluzione dell’altra.

 

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La vita Spirituale è simile a scalare una Montagna.

Se uno non ha il coraggio e la forzadi andare da solo (sbagliare strada, tornare sui suoi passi, pazientemente riprovare) deve cercare una guida e seguirla.

Molti sono i sentieri che portano alla vetta, ognuno ha il proprio.

 

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Il torrente con pazienza percorre il suo corso, dandosi tutto a tutti.

Alla terra, ai massi pietrosi, agli animali piccoli e grandi, agli uomini buoni e non buoni.

L’uomo inquina (con rifiuti tossici mentali) il torrente il quale, da apportatore di vita, diviene apportatore di morte.

Quindi chi vuole Bere e Vivere deve risalire fino alla Sorgente.

Tutto è puro Amore, perché tutto è nato dall’Amore, esiste nell’amore, e andrà all’Amore.

 

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Come tutto non ha senso senza di Te!

Vedere le creature senza vedere Te è un vero tormento. Certo, leggere libri che parlano di Te, sentire e avvicinare coloro che Ti conoscono ci aiuta, ci invoglia e ci incoraggia a cercarTi, ma quanta pena il saperTi e non vederTi né sentirTi…

Per quanto grande è lo sforzo e l’immaginazione, mai nessuno potrà avvicinarsi alla Tua presenza senza una grande distorsione.

È come far sentire il suono dell’organo più bello di questo mondo ad un sordo: per quanto sia bravo colui che spiega con quanta armonia i suoni possono essere uditi, tutte le varie sfumature ecc…, come potrà, colui che non sente, capire?

Amerà gli organi che incontrerà sul suo cammino perché sa che emettono una dolce melodia che dà Pace a chi sente, ma che lui non ode, e solo immagina.

Quanto l’amerebbe di più se potesse gustarel’armonia delle note che quegli strumenti sono capaci di emettere!

Con quanta più attenzione toglierebbe dai tasti il più piccolo granello di polvere, per mantenerlo pulito e perfetto?

Sì, Signore, è la conoscenza di Te, è la maggiore percezione di Te, ch’io cerco, perché solo conoscendoTi, potrò Amare.

Il saperTi e il non vederTi per me è motivo di angoscia che finirà solo quando potrò vederTi continuamente in tutte le cose create.

Conoscerti è Amare, e chi Ama vuole Servire.

 

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“Dacci oggi il nostro pane quotidiano”…

Tu ci dai il cibo che ci alimenta, che noi stessi Ti chiediamo, e nell’attimo in cui dobbiamo mangiarlo incominciamo con le lamentele:

scotta, è insipido, è amaro, ecc.

Tu ci dai il cibo che ci dà vita, mentre a noi piace quello che ci fa star male.

Quello che ci salva è che Tu non sei una madre pietosa, e ci fai mangiare anche contro il nostro volere.


La Divina Madre dice:

“Guarda come in un piccolo solco si convogliano le acque.

Le acque stesse pensano ad allargarlo,

a farlo divenire un grande canale,

e poi un grande fiume.

Così tu, con un po’ di buona volontà

e di sincerità, puoi scavare

un leggero solco di devozione nel tuo cuore:

le acque della Mia Misericordia

lo renderanno un grande fiume d’Acqua Viva.

Il Gange, all’inizio, è un piccolo rivolo”.

 

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La Madre:

“Se guarderai in alto, mi scorgerai sempre.

Durante il giorno sono la Luce del sole,

nella notte la Luce della luna ed il brillare delle stelle.”

 

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La forza che più condiziona l’uomo è la paura,

la quale ha il suo regno

nel piano Mentale.

 

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Il Maestro è colui che accende il fuoco d’Amore nel cuore del discepolo,

il quale,

per mantenere il Fuoco attivo,

deve far bruciare il proprio “io”.


Ogni forma è un veicolo.

Un sasso, un granello di sabbia, una montagna, un filo d’erba, un albero, un germe, un animale, un essere umano, non sono altro che forme sensibili ai sensi esteriori, i quali manifestano la presenza in loro di un livello o grado di coscienza.

Ogni livello è una “dimora” dove ci sono tutti coloro che hanno lo stesso grado di coscienza, ossia la stessa percezione della Realtà, che immette ad una od ad altra classe nella scuola della Vita.

Il Signore non si dispiace né si compiace se una persona vive nella virtù o nel peccato.

La Sua grazia è su tutti, buoni e cattivi.

La differenza sta nello stato di coscienza, cioè il Saggio percepisce la Grazia e vede l’azione di Dio in tutto ed in tutti, mentre l’ignorante ignora la Grazia e vede l’azione dell’”io” in tutto ed in tutti.

 

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