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Esperienze di vita

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Sul sentiero - Parte seconda

Anonimo - maggio 2009
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LA VITA UNA

Capitolo 4 - La Vita e le vite

 

Tutte le religioni insegnano che la Vita universale si manifesta come una trinità.
Nel Cristianesimo il primo aspetto di questa trinità viene chiamato Spirito Santo, che rappresenta l’energia che creò il primo mondo di atomi.
Il secondo aspetto è il Figlio, “che si fece carne”, il quale risplende in ogni creatura ed è crocifisso nella croce della materia, poiché cerca di esprimere la divinità attraverso la forma.
Il terzo aspetto è il Padre, grande Potere universale ed onnipervadente che sostiene la Manifestazione.
Gli scienziati, studiando il mondo della forma, riflesso del Dio “Figlio” sulla Terra, gradualmente si sono spinti nel mondo delle Cause invisibili. Mentre cercavano di scoprirne la natura essenziale, la materia, base dello studio della scienza, semplicemente si dissolveva in energia: si è scoperto che gli atomi si comportano non solo come particelle ma anche come onde e i concetti di tempo, spazio e massa hanno perduto il loro carattere di riferimenti assoluti.
Così, sembra che quando gli uomini di scienza esplorano il nucleo della materia,  essi si avvicinino alla Vita universale che sta dietro ogni forma; e quando gli uomini di religione esplorano la Vita universale, la trovino celata in ogni forma.
Nel suo percorso, l’entità riveste varie forme, utilizzandole fino a che non riconosce l’esigenza di rivestirne un’altra che sia più  idonea al suo iter evolutivo; perviene infine, attraverso  progressive espansioni di coscienza, definite spesso iniziazioni, alla liberazione dalla forma.
Il percorso può essere sintetizzato nei termini: limitazione, utilizzazione e cristallizzazione, disintegrazione.
Nel pensiero induista la distruzione e il dissolversi degli elementi costituiscono le condizioni prime per la liberazione di energie e per la trasformazione che dà vita. La concezione prevede un ciclo di nascita, dissoluzione e rinascita; domina nella visione induista la Trimurti, composta da Brahama, Shiva, Visnu.
Brahama è l’aspetto di manifestazione della divinità che, contemplando se stessa, dà origine al mondo; Shiva, dio della catastrofe e della dissoluzione rigeneratrice, rappresenta l’aspetto devastatore della realtà; Visnu è il dio conservatore che cura il fluire incessante della vita e presiede all’ordine e alla giustizia nel mondo.
Le divinità, tre per funzione ma costituenti un’unità, sono prodotte da Maya, la Madre che crea l’illusione in cui il mondo intero nasce, si evolve e perisce.
All’inizio del suo cammino, l’uomo viene limitato dal suo corpo fisico, dalle sue emozioni incontrollate, dagli annebbiamenti mentali; successivamente impara a attuare i suoi progetti usando le sue potenzialità accresciute con il dominio dei corpi; infine, quando la sua forma è cristallizzata e non più adatta a esprimere il proposito, egli assiste alla sua disintegrazione.
Lo stesso processo avviene alle forme di governo, alle teorie scientifiche e alle religioni; esse si disintegrano ineluttabilmente per far sì che le grandi verità si diffondano attraverso nuove forme di pensiero, più adatte al particolare momento evolutivo che l’umanità attraversa. Così assistiamo oggi alla cristallizzazione delle religioni, dovuta ai separativismi creati dalle limitanti teologie dogmatiche e dagli inadeguati schemi dottrinari delle Chiese; i nuclei interiori dei grandi messaggi dei fondatori richiedono nuovi veicoli di espressione, più adatti all’uomo contemporaneo, che sempre più si situa sul piano mentale e rifiuta  restrittivi fideismi e autoritarismi.
C’è pertanto una meta, per l’uomo come per l’atomo chimico e il sistema solare.
Probabilmente la meta dell’uomo è quella di un ampliamento di consapevolezza tale da avvicinarsi al Grande Essere che usa l’intera manifestazione come suo Corpo, nel quale “ci muoviamo e siamo”, e che è la forza di amore-attrazione del sistema solare.
Tra questo grande Essere e l’atomo chimico forse c’è solo una differenza qualitativa, poiché tra essi non esistono bruschi passaggi ma si registra una progressiva evoluzione che avviene tramite le esperienze.
Possiamo così formarci l’idea che esistono una meta ed un proposito per ogni creatura del cosmo e che il cosmo stesso ha un Proposito che comprende quello delle vite minori che ospita; abbiamo così un metodo per comprendere le leggi sottostanti la manifestazione. Anche il corpo umano, se osservato in questo senso più ampio, svela la sua relazione con il Tutto:

 

La scienza…molto recentemente ha scoperto che il corpo umano è in effetti soltanto un’intersezione particolarmente attiva, di miliardi di micromasse biologiche con complesse e reciproche influenze che formano insieme quell’incredibile megaorganismo che chiamiamo “biosfera”, nel quale il nostro pianeta è un puntino. (V. Havel)

 

Nasce, da questa ampliata visione, un forte movente per lavorare al dominio e al perfezionamento e della nostra natura fisica e, contemporaneamente, per cooperare amorevolmente con i nostri fratelli alla costruzione, “in rete”, di forme migliori (civiltà, comunità, istituzioni, tendenze spirituali…) che sostituiscano quelle cristallizzate, non più idonee all’uomo che si avvia a conquistare il quinto regno, quello celeste:

 

Qual è dunque il proposito retrostante a questo incessante processo di costruzione di forme, di questo combinarsi delle forme minori? Qual è la ragione di tutto questo e a cosa tende?
Sicuramente è lo sviluppo della qualità, l’espansione della coscienza, l’evolvere della facoltà di comprensione, la produzione dei poteri della psiche e dell’anima, l’evoluzione dell’intelligenza. Sicuramente è la dimostrazione graduale dell’idea di base, o proposito, che quella grande Entità che chiamiamo Logos o Dio sta attuando attraverso il sistema solare…
Per tutti i gradi e i tipi di atomi c’è pure un proposito. C’è una meta per l’atomo chimico, c’è un punto d’arrivo per l’atomo umano, l’uomo.
L’atomo planetario dimostrerà pure un giorno il suo proposito basilare e la grande Idea che sta dietro al sistema solare sarà a sua volta rivelata.
(Alice A. Bailey, La coscienza dell’atomo)

 

Una delle probabili etimologie del termine “uomo” riconduce  alla radice sanscrita “Man”, colui che pensa; in un antico libro l’uomo viene definito come “la Vita e le vite”, in riferimento all’aggregazione di vite minori di cui egli è il centro e di cui è il logico svolgimento. Egli è l’insieme delle qualità divine, ancora imperfette e segue lo stesso processo che è stato dell’atomo: troverà cioè la sua collocazione in forme  sempre più grandi e complesse, e perseguirà un proposito sempre più ampio e alto.
L’uomo - afferma Browning - coordina e aggrega gli attributi della Vita disseminati nel mondo visibile; in lui si riflettono in modo ancora imperfetto i tre aspetti del Logos: intelligenza, amore e volontà.
Alla morte dell’uomo la forma, che è servita allo scopo dell’evoluzione, si disperde nel mondo fisico, e lo spirito, che è stato il nucleo che ha dato energia alle vite minori, si libera, per riprendere, in una forma più adeguata, il processo autocoscienza - coscienza di gruppo - coscienza del Tutto.

 

Qual è perciò la meta per l’atomo umano, che è già autocosciente, che è già individualizzato e che può guidare se stesso per mezzo della propria volontà? Quale via si apre davanti all’uomo? Semplicemente l’espansione della propria coscienza, fino a includere la coscienza della Grande Vita, o Essere, del cui corpo è egli stesso una cellula. (Alice A. Bailey, La coscienza dell’atomo)

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