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Sul sentiero - Parte quarta

Anonimo - novembre 2010
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Verso la  “religione dell’umanità

 

La Grande Rete

 

Secondo il fisico Amit Goswami, la fisica quantica (così come molte altre scienze moderne) sta dimostrando che l’unità essenziale di tutta la realtà è un fatto sperimentalmente verificabile. Egli ritiene che questa conferma scientifica di antiche intuizioni spirituali contiene delle implicazioni enormi, poiché tale convinzione provocherebbe un indiscutibile mutamento di paradigma. La sua opinione è che, siccome ora la Scienza è sempre più in grado di confermare il misticismo, molto di ciò che prima richiedeva un atto di fede adesso può essere empiricamente dimostrato; quindi, il paradigma materialista che ha dominato il pensiero scientifico e filosofico per più di duecento anni può fondatamente essere messo in discussione.

J. E. Charon, che ha assimilato il pensiero di Theilhard de Chardin riguardo alle caratteristiche “spirituali” insite fin nelle particelle infinitesimali, afferma:

 

Ciò che ancora oggi il grande pubblico generalmente ignora è che lo spirito, senza neppure bussare alla porta, sta per fare bruscamente la sua apparizione nei laboratori della scienza moderna. (J. E. Charon, Ho vissuto quindici miliardi di anni)

 

Paul Davies ne “La Mente di Dio” ritiene che l’universo fisico è costruito con una tale ingegnosità da far pensare che debba esistere un livello più profondo di spiegazione.

 

E il Maestro Aïvanhov afferma ancora più chiaramente:

 

Lo stesso legame che unisce nuovamente il Creatore alle creature, lega di nuovo tutte le creature fra loro ed anche tutti gli elementi della Creazione. È la comprensione di questo legame a costituire la vera religione. La vera religione, dunque, sottintende anche la scienza, la conoscenza della Natura e delle sue leggi. Ecco perché questa separazione fra scienza e religione, della quale alcuni vanno tanto fieri, non ha alcun senso. Se si separa la religione dalla scienza, significa che non si è compreso veramente né l’una né l’altra. (Omraam Mikhaël Aïvanhov, Pensieri quotidiani)

 

La Meccanica Quantistica rivela la fondamentale unità dell’universo, mostrando che non possiamo scomporre il mondo in unità minime dotate di esistenza indipendente; né, per quanto ci addentriamo nella materia, la natura ci rivela la presenza di un “mattone fondamentale”.  La teoria dei quanti vede l’universo come una ragnatela di relazioni interdipendenti le cui parti si definiscono solo in connessione con il tutto e mette in discussione la nozione di oggetto separato dall’osservatore. Le ultime scoperte della Meccanica Quantistica hanno enfatizzato il ruolo del soggetto cosciente a tal punto da portare alla inevitabile conclusione che nulla può esistere al di là della percezione del soggetto, e che quindi non ha senso attribuire oggettività, cioè esistenza propria e indipendente,  ad alcunchè per il semplice fatto che nulla può esistere al di là dell'essere percepito. Questa prospettiva sembra di fatto attribuire alla scienza - così come viene intesa comunemente oggi nel mondo occidentale - il ruolo di depositaria di  credenze dogmatiche nel primato della materia, che hanno sul piano ontologico la medesima  validità di una fede. In questa visione, quello scientifico diventa quindi solo uno dei tanti metodi di indagine della realtà sviluppati dall'uomo nel corso del cammino evolutivo.

Scomparirebbe  dunque il primato della Scienza Occidentale, e tra Fisica ed Esoterismo non vi sarebbe più di fatto alcuna differenza ontologica:

 

L’idea dell’unicità della Vita…sta trasformando le ricerche scientifiche perché gli scienziati si sono finalmente convinti della necessità che ogni ramo della scienza collabori con gli altri perché nessun fenomeno naturale è indipendente dagli altri. (Bernardino del Boca,  La Dimensione Umana)

 

La teoria della relatività ha rivelato il carattere intrinsecamente dinamico dell’universo, mostrando che il movimento è alla base della sua essenzialità costitutiva. L’importanza di ogni parte del “web cosmico” dipende dalle proprietà delle altre parti e la coerenza globale dei rapporti reciproci determina la struttura dell’intero “web”.

In tale nuova visione, le interconnessioni reciproche del mondo determinano la coscienza di chi osserva e viceversa; questi concetti sono largamente applicati nella sociologia e nella psicologia. Nella Teoria della Comunicazione non viene più considerato così importante il contenuto della comunicazione; seguendo la prospettiva della fisica e della cibernetica, la Pragmatica della comunicazione pone l’accento sulla dinamica del processo comunicativo per cui i contenuti sono considerati dentro il circuito dinamico del processo e osservati in relazione all’emittente e al ricevente.

Nel 1972 Werner Heisenberg propone il “principio di indeterminazione” secondo il quale è impossibile determinare esattamente e nello stesso istante sia la posizione che la velocità di una particella. La teoria implica che tutte le forme della materia sono indeterminate a causa della loro stessa natura. Invece di vederla come un aspetto speciale della teoria quantistica in una fase del suo sviluppo, Heisenberg presentò l'indeterminazione come legge fondamentale ed universale della natura e suppose che tutte le altre leggi della natura si adeguassero ad essa.

Afferma a tal proposito David Bohm:

 

Così la rinuncia alla causalità nell'interpretazione usuale della teoria quantistica non si dovrebbe considerare semplicemente come un risultato della nostra incapacità di misurare i valori esatti delle variabili che dovrebbero entrare nell'espressione delle leggi causali al livello atomico, ma piuttosto come conseguenza del fatto che non esistono tali leggi. (D. Bohm, Causality and Chance in Modern Physics)

 

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