Le Finestre dell'Anima
di Guido Brunetti indice articoli
Cari “esperti”, tornate in laboratorio.
Il virus e l'epidemia cognitiva
Intervista al professor Guido Brunetti
Di Monica Serafini
Maggio 2020
La “fase 2” rappresenta un passaggio delicato nella nostra vita e permette di fare il punto su questa drammatica vicenda, che vede in prima linea gli “esperti” e il governo. Lo facciamo insieme con il professor Guido Brunetti, da sempre conosciuto ed apprezzato per il rigore scientifico, la vastità culturale e la tensione morale della sua professione e delle sue opere. Già all’inizio, egli aveva giudicato la pandemia come un fenomeno misterioso, immenso e imprevedibile. E in grado di determinare anche con il bombardamento mediatico stati d’ansia, depressione, paura, panico e generando nel tempo danni psichiatrici, potendo interessare sistemi neurali e aree del cervello.
“Lo stress poi - spiega Brunetti - produce un ormone, il cortisolo, il quale in condizione di tensione psico-fisica - determina ipertensione, cefalea, aumento di glicemia e grassi nel sangue, e riduce le difese immunitarie”.
Molti osservatori parlano di una situazione non chiara.
È un’Italia confusa e smarrita sia a causa della sovraesposizione mediatica del fenomeno che del sistema di comunicazione messo in atto dagli esperi e dal governo. Finora, la pletora di queste persone non ha evidenziato una gran bella figura e si è mostrata in dissenso su tutto. A volte perfino con sé stessi. C’è stato addirittura anche uno scontro tra virologi.
Quali i rilievi principali.
Da parte dei tanti Mosè che ci guidano nella drammatica traversata nel deserto sono emersi contraddizioni, pareri diversi, orientamenti incerti e difformi. Si riapre? Sì, no, forse. Si resta ancora chiusi? Non si sa. Indossare le mascherine? Sì, servono. No, non c’è motivo di usarle. Sono inutili, se non dannose. Di fronte a queste continue, enormi e insopportabili incertezze e incoerenze da parte delle autorità politiche e sanitarie, la tenuta psicologica, mentale ed emotiva del cittadino viene continuamente logorata e messa a durissima prova. Incertezze e gravi errori nella comunicazione, messaggi ambigui, non chiari né univoci.
È una situazione che aumenta lo spirito di sopportazione del cittadino.
Si tratta di uno stato di cose che non aiuta alla serenità e alla tranquillità, e che finisce per aggravare il disagio, la sofferenza e il malessere di tutti. Si diffonde così l’epidemia delle false notizie e i cittadini sono portati sull’abbrivio della psicosi da virus a credere a tutto e a tutti, politici e cosiddetti esperti. Siamo in piena infodemia, a una circolazione irrazionale ed eccessiva di informazioni differenti non basate su fonti scientifiche certe ed affidabili. Ma su opinioni, giudizi fondati su ragioni soggettive, personali, individuali. La scienza invece è un complesso di conoscenze oggettivamente sicure. Che non si presta a interpretazioni personali e determinato in base a un principio rigoroso di verifica della sua validità, attraverso l’uso di metodi teorici e sperimentali.
Tutto questo che cosa determina nella popolazione?
Sconcerto, disagio e un senso di angoscia: è quello che ho percepito, parlando al telefono con molte persone, anche tra gli stessi medici. Occorrono - come ha rilevato il presidente della Repubblica Mattarella - “indicazioni chiare e ragionevoli”, convincenti e non vaghe. Ma perché - mi hanno detto - tutti questi esperti non dedicano il tempo impiegato in tv da mattino a notte al laboratorio? Accendere la televisione – aggiungono - è trovarsi di fronte ad un esperto. Si cambia canale e si incontrano altri esperti, magari con volti tristi, inespressivi, algidi, ansiogeni, forieri di notizie allarmanti e tempestose, e privi di calore umano, carisma positività, empatia, rassicurazione, speranza, e con un’abbondanza di narcisismo. Un senso di angoscia. Non se ne può più, è l’amara conclusione dei miei interlocutori.
Che cosa fare?
Tutti dicono che è un virus nuovo, misterioso, non conosciuto nemmeno dagli scienziati. Ed allora perché non si rispetta il principio di non parlare, ma tacere su cose che non si conoscono? Sembra un’orchestra stonata, un insieme disarmonico di suoni e rumori, voci confuse, tante voci fuori tono tra loro. Parlare dunque con la voce della scienza: fatti certi, oggettivi, sperimentati.
Una sua valutazione sul governo.
Valgono anche per il governo le parole di Mattarella, dare indicazioni “ragionevoli e chiare”. Il suo sistema di comunicazione - spiega Brunetti - è risultato incomprensibile, prolisso, incerto, indeciso, non persuasivo. Molti gli annunci, ma nessuna concreta decisione e rassicurazione. Non bisogna sottovalutare la profondità della crisi sociale ed economica, il malessere generale, il rancore e l’odio, sentimenti che possono prendere diverse strade.
Quali, le conclusioni.
Sono stati commessi molti errori anche da parte dell’organizzazione mondiale della sanità (Oms), la quale per questo, in ciò concordo con altri studiosi, dovrebbe chiedere “scusa al mondo”. Non ha compreso fin dall’inizio la “pericolosità” di questo virus, la “gravità” della patologia” che sviluppa, l’estrema “facilità” della sua diffusione, e “l’inadeguatezza” delle indicazioni diffuse ai governi di tutto il mondo. Questa pandemia deve servire a organizzare la sanità in modo completamente nuovo e diverso, evitando che la salute “continui ad essere ridotta, come è stato osservato, ad un bene commerciale”. Ci sembra al riguardo necessario e urgente che l’Oms crei “tre-quattro piattaforme continentali” dei migliori scienziati. La speranza è quella di un futuro dove il senso tragico della vita possa contenere anche bagliori di luce.
Monica Serafini
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