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Le finestre dell'anima di Guido Brunetti

Le Finestre dell'Anima

di Guido Brunetti   indice articoli

 

Inno alla vita di una ultra nonagenaria di Viareggio

Luglio 2015

 

Pubblichiamo la poesia “La vecchiaia dell’ottimista” scritta da Wanda Francesconi, ospite dell'Istituto Sacro Cuore di Viareggio con un commento del professor Guido Brunetti.

 

 

La vecchiaia dell’ottimista

 

Non vedere la vecchiaia
in termini di morte
tanto è Dio che ha il filo della tua sorte.
Lasciati cullare come l’onda quando batte sulla riva,
ti sentirai più viva.
La vecchiaia ti porta a ricordare,
il passato quello è tuo, nessuno lo può levare.
Ma avanti devi andare.
Prova a scrivere, a maglia lavorare,
camminare e andare a prendere un caffè.
Ti viene la soddisfazione
che quasi pensi di essere un campione.
Poi ascolta sempre il tuo dentro, il tuo io.
In un angolino sentirai, c’è Dio
che ti suggerisce forza, luce e pace.
Forza per andare avanti,
luce per vedere più chiaro,
pace perché la vecchiaia fa parte della vita.
Ma aspetta a dire che è finita.

 

Wanda Francesconi

 

 

A dispetto della vecchiezza che porta spesso con sé gli insulti degli anni, delle amarezze e delle inquietudini, la solitudine degli affetti e il malessere esistenziale, la poesia di Wanda Francesconi è un inno alla vita e alla serenità dell’animo, come ci insegna Seneca, il più grande filosofo della latinità.

Vivere a lungo e trascorrere gli anni della vecchiezza con le persone e nei luoghi che amiamo è la speranza di ogni essere umano. Non sempre è così. Di frequente siamo costretti a vivere lontani dalle nostre radici emotive e sentimentali.

Come colmare il vuoto interiore? Con la riflessione, con la percezione della propria interiorità: è questa - ci spiega la Francesconi - la via per raggiungere la tranquillità dello spirito. Una condizione dell’anima in cui si è “governati - dice Seneca - dal “buon Dio”. Uno stato mentale che ha il vigore di dominare la sofferenza e di esaltare il valore della forza d’animo. Saper invecchiare infatti è il “capolavoro” (Amiel) della saggezza e una delle cose più disagevoli nell’arte difficilissima della vita. I versi della nostra autrice sono perciò un inno alla vita, che contengono anche una straordinaria valenza pedagogica e morale. Sono pochi coloro che sanno invecchiare con grazia. E’ nei vecchi - dice la Bibbia - la sapienza e la conoscenza.

In realtà, una concezione tradizionale negativa della vecchiezza percorre tutta la letteratura. Per Gogol’, “minacciosa e orrenda è la vecchiaia… e nulla restituisce, mentre per Virgilio essa è “triste” non perché cessano le gioie, ma perché finiscono le speranze. Da parte sua, Petrarca sostiene che essa ci segna più rughe nello spirito che sul volto.

E tuttavia la vecchiezza  ha le sue gioie. Com’è bella, com’è meravigliosa - precisa Tolstoj - la vecchiaia! Non ci sono desideri, né passioni, né agitazione, né vanità. Il senso di serenità e di tranquillità è presente in tutte le età così come è presente il sommo bene, cioè la virtù. Pur nel declino del corpo e nelle avversità della vita, il principio è la saldezza dell’animo.

Ciò che è bene dunque non è il vivere, ma il “vivere bene”, la qualità della vita sempre scandita dalla serenità. E’ un essere davvero felice colui che aspetta il domani senza trepidazione.

Sono versi che non cedono alla disperazione, ma esprimono una delicatezza psicologica e una visione della vita intesa come “forza, luce, pace”. Un affresco poetico che ha i colori della dolcezza e dello stupore verso il creato. La vecchiezza è pur un evento drammatico e traumatico, al quale – è il messaggio della Francesconi -  occorre reagire con spirito di pietas  cristiana.

 

   Guido Brunetti

 

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