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Vecchio 17-11-2002, 17.00.21   #21
visechi
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
Leggere, scrivere, commentare: tre passioni.
Tre passioni che si esaltano ogni qualvolta riesco a sposarle con la necessità di lasciar libera la mente; libera di vagare … d’immaginare e fantasticare.
Niente di meglio, dunque, di un’occasione di lettura offerta da una poesia; una lettura che io condurrò facendomi aiutare dalla mia immaginazione, dalla ‘fantasticheria’.
Il commento ad una poesia è impresa ardua e, allo stesso tempo, gratificante. Qui, secondo il mio modesto parere, siamo al cospetto di un bel componimento; bello perché fra le sue righe, nei suoi versi, fra le virgole e i caratteri è agevole reperire le emozioni dell’autore, dei sentimenti che l’hanno animato nel momento preciso in cui componeva i caratteri … insomma, commentare una poesia, è un compito estremamente gratificante perché fa leva sull’imaginarie e, in un certo senso, mette in diretta comunicazione l’animo dell’autore e di chi la ‘legge’. Compito, questo, tanto gradevole, quanto complesso.
Scorrere le strofe, sezionarle, disfarle, coglierne il senso letterale e quello emotivo; per poi, una volta effettuata ed ultimata l’opera di scomposizione, ottenere un nuovo e più vitale mosaico dalla sua innovata ricomposizione,; mosaico che non ha più un’unica e statica raffigurazione, ma si trasforma in conformità alle emozioni di chi ha l’ardire di leggere al suo interno.
Due emozioni: dell’autore e del ‘lettore’ (… cavolo, domani, su questo tema, ci scrivo anche qualche idiozia…) e una terza che è ben altra cosa rispetto alla semplice somma delle due emozioni che la compongono.
Una poesia, dicevo, val sempre la pena leggerla e ‘viverla’ … vivere le emozioni che è possibile estrarre dalla fredda materia rappresentata da un ‘foglio di carta macchiato d’inchiostro’. Vivere quelle emozioni, attraverso le proprie. La poesia è attivatrice, costruttrice e, allo stesso tempo, figlia d’emozioni: nutre e si nutre ‘d’imaginaire’.
Che dire?
Io ci provo…
Qualcuno mi perdonerà.


Le chiavi del tempo.

A te che il tremendo mistero
avevi nel cuore,
a cui la vita diede aspre fatiche.

<… La prima strofa è chiaramente una dedica. Una dedica dell’autore ad un amico o un’amica. Un amico (utilizzerò il maschile solo per semplicità) che nasconde nel proprio animo un mistero inquietante, ‘tremendo’. Un dolore che nasce e prende corpo a seguito di dure esperienze, di ‘aspre fatiche’ … non è dato conoscere quali … non ha alcuna importanza.

A te che conosci il dolore,
esiliata dalla paura.

< … Il destinatario è una persona che conosce il dolore e soffre per questo, tanto da cercar requie e serenità solo in sé stesso … non è chiaro se si tratti anche di un isolamento fisico, oltre che psichico … sarei tentato d’ipotizzare entrambi, di solito ci si azzecca … C’è un riferimento e rimando ad una paura che evoca, ancora una volta, fantasmi legati ad eventi inquietanti, sicuramente dolorosi, che isolano.

Anima stanca,
piena d'orgoglio e
d'acerba dolcezza,
confortata del suo male
solo dal cielo.

< … un’anima stanca, ricolma di dolore, ma ancora non completamente infiacchita da esso, non ancora soccombente, che cerca riposo in sé (l’isolamento) e, presumibilmente, nella sua capacità astrattiva (l’imaginaire) o nella fede religiosa … cerca conforto e da questo conforto pare ne tragga dolcezza… è un’anima piegata in sé stessa dal soverchiante dolore che, da questo contrarsi in sé, per forza ed effetto di questa sofferenza, recupera le cose migliori del proprio animo (la dolcezza, forse). Uno spirito indomito, dunque, che rifugge la ‘vita vissuta’ per rivolgersi e donarsi alla ‘vita indagata’, da cui sembra che tragga nuova forza.


A te che non temi le ire nemiche,
ma temi gli anni passati,
le angosce subite.

< … questa strofa rafforza la precedente: uno spirito indomito che non ha paura dei nemici che si manifestano come tali (le forze esterne), ma piuttosto la storia passata che è stata causa d’angoscia, ‘angosce subite’, contro le quali null’altro poté se non contrapporre la fuga interiore che funge, così, da elemento di difesa, e, allo stesso tempo, da fattore distruttivo. Una difesa distruttiva che appesantisce ed isola

Risorgi, rinfranca
il potere smarrito,

< … molto bello! Qui c’è un’accorata esortazione dell’amico (l’autore) al dolente. Recupera te stesso, riguadagna e ravviva il ‘potere smarrito’ … ritorna alla vita … esci dal tunnel … ci troviamo al cospetto del ‘male oscuro’?

possiedi le chiavi del tuo tempo,
< … questo è il passaggio più complesso, non son certo si tratti di un’affermazione, una constatazione o di un’esortazione …
quindi, in assenza di maggiori e più precise indicazioni, ho deciso: IMMAGINO! …l’isolamento, soprattutto quello emotivo (mi pare di poter dire che questo sia il caso), è anche causa di una diversa percezione del tempo che scorre … un rallentamento di quello che è chiamato ‘tempo psicologico’; si tratta di una particolare condizione della percezione che influisce notevolmente sulla percezione dello scorrere del ‘tempo fisico’ e, di riflesso, anche sullo stato d’animo di ciascuno di noi … qui sembrerebbe molto ben espresso l’intero concetto … in un’unica strofa è presente un concetto molto complesso, oggetto di studi appassionati da parte della moderna psicologia della percezione. Proprio niente male come spunto …
Ok, non curiamoci dell’aspetto psicologico; è sufficiente, al momento, comprendere al meglio la situazione che ci troviamo di fronte; l’amico-autore sprona l’altro affinché si riappropri della propria forza e, conoscendo ed apprezzando (suppongo) le di lui qualità oramai sopite e soffocate dal ‘dolore’ (credo di potermi sentire autorizzato ad immaginare che si tratti del ‘male oscuro’ – la depressione che si porta appresso tante e tante conseguenze), lo sprona, così, con questa espressione molto bella; l’autore, sa, conosce la forza dell’amico, gli ricorda che in lui risiede la soluzione e la via d’uscita da una situazione difficile: ’possiedi le chiavi del tempo’, non devi essere, dunque, prigioniero di te stesso.

apri il vano delle memorie soavi
di gioie segrete,
di taciti desideri,
quiete virtù e pianti d'amore,

< … insomma, che dire? La memoria dell’amico/autore ci conduce a visitare una storia piacevole, un passato ricolmo di ’gioie segrete’ , di ’taciti desideri’; ricorda gli amori e le gioie … da lì, da questi ricordi che parlano di vita, d’amore e virtù, è necessario attingere per ridonarsi alla vita.

con le tue ali librati
nel cielo azzurro,
fai un dolce sospiro
e tua, la vita sarà.

< … Attingi dal tesoro della memoria, che il passato e le tue virtù fungano da ali liberatorie che ti proiettino in un volo catartico (Cat… tu non c’entri nulla), in un cielo ove il fresco di un nuovo ‘dolce sospiro’ ti sussurrerà parole di libertà e tu, così riguadagnerai la vita… che dire, questa è un componimento che parla di tante cose… quella più vitale è l’amicizia>

Mi auguro che l’autore non legga mai queste righe o, nel caso, sappia essere indulgente … è un’emozione, la mia, indotta dalla sua … magari contrastante, forse non calzante… ma che dire? La poesia meritava… non ho saputo resistere… In ogni caso, complimenti.
visechi is offline  
Vecchio 18-11-2002, 10.50.42   #22
Armonia
 
Data registrazione: 30-03-2002
Messaggi: 250
Citazione:
Messaggio originale inviato da visechi
Risorgi, rinfranca
il potere smarrito,

< … molto bello! Qui c’è un’accorata esortazione dell’amico (l’autore) al dolente. Recupera te stesso, riguadagna e ravviva il ‘potere smarrito’… ritorna alla vita … esci dal tunnel … ci troviamo al cospetto del ‘male oscuro’?


A questa domanda, non posso rispondere, violerei troppo la privacy della persona a cui ho dedicato questa poesia circa 2 anni fa. (in questo forum e ci sono persone che la conoscono, vecchi amici di un vecchio forum)
Per il resto hai fatto un'attenta analisi del testo. Non posso che dirti Bravo




Citazione:
Mi auguro che l’autore non legga mai queste righe o, nel caso, sappia essere indulgente … è un’emozione, la mia, indotta dalla sua … magari contrastante, forse non calzante… ma che dire? La poesia meritava… non ho saputo resistere… In ogni caso, complimenti.
Ti ringrazio dei complimeti, anche se a dire il vero mi imbarazzano
Armonia is offline  
Vecchio 18-11-2002, 11.17.05   #23
Armonia
 
Data registrazione: 30-03-2002
Messaggi: 250
x Visechi

la poesia da te richiestami, appartiene ad Eugenio Montale ed è tratta dalla sua prima raccolta Ossi di Seppia

Meriggiare placido e assorto

Meriggiare placido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia


Eugenio Montale
Armonia is offline  
Vecchio 18-11-2002, 22.29.46   #24
visechi
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
La poesia è bellissima, ma non mi riferivo a questa...
Neruda, <... l'invidia stella, fatta di cocci (o vetri) rotti...>
questa è una strofa, non so neppure se sia il titolo. Non ricordo altro, non sono neppure più sicuro che sia di Neruda ... l'ho letta tanti anni fa ... mi è sempre rimasta impressa questa strofa; non sono più riuscito a trovarla, devo dire la verità, non è che mi sia poi impegnato troppo nel cercarla... sai, la pigrizia
Ciao, grazie per la poesia di Montale e niente complimenti per quanto precede...
visechi is offline  
Vecchio 19-11-2002, 00.01.16   #25
veronica
Ospite
 
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 5
un poeta è tutto e non è niente.
veronica is offline  
Vecchio 19-11-2002, 01.44.07   #26
Armonia
 
Data registrazione: 30-03-2002
Messaggi: 250
x Visechi sempre di Neruda


ARTI POETICHE (II)

Io non ho scoperto nulla,
tutto era già scoperto
quando passai per questo mondo.
Se torno da queste parti
chiedo agli scopritori
che mi serbino qualcosa,
un vulcano senza nome
un madrigale sconosciuto,
la radice d'un fiume segreto.

Son sempre stato così avventuroso
che mai ho avuto un'avventura
e le cose che scopersi
erano dentro me stesso,
per tal modo che defraudai
Giovanni, Pietro e Maria,
perché per quanto mi sforzassi
non potei uscire dalla mia casa.

Contemplai con invidia intensa
la seminagione incessante
il ciclo dei satelloidi,
l'aggiunta degli scheletrì;
nella pittura vidi passare
tante maniere affascinanti
che appena mi misi alla moda
già la moda era passata.
(Neruda)



Il poeta

Dapprima per la vita vagai, in mezzo
a un amore dolente: e conservai
una piccola pagina di quarzo
che mi confisse gli occhi nella vita.
Comprai bontà, visitai il mercato
della cupidigia, aspirai le acque
più sorde dell'invidia, l'inumana
ostilità d'esseri e di maschere.
Vissi un mondo di pantano marino
dove i fiore, il giglio, d'improvviso,
m'ingoiava in un tremito di spuma,
e dove posi il piede la mia anima
scivolò verso i denti dell'abisso.
Nacque così la mia poesia, appena
riscattata dalle ortiche, impugnata
sulla solitudine come un castigo,
o, per sotterrarlo, chiuse nel parco
della lascivia il più segreto fiore.
Così isolato come l'acqua oscura
che vive nelle fonde gallerie,
corsi di mano in mano, all'isolarsi
d'ogni essere, all'odio quotidiano.
Seppi che così vivevano, coprendo
la metà degli esseri, come pesci
del più strano mare, e nelle fangose
immensità io incontrai la morte.
La morte che apriva porte e sentieri.
La morte che scivolava sui muri.
Armonia is offline  
Vecchio 16-12-2002, 22.17.55   #27
nuvola^
silenzio-sa
 
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Messaggi: 146
"Un sepalo ed un petalo e una spina
In un comune mattino d'estate,
Un fiasco di rugiada, un'ape o due,
Una brezza,
Un frullo in mezzo agli alberi-
Ed io sono una rosa!"

Emily Dickinson
nuvola^ is offline  
Vecchio 17-01-2003, 21.00.19   #28
kri
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Data registrazione: 11-06-2002
Messaggi: 1,297
inconcepibilmente osservando un poeta
si osserva un essere che passa il suo tempo nel pensiero profondo del se
si osserva un uomo libero
si osserva un uomo che vive se stesso e che a volte si racconta.



perdersi così nell'inutile pensiero
e non sentirsi nell'anima
incontrarsi così nell'immensità del pensiero e sentirsi nell'anima



non deve essere svelato l'ignoto
strappare l'intimo per donarlo
al fuoco che lo brucerà
lasciarlo nascosto nel profondo mare
nei suoi abissi
nella sua oscurità celata
svelarlo solo alla pura essenza dello spirito
per scoprire che siamo soli di fronte all'immenso
kri is offline  
Vecchio 16-02-2003, 11.38.25   #29
nuvola^
silenzio-sa
 
L'avatar di nuvola^
 
Data registrazione: 01-04-2002
Messaggi: 146
"Sognato per l'inverno"

D'inverno, andremo in un piccolo vagone rosa
Imbottito d'azzurro.
Staremo bene. Baci pazzi s'annidano
In ogni cantuccio morbido.

Chiuderai gli occhi per non vedere, dal finestrino
Torcersi le ombre della sera,
Astiosi mostri, plebaglia nera
Di lupi e demoni.

Poi sentirai sulla guancia un solletico...
un bacio leggero, ragno impazzito,corre
Su e giù per il collo...

"Cerca!" tu dirai, chinando il capo.
-E quanto tempo impiegheremo allora per scovare
Quella bestiola-che viaggia tanto...

(A.Rimbaud)
nuvola^ is offline  

 



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