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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 15-02-2003, 23.19.16   #1
Fragola
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Ma chi ci ha promesso che nella nostra vita ci sarebbe stato l'amore?

Perché noi ce lo aspettiamo, l’amore. Ci illudiamo di trovarlo ad ogni svolta della strada. Salterà fuori e ci dirà, eccomi, ti aspettavo da sempre e rimarrò con te per sempre. E se questo non succede (e posso garantire che non succede mica a tutti!) siamo arrabbiati con la vita e stiamo male.
Poi ci capita di trovare un amore temporaneo. E allora crediamo di essere felici. Gratificati. Soddisfatti.
Fino a che dura. E non dura mai se crediamo che sia nostro per diritto. Se non lo accogliamo ogni giorno come una sorpresa, nuova e gratuita.
Poi, quando finisce, ricominciamo a camminare guardando attentamente dietro a tutti gli angoli. Aspettando l’Amore, quello destinato a noi, che ci accompagnerà per sempre e grazie al quale non saremo soli mai più. E se non lo troviamo siamo arrabbiati, arrabbiati, arrabbiati.
Parlo dell’amore. Ma può essere un’altra cosa: la carriera, il denaro, il successo.
Perché siamo cresciuti credendo che fosse un nostro diritto.
Perché ce lo hanno promesso. Senza che ce ne rendessimo conto ce lo hanno promesso. Il lieto fine.
A quelli della mia generazione lo hanno promesso i film di Walt Disney e le canzoni sentimentali. Ma soprattutto, soprattutto la televisione.
Per farci sognare sogni omologati, standard, che non suscitino scompiglio nel buon ordine sociale.
Perché non fossimo più capaci di sognare da soli.
Perché la cosa più importante fosse avere il denaro per accedere ai sogni in vendita.
E allora via, a lavorare, solo per avere i soldi per comperare sogni.
Ascoltate attentamente gli stacchetti degli spot pubblicitari. Guardate le immagini. Ci promettono che quel detersivo, quella crema, quel dentifricio, quella merendina ci daranno la chiave per accedere alla felicità. E ci forniscono un’idea precisa di come questa felicità debba essere. Guardate le fiction televisive con altri occhi. Cercate la promessa implicita che contengono.

DOMANI NESSUNA PROMESSA SARA’ MANTENUTA SEMPLICEMENTE PERCHE’ NON C’E’ MAI STATA ALCUNA PROMESSA.

L’amore e la felicità non sono un “diritto”, non ci spettano per il semplice fatto di esistere. Bisogna costruirli. Con fatica e sudore. E con la consapevolezza che la vita comprende il dolore. Inevitabile. Quello si che è garantito, promesso a tutti gli esseri che condividono la condizione umana.
E allora che cosa facciamo nei momenti in cui il compimento della “promessa occulta” pare lontano mille miglia dal realizzarsi?
Urliamo: “No, non è giusto! Non voglio questa vita!”
Oppure neghiamo che sia così e ci comperiamo un televisore nuovo, per sognare meglio. O una crema miracolosa che ci toglierà dieci anni di età. O una macchina. La moto. O semplicemente, se non ci possiamo permettere altro, cambiamo bagnoschiuma e facciamo incetta di merendine al cioccolato.
Ma mai, mai rimaniamo fermi ad osservare il dolore. Ad ascoltarlo. Per capirlo. Chiudiamo gli occhi ed il cuore così tanto, vogliamo essere così ciechi di fronte a ciò che si muove dentro di noi, che c’è addirittura chi teorizza che le emozioni, i sentimenti e tutto ciò che caratterizza la vita interiore di un essere umano debba essere esiliato persino dalla poesia, dall’arte. Da quella forma di espressione nata proprio per esprimere l’indicibile.

DOMANI NESSUNA PROMESSA SARA’ MANTENUTA SEMPLICEMENTE PERCHE’ NESSUNA PROMESSA E’ STATA FATTA.

Questo non significa che non ci sarà un futuro, che non ci sarà mai la felicità.
Ma non sarà domani e non sarà il compimento di ciò che ci era dovuto.
Potrebbe essere, se ne siamo capaci, in questo momento esatto. E non è assolutamente detto che abbia l’aspetto che noi desideriamo. Anzi è veramente poco è probabile che lo abbia.
E mentre cerchiamo affannosamente la felicità che ci hanno promesso, lasciamo che la nostra vita marcisca lungo la strada.
E io? La promessa fasulla cui io mi aggrappo è proprio l’Amore Eterno.
Ho incontrato l’amore nella mia vita. Molte volte. E tutte le volte mi ci sono aggrappata con le unghie e coi denti perché non finisse, uccidendolo.
E adesso mi chiedo chi mi aveva promesso che lo avrei trovato?
E chi, ancora, che lo avrei trovato in un uomo?
E chi che sarebbe durato per sempre?
Perché mi pare che da nessuna parte ci sia scritto che l’unica forma che l’amore può assumere è quella di due persone che si rotolano nello stesso letto.
Fragola is offline  
Vecchio 16-02-2003, 00.08.14   #2
irene
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Cara Fragola,
l'Amore è fusionalità con l'Altro da sè,è dunque metafora-che tutti più o meno chiaramente,o più o meno confusamente,avvertiamo-di unione panica con tutto l'Universo....
Tutti aspiriamo all'Amore,e soprattutto all'Amore,e forse soltanto all'Amore,perchè lo percepiamo come l'unico miraggio nel deserto capace di darci un senso.E noi è esattamente questo "senso" che cerchiamo disperatamente,e con tutte le nostre forze,perchè la vita,che da bambini ci sembrava una luminosa promessa di felicità,si è invece rivelata un percorso irto di insidie e di sofferenze...e per giunta senza nessuna pentola piena d'oro da conquistare,in fondo al pozzo...
Già,il "racconto pieno di grida e di furore,che non significa nulla" come dice Shakespeare nel Macbeth.
Questo,in termini generali.
Oggi,nella società dei consumi,le cose si sono ulteriormente complicate.
Perchè ci hanno fatto credere che tutto è merce,e che tutto può essere acquistato.Se siamo belli,grintosi,dinamici,con il look giusto,e se frequentiamo i posti "giusti",con il "giusto" curriculum vitae alle spalle,troveremo l'amore.
E invece no,non è così.Perchè in realtà,recitando tutti,indistintamente-chi più,chi meno-questa commedia collettiva impostaci dall'alto,ci siamo allontanati dalle nostre esigenze più autentiche.Esiliandoci nei limbi senza colore e senza reale gioia ricalcati sulle immagini patinate e fasulle degli spot pubblicitari...
Riappropriamoci del Dolore.E' dentro di noi,negandolo ci si ritorcerà contro nelle maniere più sotterranee ed imprevedibili..Viviamolo con dignità ,e coraggio,cercando di comprendere cosa significhi.Perchè è il Dolore che,correttamente interpretato,ci insegna chi davvero siamo,e cosa davvero vogliamo.
Solo quando non saremo più estranei a noi stessi potremo davvero accogliere dentro di noi qualcun Altro.Un uomo...una donna..O,per i più illuminati e consapevoli,il cuore pulsante dell'intero Universo.La forma più alta,completa,panica,di Amore.

Ultima modifica di irene : 16-02-2003 alle ore 00.21.08.
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Vecchio 16-02-2003, 00.23.13   #3
Fragola
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Cara Irene:
tutti aspiriamo all'Amore? Lo vorrei tanto. Davvero!
Ma in questa riflessione io mi riferivo all'amore così come è inteso nel parlare comune. Ad una relazione con un'altra persona.
In quel caso secondo me non è molto auspicabile che si tratti di fusionalità. La fusionalità può facilmente portare alla dipendenza. La dipendenza crea bisogno e spesso ricatto morale.

Dando alla parola Amore un significato più ampio, ciò che dici è bellissimo.
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Vecchio 16-02-2003, 00.49.23   #4
irene
Ospite abituale
 
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Messaggi: 474
Io sono convinta che qualsiasi relazione d'amore tra due persone sia vissuta,magari del tutto inconsapevolmente,nell'aspiraz ione alla fusionalità con l'Altro da sè...Che,se esperita con la maturità e la consapevolezza adeguate,si rivela base e presupposto per un progetto esistenziale comune(non simbiotico).Negli altri casi...crea,come appunto tu dici,dipendenze,ricatti morali,e quant'altro.Non amore,insomma.Ma,direi...patol ogia dell'amore.
Ciao.

Ultima modifica di irene : 16-02-2003 alle ore 00.54.02.
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Vecchio 16-02-2003, 11.20.46   #5
edali
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Complimenti

Complimenti Irene! Te le volevo fare nel privato ma la tua box è piena.
Complimenti a tutte e due.

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Vecchio 16-02-2003, 12.58.18   #6
Rodolfo
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Ciao Fragola, ciao irene. Chiedo innanzitutto venia per non aver letto nulla oltre al post originale, ma ero preso dalla briga di rispondere.
Hai mai pensato che tutto ciò ci stia decisamente bene?
Raggiunta la consapevolezza di cui parli, la prima cosa che a rigor di logica dovrebbe venirci in mente di fare dovrebbe essere di liberarsi dalla stessa.
Azzardo un paragone. Ho la fortuna di avere un amico appassionato di filosofia antica e di storia romana. Da questo sono venuto a sapere che a Roma, dopo il crollo del paganesimo, assieme al Cristianesimo un'altra religione era presente: Il Neo-Platonismo. Era stato addirittura la religione ufficiale per un breve periodo, ed era il tentativo dell'impero di non proclamare i valori pacifisti del cristianesimo (presumo). Detto ciò arrivo al punto. Sapete perchè questa religione non riuscì a vincere lo scontro diretto in quanto a preferenze? Beh, il neo-platonismo non prometteva la vita eterna. La maggioranza delle persone preferiva avere la promessa della felicità eterna piuttosto che la consapevolezza che la vita sarebbe dovuta finire; preferiva poter condurre una vita di miseria e priva di soddisfazioni con serenità, in attesa della pace eterna garantita ai misericordiosi.
Quando ai tempi dei romani l'imposizione autoritaria dei valori da seguire, dell'istruzione da ricevere e della vita da condurre era ben esplicita, ai giorni nostri il tutto è celato decisamente con maggiore capacità. Vorrei parlare del "pacchetto vita" che i media e bla bla bla vogliono propinarci, ma è un argomento trito e ritrito e non ho il coraggio di portarlo avanti ma, ad ogni modo, il senso del mio discorso è questo.
Ci propongono un gran bel pacchetto vita e noi crogiuoliamo contenti e beati all'interno di esso, malgrado spesso, i panni impostici ci stanno decisamente stretti.

In questo momento della mia vita, mi ritrovo ad affrontare amaramente tutto quello che questo atteggiamento mi è costato. Da adolescente non ero forse in grado di contrastare l'andamento della mia vita, ma ho sviluppato una certa convinzione che le cose debbano andarmi sempre nel migliore dei modi. Così è accaduto quasi sempre, e gli incidenti di percorso ho preferito attribuirli al caso piuttosto che alla mia scarsa preparazione.

Detto ciò mi metterò a perdere tempo davanti al pc negando ore allo studio, continuandomi a ripetere che prima o poi dovrò prendere l'università seriamente. Ma tanto gli esami mi andranno benone, no?
Rodolfo is offline  
Vecchio 16-02-2003, 17.30.41   #7
Fragola
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Forse dovrei capire meglio

Ciao Irene.
Forse dovrei capire meglio che cosa ti chiami "fusionalità con l'altro da sè".
Non siamo in disaccordo, credo, forse è solo una questione di terminologia.
Fragola is offline  
Vecchio 16-02-2003, 18.25.22   #8
irene
Ospite abituale
 
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Sì,infatti,Fragola,è una questione terminologica.
Fusionalità con l'Altro da sè non è nient'altro che la (comune)nozione di Amore che tutti rechiamo impressa in noi...E' cioè l'attitudine a "vivere" e a "sentire" la persona amata come parte di noi stessi...nel rispetto della reciproca autonomia individuale.
irene is offline  

 



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