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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 26-12-2007, 17.55.25   #1
-Ivan-
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Data registrazione: 09-03-2007
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Parliamo di scuola

L'argomento è direi molto vasto e complicato ma vorrei sapere in parole povere se siete d'accordo con il sistema attuale scolastico o se apportereste dei cambiamenti e quali in tal caso.
Vi cerco di spiegare un attimo cosa penso io spero in maniera più ordinata e chiara possibile.
Dunque, come premessa direi che ci sono stati negli ultimi 100 anni forti cambiamenti nell'educazione in generale che si sono manifestati in molti modi e che oggi ci arrecano anche diversi problemi, primo tra tutti la violenza.
Diciamo che i nostri nonni una volta si sedevano in un banco di scuola e facevano quello che dovevano fare altrimenti prendevano delle botte dai professori e poi ne prendevano ancora di più a casa. Oggi la situazione è molto diversa ed il risultato sembra che sia cambiato in peggio. Io non sono d'accordo su questa cosa e cercherò di spiegare perchè per poi dire come penso debba essere strutturato il percorso scolastico.
Quando l'educazione era più forte di oggi si abituavano le persone ad obbedire alle autorità, si faceva quello che si doveva fare per timore di essere puniti, il risultato è che la società funzionava bene perchè aveva ciò di cui aveva bisogno ma la felicità non spopolava di certo. La nascita della psicologia è in fondo dovuta anche alla presenza di un numero altissimo di nevrosi tra la popolazione.
Una vita di questo tipo non penso possa essere l'obiettivo di alcuna società che possa ritenersi quantomeno decente, perchè quella è una vita donata alla volontà del comandante, possa essere un capo politico oppure un meccanismo economico.
Oggi questo riferimento autoritaritario non c'è, o meglio ha perso di credibilità e non intimorisce più come una volta, e credo che questa cosa sia molto positiva, in questa evoluzione però sparendo un male se ne è presentato un altro. Se io non ho obiettivi che mi vengono imposti da qualcuno di esterno avrò il compito di trovarli da solo e questo processo può essere molto difficile.
Cos'è che aiuta le persone a trovare una strada nella vita?
Io penso che sia necessario soprattutto "insegnare" dei valori umani, non parlo di religione nel senso comune della cosa ma parlo di amore per la vita, questo compito lo può assolvere la religione come la filosofia, ma anche la matematica, una persona che ama la matematica e ci si immerge per risolvere dei problemi in quel momento sta amando profondamente la vita perchè sta impiegando le sue capacità attivamente. Insegnare alle persone a provare piacere per ciò che fanno ma soprattutto a fare qualcosa per cui provano interesse.
In questo modo la violenza che deriva dalla incapacità di usufruire della libertà svanirebbe a mio avviso perchè si sarebbe impiegati in attività che impegnano positivamente la persona la quale non sviluppa violenza se non è forzata a fare qualcosa di amorfo.
Detto questo penso che una scuola ben formata possa tranquillamente rimanere come è ora in quanto a divisione degli anni ma che debba cambiare profondamente gli insegnamenti.
Voglio dire, alle scuole elementari le materie importanti per me sono l'italiano, il GIOCO, discussioni su questioni umane estrapolate dalla filosofia e dalla religione a livello ovviamente molto semplice e presentabili ai bambini, ed un anno di matematica il quinto anno.
Mentre alle elementari è giusto che si tenga un metodo del tutto informale con i bambini e si dia spazio al gioco penso che alle medie possa iniziare l'approccio didattico e che si possano introdurre la storia, la matematica e le scienze in generale. Non in maniera pesante ma per far avere un quadro generale e per stimolare su diversi campi i ragazzi.
Alle superiori penso che la cosa vada già bene così com'è, alle superiori ci si iscrive per studiare una materia di interesse o un gruppo di materie o per continuare a formarsi una cultura generale, per cui penso non ci debbano essere grosse differenze da come funziona ora.
L'ho buttata giù in modo poco approfondito per non caricare troppo la discussione ma mi piacerebbe avere dei pareri su tutte le questioni trattate.
Ciao e buone feste a tutti.
-Ivan- is offline  
Vecchio 02-04-2008, 20.29.59   #2
Pipoca
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Riferimento: Parliamo di scuola

Ciao Ivan ...

mi cogli preparata e senza nemmeno bisogno della giustificazione falsa , falsa fin dalla prima firma , tanto per non inquinare le prove .

Non so da che parte vedi la scuola . Se dall'interno, dall'esterno, dalla cattedra , dalla presidenza , segreteria , bidella o banco .

O ancora ... da quei libri di pedagogia , pagine su pagine e pagine scritti da pedagoghi contemporanei che l'aula scolastica l'ultima volta l'hanno vista alle superiori .

O ancora ... dai filmetti americani dove il bullo di turno corteggia la miss di turno antipatica , ma si invaghisce della brutta di turno ... che alla fine del fim diventa a sua volta la miss di turno .

O ancora dei progetti Qualità dove , dietro ai questionari anonimi sulla predisposizione al dialogo degli educatori e dell'amministrazione , si nascondono cessi scrostati .

O dalle mille voci , da quella folla anonima che si protrae in critiche , improvvisandosi tuttologa .

Chiacchiere . Tutte chiacchiere . Troppe chiacchiere .

Non è la scuola che non funziona .

La scuola è la scuola . E' un valore , non va messa in dubbio .

Ciò che non funziona è l'uomo .

Siamo noi , che con il tutto a tutti , abbiamo smesso di essere selettivi .

Abbiamo smesso di esigere . Ci siamo adeguati .

Accanto ai nostri diritti , sacrosanti , abbiamo mangiato i diritti dell'altro in un meccanismo infinito .

Lasciatela stare la scuola . Basta infamare la scuola . A sminuirla ci pensano già le tv , i giornali , i video con il cellulare . Il bullismo e l'ignoranza sbattuta in faccia all'umanità .

Perchè lo stesso non viene fatto , che ne so , casi qualunque : la chiesa , le banche , il privato?

Gli insegnanti quando non fumano spinelli in classe , si prostituiscono in internet . I bidelli son tutti pedofili .

Se la scuola fa schifo , fa schifo perchè dietro al paravento dei discorsi saggi e giusti e delle belle parole , dietro al giudizio si nasconde una società che non fa altro che lamentarsi di quanto faccia schifo , che insegna a criticare , odiare , malfamare la scuola ... invece che insegnare ad amare e rispettare la scuola . La scuola pubblica .

Riforme su riforme su riforme non potranno mai risolvere la sua mancanza fondamentale : il nostro amore .

Denunciamo il peggiore e buttiamolo fuori , ma accanto e con pari intensità lodiamo coloro che fanno bene il loro mestiere .

Le colpe son di tanti e son di tutti ... dallo stato , alla società , alle famiglie , agli insegnati , agli studenti .

Ma manca la premessa essenziale : riconoscerne sinceramente il suo valore .



E' uno sfogo , nel mio oroscopo mercurio è in contrasto , non so che significhi , ma pare che spinga all'isteria .

Sono contenta che ci sia ancora qualcuno che si interessi della scuola ...
Pipoca is offline  
Vecchio 11-04-2008, 10.07.42   #3
Monica 3
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Riferimento: Parliamo di scuola

Buongiono Ivan e Pipoca e grazie per continuare a pensare alla scuola.


Secondo me la scuola è e deve rimanere uno dei capisaldi della società e gli insegnanti devono essere sostenuti ed incoraggiati nel loro lavoro. Si dovrebbero permettere loro pause dall'insegnamento per la riflessione pedagogica e per un confronto con il mercato del lavoro.

La scuola deve però cambiare prospettive e funzione. E' veramente assurdo continuare a considerare bambini e ragazzi come vasi vuoti da riempire (anche perché sono già stati riempiti dal bombardamento delle informazioni quando entrano a scuola).(Il Profeta).

Credo che l'unico approccio possibile sia quello suggerito da Kalil Gilbran quando parla dell'insegnamento:

"Nessuno può insegnarvi se non quel che già in dormiveglia giace nell'alba della vostra conoscenza....
(Il maestro) se veramente è saggio non vi invita a entrare nella dimora della sua saggezza, ma vi conduce piuttosto alla soglia della vostra mente....."

Dare gli strumenti quindi perché ognuno secondo le proprie inclinazioni, possa capire il mondo, rispettarlo e renderlo migliore. Molto più ascolto alle idee dei ragazzi dunque ed aiuto a mettervi ordine e sistematicità.
Monica 3 is offline  
Vecchio 11-04-2008, 17.13.25   #4
Pipoca
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Riferimento: Parliamo di scuola

Ciao Monica3
grazie per la partecipazione ad un argomento così tanto delicato quanto importante.

Mi piacerebbe tanto conoscere le impressioni che le persone hanno sulla scuola... per demolirle una ad una... (Quelle che reputo sbagliate ovviamente)

Non sono una cultrice di Gibran, mi piacciono alcuni suoi pensieri, ma spesso mi stuccano la bocca.

Citazione:
Originalmente inviato da monica3
gli insegnanti devono essere sostenuti ed incoraggiati nel loro lavoro

In che senso?

Citazione:
Originalmente inviato da monica3
pause dall'insegnamento per la riflessione pedagogica e per un confronto con il mercato del lavoro

Ovvero?

Citazione:
Originalmente inviato da Monica3
La scuola deve però cambiare prospettive e funzione. E' veramente assurdo continuare a considerare bambini e ragazzi come vasi vuoti da riempire (anche perché sono già stati riempiti dal bombardamento delle informazioni quando entrano a scuola).(Il Profeta).

Credo che l'unico approccio possibile sia quello suggerito da Kalil Gilbran quando parla dell'insegnamento:

"Nessuno può insegnarvi se non quel che già in dormiveglia giace nell'alba della vostra conoscenza....
(Il maestro) se veramente è saggio non vi invita a entrare nella dimora della sua saggezza, ma vi conduce piuttosto alla soglia della vostra mente....."

Dare gli strumenti quindi perché ognuno secondo le proprie inclinazioni, possa capire il mondo, rispettarlo e renderlo migliore. Molto più ascolto alle idee dei ragazzi dunque ed aiuto a mettervi ordine e sistematicità.

Di approcci secondo me ce ne sono molti, dipende da chi hai di fronte.

Sei mai stata in un'aula scolastica a fare lezione?

Pipoca is offline  
Vecchio 11-04-2008, 22.06.54   #5
Monica 3
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Riferimento: Parliamo di scuola

Citazione:
Originalmente inviato da Pipoca
Ciao Monica3
grazie per la partecipazione ad un argomento così tanto delicato quanto importante.

Mi piacerebbe tanto conoscere le impressioni che le persone hanno sulla scuola... per demolirle una ad una... (Quelle che reputo sbagliate ovviamente)

Non sono una cultrice di Gibran, mi piacciono alcuni suoi pensieri, ma spesso mi stuccano la bocca



In che senso?

Ovvero?

Di approcci secondo me ce ne sono molti, dipende da chi hai di fronte.

Sei mai stata in un'aula scolastica a fare lezione?


Sono stata insegnante di ruolo di inglese alla scuola media nell'hinterland milanese: 6 classi e 150 ragazzi che vedevo due volte alla settimana. In classe ne ho viste di tutte, ma ti giuro proprio di tutte (furti di merendine di chi aveva fame, masturbazioni, molestie ai compagni, bullismo, ecc.ecc.).

Non credi che tutta sola, senza alcun sostegno pedagogico per uno stipendio che lasciamo perdere non fosse un po' troppo?

Da allora è passato un po' di tempo. Ho lavorato prima per la cooperazione internazionale e poi con i rifugiati. L'inglese forse l'ho imparato meglio usandolo per comunicare invece che insegnandolo. Contemporaneamente a me la mia collega di matematica lasciava temporaneamente la scuola per andare a lavorare per una grossa società informatica.

Ora do lezioni di inglese agli adulti in modo molto più professionale ed ho imparato che l'unico modo di insegnare è di rapportarmi ai bisogni di chi deve imparare.

Quando la mia collega è tornata a insegnare matematica ha scritto un bellissimo manuale che mi sono studiata anch'io e che mi ha fatto capire a cosa servivano gli esercizi di matematica che avevo sempre fatto a scuola senza capirne il senso.

E' lavorare fuori dalla scuola che ci ha fatto capire quello che devi fare a scuola.

Quanto a Gilbran nench'io ne sono una cultrice, ma tu stessa dici che tutto dipende da chi hai di fronte, no? Proprio come lui.

Capisco bene che tu sia stanca e frustrata , ma se ti vien voglia di rispondermi, potresti trovare prima un modo di sfogare questi sentimenti e usare un tono modo meno aggressivo con me?

Grazie
Monica 3 is offline  
Vecchio 11-04-2008, 22.57.01   #6
frollo
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Riferimento: Parliamo di scuola

Penso che farò "arrabbiare" Pipoca
Ho insegnato per un anno in un ITIS, meccanica, tecnologie dei materiali e sistemi di automazione.
Qualcuno dirà che un anno è poco per farsi un'idea. A me è bastato per "desiderare" di fare il professore per professione. Purtroppo la ridicola legge che ha istituito le SISS, le scuole post laurea che consentono di accedere all'insegnamento, mi impedisce di intraprendere quella strada. Per il ministero della pubblica istruzione, infatti, la mia laurea in Ingegneria aeronautica, consente l'accesso all'insegnamento SOLO nelle materie di Aerotecnica e Costruzioni Aeronautiche (Naturalmente anche Matematica, Fisica e Disegno, ma in queste materie c'è la concorrenza di "milioni" di laureati in matematica e fisica, quindi le percentuali di accesso alla corrispondente Siss sono nulle!). Siccome a Roma ci sono solo 2 istituti tecnici aeronautici, le cui cattedre sono ampiamente coperte, non è stata mai istituita una SISS per le materie che posso insegnare. Quelle che ho insegnato per un anno, benchè fossero ampiamente alla mia portata, le ho insegnate di straforo per chiamata diretta da parte del preside.
Ma a parte questo...
L'anno di insegnamento è stato l'anno in cui ho lavorato meno in vita mia e ho guadagnato di più (in proporzione)!
Partiamo da questo.
Il mio lavoro a scuola era di 16 ore settimanali + 2 ore a disposizione. Un paio di ore al giorno le dedicavo a preparare le lezioni e a correggere i compiti, una volta ogni 2 mesi c'era un pomeriggio di incontro con i genitori, un consiglio di classe e 2 volte all'anno le pagelle da fare.
Per contro, dal 10 giugno al 15 settembre... non si lavora,
dal 20 dicembre al 10 gennaio... non si lavora
dal mercoledì prima di Pasqua a. mercoledì dopo... non si lavora,
un giorno al mese di assemblea d'Istituto... non si lavora,
se gli studenti non entrano a scuola (e capita molto più frequentemente di quanto non si pensi)... non si lavora,
Quando ci sono le elezioni... non si lavora,
3 giorni all'anno la tua classe sta in gita e... non si lavora,
insomma, per la verità, considerato che oggi lavoro dalle 9 alle 20 con un quarto d'ora per un panino a pranzo, non mi sembra un impegno massacrante!
Il tutto per uno stipendio di 1150 euro al mese! Una cifra astronomica per un lavoretto "part time"!
Quello che mi ha lasciato esterrefatto, invece, in quell'anno, è stato l'assenteismo dei miei colleghi,la maggior parte liberi professionisti, che si davano malati per completare i loro impegni "a studio" e che spessissimo, abbandonavano le classi 20, 30 minuti prima della campanella, per scappare dai clienti!
Molto spesso ho discusso con insegnanti che si lamentavano per lo stipendio basso e per la demotivazione, sostenendo che "nel privato" si che si guadagnava! Io ribattevo che nel privato, alle 7 di sera di un giorno di Luglo, non ti stai godendo il tiepido sole sulla draio al mare, ma stai ancora dietro alla scivania a smadonnare perchè c'è un problema da risolvere per il giorno dopo!
Continua....
frollo is offline  
Vecchio 12-04-2008, 14.37.26   #7
frollo
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Riferimento: Parliamo di scuola

... continua da sopra
Per non parlare della "didattica". Io ho insegnato un anno e siccome sono scrupoloso, mi sono preparato le lezioni con cura, le ho spiegate e rispiegate e ho fornito i miei alunni di dispense scritte da me. Se avessi insegnato le stesse materie anche l'anno successivo, tutto il lavoro di preparazione me lo sarei già trovato pronto. Se avessi fatto il professore per mestiere, dal terzo anno in poi avrei "campato di rendita" per quanto riguarda compiti in classe, dispense, esercizi, "presenza in classe", ecc.
Inoltre, non esiste nessun altro lavoro in cui tu non devi rispondere ad un superiore di quello che fai, anzi, in quasi tutti i lavori sei soggetto a "misurabilità" delle prestazioni. Il professore... no! In classe è non controllabile e non misurabile. In pratica nessuno può permettersi di dirgli nulla.
Io direi che un mestiere così è una pacchia. Tanto più che, anche se insegni male, che cambia? Tanto il diploma non serve a nulla... Al limite, i tuoi alunni avranno qualche lacuna, che forse non cambierà loro la vita o forse li costringerà a studiare un po' di più dopo. Comunque, i loro traguardi dipenderanno non solo dal tuo lavoro, ma da tantissime altre e imponderabili circostanze, per cui NESSUNO potrà, a distanza di tempo, venirti a contestare che non è diventato "dirigente" perchè tu non gli hai saputo spiegare i sistemi iperstatici. Al contrario un funzionario nel privato è continuamente soggetto a report e controlli sull'efficienza del suo operato.
Eppure i prof si lamentano. Eppure i prof vorrebbero guadagnare di più!
La paga oraria di un prof (stipendio/ore di lavoro) è ALTISSIMA! Un prof lavora 20 ore a settimana per 9 mesi all'anno: in totale sono 720/750 ore all'anno e guadagna 1300 euro per 13 mesi che sono 17000 euro netti circa all'anno.
17000 diviso 750 fa circa 23 euro netti l'ora! Provate tutti a guardare la vostra busta paga e cercate la paga netta oraria. Scoprirete che guadagnate meno della metà!
C'è chi dice che con il lavoro da prof non si possono fare certe considerazioni e certi conti. C'è chi dice che fare il prof è una "missione" che bisogna avere quel quid che ti distingue, quella passione che trascina e che simili doti non possono essere "pate un tanto l'ora". C'è chi dice che il professore deve recuperare autorevolezza e ciò può farlo solo se ha uno stipendio alto e un'importanza sociale commisurata. E c'è chi sostiene che questi eventuali "costi" (gli stipendi più alti) dovrebbero essere corrisposti con piacere dalla società, che dovrebbe riconoscere l'estrema importanza del ruolo degli insegnanti.
Io resto del parere che se a un professore qualcuno darà mai 2000 euro al mese, a me dovrebbero darne 10000!!!
continua ancora... forse
frollo is offline  
Vecchio 12-04-2008, 16.20.47   #8
Pipoca
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Riferimento: Parliamo di scuola

Olà Monica... prova rileggere le mie domande con un altro tono interrogativo più che aggressivo...

Forse la mia capacità evocatrice non ha reso né il tono della voce, né l'espressione del viso nè l'intenzionalità stessa delle mie parole

Allora : ci riprovo!

Premessa: tutto ciò che scrivo non va inteso come aggressione né come critica a ciò che è stato scritto.

Sceneggiatura: siamo in un bar a mangiare buonissimi bomboloni alla crema ed a bere caffè. Se la disponibilità d'animo e di tempo lo permettono, dopo l'ennesima sigaretta passiamo a qualcosa di gradazione ascendente, dal prosecchino e salatino e su su...

Se l'empatia lo permette, conversiamo amabilmente delle nostre esperienze e/o opinioni sulla scuola.

Ok! Ci siamo! Raggiunto il relax?

Non sto a ripeterti le domande, perché in parte hai già soddisfatto la mia curiosità.

Chi ha/avuto esperienze scolastiche dovrebbe sapere che molto spesso la realtà scolastica, soprattutto da chi non vi è in stretto contatto, è passibile di molti travisamenti.

Io sono un' insegnate di Lettere presso i nuovi I.S.I ... e già l'acronimo promette bene.

Nel tuo primo messaggio tu hai parlato di sostegno ed incoraggiamento...
ed io ti ho chiesto 'in che senso'? Ma non era metaforico, era puramente letterale?
In che senso, cioè, come? Quali sarebbero eventuali sostegni ed incoraggiamenti che potrebbero aiutare l'insegnante nel suo lavoro (e non come persona singola?)

Io , ad esempio, fin dai primi anni di insegnamento ho sempre trovato sostegno ed incoraggiamento nei miei colleghi e nei miei studenti... lo so, può sembrare banale, ma per certi aspetti, qualora si dovesse ricorre ad una categorizzazione di tali necessità, dovremmo gioco forza ricorre anche una mercificazione degli stessi ...

e

per come son fatta io, non riuscirei ad attribuire loro un valore...
(e questa è un'opinione ... )

forse è possibile, ma dato che io non vi riesco, di nuovo torno a proporre la domanda...

come si potrebbe fare?

Nel tuo secondo messaggio affianchi a tali proposte il discorso stipendio...

ah (sconforto)... meglio rimandare questo argomento (eventualmente dopo se ci interessa)
personalmente esso mi tocca da vicino solo quando sborsare per qualcosa che non mi piace (le solite spese fisse mensili) o quando adocchio una borsa che non posso permettermi ... lì è il momento in cui mi lamento di più, ma a mente sgombra cerco di mettere da parte tali frustrazioni lussuose e cerco di confortarmi con altri pensieri...

Le successive domande avevano anch'esse senso letterale...

cosa intendi per riflessione pedagogica? Cioè non so come chiederlo... è una domanda pura e semplice... per esempio su qualche testo interessante? o nel confronto tra colleghi? (nei corsi di aggiornamento credo relativamente...cioè in alcuni sì, altri no)

e per confronto con il mercato?
Correggimi se sbaglio... cioè rapportare ciò che insegniamo a scuola con ciò che gli studenti sceglieranno un giorno come professione?

Io ad esempio credo nell'istruzione scolastica non come preparazione al lavoro (escluso logicamente le materie prettamente professionali, come vi sono nell'istruzione appunto professionale).

A me ad esempio quello a suo tempo ha dato la scuola è stato altro e che se tornassi indietro rivorrei...

Per quanto riguarda l'approccio e la disposizione, per quanto mi riguarda, credo che l'insegnamento sia una professione estremamente creativa ed in continua evoluzione, cambia ad ogni classe e per ogni classe cambia di mese in mese se non, addirittura di giorno in giorno.

L'insegnamento delle mie materie, nel bene o nel male, permette molte ore settimanali nella stessa classe, l'interazione con lo studente diventa così fortissima.
Per natura poi, io tendo sempre di più ad apprezzare ciò che uno studente è e ciò che vuole o può diventare per essere più felice e stare meglio con stesso, chiudendo a volte un occhio sulle date o su 'orrori' di ortografia.

Considera anche che trattare qui alcuni argomenti per me è particolarmente difficile, perchè sono così tante le cose che avrei da dire, che ... domattina saremmo sempre qui!!!

Per Frollo



...o hai avuto fortuna o sono stata sfortunata io.
Non ti scrivo il mio stipendio per discrezione, nè quanta differenza ci sia tra la retribuzione delle ore effettuate veramente in cattedra e quella non in cattedra...
A parte il precariato, a parte i vecchi i concorsoni e le attuali ssis (queste poi hanno il potere rendermi veramente, ma veramente una iena...

Per quanto mi riguarda, le riunioni ed i vari corsi pomeridiani, sono solo l'ennesima parte del lavoro che devo svolgere. A scuola rimango due pomeriggi la settimana, consigli di classe, riunioni per materia, riunioni per progetti, riunioni di istituto e collegi docenti esclusi (che logicamente occupano altri pomeriggi)
Forse perchè io per natura non sono assenteista, né ho un altro tipo di lavoro...
Forse perché oltre al mero lavoro, cerco di aggiornarmi ulteriormente sulle mie materie...

Forse perché amo il mio lavoro e non lo cambierei per niente al mondo... né per un orario più ridotto, né per uno stipendio più alto...

Magari se proprio insisti posso mandarti i miei impegni per la prossima settimana, così facciamo un confrontino tra orari di lavoro, stress emotivo (perchè gli studenti, se li ami, ti risucchiano anche la linfa vitale) e stipendio

così forse ti fai un'idea più chiara tra insegnare ed insegnare per modo di dire.
Pipoca is offline  
Vecchio 12-04-2008, 18.52.54   #9
frollo
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Riferimento: Parliamo di scuola

Pipoca cara, come ho scritto, io il professore l'ho fatto, non parlo per sentito dire. E l'ho fatto con trasporto e passione, perchè a me piace insegnare e qualcuno dice che sono pure bravo. Non solo per come spiego le cose, anche e soprattutto per l'interesse che trasmetto verso le cose che spiego.
E siccome io l'insegnante l'ho fatto... non prendiamoci in giro e cerchiamo di essere obiettivi. Io non so se tu hai mai lavorato in un'azienda privata. Io lo faccio da quando sono entrato nel mondo del lavoro, salvo quella parentesi "fortunata" di un anno.
Per dirtene una, la settimana appena passata (ma ti assicuro che è la norma) non c'è stato un solo giorno che sono tornato a casa prima delle 20 e 30, mercoledì addirittura alle 22 e 30, dalle 8 e 30 di mattina. E tra le mie "responsabilità" non c'è l'educazione di qualche pargoletto, ma decine di migliaia di euro di penali giornaliere se le cose non vanno come devono andare e conseguentemente la conferma o l'espulsione della mia azienda dal subappalto che ha. Non è superfluo dirti che l'eventuale allontanamento della mia azienda coinciderebbe con il mio licenziamento, né che per questo stress accuso diversi disturbi psicosomatici e non dormo la notte. Il tutto per circa 2000 euro al mese (forse meno).
Tuttavia vengo al punto.
Non voglio farne una questione personale, quindi non mi rivolgerò direttamente a te e al tuo modo di insegnare. Non puoi NON concordare con me che tutto quello che ho scritto è assolutamente la verità:
- le ferie estive, pasquali e di Natale
- le assemblee, gli scioperi e le elezioni (gia da ieri e fino a Mercoledì le tua scuola sarà stata chiusa e tu stai in vacanza)
- la mancanza di misurabilità delle prestazioni dell'insegnante
- l'insindacabilità del metodo
Quanto ai "pomeriggi", se hai 2 rientri a settimana, probabilmente non lavori il sabato e comunque le ore di cattedra non possono superare le 24 a settimana (pagate extra perchè altrimenti sarebbero 18). Io ho fatto in un anno 4 consigli di classe, 2 scrutini e ho parlato 2 o 4 volte con i genitori.
Per il resto c'erano giornate in cui facevo lezione dalle 8 e 15 alle 10 e poi ero libero!!! Pensa che io ingenuamente, le prime volte andavo in segreteria per chiedere cos'altro dovessi fare, pensando di essere vincolato a stare nella scuola per un orario minimo. Mi sembrava assurdo che alle 10 avessi finito di lavorare. E le segretarie mi prendevano in giro.
I corsi di aggiornamento.
Non so se in altre materie servano. Per quello che mi riguarda, sono abbastanza sicuro che le meccanica delle macchine e molte altre materie tecniche, per come devono essere insegnate, non subiscono grandi aggiornamenti. Certo, magari l'industria scopre "nuovi materiali", ma tanto a scuola bisogna prima studiare il diagramma del ferro carbonio, le leghe, le lavorazioni dell'acciaio... e il 90% del programma è fatto!
Anche per l'italiano, immagino. Magari nuovi scrittori si aggiungono ai vecchi, per esempio tutto il secondo 900... ma tanto Leopardi, Manzoni, Pirandello e via dicendo, li devi sempre fare e lì c'è poco da aggiornare. Oppure magari qualcosa da aggiornare ci sarà pure, ma l'eventuale "danno" che faresti continuando a spiegare in maniera tradizionale, non sarebbe percepibile. Ergo, il laureato in matematica, fa il primo anno da professore e fa esperienza, il secondo la consolida, dal terzo e fino alla pensione... "campa di rendita".
Io avevo una prof di inglese che ci faceva fare i "dettati". Beh... il mio quaderno passò nelle mani di mio fratello che mi seguiva a 2 anni di distanza e lui si ritrovò tutti i dettati già scritti (bene tra l'altro, chè io ero uno bravo!).
Ma quello che mi fa imbufalire ogni volta è che quando parli con un professore, il suo lavoro è sempre il più difficile, il meno pagato, il più stressante, gli orari sono sempre infiniti, i mestieranti sono sempre gli altri e così via. Può darsi. Fatto stà che l'impostazione della professione dell'insegnante lascia aperte tutte le possibilità di "scorciatoia". E' chiaro: chi insegna per bene è sicuramente cosciezioso, ma i mestieranti non sono individuabili... e l'occasione, si sa, fa l'uomo ladro!
frollo is offline  
Vecchio 12-04-2008, 20.59.11   #10
Pipoca
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Riferimento: Parliamo di scuola

La mia scuola non è seggio elettorale, pertanto io vado a lavorare normalmente.

Anche se ho i rientri pomeridiani (di cui uno non retribuito per il giornalino scolastico) il sabato vado comunque a lavorare, dalle 8 alle 13.15.

Di assemblee di istituto per ora ne è stata fatta 1 in tutto l'anno, ma avevo comunque l'obbligo di sorveglianza.

Se io aderisco allo sciopero, mi depauperano lo stipendio.
Se vado a scuola e non ci sono studenti devo comunque rimanere in sede per tutto il mio orario, così ne approfitto per tirare avanti il lavoro che dovrei altrimenti fare a casa, quest'anno in totale 1 giorno.

Di ricevimento pomeridiani dei genitori ne abbiamo fatti 6 , (3, ma suddivisi in biennio e triennio, quindi se avevi classi di entrambi venivano 6 pomeriggi.
L'ora di ricevimento mattuttino settimanale è obbligatoria (ma non rientra nelle suddette 19).

I consigli di classe teoricamente sono minimo 4, quindi gli insegnati di religione, per esempio, che hanno 18 classi, hanno 4X18=72 .

Le riunioni per materia tu non le hai fatte? I collegi docenti?
Poi c'è il coordinamento di classe, di settore etc. le varie funzioni strumentali, i progetti...(che sono retribuite...al minimo)
Non voglio fare una compilation sui vari lavori, né voglio stabilire quale professione sia migliore o peggiore, meglio o peggio retribuita etc. etc.

Sto solo dicendo che la scuola pubblica ha questa aureola di falsa professione facile e comoda, ma a ben guardare se un insegnante lavora correttamente ha le sue belle beghe e problemi pari pari a quelle del settore privato.

Così come ci sono mestieranti in ogni settore, ci sono anche nella scuola, e questo non lo posso negare.

E' vero che vengo pagata per un lavoro di 19 ore settimanali, più 6 extra (tra l'altro meno retribuite) ed il 30% dell'orario da svolgere nel pomeriggio (riunioni e varie)... ma se dovessi IO (per quanto mi riguarda) essere pagata per tutte le ore che dedico al mio lavoro (obbligatorio) a casa, ti posso assicurare che sono di più... comprensivo dei giorni festivi.

Tu come proporresti di riformare questo lavoro, al fine rendere giustizia a chi non lo fa?

Mi ha colpito molto una frase della tua risposta: educazione di qualche pargoletto...
Con tutte le qualità che hai detto di avere circa l'insegnare, reputi veramente che questo lavoro consista solamente nell'educazione di qualche pargoletto?

Comunque, a parte tutte le prese di posizione, tutti ci lamentiamo dei nostri lavori, chi per un verso che per un altro... sia nel pubblico che nel privato, ma a me sembra la classica guerra tra poveri...

Credo che vi siano professioni molto più leggere, di meno responsabilità e molto molto molto meglio retribuite... ma non credo sia né il mio né il tuo caso.

Inoltre, bada bene, la mia ira non è rivolta a te o ad altri, ma a tutti coloro che tentano di sminuire l'istruzione come valore, passando a volte, purtroppo, anche attraverso i professori.


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