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Vecchio 26-04-2008, 18.48.03   #1
Pipoca
Ospite abituale
 
Data registrazione: 09-03-2008
Messaggi: 89
La pena di morte

Notizia :

La ratifica del Trattato di Lisbona introduce in una "nota a piè di pagina" la pena di morte in caso di guerra , disordini e insurrezioni .

Ho letto una fonte errata?

Qual è la possibile definizione di disordine e/o insurrezione ?

Che cosa significa ?

Il popolo mediatico è bombardato solo da un cannone ,
il popolo virtuale può essere bombardato da più cannoni ?

E' ancora possibile credere ? O dobbiamo arrenderci e trasformarci in non-uomini ?

Che fare ?

Informarsi e lamentarsi non sono sufficienti.

Poniamo per ipotesi che la notizia in questione sia vera ...

Una notizia come questa dovrebbe essere divulgata.
Ostacolata , impedita , rifiutata , ostracizzata , stracciata , gettata ...
Ogni persona dovrebbe urlare , protestare , impedire, manifestare , arrestare i giuristi ...

O sarebbe disordine e insurrezione ?
Pipoca is offline  
Vecchio 27-04-2008, 08.54.03   #2
frollo
Ospite abituale
 
Data registrazione: 23-02-2008
Messaggi: 286
Riferimento: La pena di morte

Io sapevo che l'Italia aveva abolito la pena di morte persino in caso di guerra, quando in caso di diserzione era prevista la fucilazione, oppure nei casi di sciacallaggio dopo i disastri naturali.
Se così fosse sarebbe un passo indietro per la cultura della vita e tutti gli sforzi per la moratoria alla pena di morte che sono stati fatti soprattutto dall'Italia, si svuoterebbero di significato.
Tuttavia sono sicuro che anche se quella nota a piè di pagina fosse vera, in Italia, mai nessun "Black Block" che uccidesse un poliziotto durante un G8 (il caso dei disordini di piazza), sarebbe condannato alla pena di morte. Probabilmente uscirebbe di galera dopo 5 o 6 anni.
frollo is offline  
Vecchio 27-04-2008, 19.39.28   #3
padulo
Ospite abituale
 
Data registrazione: 17-10-2006
Messaggi: 64
Riferimento: La pena di morte

Citazione:
Originalmente inviato da frollo
Io sapevo che l'Italia aveva abolito la pena di morte persino in caso di guerra, quando in caso di diserzione era prevista la fucilazione, oppure nei casi di sciacallaggio dopo i disastri naturali.
Se così fosse sarebbe un passo indietro per la cultura della vita e tutti gli sforzi per la moratoria alla pena di morte che sono stati fatti soprattutto dall'Italia, si svuoterebbero di significato.
Tuttavia sono sicuro che anche se quella nota a piè di pagina fosse vera, in Italia, mai nessun "Black Block" che uccidesse un poliziotto durante un G8 (il caso dei disordini di piazza), sarebbe condannato alla pena di morte. Probabilmente uscirebbe di galera dopo 5 o 6 anni.

La pena di morte in Italia non esiste piu´ da parecchi anni neanche nel Codice Penale Militare di Guerra, ultimo "posto" dove era rimasta per alto tradimento ed un altro caso che ora non ricordo. Per quanto riguarda il black block di cui parli, stai tranquillo che in galera non ci andrebbe proprio.
Salutoni
padulo is offline  
Vecchio 28-04-2008, 12.11.12   #5
fealoro
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L'avatar di fealoro
 
Data registrazione: 19-03-2007
Messaggi: 216
Riferimento: La pena di morte

Citazione:
Tuttavia sono sicuro che anche se quella nota a piè di pagina fosse vera, in Italia, mai nessun "Black Block" che uccidesse un poliziotto durante un G8 (il caso dei disordini di piazza), sarebbe condannato alla pena di morte. Probabilmente uscirebbe di galera dopo 5 o 6 anni.
Infatti il problema non è la severità della pena, quanto la sua certezza...
fealoro is offline  
Vecchio 28-04-2008, 13.04.40   #6
Pipoca
Ospite abituale
 
Data registrazione: 09-03-2008
Messaggi: 89
Riferimento: La pena di morte

Tratta dal sito www.effedieffe.com


La legittimazione della pena di morte e dell'omicidio
EFFEDIEFFE.com 28 aprile 2008

Pubblichiamo qui il testo del prof. Schnachschenider sulla pena di morte in Europa.
Grazie all'amico Claudio Celani per la traduzione.

La Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea (la cosiddetta "Costituzione" bocciata in Francia nel 2005, a cui ci riferiremo d'ora in avanti con la sigla CDFUE) permette espressamente nelle "spiegazioni" ai Diritti Fondamentali e nelle sue "definizioni negative" – assorbite nel Trattato di Lisbona – contrariamente all'abolizione della pena di morte vigente in Germania, Austria e altri paesi in conformità con il principio [costituzionale] della dignità dell'uomo, la reintroduzione della pena di morte in caso di guerra o in caso di diretto pericolo di guerra, ma permette anche l'omicidio per reprimere una sommossa o un'insurrezione.

Decisivo per questo non è l'Art. 2 Paragrafo 2 della Carta, che proibisce la condanna a morte e l'esecuzione capitale, bensì la spiegazione di quest'articolo, integrata nel Trattato [di Lisbona], che risale alla Convenzione sui Diritti Umani del 1950. Secondo l'Art. 6 Par. 1 e Sottopar. 3 del Trattato sull'Unione Europea (TUE) nella versione di Lisbona, vengono definiti i diritti, le libertà e i principi fondamentali della Carta in conformità con le disposizioni generali del Titolo VII dela Carta, che regola l'esposizione e l'applicazione degli stessi, e sottoposti alla debita considerazione delle "spiegazioni" allegate alla Carta, in cui vengono indicate le fonti di queste disposizioni.

La rilevanza giuridica delle "spiegazioni" sgorga anche dal Paragrafo 5 S. 2 del Preambolo della Carta, secondo il quale l'interpretazione di questa avviene "tenendo in debito conto le spiegazioni elaborate sotto l'autorità del praesidium della Convenzione europea". Il Paragrafo 5 S. 2 del Preambolo e il Paragrafo 7 dell'Art. 52 sono stati reinseriti nella Carta il 12 dicembre 2007. Erano già presenti nel naufragato Trattato Costituzionale del 29 ottobre 2004. Questo allargamento del testo smentisce il temporaneo successo della politica contro la pena di morte e l'esecuzione capitale. Le "spiegazioni" riguardano anche e proprio l'Art. 2 Par. 2 della Carta.

Le deleghe all'Unione nel campo della politica estera e di sicurezza comune è sufficiente affinché, nell'interesse dell'efficienza delle missioni secondo l'Art. 28 (42) Par. 1 S. 2 e Art. 28b (43) Par. 1 TUE, o anche nell'interesse della difesa, l'introduzione della pena di morte; ad esempio la delega al Consiglio tramite l'Art. 28b (43) Par. 2 S. 1 TUE sulle decisioni riguardanti le missioni, che permette "di stabilire le condizioni generali di attuazione valide" per le missioni stesse. A ciò non partecipano né il Parlamento Europeo né tantomeno i parlamenti nazionali. Una decisione del genere andrebbe valutata in combinazione con l'Art. 2 Par. 2 della CDFUE, con le sue spiegazioni. Inoltre gli stati membri si impegnano con l'Art. 28 (42) Par. 3 Sottopar. 2 S. 1 TUE, "a migliorare progressivamente le proprie capacità militari". Le guerre del passato e del presente dimostrano che la pena di morte ad esempio nel caso di soldati che si rifiutano di eseguire gli ordini, tende a incrementare notevolmente le capacità militari di un esercito. L'efficienza di misure militari può essere incrementata, tra l'altro, per mezzo dell'esecuzione di terroristi e sabotatori o anche presunti tali.

La prassi dell'Unione di estendere estremamente i testi sui doveri degli stati membri non autorizza ad escludere anche una tale interpretazione, quando la situazione lo comanda o lo consiglia. Per inciso, il dovere di riarmo di questa prescrizione non è compatibile con il principio pacifista, vincolante, delle costituzioni tedesca (preambolo della Grundgesetz, Art. 1 Par. 2, Art. 26 Par. 1) e austriaca.

Nella Dichiarazione riguardante le Spiegazioni della Carta dei Diritti Fondamentali, che secondo l'Art. 49b (51) TUE ("Allegato") sono parte costituente dei Trattati, dunque sono parimenti vincolanti, sta scritto:
3. Le disposizioni dell'articolo 2 della Carta corrispondono a quella degli articoli summenzionati della CEDU e del protocollo addizionale e, ai sensi dell'articolo 52, paragrafo 3 della Carta, hanno significato e portata identici. Pertanto le definizioni "negative" che figurano nella CEDU devono essere considerate come presenti anche nella Carta:
a) articolo 2, paragrafo 2 della CEDU:

"La morte non si considera cagionata in violazione del presente articolo se è il risultato di un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario:
a) Per garantire la difesa di ogni persona contro la violenza illegale;
b) Per eseguire un arresto regolare o per impedire l'evasione di una persona regolarmente detenuta;
c) Per eseguire un arresto regolare o per impedire l'evasione di una persona regolarmente detenuta;
d) Per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommosa o un'insurrezione";
b) articolo 2 del protocollo n. 6 della CEDU:
"Uno stato può prevedere nella propria legislazione la pena di morte per atti commessi in tempo di guerra o in caso di pericolo imminente di guerra; tale pena sarà applicata solo nei casi previsti da tale legislazione e conformemente alle sue disposizioni ...".

Sommosse o insurrezioni possono essere viste anche in certe dimostrazioni. Secondo il Trattato di Lisbona, l'uso mortale di armi da fuoco in tali situazioni non rappresenta una violazione del diritto alla vita. In guerra si trovano attualmente sia la Germania che l'Austria. Le guerre dell'Unione Europea aumenteranno. Per questo, l'Unione si riarma – anche con il Trattato di Lisbona.

Karl Albrecht Schachtscchneider



Potreste dirmi che cosa ne pensate ???

E' verità ?

Mi sembrerebbe molto grave soprassedere ad una tale notizia .

Senza offesa !
Pipoca is offline  

 



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