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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 22-04-2008, 10.01.52   #1
Monica 3
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Data registrazione: 08-06-2005
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Ricerca di mercato

OK, credo che sia inutile opporsi all'onda, ma che sia meglio analizzarne le tendenze.

IL voto alla lega è stato preso a Bertinotti = il popolo è stanco di ascoltare discorsi cupi e, non avendo ricevuto dalla televisione, che guarda e paga con pubblicità e canoni, la possibilità di accedere a una informazione rispettosa della sua intelligenza, preferisce ancorarsi ai sogni. Ma quali sogni? Quale vitàlità in due persone malate? Non sono forse fantocci come lo è stato Bush per le lobby militari americane che hanno spinto il mondo in Afganistan e in Irak?

Il popolo è anche stanco di pagare le tasse per mantenere previlegi altrui invece di servizi. La sinistra radical-chic, che ha altrettante case e non paga le tasse tanto quanto le persone contro cui ha votato, colga l'occasione per riflettere e per capire perché molti non hanno votato.

Lasciamo da parte le teorie del comunismo o del capitalismo e guardiamo in modo neutro le tendenze del mercato.

Il titolo più ricorrente nei giornali stranieri è "SUBPRIME MORTGAGE CRISIS" che so tradurre solo come crisi dei mutui. La stampa straniera parla per esteso
di crisi alimentare (fame) nel mondo. A che pro vendere alla costruzione quella terra che ancora ci può nutrire?

Guardiamo alle materie prime e all'energia...fate voi un giretto nei mercati finanziari.

Per contro non si sa più dove mettere i rifiuti che vengono sbolognati da un paese all'altro. Il nord Italia deposita quelli dell'industria intorno a Napoli e poi fa passare (magari anche a fini elettorali), nel mondo intero i napoletani per zozzoni (chissà come faranno i comuni a pagare gli spazzini senza l'introito dell'ICI).

Lasciamo parlare il mercato. Non è forse saturo? Quanti piedi e quante paia di scarpe avete? Quante orecchie e quanti cellulari, auricolari, i-pod avete? Quanto tempo spendete a fare il giro dell'isolato prima di parcheggiare la macchina? Quanto spazio stanno prendendo nella vostra cucina i sacchetti di plastica? Quante tutine vi hanno regalato per il vostro neonato? Ne cambiate una ogni volta che fa pipì? Che strano, non c'è più acqua potabile.

Questo sbarcare nel capitalismo selvaggio quando non ha più materia su cui reggersi mi fa venire stranamente in mente le nostre campagne d'Africa.
Monica 3 is offline  
Vecchio 23-04-2008, 10.12.19   #2
Monica 3
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Riferimento: Ricerca di mercato

Riprendo il mio stesso post per correggerne l'irruenza generata dalla lettura dei thread, interessanti ma poco pragmatici, su comunismo e capitalismo, che non mi avevano permesso di esprimermi in modo positivo.

Desidero inoltre dare un'informazione sulle controtendenze che si profilano all'orizzonte nei mercati finanziari. Non credo molto nell'onestà della finanza, ma credo che noi al sud abbiamo un capitale che l'incuria ha forse protetto da un'agricoltura forzata e senza ritorno.

Traduco per voi la testata di un sito inglese. Chi ha un po' di dimestichezza con questa lingua può visitarlo. Poiché, però, il riferimento a siti in lingue straniere va contro il regolamento di questo forum, vi sarei grata di segnalare siti simili in italiano o di ricevere informazioni sulle nuove tendenze di mercato. Grazie

da
http://www.canopycapital.co.uk/


Canopy Capital è stata fondata nel 2007 allo scopo di indirizzare capitali verso la calotta della foresta equatoriale.
Canopy Capital è stata creata come modello per quelli che desiderano avventurarsi nel mercato emergente dei Servizi all’Ecosistema. Questi comprendono generazione di precipitazioni, moderazione degli eccessi climatici, immagazzinamento del carbonio e mantenimento della biodiversità.
Da questi servizi trarrà vantaggio l’umanità sia a livello locale che globale. Se essi andranno persi, l’impatto su cibo, energia e sicurezza ambientale saranno disastrosi.
Investire in questi servizi è come firmare una polizza di assicurazione sul sistema di sostegno alla vita ed ha il potenziale di generare miliardi di dollari per i paesi che posseggono le foreste.
Monica 3 is offline  
Vecchio 25-04-2008, 10.20.55   #3
Mary
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Riferimento: Ricerca di mercato

La voce del mio cuore e della mia mente sostengono ogni tua parola.

Come siamo arrivati sin qui?
Chi ci ha condotto?
Perchè siamo qui, ora, adesso, in questo momento?

Matrix la donna dice: non è importante la risposta quanto la domanda

Le risposte possiamo anche non trovarle ma contano più di tutto le domande.

"Se non ti domandi dove sei non ti sei perso" vuol dire che interrogandosi la via è già aperta verso qualsiasi cambiamento, verso la ricerca di qualcosa.

La "ricerca di mercato" in verità non cerca nulla di nuovo, è un ladro che si appropria dei beni mentre il padrone dorme.

Gli italiani dormono, i cittadini del mondo dormono mentre pochi li stanno depredando.

Mi sono ripromessa di non parlare più di politica, almeno della politica ufficialmente riconosciuta come tale. Perchè ormai siamo in mano a lupi affamati che strazieranno le nostre carni, cercheremo di difendere le nostre anime a spada tratta. Ci resta solo quello.

In quando al come sopravvivere, di domande dovremmo porcene tantissime.

Probabilmente la gente si sveglierà quando sarà troppo tardi e poi verrà l'anestesia della religione a tranquillizzarli e consolarli promettendo dolori in terra e paradiso nei cieli.

John Titor ha detto: trovate cinque amici di cui vi potete fidare ciecamente nel raggio di cinque miglia(se non sbaglio).
Cosa non facile. Cominciamo a cercarceli e formiamo la prima cellula dell'umanità futura che mette in pratica un tipo di vita ecosostenibile il più possibile.

Non credo di essere catastrofista ma se osserviamo il mondo con gli occhi di un extraterrestre ci potremmo subito rendere conto che l'umanità sta utilizzando gran parte della stupidità di cui dispone per distruggere se stessa e il Pianeta che l'ospita, come il classico serpente assiderato e mezzo morto che salvato dal contadino che lo riscalda con il calore del proprio corpo morde e uccide chi lo ha salvato.

Torniamo alla nostra ricerca di mercato personalizzandola un pochino di più. Di cosa ha bisogno una piccola famigliola o un single? cibo. Possibilmente non avvelenato e non altamente ecodistruttivo come i prodotti fuori stagione.

Lo Stato non ci aiuterà ma senza scoraggiarci cominciamo a pensare al famosissimo detto: "aiutati che Dio t'aiuta".

Io sono del Sud e spero di veder risorgere l'antica ricchezza di questa "punta e tacco" dello stivale.
Abbiamo un solo tallone d'Achille che i politici (destra, sinistra,centro, alto basso,sopra e sotto) hanno protetto, rinforzato e consolidato: l'illegalità.

Io ci spero ancora, per i nostri figli, per il Pianeta Terra.

Grazie del tuo post, non abbassiamo la guardia.

Buona giornata
mary
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Vecchio 25-04-2008, 14.34.05   #4
frollo
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Io sono decisamente più ottimista.
Manca il cibo? La tecnologia ci verrà in aiuto e renderemo fertili i deserti o inventeremo prodotti geneticamente modificati capaci di crescere anche sulla sabbia, o semi che sviluppano e maturano più volte in un anno.
Manca l'energia? La tecnologia ci verrà in aiuto e svilupperemo la fusione nucleare fredda per ottenere moltissima energia pulita senza scorie e gratis.
Le macchine inquinano? C'è già il motore ad acqua.
Insomma, il mondo cambierà, forse non in meglio, ma non finirà. Mi sento di rassicurarvi.
frollo is offline  
Vecchio 26-04-2008, 08.54.57   #5
Monica 3
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Io sono decisamente più ottimista.
Manca il cibo? La tecnologia ci verrà in aiuto e renderemo fertili i deserti o inventeremo prodotti geneticamente modificati capaci di crescere anche sulla sabbia, o semi che sviluppano e maturano più volte in un anno.
Manca l'energia? La tecnologia ci verrà in aiuto e svilupperemo la fusione nucleare fredda per ottenere moltissima energia pulita senza scorie e gratis.
Le macchine inquinano? C'è già il motore ad acqua.
Insomma, il mondo cambierà, forse non in meglio, ma non finirà. Mi sento di rassicurarvi.


Sulla tecnologia sono d'accordo con te, Frollo, come si legge nel mio secondo post. La tecnologia richiede studio, ricerca, ma soprattutto intelligenza ed in ogni caso amore e profonda conoscenza della natura e rispetto dei suoi cicli, se no invece di essere al servizio dell'uomo contro di lui si rivolta, come nel caso del disastro delle culture geneticamente modificate di Monstanto che stanno desertificando il mondo.

E qui anche gli ecologisti devono stare attenti e studiare davvero la natura invece di proclamare solo slogans, perché in fin dei conti Monsanto ha sfruttato un'idea verde: quella di usare l'agricoltura per produrre energia.

Credo proprio che sia arrivato il momento di mettersi a pensare insieme. In ogni caso molti sono i segnali che indicano che i consumi stanno soffocando l'uomo e che bisogna esplorare nuove tendenze.

Monica 3 is offline  
Vecchio 26-04-2008, 09.30.41   #6
Mary
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Originalmente inviato da frollo
Io sono decisamente più ottimista.
Manca il cibo? La tecnologia ci verrà in aiuto e renderemo fertili i deserti o inventeremo prodotti geneticamente modificati capaci di crescere anche sulla sabbia, o semi che sviluppano e maturano più volte in un anno.
Manca l'energia? La tecnologia ci verrà in aiuto e svilupperemo la fusione nucleare fredda per ottenere moltissima energia pulita senza scorie e gratis.
Le macchine inquinano? C'è già il motore ad acqua.
Insomma, il mondo cambierà, forse non in meglio, ma non finirà. Mi sento di rassicurarvi.

Se vedi un buchino nella nave pensi che basterà metterci una toppa, ma se vedi uno squarcio da Titanic il primo pensiero va alle scialuppe.

Quello che vedi come ottimismo in realtà è solo mettere un po' più di aria nel palloncino destinato a scoppiare prima o poi, il prima è molto vicino.

Come siamo entrati in questa follia della crescita in quantità e non in qualità?

Non abbiamo bisogno di cibi transgenici perchè distruggono tutte le altre piante simili e distruggono le farfalle e le api.
Non abbiamo bisogno di rendere fertile il deserto perchè le nostre terre lo sono già se le rispettiamo lasciandole vive e vitali.

Per l'energia dovremmo rivolgerci all'ecocompatibile e alla eliminazione dello spreco. Le città super illuminate a giorno dovrebbero ridurle, per esempio.

La mia ricetta è molto più semplice e per questo pura utopia vista da oggi.

Drastica riduzione (non uccisione ma anticoncezionali) della popolazione mondiale non con metodi coercitivi ma di partecipazione.

Cementificazione che invade la terra, anidride carbonica chiusa nel vaso di Pandora da milioni di anni che noi abbiamo scoperchiato in un attimo, ricchezze smisurate in mano a pochi, consumismo sfrenato per alcuni e miseria per altri, dove stiamo andando? ma siamo proprio scemi?

Le ricerche di mercato usate esclusivamente per far crescere i profitti di qualsiasi genere. Ma che senso ha? nessuno se lo chiede?

Abbiamo bisogno di tecnologia che ci affranchi dalla fatica e ci permetta di avere più tempo per noi stessi per evolverci spiritualmente, per crescere e non per trasformaci in schiavi delle macchine.

Schiavo è l'operaio precario che rischia ogni giorno vita e salario.
Schiavo è berlusconi che ha bisogno di quintuplicare ogni anno il suo patrimonio, novello re Mida che affama il proprio spirito.

Il mercato della domanda e offerta dovrebbe essere rivisto un bel po'.

Tutti noi dovremmo domandarci cosa ci serve veramente. E volgere per un attimo l'attenzione verso la qualità di tutto, verso la bellezza quella vera non effimiera delle veline o dell'abito firmato, la creatività che offre all'uomo e all'umanità intera la ricchezza che ciascuno si porta dentro.

E un giorno la ricerca di mercato, spero, sarà a misura d'uomo. Come quell'azienda agricola del Nord che chiede ai clienti cosa piantare per quella stagione: meloni, insalata, peperoni, zucchine.....Il cliente riceve quel che vuole e non va sprecato nulla.

Lo spreco è la follia dei nostri tempi insieme alla stupidità.

ciao
mary
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Vecchio 26-04-2008, 11.06.22   #7
frollo
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Sugli sprechi sono perfettamente d'accordo Mary. Lo spreco è un crimine verso l'umanità. Sui consumi sono altrettanto d'accordo: overconsumare significa sprecare, in fondo e questa corsa continua verso una crescita "insostenibile", mi sembra un suicidio collettivo. Non sono d'accordo sui metodi "bucolici" e un po' ingenui/utopici che proponi. L'uomo va da sempre verso ciò che non gli procura fastidi, fatica e scrupolo. Qualsiasi soluzione alla catastrofe che tu ritieni imminente deve avere queste caratteristiche: non deve costare fatica, non deve procurare fastidio e non deve fondarsi su scrupoli e sensi di colpa. In altre parole certi atteggiamenti devono venire spontanei, perchè altrimenti, alla lunga, verrebbero abbandonati. Così, non si può caricare sul cittadino l'onere della raccolta differenziata, perchè, essendo un fastidio faticoso e basato su un senso di colpa, alla lunga sarà abbandonato. Tornare "tecnologicamente" indietro non è possibile. Rinunciare al benessere non è possibile. Passare dall'agricoltura scientifica e intensiva a quella biologica e di qualità, ma molto meno produttiva, non è (sempre) possibile. Modificare le proprie abitudini (sbagliate) è faticoso e purtroppo molto difficile.
La soluzione deve essere trovata a monte o a valle dei nostri comportamenti e deve essere il più indolore possibile.
Questa soluzione ce la può dare in entrambe i casi la tecnologia: a monte, cambiando i modi e i metodi di produzione e a valle cambiando i modi e i metodi di gestione dei residui del consumo.
Per esempio se il problema è l'inquinamento, non basta dire che la soluzione sta nel risparmio energetico e nella modifica virtuosa dei comportamenti dei consumatori o, meglio ancora nelle energie alternative. La soluzione definitiva sta nello sviluppo di una fonte inesauribile e non inquinante di energia e nel miglioramento dei rendimenti delle macchine: questo annullerà sicuramente l'inquinamento senza "pesare" sui sensi di colpa dei consumatori.
Se il problema è il cibo scarso, non bisogna "mangiare di meno", bisogna produrre più cibo, distribuirlo meglio, recuperare gli sprechi, ma senza andare a colpevolizzare chi butta il pane del giorno prima.
Se il problema è la sovrapopolazione, che si rendessero abitabili le immense aree disabitate del pianeta. In tutta l'Australia ci sono 20 milioni di persone! Si trovasse il modo per "colonizzare" Marte, perchè la tecnologia prima o poi ce lo consentirà.
E così via.
frollo is offline  
Vecchio 27-04-2008, 10.37.57   #8
Mary
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Originalmente inviato da frollo
Sugli sprechi sono perfettamente d'accordo Mary. Lo spreco è un crimine verso l'umanità. Sui consumi sono altrettanto d'accordo: overconsumare significa sprecare, in fondo e questa corsa continua verso una crescita "insostenibile", mi sembra un suicidio collettivo. Non sono d'accordo sui metodi "bucolici" e un po' ingenui/utopici che proponi. L'uomo va da sempre verso ciò che non gli procura fastidi, fatica e scrupolo. Qualsiasi soluzione alla catastrofe che tu ritieni imminente deve avere queste caratteristiche: non deve costare fatica, non deve procurare fastidio e non deve fondarsi su scrupoli e sensi di colpa. In altre parole certi atteggiamenti devono venire spontanei, perchè altrimenti, alla lunga, verrebbero abbandonati. Così, non si può caricare sul cittadino l'onere della raccolta differenziata, perchè, essendo un fastidio faticoso e basato su un senso di colpa, alla lunga sarà abbandonato. Tornare "tecnologicamente" indietro non è possibile. Rinunciare al benessere non è possibile. Passare dall'agricoltura scientifica e intensiva a quella biologica e di qualità, ma molto meno produttiva, non è (sempre) possibile. Modificare le proprie abitudini (sbagliate) è faticoso e purtroppo molto difficile.
La soluzione deve essere trovata a monte o a valle dei nostri comportamenti e deve essere il più indolore possibile.
Questa soluzione ce la può dare in entrambe i casi la tecnologia: a monte, cambiando i modi e i metodi di produzione e a valle cambiando i modi e i metodi di gestione dei residui del consumo.
Per esempio se il problema è l'inquinamento, non basta dire che la soluzione sta nel risparmio energetico e nella modifica virtuosa dei comportamenti dei consumatori o, meglio ancora nelle energie alternative. La soluzione definitiva sta nello sviluppo di una fonte inesauribile e non inquinante di energia e nel miglioramento dei rendimenti delle macchine: questo annullerà sicuramente l'inquinamento senza "pesare" sui sensi di colpa dei consumatori.
Se il problema è il cibo scarso, non bisogna "mangiare di meno", bisogna produrre più cibo, distribuirlo meglio, recuperare gli sprechi, ma senza andare a colpevolizzare chi butta il pane del giorno prima.
Se il problema è la sovrapopolazione, che si rendessero abitabili le immense aree disabitate del pianeta. In tutta l'Australia ci sono 20 milioni di persone! Si trovasse il modo per "colonizzare" Marte, perchè la tecnologia prima o poi ce lo consentirà.
E così via.


Non ci piove, hai perfettamente ragione......purtroppo.

Ma la realtà resta la realtà, i fatti restano i fatti. E' inevitabile.

Il "fastidio" che il cittadino non vuol prendersi, la "comodità" che il cittadino non vuol per perdere produrrà i propri amari frutti.

Quando Tizio corre corre da mattina a sera e al medico che gli dice che deve darsi una regolata, che la sua salute è in pericolo lui risponde che non può, che non ha il tempo per riposarsi, che i suoi impegni sono tanti e non può ridurli come naturale conseguenza gli verrà l'infarto e nella bara troverà pace e sarà stato costretto, comunque, a rinunciare alla vita frenetica.

Morale?! se non vogliamo rinunciare a niente noi o i nostri figli o nipoti ben presto saranno costretti a rinunciare a TUTTO.

Io non so cosa sia meglio per l'umanità ma di certo so che se non torniamo a riprenderci la nostra dimensione umana di ricerche di mercato non ce ne saranno proprio più.

E già riso e grano sembrano essere diventati un bene rifugio per gli speculatori.
Se non saremo in grado di darci una regolata altro che vita bucolica! faremo la fame! a cominciare dai poveri ma senza cibo anche il ricco fa la stessa fine se non c'è nessuno che coltiva i campi!

Non vedere la realtà per quella che è non la cambia di certo!

Hai scritto: Se il problema è il cibo scarso, non bisogna "mangiare di meno", bisogna produrre più cibo, distribuirlo meglio, recuperare gli sprechi, ma senza andare a colpevolizzare chi butta il pane del giorno prima.

Faccio parte di una vecchia generazione quando a casa mia si faceva la fame, per questo mi è impossibile non colpevolizzare chi getta via il pane solo perchè è un poco più duro.
Quando non riesco a farlo diventare duro da poter essere grattugiato perchè ha fatto la muffa lo metto nell'umido, (ho una campana per il composto).

Che senso ha (qui lo so che sono un po' tonta) rimpinzarsi a crepapelle e poi spendere soldi su soldi per dimagrire!?!?

Vorrei non vedere quel che vedo e sento perchè mi fa troppo male.

Un caro saluto
mary
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Vecchio 27-04-2008, 21.35.26   #9
VanLag
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Originalmente inviato da Monica 3
Lasciamo parlare il mercato. Non è forse saturo? Quanti piedi e quante paia di scarpe avete? Quante orecchie e quanti cellulari, auricolari, i-pod avete? Quanto tempo spendete a fare il giro dell'isolato prima di parcheggiare la macchina? Quanto spazio stanno prendendo nella vostra cucina i sacchetti di plastica? Quante tutine vi hanno regalato per il vostro neonato? Ne cambiate una ogni volta che fa pipì? Che strano, non c'è più acqua potabile.
Fino ad un certo punto la società ha creato i manufatti per colmare i bisogni. Da quando, non molto, tempo fa, avevamo il pozzo dell’acqua potabile e la latrina nel cortile, da quando per scaldarci d’inverno andavamo nelle stalle e le nostre nonne lavavano il bucato nei lavatoi pubblici, ne è stata fatta di strada. Oggi entriamo in una casa nella quale pigiamo un bottone e magicamente ecco la luce, giriamo una manopola ed ancor più magicamente ecco scorrere acqua calda e fredda, un altro bottone e la casa si scalda, apparecchi di ogni tipo ci sollevano dai lavori più pesanti. Magia…. Magia….

Il bene materiale, il manufatto, colmava realmente i nostri bisogni, ma in un certo senso ci ha preso la mano e ci siamo assuefatti a pensare al bene materiale come al rimedio per tutti i nostri mali.

Oggi il bene materiale, il manufatto ci circonda guardandoci con astio dagli scaffali dei centri commerciali che rigurgitano merci e la logica della società si è invertita cioè la società moderna crea il disagio nell’uomo al fine di vendergli i rimedi.

Poco importa se il rimedio è una crema per le rughe, una lozione per i capelli, un farmaco che fa più male che bene, un nuovo cellulare o un nuovo forno a microonde. L’importante è che una volta consumato il bene, noi non ci sentiamo sazi e torniamo nel grande mercato a cercare qualche altro surrogato alla nostra insoddisfazione.

C’è una volontà oscurantista che vuole che continuiamo a vivere come quando eravamo prigionieri della necessità e del bisogno e lo spettro della miseria aleggiava attorno a larghe fasce della popolazione. Oggi che, grazie alle macchina la produzione ha superato di gran lunga i consumi, l’uomo potrebbe veramente emanciparsi dedicando, il suo tempo, a cose più affini al suo animo, ma haimè c’è chi, per interesse vuole che continuiamo a vivere nello spettro della miseria e del dolore.

Chissà mai che ci sia chi invece che la cultura del disagio, (parlavo appunto di là dei telegiornali che sciorinano notizie di morte), qualcuno inizia a creare la cultura del benessere, dell’armonia, della qualità. Quella si sarebbe la vera rivoluzione del 3° millennio.

VanLag is offline  

 



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