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Vecchio 16-05-2008, 18.28.53   #1
Alessandro D'Angelo
dnamercurio
 
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Per i ministri Brunetta e Tremonti

Gentili amici,
basterebbe conoscere le reali dichiarazioni dei redditi degli italiani per essere certi che l'"Andare a caccia" dell'"ozioso statale" è un'idea superficiale . Gli oziosi ci sono, ma andrebbero analizzate e combattute le loro cause e concause storiche.
E' errrato, non dare gli aumenti o non abbassare l'IRPEF a chi lavora negli enti statali solo perché si trova a lavorare a fianco ad oziosi da decenni. Se si vuole essere intellettualmente onesti, andrebbe ricordato che anche nel settore privato ci sono lavoratori pigri ed oziosi.
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Andrebbe anche sottolineato che mentre alcuni datori di lavoro denunciano redditi inferiori ai propri dipendenti, gli statali a reddito fisso, un "LUSSO" del genere non se lo possono permettere.
Alessandro D'Angelo is offline  
Vecchio 17-05-2008, 09.14.22   #2
Monica 3
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Riferimento: Per i ministri Brunetta e Tremonti

Citazione:
Originalmente inviato da Alessandro D'Angelo
Gentili amici,
basterebbe conoscere le reali dichiarazioni dei redditi degli italiani per essere certi che l'"Andare a caccia" dell'"ozioso statale" è un'idea superficiale . Gli oziosi ci sono, ma andrebbero analizzate e combattute le loro cause e concause storiche.
E' errrato, non dare gli aumenti o non abbassare l'IRPEF a chi lavora negli enti statali solo perché si trova a lavorare a fianco ad oziosi da decenni. Se si vuole essere intellettualmente onesti, andrebbe ricordato che anche nel settore privato ci sono lavoratori pigri ed oziosi.
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Andrebbe anche sottolineato che mentre alcuni datori di lavoro denunciano redditi inferiori ai propri dipendenti, gli statali a reddito fisso, un "LUSSO" del genere non se lo possono permettere.


I problema del costo della pubblica amministrazione è presente ovunque in Europa. A me piace come lo hanno risolto gli olandesi. Ogni servizio statale deve avere un utile alla fine dell'anno finanziario. Questo vuol dire tagliare sugli sprechi, chiedere ad ogni impiegato di essere efficiente e vendere servizi di qualità di cui l'utente è soddisfatto. I servizi statali che sono veramente utili non sono non vengono ridotti, ma fioriscono e portano profitto. E' chiaro che se sei ozioso corri il rischio di essere lincenziato come nel privato, ma il cittadino è contento di contribuire ad un funzionamento efficiente dello Stato.

L'impiegato statale (che nel nord dell'europa si chiama "civil servant") è rispettato e questo nutre la sua motivazione a offrire un buon servizio. Certo che se lo chiami "parassita" sarà poco stimolato a lavorare bene.

Monica 3 is offline  
Vecchio 17-05-2008, 11.58.46   #3
frollo
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Riferimento: Per i ministri Brunetta e Tremonti

Ottenere "profitto" da un organismo statale è una contraddizione in termini. Essendo quel servizio necessario ai cittadini e per questo voluto e pagato da loro, l'eventuale "profitto" sarebbe un extracosto per i cittadini medesimi che dunque pagherebbero di più per ottenere il servizio. Quindi sarebbe logico eventualmente ridistribuire quel profitto, magari abbassando le tariffe per tornare in pareggio (il pareggio di bilancio è l'obiettivo di un ente pubblico).
Semmai bisognerebbe trovare il modo più efficiente per garantire i servizi con la migliore qualità possibile e conseguentemente spendere il minimo indispensabile per avere quelle funzioni.
Esempio:
se per fare le carte di identità in un comune occorrono, per un efficiente svolgimento del servizio, 2 terminali e 2 impiegati, utilizzare 1 terminale e 1 impiegato produrrebbe un risparmio, forse un profitto, ma anche un possibile disservizio, utilizzarne 3 produrrebbe uno spreco e forse nemmeno un miglioramento del servizio. Il Comune quindi deve utilizzare 2 persone e 2 terminali e programmare le assunzioni e gli investimenti nell'ottica di ottimizzare i processi. Assumere per clientela chiunque, anche senza competenze, provoca sprechi e disservizi.
Basterebbe che si facessero delle semplici analisi dei processi nella pubblica amministrazione e che si togliesse dove c'è sovradimensionamento e si aggiungesse dove manca personale, stabilendo in maniera univoca carichi di lavoro procapite e organici. In questo modo, se si stabilisce che in una amministrazione e per una certa funzione occorre un addetto ogni 5000 o 10000 o 100000 abitanti e quell'addetto non riesce a smaltire il lavoro, o non è capace, o è assenteista o deve giustificare il perchè con motivazioni valide.
Semmai io vedrei bene dei premi, nelle PP.AA., che stimolino a raggiungere degli obiettivi misurabili e che non siano riconosciuti "a pioggia" o per clientela.
Insomma, mi sembra che tante volte, quando si parla di P.A. sfugga a molti il senso di cosa sia la P.A. Lo riassumo in parole semplici:
i cittadini formano lo Stato e decidono che perchè lo Stato funzioni bene deve dotarsi di un'organizzazione. L'Organizzazione è appunto la P.A. che viene pagata dai cittadini per organizzare, risolvere e, possibilmente ridurre al mminimo i loro problemi. La P.A. è dunque al servizio del cittadino e non lavora contro di lui. Il Governo, formato dai nostri rappresentanti ha il dovere di rendere efficiente la P.A., sia deliberando le procedure amministrative migliori, per esempio limitando la burocratizzazione a quello che veramente serve, sia controllando i costi della P.A. e riducendoli al minimo indispensabile.
Purtroppo molti vedono nella P.A. un elefantesco organismo staccato dalla realtà e dagli effettivi bisogni della popolazione. L'impiegato allo sportello vede nel cittadino un nemico da ostacolare e con cui litigare e non il "suo datore di lavoro" cui risolvere i problemi nel minor tempo e col minor costo possibile.
Se voi eleggeste il vostro amministratore di condominio e questo si facesse un pacchetto di affari suoi, eseguendo lavori non richiesti e cifre altissime, voi lo caccereste, no? Invece, incomprensibilmente (o forse comprensibilmente) i nostri politici non riescono a far funzionare la P.A.
Sarà il caso di cacciare loro???
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Vecchio 17-05-2008, 14.58.38   #4
S.B.
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Riferimento: Per i ministri Brunetta e Tremonti

Citazione:
Originalmente inviato da Alessandro D'Angelo
Gentili amici,
basterebbe conoscere le reali dichiarazioni dei redditi degli italiani per essere certi che l'"Andare a caccia" dell'"ozioso statale" è un'idea superficiale . Gli oziosi ci sono, ma andrebbero analizzate e combattute le loro cause e concause storiche.
E' errrato, non dare gli aumenti o non abbassare l'IRPEF a chi lavora negli enti statali solo perché si trova a lavorare a fianco ad oziosi da decenni. Se si vuole essere intellettualmente onesti, andrebbe ricordato che anche nel settore privato ci sono lavoratori pigri ed oziosi.
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Andrebbe anche sottolineato che mentre alcuni datori di lavoro denunciano redditi inferiori ai propri dipendenti, gli statali a reddito fisso, un "LUSSO" del genere non se lo possono permettere.


Nei privati i lavoratori oziosi ci sono, ma sono in una percentuale assolutamente inferiore. Inoltre allo stato cosa dovrebbe importare? Ci penserà il loro datore di lavoro! Mentre i dipendenti pubblici sono pagati coi soldi dei contribuenti, quindi è giusto he lo stato li controlli come se fosse un datore di lavoro qualsiasi.

Per me è assolutamente giusto cercare di aumentare la produttività dei dipendenti statali, se questa è davvero troppo bassa. Lo si fa in due modi: controllando e premiando il merito.

I problemi dei privati sono differenti. Il problema dell'evasione è immenso, ma non può essere combattuto solamente con la caccia all'evasore (i controlli sono comunque sacrosanti), occorre venire incontro ai privati abbassando le aliquote e abbattendo un po' di burocrazia.
S.B. is offline  
Vecchio 28-05-2008, 22.55.36   #5
Alessandro D'Angelo
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"]Per me è assolutamente giusto cercare di aumentare la produttività dei dipendenti statali, se questa è davvero troppo bassa. Lo si fa in due modi: controllando e premiando il merito.
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[b]Quanto sopra affermato è un pensiero effimero o superficiale.
Uno statale non fa un lavoro dove può produrre come si fa nei cantieri .
Come si possono aumentare il numero delle pratiche quando non ci sono?
Si può sveltire il loro iter.

Quando il lavoro è troppo poco bisognerebbe licenziare per spedire i lavoratori ad operare dove sarebbero più utili ed indispensabili.
Per fare un passo del genere, oggi, servono addirittura le "Raccomandazioni"!
Forse sia Brunetta che Tremonti non conoscono queste cose: troppo presi dalla politica "Teorica".[/B]
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Vecchio 28-05-2008, 23.40.48   #6
frollo
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Proprio ieri hanno fatto vedere, a Ballarò, un tribunale dove giaggiono migliaia di pratiche da evadere e non ci sono gli impiegati per farlo.
L'Italia è il Paese con un numero di dipendenti pubblici che è doppio, forse triplo che non in America... vorrà pur dire qualcosa, o no?
Eppure, nonostante questa abbondanza ci sono degli uffici vuoti! Ci deve essere qualcosa che non torna!
Comunque, a parte tutto, senza che Alessandro si offenda, i dipendenti statali, pur con bassi stipendi, sono stati "sommersi" di privilegi fino ad oggi. Mi sembra giusto che ora "stringano anche loro un po' il sedere" per la paura che qualcuno, finalmente, li venga a controllare.
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Vecchio 29-05-2008, 08.07.39   #7
frollo
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In ogni caso, anche se secondo alcuni uno statale non farebbe un lavoro "misurabile", tutte le attività lavorative possono essere al contrario misurate. Basta intendersi sul concetto di misura.
Se si pensa alla produttività dello statale e la si fa coincidere solo con il numero di pratiche svolte nell'unità di tempo, forse può essere un crierio riduttivo. La filosofia della qualità insegna che tutti i processi, quindi anche quelli lavoratvi, sono sempre migliorabili. Si tratta dunque di prendere coscienza di questo e di capire, studiando tutte le fasi del lavoro in una PA, dove e come si possa migliorare. Questo richiede una partecipazione DAL BASSO! Non si migliora per imposizione o per direttiva/decreto, ma con il coinvolgimento di tutti fino all'ultimo usciere. Si può migliorare nella comunicazione con il pubblico, nel ridurre tempi di attesa, nel razionalizzare le attività e il personale, nel semplificare talune procedure o addirittura nell'eliminarle e, per ultimo, anche nell'aumentare l'efficienza individuale andando anche a misurare come il singolo impiegato svolge il suo lavoro.
Io per esempio comincerei a togliere i bar dagli uffici pubblici sostituendoli con le "macchinette" e metterei tornelli e cartellini, come in molte aziende private... sarò pure malfidato, ma nelle aziende private si fa così, non vedo perchè non debba essere altrettanto nel pubblico.
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Vecchio 29-05-2008, 15.22.24   #8
Alessandro D'Angelo
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Amico,
certamente, come scrivi, il numero delle pratiche è un concetto riduttivo soprattutto per chi le pratica "le passa" ad un altro collega non lavorandole.
Io non mi offendo di nulla, si dovrebbero offendere i miei capi che non hanno avuto il coraggio, la dignità, la giustizia e la sana ed umana etica di scrivere su carta il lavoro da me fatto nell'ufficio. Si è trattato di rimettere in ordine ex novo una biblioteca giuridica e creare un nuovo registro SENZA USARE IL COMPUTER. Ho aggiunto anche un indice analitico per materie giuridiche
(per numero di armadio, scaffale, e libro)
Per fare questo lavoro,sono anche andatato a comperare con i miei soldi le targhette da incollare dietro i libri, ma solo, dopo averle chiesto per iscritto, e negate dal mio Capo Ufficio Cancelliere Militare, oggi molto malato.
--------
Essendo effettivo presso la Procura, il Procuratore affermava non essere suo compito conferirmi l'encomio poichè, la biblioteca "E' possesso del tribunale". Dunque sia secondo il Presidende del Tribunale che secondo il Procuratore Militare, era poco importante quanto e come lavorava un civile. Sarebbe bene che Feltri, Brunetti o anche Tremonti conoscessero questi fatti poco simpatici dove per lavorare si è costretti ad andare a comperare il materiale. Questo per NON essere nella pletora dei fannulloni come mi volevano far diventare, ma non ci sono riusciti.
-------------------
Spero che i ministri Tremonti e Brunetta leggano questo messaggio per portare giustizia verso chi ha faticato solo ed in silenzio e, in silenzio, va in pensione senza onori umani.
Alessandro D'Angelo is offline  
Vecchio 29-05-2008, 18.54.25   #9
frollo
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Originalmente inviato da Alessandro D'Angelo
Amico,
certamente, come scrivi, il numero delle pratiche è un concetto riduttivo soprattutto per chi le pratica "le passa" ad un altro collega non lavorandole.
Io non mi offendo di nulla, si dovrebbero offendere i miei capi che non hanno avuto il coraggio, la dignità, la giustizia e la sana ed umana etica di scrivere su carta il lavoro da me fatto nell'ufficio. Si è trattato di rimettere in ordine ex novo una biblioteca giuridica e creare un nuovo registro SENZA USARE IL COMPUTER. Ho aggiunto anche un indice analitico per materie giuridiche
(per numero di armadio, scaffale, e libro)
Per fare questo lavoro,sono anche andatato a comperare con i miei soldi le targhette da incollare dietro i libri, ma solo, dopo averle chiesto per iscritto, e negate dal mio Capo Ufficio Cancelliere Militare, oggi molto malato.
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Essendo effettivo presso la Procura, il Procuratore affermava non essere suo compito conferirmi l'encomio poichè, la biblioteca "E' possesso del tribunale". Dunque sia secondo il Presidende del Tribunale che secondo il Procuratore Militare, era poco importante quanto e come lavorava un civile. Sarebbe bene che Feltri, Brunetti o anche Tremonti conoscessero questi fatti poco simpatici dove per lavorare si è costretti ad andare a comperare il materiale. Questo per NON essere nella pletora dei fannulloni come mi volevano far diventare, ma non ci sono riusciti.
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Spero che i ministri Tremonti e Brunetta leggano questo messaggio per portare giustizia verso chi ha faticato solo ed in silenzio e, in silenzio, va in pensione senza onori umani.

Purtroppo oggi c'è gente che pagherebbe per andare a lavorare. Io stesso anticipo mensilmente per la mia società tra 1 300 e i 900 euro. Me li rimborsano, certo, ma sempre dopo un mese dalla spesa e poi, se mi perdo gli scontrini... ciccia. Ma non me ne vanto mica. Se uno ha un minimo di senso di responsabilità e di amor proprio, oltre che di passione per quello che fa, è normale che "ci metta del suo" nell'attività lavorativa. E' questo che fa la differenza tra un buon impiegato e un lavativo al quale cade la penna sia quel che sia alla fine dell'orario.
Beato te che in pensione ci sei arrivato... a noi toccherà lavorare fino a 70 anni per prendere il 40% dell'ultimo stipendio, forse.
Come vedi, i problemi in Italia sono tanti e, ti assicuro che sentire lamentele da chi, fino ad oggi, ha avuto solo privilegi (non ce l'ho con te, ma parlo della categoria... e mia madre era statale, pensionata a 37 anni con 24 anni di lavoro, di cui solo 17 effettivi!!!), non è bello.
frollo is offline  
Vecchio 29-05-2008, 19.33.10   #10
bside
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L'inefficienza della pubblica amministrazione è da imputarsi totalmente a chi l'ha diretta e dirige da sempre con criteri clientelari, ad es. assunzioni facili per ottenere favori o voti. Nel pubblico impiego poi non esiste il concetto di meritocrazia e gli avanzamenti di carriera sono tutti gestiti sempre coi soliti metodi clientelari (concorsi truccati o pilotati per far vincere questo e quello, concorsi fatti ad hoc per sistemare qualcuno, strutture create appositamente per piazzarci qualcuno come dirigente, e così via). E i sindacati spesso sono complici di questa situazione.
I fannulloni sono solo l'ultimo anello di una lunga catena.
Ci sarebbe da chiedersi infatti chi li ha assunti tutti questi fannulloni? Possibile che a vincere i concorsi con tutte le persone che si presentano a spuntarla siano quasi sempre i mediocri?
Se non cambiano questi metodi di selezione e gestione, non cambierà mai nulla!
bside is offline  

 



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