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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 28-11-2003, 19.59.08   #11
alessandro
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Ne sono al corrente Nestlè era solo uno dei tanti esempi, ti rinnovo l'invito a "fare" qualcosa con noi se ne hai voglia anche solo scannerizzarle e metterle anche quì aiuta
buona serata
ale
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Vecchio 28-11-2003, 22.47.19   #12
Fragola
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Non ho la scanner, ma ci avevo pensato anche io.
Tanto per incominciare vi do l'indirizzo del sito "Rete Italiana Boicottaggio Nestlè" che contiene molti articoli.
Poi, mano a mano che trovo materiale che non debba copiare a mano lo metterò in linea.
Quello che devo copiare a mano ... datemi tempo!

www.ribn.it
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Vecchio 28-11-2003, 22.51.03   #13
Fragola
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per chi non avesse voglia

per chi non avesse voglia di visitare il sito, faccio qualche copia incolla:

RESPONSABILITA' DELLA NESTLE'

In questo secolo è dilagato l'uso di alimenti per neonati. Un esempio è dato dal Cile: la percentuale di neonati allattati al seno è crollata dal 95% al 20% nel periodo 1950-1970. Altro esempio in Nigeria. dove i bambini venivano allattati fino all'età di circa quattro anni; con l'avvento degli alimenti artificiali, l'allattamento al seno smise, nel 70% dei casi, alla età di quattro mesi. In entrambi i casi le donne credevano fermamente ai vantaggi del latte in polvere e dicevano di essere state consigliate dal personale medico. Questo cambiamento di costumi è dovuto all'influenza esercitata dai produttori di latte in polvere. Questi, infatti, pubblicizzano il latte in polvere non come un sostituto del latte materno nei casi estremi in cui esso non possa essere usato (madre deceduta o gravemente malata, abbandono), ma come simbolo di progresso e di salute a priori. Oltre a distribuire cartelloni pubblicitari recanti immagini di bambini sani e paffuti negli ospedali, le ditte produttrici si mettono in contatto con i medici locali. Organizzando corsi e seminari per il personale sanitario fanno entrare in uso i loro prodotti negli ospedali. I rappresentanti delle ditte arrivavano a fingersi infermieri per convincere le donne incinte a comprare il prodotto commercializzato. In questo sono molto facilitati dalla carenza di informazioni mediche (spesso le uniche disponibili sono proprio quelle fornite dalle ditte produttrici).


Viveri "Gratis"
Una delle più redditizie tattiche di marketing usate è di dare gratis il latte per bambini o i sostituti agli ospedali e ai reparti maternità. In molti casi, viene dato abbastanza latte perché tutti i bambini nati all'ospedale siano allattati con il biberon. Alle madri viene spesso dato anche un barattolo campione da portare a casa. Dare il latte con il biberon ai neonati fa sì che il latte materno venga progressivamente a mancare e l'allattamento al seno diventi impraticabile. Di conseguenza il bambino diventa dipendente del latte artificiale. Una volta a casa, le madri non ricevono più il latte gratis, ma se lo devono comprare. Da questo nascono da una parte i profitti della multinazionale, dall'altra malattie e denutrizione con le loro spaventose conseguenze.

Tecniche di marketing irresponsabili
I campioni gratuiti agli ospedali sono solo una strada per dare ai bambini il latte artificiale. Noi speriamo che le nostre campagne obblighino le compagnie a smettere presto di utilizzare questa tattica. Comunque, Nestlé e molte altre compagnie adoperano molte altre tattiche per persuadere le madri ed il personale medico a preferire l'allattamento artificiale. Queste includono:

Promozione del latte per bambini al personale medico
Le compagnie sanno che, persuadendo il personale medico a raccomandare il loro latte, ottengono un appoggio determinante. Ciò è molto più efficace che convincere le madri singolarmente: un medico, con la sua autorevolezza, influenza fortemente i comportamenti delle madri, quindi convincere un medico significa assicurarsi praticamente tutte le sue pazienti. Inoltre il tempo dei medici viene sprecato in visite di rappresentanti invece di essere usato per scopi più proficui. Le compagnie, in più, spesso distribuiscono informazioni tendenziose ai medici: queste sono le uniche che molti riescono a ricevere.

Pubblicità negli ospedali
Praticamente tutte le madri possono allattare al seno se vengono loro forniti i giusti avvertimenti ed aiuti. Ma la loro fiducia verso l'allattamento naturale è minata dall'aggressiva pubblicità del latte in polvere. La pubblicità del latte per bambini nelle corsie o attraverso la distribuzione di volantini negli ospedali, implica inoltre la complicità del personale sanitario.

Pubblicità latte per il proseguimento
Il latte per il proseguimento è giudicato dall'Assemblea Mondiale per la Sanità come "non necessario" e non salutare per i bambini sotto i 6 mesi. In molti paesi Nestlé e le altre compagnie consigliano sull'etichetta e nelle loro pubblicità il "latte per il proseguimento" per i bambini a partire da 4 mesi.

Disorientamento delle madri e del personale medico
Chiamando e confezionando il suo latte per il proseguimento nella stessa maniera in cui chiama e confeziona il latte in polvere. In Pakistan, ad esempio, il latte per il proseguimento viene spesso erroneamente prescritto per i neonati.

Influenze sui governi che vogliono proteggere l'allattamento al seno per legge
Le multinazionali sono molto potenti e riescono ad esercitare un'influenza considerevole sui governi. La pressione esercitata dalle società per il latte in polvere ha ritardato e indebolito la legislazione da parte di molti governi e ha convinto le altre compagnie che l'industria può regolarsi indipendentemente dalla legislazione dei governi.

Perché proprio Nestlé?
Molte compagnie produttrici di latte in polvere, tra cui Nestlé, Gerber, Milco, Nutricia, Milupa, Humana, Abbot, Plasmon, Mellin, Mead Johnson e Wyeth, violano il Codice Internazionale. Il numero di infrazioni registrato per ogni compagnia non dipende dalla loro particolare "cattiveria", ma dalle quote di mercato che controllano in ogni paese. Nestlé, la multinazionale più potente del mondo nel campo agro alimentare, vende il 25% dei suoi prodotti nel Sud del Mondo e controlla circa il 35-50% del mercato globale del cibo per bambini, indirizzando tendenze di marketing che influenzano le altre ditte. Nestlé ricorre a irresponsabili tecniche di marketing - violando il Codice Internazionale redatto da UNICEF e OMS - più spesso di ogni suo concorrente.

PERCHE' L'ALLATTAMENTO ARTIFICIALE UCCIDE

Al Nord molti pensano che il latte in polvere sia migliore di quello materno, arricchito com'è di sali minerali e vitamine. Studi approfonditi hanno però confermato l'intuito del buon senso millenario: L'allattamento al seno è il miglior modo per iniziare la vita: è gratuito, salutare e pro tegge dalle più comuni infezioni, inclusa polmonite, infezioni alle orecchie e gastroenterite, e ha un importante effetto immunitario. Persino in Inghilterra, un bambino allattato con il latte artificiale è esposto 10 volte in più a malattie di tipo gastrointestinali rispetto ad un bambino allattato al seno.
Ma nelle società povere _ sostiene l'UNICEF _ i bambini allattati artificialmente sono 25 volte più esposti alla morte di quelli allattati al seno.
Per quanto possa sembrare paradossale, la prima ragione è da ricercarsi nella denutrizione dovuta al fatto che molte famiglie guadagnano troppo poco per attenersi alle dosi prescritte. Ad esempio le famiglie delle regioni agricole dei paesi dell'Est Europeo, quando le madri non allattano, spendono circa il 70% dei loro averi nel latte artificiale (International Child Health, 1996), così come una donna argentina, che spende 50 dollari al mese per comprare il latte in polvere, potrebbe acquistare, con gli stessi soldi 15 chili di carne, 75 chili di agrumi e 50 chili di verdura (Breastfeeding: the best investiment, WABA 1998).

Pertanto non deve stupire se il latte è annacquato diverse volte più del prescritto, con il risultato finale che i bambini, lungi dal crescere belli e robusti, diventano rachitici e sottopeso fino a morire.

La seconda ragione per cui l'allattamento al biberon uccide è la mancanza di igiene. L'acqua con cui il latte è preparato è spesso malsana ed è impossibile sterilizzare biberon e tettarelle senza la comodità del fornello e senza disinfettanti.

Mamme con pochi soldi, poche comodità e poche conoscenze igieniche somministrano ai loro bambini latte allungato in biberon a malapena sciacquati, con tettarelle esposte all'aria, su cui si posano di continuo decine di mosche. Le inevitabili conseguenze sono infezioni intestinali che provocano diarree mortali.


Secondo l'UNICEF, ogni anno muoiono un milione e mezzo di bambini perché non sono allattati al seno.
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Vecchio 28-11-2003, 22.52.26   #14
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Siamo abituati a pensare al potere come a qualcosa che si possiede. In realtà il potere è qualcosa che si riceve e non da Dio o da altre forze soprannaturali, ma dai sudditi.

I generali riescono a condurre le loro guerre non solo perché hanno al loro seguito un esercito di soldatini obbedienti, ma anche perché migliaia di operai accettano di costruire armi.

I tiranni riescono ad imporre le loro dittature non solo perché dispongono di poliziotti pronti ad eseguire qualsiasi rappresaglia, ma anche perché molti preferiscono tacere.

Gli avidi creano ingiustizia non solo perché hanno al loro servizio delle schiere di ragionieri, direttori e capi-squadra disposti a fare trionfare il sopruso, ma anche perché i consumatori comprano tutto senza problemi.

Dunque ogni volta che andiamo a fare la spesa dobbiamo ricordarci che attraverso questo gesto semplice ed apparentemente banale che è il consumo, rischiamo di renderci complici dei peggiori misfatti, non solo per lo sfruttamento e il danno ambientale che può essere racchiuso nel prodotto che compriamo, ma anche perché diamo denaro e consenso che possono essere responsabili di tanti altri abusi umani e sociali.

Ma attenzione! È necessario avere questa consapevolezza non per creare degli sterili sensi di colpa, ma per diventare dei consumatori responsabili che pretendono di usare il consumo come uno strumento per condizionare le imprese. Perciò, quando andiamo a fare la spesa ricordiamoci anche che siamo potenti e che le imprese sono in una posizione di profonda dipendenza dal nostro comportamento di consumatori. Noi, infatti, con i nostri acquisti abbiamo la possibilità di fare salire o scendere i loro profitti.

Proprio perché le imprese hanno tanta paura di noi, esse tentano di dominare la nostra volontà spendendo miliardi per la pubblicità. Dunque noi dobbiamo sforzarci per riappropriarci della nostra volontà decisionale e dobbiamo rivalutare il potere che abbiamo tra le mani. Un potere che preso singolarmente è certamente piccolo, ma che moltiplicato per milioni di persone può mettere in ginocchio le più grosse multinazionali e al limite l'intero sistema.

Gli strumenti a disposizione del consumatore per condizionare le imprese sono due: il boicottaggio e il consumo critico.

Il boicottaggio è un'azione straordinaria e consiste nell'interruzione organizzata e temporanea dell'acquisto di uno o più prodotti per forzare le società produttrici ed abbandonare certi comportamenti.

Mentre il boicottaggio è una campagna organizzata con grande clamore di stampa e col coinvolgimento di molte altre forze, comprese quelle politiche, sindacali ed anche ecclesiastiche, il consumo critico è un'iniziativa più silenziosa paragonabile ad un'abitudine di vita. Il consumo critico, infatti, è un atteggiamento quotidiano che consiste nella scelta meticolosa di tutto ciò che compriamo sulla base di due criteri: la storia del prodotto e la condotta della casa produttrice. Scegliendo cosa comprare e cosa scartare, non solo segnaliamo al sistema i metodi produttivi che approviamo e quelli che condanniamo, ma sosteniamo le forme produttive corrette mentre ostacoliamo le altre. In fin dei conti, il consumo si può utilizzare come una forma di voto, che può influenzare le scelte economiche molto di più del voto elettorale.

Dunque non cerchiamo scuse: le multinazionali non sono quei mostri imbattibili che noi immaginiamo, ed il loro comportamento dipende dalle nostre scelte. Alla fine il nostro problema non è la mancanza di strumenti di intervento. Il nostro vero problema è come vogliamo utilizzare la nostra vita: se preferiamo viverla da "sovrani" che pretendono di indirizzare il corso della storia per fare trionfare la pace e la giustizia o se preferiamo viverla da "servi" disposti a barattare la nostra dignità per un piatto di lenticchie.

Francuccio Gesualdi
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Vecchio 28-11-2003, 23.02.31   #15
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Altre multinazionali da evitare....

Bayer: vendite irresponsabili di pesticidi in Centro America; causa di cancro al polmone per diversi lavoratori a contatto col cromo;
Chiquita: ripetuti soprusi nelle immense piantagioni in Centro America, dal salario alle condizioni lavorative: un episodio è l'uso di un vermifugo che ha provocato la sterilità di alcune migliaia di lavoratori.
Dole: ripetuti soprusi nelle immense piantagioni in Centro America, dal salario alle condizioni lavorative: un episodio è l'uso di un vermifugo che ha provocato la sterilità di alcune migliaia di lavoratori.
Coca-Cola: lavoro minorile e rifiuto dei sindacati nei paesi poveri; massiccia pubblicità di un prodotto superfluo in paesi dove manca l'indispensabile.
Cirio-Cragnotti: ripetuti casi di corruzione.
Del Monte: deforestazione e impoverimento dei terreni, salari troppo bassi.
Henkel: emissioni tossiche oltre i limiti anche di stati permissivi in materia.
Kimberly-Clark: deforestazioni e inquinamenti, poca sicurezza sul lavoro.
Nestlè: trasgredisce il codice OMS sul latte in polvere con vendite nei paesi poveri dove sostituisce senza motivo il latte materno e causa infezioni; salari troppo bassi ai produttori di caffè e cacao e uso di pesticidi nocivi ai lavoratori]consulta Dossier sulla Nestlè].
Novartis: colosso soprattutto farmaceutico ]Ciba-Geigy, Sandoz], ne fa di tutte, scrive le leggi a piacimento, vende semi transgenici che costringono a utilizzare i propri pesticidi, promuove falsamente farmaci nel Terzo Mondo...
Parmalat: eliminazione sleale della concorrenza sul mercato brasiliano.
Philip Morris: salari troppo bassi come Nestlè, abbatte ostacoli legislativi all'importazione, fa pressione pubblicitaria sui giovanissimi dei paesi poveri.
Procter & Gamble: promuove l'utilizzo di prodotti monouso creando un mare di rifiuti e ha distribuito nelle scuole opuscoli fallaci sul problema rifiuti.
Unilever: inquinamento, deforestazione che distrugge habitat naturali di diverse popolazioni e condizioni lavorative in alcuni casi "da colonialisti".
Exxon: Esso, Mobil forse la più grande multinazionale del mondo. Ha finanziato l'elezione di Bush, e ne ha ottenuto in cambio il diritto allo sfruttamento del giacimento petrolifero dell'Arctic National Refuge, in Alaska, fino a ieri uno dei frammenti più integri dell'Artico americano.
ENI: Agip e IP sfruttamento del giacimento del delta del Niger, in spregio della conservazione ambientale e della salute del popolo Ogoni. Corruzione di funzionari nigeriani per continuare a violare i diritti umani elementari in quella zona. Costruzione in Ecuador di un oleodotto a rischio ambientale incalcolabile, in zona sismica e che attraverserebbe aree di preziosissima foresta pluviale che da sostentamento a vaste popolazioni indigene. Coinvolgimento nello sfruttamento del più grande giacimento di petrolio scoperto negli ultimi anni [nel Mar Caspio], e quindi coinvolgimento negli interessi della guerra in corso.
Elf Total Fina di cui credo faccia parte anche l'americana Chevron: coinvolta anch'essa nello sfruttamento del Caspio, ha avviato lo sfruttamento di bacini petroliferi in Sudan, che sembra] purtroppo non ricordo la fonte, ma con una ricerca in rete, magari...] sia cominciato con gravi violazioni dei diritti delle comunità locali.
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Vecchio 28-11-2003, 23.09.01   #16
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Commercio equo e solidale

(copiaincolla dal sito www.lifejackets.it)

Perche sono nati i marchi di garanzia del commercio equo e solidale?

Partiamo dal concetto di squilibrio nella distribuzione del reddito e della ricchezza mondiali. Numerosi documenti delle maggiori organizzazioni internazionali ci mostrano che il 20% della popolazione mondiale detiene l'80% delle risorse. Ciò significa che al restante della popolazione va solamente il 20% della ricchezza totale [sic!]: è, questo, il caso dei Paesi in Via di Sviluppo [PVS].
In particolare, vorrei parlare dei piccoli produttori del Sud del mondo, che si confrontano sul mercato secondo una relazione di concorrenza imperfetta. Essi, infatti, hanno un limitato potere di contrattazione; inoltre, gli scarsi volumi di produzione, le caratteristiche qualitative dei prodotti e delle colture [monocolture di tipo coloniale], rendono l'offerta del prodotto inelastica rispetto alla domanda, relegando i produttori ai mercati locali. La concorrenza diventa imperfetta nel momento in cui ci si confronta sul mercato con le controparti, le multinazionali. La teoria economica ci insegna che lo scambio determina il prezzo nel punto in cui la domanda incontra l'offerta, ma ciò presuppone che le condizioni di accesso al mercato siano le stesse per tutti. Nella realtà, invece, la maggioranza dei mercati è soffocata da barriere protezionistiche, da gruppi di interesse che ne influenzano gli andamenti, dai continui processi di accorpamento e fusione di aziende [le multinazionali, appunto]. Il Sud, poi, si trova a dipendere dall'andamento delle monete forti dei Paesi del Nord che determinano il valore delle sue produzioni ed esportazioni, senza, però, possibilità di intervento. Le "strategie di sfruttamento" del Sud da parte del Nord, quindi, sono essenzialmente di due tipi:
sfruttamento commerciale, soprattutto da parte delle multinazionali che controllano il commercio di un certo prodotto, ne gestiscono la produzione attraverso la proprietà delle materie prime, pagando pochissimo in termini di remunerazione dei fattori produttivi, non preoccupandosi delle esternalità negative del processo produttivo [sfruttamento incontrollato dell'ambiente, disinteresse per le comunità locali].
sfruttamento finanziario [il debito]: le politiche di repayment messe a punto dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, spingono i PVS a produrre il più possibile per l'esportazione, sfruttando oltre misura le risorse naturali senza curarsi dei danni ambientali e sociali che ne derivano. Ai PVS viene chiesto anche di bloccare i salari e svalutare la propria moneta per rendere le proprie merci ancora meno care sui mercati internazionali.
A ciò si aggiungono tagli sostanziali alla spesa interna per la sanità, l'educazione, le infrastrutture, ecc. Si calcola che per ripagare il debito e gli interessi su questo il Sud trasferisca al Nord una media di 150 miliardi di dollari l'anno !!!
Se a queste forme di sfruttamento aggiungiamo le numerosissime e diffusissime forme di protezionismo messe in atto dalle nazioni industrializzate e gli effetti negativi del commercio internazionale anche nel Nord del mondo [ambiente, immigrazione, disoccupazione...] allora diventa necessario ripensare tutto questo [perverso] meccanismo, passando da un sistema al servizio del profitto a un sistema a servizio dell'uomo.
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Vecchio 28-11-2003, 23.13.37   #17
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www.altromercato.it

www.equo.it

www.commercioequo.it

per stasera dici che basta?

Nel week end cerco dati sulle banche che finanziano l'indistria bellica e soprattutto sulle banche etiche.


ciao e buona lettura
Fragola is offline  
Vecchio 29-11-2003, 07.34.23   #18
alessandro
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Non ti si può dare un la che subito ti prendi tutta la scala musicale Grazie, a mio avviso sarebbe utile mettere questo genere di informazioni in un settore apposito del sito e strutturarlo per averle sempre aggiornate e accessibili a tutti. la visibilità e il risalto sono piccole cose , ma fondamentali.
alesssandro
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Vecchio 29-11-2003, 11.53.11   #19
Fragola
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Per fare questo bisogna preparare un'area del sito dedicata. Credo che dovresti parlarne con il webmaster.
Comunque, tu prendi le informazione, copiale e mettile dove ti pare stiano meglio. Per me non c'è nessun problema.
Intanto le ho raccolte. Per quanto riguarda la collocazione fai tu.


ciao

ps. Quando mi danno il la io di solito penso di dover cantare e canto tutto il pezzo dall'inizio alla fine!
Non ho ancora finito, è solo l'intervallo tra il primo e il secondo tempo.
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Vecchio 29-11-2003, 11.55.20   #20
Marco_532
Vivi!
 
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Ciao Fargola, credo che il Webmaster sia già stato informato. A riguardo, se hai qualche proposta, ti consiglio di leggere l'ultimo post della discussione "Proposta sociale".

Ciao .
Marco_532 is offline  

 



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