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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 06-02-2004, 07.54.26   #1
David45
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Data registrazione: 26-01-2004
Messaggi: 27
"nonna Costanza"

C'era una volta il matrimonio, che con la sua riuscita o meno armonia di coppia, costituiva una mini società familiare che in età matura dava la possibilità di sublimare attraverso i figli anche i dissapori di una convivenza difficile.
Oggi,alla scelta consapevole del matrimonio e nel voler credere in esso, si oppone "il mordi e fuggi di coppia"; ci si "consuma", ne più ne meno, come una lattina di coca-cola, quando è finita si passa ad un'altra bibita, cercando di sfamare il proprio corpo sempre più avido e insoddisfatto, finchè un bel giorno, ci si ritrova distesi sul catartico lettino dall'analista che ti dice:
-Non ci pensare, non ti sentire in colpa, fa quello che desideri; gli errori non servono a niente!-
Si giunge così alla "immaturità" dell'età adulta per ritrovarsi a non accettare il proprio corpo che intanto, a nostra insaputa, è invecchiato. A questo punto entra in gioco l'onnipotenza del miracoloso "Bisturi".
Tra una tiratina di pelle e un seno rifatto, nel frattempo hai raggiunto, grazie ai progressi della medicina,i tuoi settant'anni.
Una lacrima, disorientata sulla via da percorrere tra i residui grumi di silicone del tuo viso,dopo un contorto slalom viene tempestivamente salvata dalle provvidenziali labbra a canotto, e mentre asciughi col cotton-fioc i tuoi occhietti da pechinese, rivedi per un'ennesima volta le videocassette del M.C.S ai bei tempi di Morelli.

Ti lamenti che sei sola, angosciata e nevrotica. Per dormire devi imbottirti di Tavor e chiedi a tuo figlio come mai i nipotini non vengono mai a fare compagnia alla nonnina:
-'A mamma'...che te devo dì! l'ultima volta che Carletto è venuto da te s'è spaventato a morte; ma te sei guardata allo specchio i "liftinghe" de trent'anni fa come t’hanno ridotta? Me sembri Belfagor me sembri...Aò! ma sei mammà mia, si?!-.

Morale della favola… una volta c’era in tv la Greta Garbo, Clark Gable e “Lascia o raddoppia” in bianco e nero; erano li, distanti e amati da noi novelli telespettatori nella loro numinosa realtà senza colore, erano come i dei dell’Olimpo, distanti da noi, separati dalla nostra realtà terrena proprio da quel colore che apparteneva alla vita di tutti i giorni e che ci garantiva che la verità era qui, su questo mondo, non sul monocromatico e irreale teleschermo.

I divi dello spettacolo venivano imitati per il loro fascino,per la bravura e si fantasticava segretamente nel mondo dei pensieri anche sulla loro intimità, che tuttavia era la nostra intimità, perché mai svelata da loro.
Si immaginava persino il colore degli abiti che indossavano, tanto è vero che una sera nonno Espedito,in preda ad una specie di estasi mistica ci mostrò tutti i colori che vedeva del glorioso Film bianco e nero “Giubbe rosse”; manco a dire che come al solito si era sparato tre litri di vino, quello si… rosso!

Adesso che siamo alle soglie dell’ultra definizione digitale a colori,chi ci farà più sognare, chi ci darà più quel Divo da imitare e che con la sua distanza mai si permetteva di entrarti in casa sostituendo la sua realtà con la tua?

Ora che la iperrealtà delle immagini ha distrutto ogni talento nella ripetizione seriale del vuoto protagonismo di massa e alla dissacrazione dell’intimità, cosa ci resta più da immaginare?
Quante amare “Notti di Cabiria” dovranno essere ancora consumate dai tanti disillusi pseudo-divi allettati dall’iperaffollato mondo dello spettacolo del nulla?
Io intanto mi rivedo “I vitelloni” e i vecchi film di Totò, aspettando con Eduardo che… “Adda passà ‘a nuttata...”.

Cordialmente, David.

Ultima modifica di David45 : 06-02-2004 alle ore 07.57.58.
David45 is offline  
Vecchio 06-02-2004, 09.55.53   #2
Uno
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Messaggi: 2,103
Ciao David,
Forse il succo è che all'inizio tv e cinema erano un passatempo (a volte anche intelligente) e ora la tv è diventata, o hanno fatto diventare, nella testa delle persone "la vita".
Basta pensare a telenovelas per donne e varietà-donnine-calcio per gli uomini che io definisco l'oppio dei poveri ( non voglio offendere nessuno degli affecionados ).
Durante i mondiali di calcio riescono a far passare le peggiori porcherie, ma è colpa di chi usa questi mezzi, o di chi si fa usare da questi mezzi?

P.S. io non vado matto per Totò & Company ma a voler guardare un pochino più in profondità della risata ci sono di quei messaggi interessanti, il principe era una persona speciale.

Buona Giornata
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Vecchio 06-02-2004, 21.57.41   #3
Giuliano
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Messaggi: 270
Re: "nonna Costanza"

Citazione:
Messaggio originale inviato da David45
C'era una volta il matrimonio, che con la sua riuscita o meno armonia di coppia, costituiva una mini società familiare che in età matura dava la possibilità di sublimare attraverso i figli anche i dissapori di una convivenza difficile.
Oggi,alla scelta consapevole del matrimonio e nel voler credere in esso, si oppone "il mordi e fuggi di coppia"; ci si "consuma", ne più ne meno, come una lattina di coca-cola, quando è finita si passa ad un'altra bibita, cercando di sfamare il proprio corpo sempre più avido e insoddisfatto, finchè un bel giorno, ci si ritrova distesi sul catartico lettino dall'analista che ti dice:
-Non ci pensare, non ti sentire in colpa, fa quello che desideri; gli errori non servono a niente!-
Si giunge così alla "immaturità" dell'età adulta per ritrovarsi a non accettare il proprio corpo che intanto, a nostra insaputa, è invecchiato. A questo punto entra in gioco l'onnipotenza del miracoloso "Bisturi".
Tra una tiratina di pelle e un seno rifatto, nel frattempo hai raggiunto, grazie ai progressi della medicina,i tuoi settant'anni.
Una lacrima, disorientata sulla via da percorrere tra i residui grumi di silicone del tuo viso,dopo un contorto slalom viene tempestivamente salvata dalle provvidenziali labbra a canotto, e mentre asciughi col cotton-fioc i tuoi occhietti da pechinese, rivedi per un'ennesima volta le videocassette del M.C.S ai bei tempi di Morelli.

Ti lamenti che sei sola, angosciata e nevrotica. Per dormire devi imbottirti di Tavor e chiedi a tuo figlio come mai i nipotini non vengono mai a fare compagnia alla nonnina:
-'A mamma'...che te devo dì! l'ultima volta che Carletto è venuto da te s'è spaventato a morte; ma te sei guardata allo specchio i "liftinghe" de trent'anni fa come t’hanno ridotta? Me sembri Belfagor me sembri...Aò! ma sei mammà mia, si?!-.

Morale della favola… una volta c’era in tv la Greta Garbo, Clark Gable e “Lascia o raddoppia” in bianco e nero; erano li, distanti e amati da noi novelli telespettatori nella loro numinosa realtà senza colore, erano come i dei dell’Olimpo, distanti da noi, separati dalla nostra realtà terrena proprio da quel colore che apparteneva alla vita di tutti i giorni e che ci garantiva che la verità era qui, su questo mondo, non sul monocromatico e irreale teleschermo.

I divi dello spettacolo venivano imitati per il loro fascino,per la bravura e si fantasticava segretamente nel mondo dei pensieri anche sulla loro intimità, che tuttavia era la nostra intimità, perché mai svelata da loro.
Si immaginava persino il colore degli abiti che indossavano, tanto è vero che una sera nonno Espedito,in preda ad una specie di estasi mistica ci mostrò tutti i colori che vedeva del glorioso Film bianco e nero “Giubbe rosse”; manco a dire che come al solito si era sparato tre litri di vino, quello si… rosso!

Adesso che siamo alle soglie dell’ultra definizione digitale a colori,chi ci farà più sognare, chi ci darà più quel Divo da imitare e che con la sua distanza mai si permetteva di entrarti in casa sostituendo la sua realtà con la tua?

Ora che la iperrealtà delle immagini ha distrutto ogni talento nella ripetizione seriale del vuoto protagonismo di massa e alla dissacrazione dell’intimità, cosa ci resta più da immaginare?
Quante amare “Notti di Cabiria” dovranno essere ancora consumate dai tanti disillusi pseudo-divi allettati dall’iperaffollato mondo dello spettacolo del nulla?
Io intanto mi rivedo “I vitelloni” e i vecchi film di Totò, aspettando con Eduardo che… “Adda passà ‘a nuttata...”.

Cordialmente, David.




Bello spaccato-ritratto della civilta' ( o forse meglio sottocivilta') ' consumistico-narcisistica che stiamo rapidamente diventando

se hai voglia di leggere ti consiglierei il saggio "La Cultura del Narcisismo" di Crhistopher Lasch

fai bene anche a sottolineare la trasformazione dei programmi televisivi che una volta avevano spesso l'importante funzione educativa e rigenerativa della favola,invece che l'istupidente nulla come dici giustamente di adesso,ma d'altronde non conviene che il nuovo personaggio tipo,il Grande Consumatore,pensi

Saluti
Giuliano is offline  
Vecchio 07-02-2004, 21.11.12   #4
David45
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Girasole:


"ma è colpa di chi usa questi mezzi, o di chi si fa usare da questi mezzi?"

Risp.

Credo che , alla fine, il pensiero di ciascuno sia il prodotto dell'interazione tra ambiente esterno e costituzione interiore.
E' chiaro che è sempre molto difficile non farsi coinvolgere da allettanti immagini fatte di paillettes, grande fratello, e partite di pallone, perchè queste attivano in noi la strada maestra del "principio del piacere",e per di più senza nemmeno impegnarci intellettualmente più di tanto.
Il problema è: per l'effetto che hanno sul conformismo sociale questi schemi comportamentali mass-mediali, cosa producono?
A chi fa comodo un tipo di "cultura" del genere?

Ciao, David.
David45 is offline  
Vecchio 07-02-2004, 21.17.40   #5
David45
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Messaggi: 27
X Giuliano.

Ti ringrazio per la condivisione di parere e per il libro che mi consigli, che comprerò senz'altro.

Ciao, David.

(errata corrige al mio messaggio: "GLI" Dei e "Né" con l'accento.
David45 is offline  
Vecchio 07-02-2004, 22.08.23   #6
Uno
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Per David
A chi fa comodo un tipo di cultura del genere?

Praticamente sei tornato alla mia domanda, che era "provocatoria", non nei tuoi confronti, nel senso che non c'è una colpa definita ( praticamente come quasi sempre) , perchè fa comodo a chi la induce per profitto, ma fà comodo a chi la subisce per pigrizia.

Ciao
Uno is offline  
Vecchio 09-02-2004, 23.22.15   #7
David45
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Citazione:
Messaggio originale inviato da GiraSole
Per David
A chi fa comodo un tipo di cultura del genere?

Praticamente sei tornato alla mia domanda, che era "provocatoria", non nei tuoi confronti, nel senso che non c'è una colpa definita ( praticamente come quasi sempre) , perchè fa comodo a chi la induce per profitto, ma fà comodo a chi la subisce per pigrizia.

Ciao

Al di la della libertà di scelta di ognuno di fare "spettacolo"e di intraprendere la carriera più remunerativa e gratificante di questo mondo, credo che, questa fiera dello "pseudoprotagonismo di massa" non può che far male ad una società dove, oltre lo svilimento degli attori da quattro soldi e le veline, occorre una competente professionalità in tutti i campi.
Del resto basta considerare il livello di competitività italiano per mettersi le mani nei capelli, e questo in tutti i settori, dalla sanità all' imprenditoria, fino al semplice impiegato.
A volte sembra di trovarsi in una società drogata, che pensa solo al facile arricchimento e dove, chi possiede un vero talento, non riesce più a trovare spazio per poter così meritare legittimamente ciò che di diritto gli spetta.
Mi chiedo: come fa una nazione a trovare un suo degno e produttivo spazio nell'impero della globalizzazione, se non esistono più gli incentivi per produrre una classe professionale degna di rapportarsi in una realtà socio economica sempre più agguerrita come quella attuale?
Che esempio dà, e cosa produce socialmente, un divismo deteriore del genere, come può essere un "Grande fratello" o una "velina", che si arricchiscono mostrando la vuota vanità di se stessi?
E quei tanti giovani, che si impegnano con sacrificio negli studi o in "mortali" attività lavorative, come si sentono quando vedono in tv i loro coetanei "divi" guadagnare in qualche mese ciò che loro forse non guadagneranno in una vita?
Sono questi gli effetti della spettacolarizzazione del "non senso" della tv di oggi; e sono questi gli effetti devastanti della sua intrusione nel costume della società, quando non è più capace di mostrare autorevolmente quella distanza di una realtà separata da quella quotidiana.

Ciao, David.
David45 is offline  
Vecchio 10-02-2004, 00.40.14   #8
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questa fiera dello "pseudoprotagonismo di massa" non può che far male ad una società dove, oltre lo svilimento degli attori da quattro soldi e le veline, occorre una competente professionalità in tutti i campi.

Condivido completamente, del resto l'avevi già capito credo.

Del resto basta considerare il livello di competitività italiano per mettersi le mani nei capelli, e questo in tutti i settori, dalla sanità all' imprenditoria, fino al semplice impiegato.
A volte sembra di trovarsi in una società drogata, che pensa solo al facile arricchimento e dove, chi possiede un vero talento, non riesce più a trovare spazio per poter così meritare legittimamente ciò che di diritto gli spetta.


Idem come sopra, e volevo aggiungere solo due cosine, credo che questa situazione non sia solo Italiana ma a livello mondiale, solo che come al solito gli Usa nel bene e nel male iniziano, dopo segue il resto dell'occidente più ricco e piano piano si inducono forzatamente gli stessi "bisogni" al resto del mondo. Poi una riflessione, oggi a mio avviso la professionalità è falsamente indicata da "pezzi di carta", master, specializzazioni, e anche partecipazioni a congressi che servono solo a visitare qualche località turistica.
Però il problema di fondo è che chi insegna (in certi settori, e comunque non voglio offendere nessuno, è un problema di società) e chi fa il critico di professione (soprattuto nell'arte, ma anche in altri settori) sono spesso persone che non hanno mai esercitato veramente l'arte. Per esempio le mille attività artigianali che producevano vere opere di arte e ingegno stanno sparendo e con loro la figura del Mastro o Maestro cioè colui che dopo una vita di esperienza diretta, avendo un sapere di prima mano, decideva di tramandarlo ad un allievo, adesso tali figure sono state sostituite da fredde scuole con tanta teoria ( oserei dire da lavaggio del cervello ) fine a se stessa. La figura dell'apprendista sta, anzi è completamente sparita, vuoi per i modelli dei media che dicevi, vuoi perchè contrattualmente non ha più senso. Mah... comunque sono fiducioso per un futuro, forse non a brevissima scadenza, ma vista l'accelerazione della società dell'ultimo secolo, neanche lontanissimo, di ritrovamento di certi usi e valori. Del resto questo sistema mi sembra stia già iniziando ad andare in frantumi, vedi i crack finanziari.
Ti saluto e in caso volessi aggiungere o commentare qualcosa ti leggo volentieri.
Ciao
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Vecchio 10-02-2004, 09.50.58   #9
Vi@nne
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Non ho letto tutto...perciò mi scuso se vado fuori trend.
Anni fa lessi "Cattiva maestra la televisione", di Popper, mi fece riflettere molto. C'è un punto del libro dove dice...passeggiando una sera alzai gli occhi alle finestre dei palazzi che mi circondavano...tanti bagliori uscivano da esse...le televisioni impazzavano nelle case...tanta gente che cerca la loro panacea in essa...
Non sono le parole precise, ma il senso era questo.
Una sera volli provare a guardare in alto mentre passeggiavo, e una grande tristezza mi assalì. Quanti pensieri rimangono dentro le persone che si nutrono di tanta televisione.
I miei amici mi dicono che sono "snob" perchè non la guardo, io penso che se non posso scegliere alla mia età...sarebbe molto triste, e che snobbismo è un'altra cosa.
Quando in televisione c'era solo un canale aspettavo la sera della commedia con grande piacere, Edoardo e tanti grandi attori mi hanno fatto amare e conoscere il teatro, passione che ho coltivato anche da grande.
Spesso ci provo a guardarla...non ci riesco e me la dimentico...accendo la radio e sono contenta.
Vi@nne is offline  

 



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