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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 22-12-2004, 13.00.25   #1
nevealsole
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Giustizia e Amore

Tempo fa il sacerdote nella “predica” della messa della domenica parlando del Vangelo disse che non è solo giustizia, perché oltre la giustizia è amore.
La parabola era quella del figliol prodigo, che a me a dire il vero stava e sta piuttosto antipatico… perché con ‘sta scusa dell’amore prende il doppio di ciò che gli spetta.
In realtà è solo lo spunto per la riflessione che vi propongo e che riguarda, in particolar modo, il rapporto di coppia (tanto per cambiare… direte voi!!!)
Ho un’amica, sposata ormai da molti anni con un uomo di religione diversa (in origine) dalla sua… splendide nozze… splendidi bimbi… lei ha cambiato religione. Ora, certo molto incide quanto il cattolico si ritiene veramente tale, però in realtà non mi interessa l’aspetto religioso ma la capacità di amore.
Ovvero, quando me lo ha detto ho pensato: sì questa è scema, lui una cosa del genere per lei non la farebbe mai… perché la deve fare lei? Insomma io l’ho impostata sulla parità nel rapporto: tanto dai tu tanto do io, se non lo fai tu non lo faccio neppure io. Esempio: alla affermazione “se mi amassi lo faresti” risponderei “se mi amassi non me lo chiederesti”.
Ora, mi domando però se sia giusto il do ut des nella coppia, o se non ne rappresenti invece il primo fondamentale momento di crisi (o di assenza della coppia) visto che al minimo squilibrio tra le due prestazioni o si torna in pari oppure si “risolve” il contratto.
Altro esempio: studiando diritto viene fuori l’ipotesi dell’annullabilità del matrimonio per sopravvenuta conoscenza della malattia del coniuge. Il mio compagno di studi bello, bello fa: mi sembra il minimo… che me la dovevo tenere tutta la vita in quelle condizioni? Io rimango muta perché sinceramente, al di là del problema giuridico, mi pare che dal punto di vista umano ci siamo poco.
Mia cugina, per finire in bellezza, sta con un ragazzo che recentemente ha avuto un incidente stradale… niente di grave però è bloccato col gesso.
Dopo due giorni se ne esce con: “Sì comunque io mi sono rotta di portarlo su e giù… sarà bene che trovi il modo di arrangiarsi da solo perché io ho anche la mia vita a cui pensare” (io mi sono domandata: sì ma lui non dovrebbe essere una parte sostanziosa della tua vita?)
Ora, la mia domanda è: ma nei rapporti è sempre necessario ancorare tutto allo scambio utilital-individualistico?
Non è concepibile in questo mondo moderno una dimensione di “amore” in cui si fa qualcosa senza pretendere o sperare di aver qualcosa indietro?
E’ logico meravigliarsi o prendere per “scema” una persona che agisce senza apparente utilità?
Sarà per questo che il termine “consorte” non si usa più: ognuno di sorte ha solo la propria?
Grazie a tutti

Neve


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Vecchio 22-12-2004, 14.20.20   #2
rodi
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bell'argomento che apri e bello anche il modo in cui lo chiudi...
si forse proprio perchè ognuno ha una sua sorte il termine consorte non si usa più...
perchè è proprio lì il punto...nella condivisione...quella col coniuge e genericamente con tutte le persone che abbiamo accanto...
qui si può rispondere in maniera personale, perchè andiamo a toccare tasti molto intimi del nostro modo di essere.
Per quel che mi riguarda considero più scemo colui che pensa al proprio piccolo orticello e neanche si accorge del fatto che la falda sotto è inquinata, che ci piovono sopra piogge acide, che i semi che va a mettere sono tossici...scemo perchè la sua ottusità lo porta a zappettare quelle zolle produttrici di piante malate, scemo perchè quell'orto fa parte di un tutto che non può essere chiuso fuori e che prima o poi gli si riverserà addosso.
Con questo non voglio dire che la nostra vita debba solo essere vissuta in funzione dei bisogni e delle esigenze altrui, ma vorrei spezzare una lancia verso quella ricerca di quella sana via di mezzo che poi ci farebbe vivere meglio tutti.
D'altra parte credo che anche quando in apparenza non ti torna indietro nulla questa non sia l'effettiva realtà...il mondo è fatto di quello che noi ci mettiamo dentro, come in un minestrone, e quello che ci abbiamo messo poi è quello che troviamo quando serve a noi qualcosa...
rodi is offline  
Vecchio 23-12-2004, 12.34.29   #3
nevealsole
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Citazione:
Messaggio originale inviato da rodi

D'altra parte credo che anche quando in apparenza non ti torna indietro nulla questa non sia l'effettiva realtà...il mondo è fatto di quello che noi ci mettiamo dentro, come in un minestrone, e quello che ci abbiamo messo poi è quello che troviamo quando serve a noi qualcosa...

Ciao Rodi,
grazie del tuo intervento.
Condivido ciò che dici, il fatto che non torni indietro nulla è spesso apparenza, qualcosa si impara sempre.
Io sono una che tendenzialmente ci prova a dare e, se devo essere sincera, è raro che indietro non torni proprio niente: c'è sempre un qualche arricchimento personale.

Se non ci fossero altre occasioni prima.. Buon Natale a te e a tutto il forum

Neve
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Vecchio 23-12-2004, 13.08.52   #4
herzog
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Talking impostazione

Penso che, in un rapporto di coppia, debba funzionare, in un certo qual senso, il "do ut des"...però, stando agli esempi fatti, non ritengo che sia necessario restituire nella medesima specie...mi spiego: se una persona fa una cosa per te (sto all'esempio: cambia religione), non è necessario che l'altra sia disposta a fare la stessa cosa, per ricambiare (sempre stando all'esempio: non so se anch'io avrei cambiato religione)...basta che sia capace di fare qualcosa di altrettanto importante...in conclusione: penso che una coppia funzioni se abbia gerarchie simili, sì da consentire uno scambio tendenzialmente paritetico (i rapporti non si possono ridurre a matematica), nel rispetto di principi condivisi...
Herzog
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Vecchio 23-12-2004, 16.32.28   #5
DarkDreamer
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Messaggi: 25
Bella discussione, innanzitutto.
Molto complessa e delicata, seconda cosa.

Entro nel merito della discussione parlando con la mentalità dell'artista (se artista posso giudicarmi) che con quella del filosofo, ovvero con una concezione più terrena ed etica dell'amore piuttosto che in termini metafisici. Tutte e due, comunque, concorda in una visione utopica nella società di adesso.

Cominciamo a definire a chi viene rivolto l'amore, e poi a dire che cos'è. Rivolgiamo amore al nostro partner, ai nostri amici, ai nostri familiari, alle persone che ci sono vicine, ecc. . Da essi non pretendiamo alcuna ricompensa per quello che facciamo per loro, perchè identifichiamo non più queste persone come un'entità distaccata da noi, bensì essi sono una parte di noi: aiutarli, farli sentire bene, vuol dire aiutare e far sentire bene noi stessi. Diventiamo un altro essere - sia esso coppia o gruppo - che conserva la propria individualità ma allo stesso tempo si perde e si identifica nell'altro.
A questo punto la domanda viene spontanea: cosa vuol dire dedicare amore? Vuol dire confronto, sincerità, capacità di spingersi oltre al limite pur di compiacere l'altro, scambio di esperienze per arricchire le proprie. Tutto ciò però non deve scadere nella schiavitù d'amore, ossia l'essere sfruttati da qualcuno attraverso il sentimento che l'innamorato cerca di condividere. Ed è per questo che molti, in maniera inconscia o volontaria, credono di amare e di essere amati ma in realtà non lo sono.
Consideriamo infatti gli esempi citati: il marito bloccato sulla sedia a rotelle non è in realtà amato, perchè se così fosse la moglie sacrificherebbe non tanto il suo dovere, quanto il suo piacere, perchè dovrebbe trovare appunto piacere nell'essere disponibile e nell'aiutare quella persona come può. E' facile "voler bene" ad una persona nel bene, ma spesso ciò viene confuso con il semplice divertimento (gruppi di amici che vanno insieme in discoteca, quella non è amicizia) attrazione fisica (coppia che vive per scambiarsi favori sessuali) o addirittura semplice comodità inconscia (in due le cose si fanno meglio e quello che non sa fare l'uno lo fa l'altro). Ma è quando le cose si mettono male che si vede chi ama davvero, proprio perchè solo chi si identifica nell' "individuo-coppia" e non nel semplice individuo è in grado di trovare la forza e la voglia di aiutarla ad andare avanti, a farla uscire (o addirittura semplicemente a lenire) la situazione di stallo in cui il partner-compagno si ritrova.
Viviamo in un mondo in cui si è circondati di falsi amici, di cuori fedifraghi che aspettano solo il momento buono per attaccare chi è più debole di loro: è un fattore biologico inconscio, che amplifica notevolmente l'istinto di conservazione che consiste nel mettersi insieme per resistere ma che, se uno diventa un peso, deve essere eliminato. Per questo gli animali sono incapaci di amare.
L'amore è complesso perchè è sempre un fattore biologico ma sublimato e reso umano: l'amore per gli handicappati, per i più timidi, per quelli che hanno veramente bisogno viene nettamente ignorato perchè sono un peso e solo chi è costretto ad "accollarseli" per tutta la vita ha il dovere di aiutarli. Io mi dedico a loro - faccio volontariato - e so quanto amore loro ricambino rispetto a una bella donna o uomo che si rimorchia per strada.

Il sacramento del matrimonio legalizza questo concetto, ma non è affatto necessario. Per amare una persona non servono mere permissioni legate al contingente, è necessario soltando unirsi e perdersi nell'altro (un po' come gli androgini del mito di Platone).
Non vi è il concetto di "do ut des" nel rapporto, perchè come è già stato detto anche da altri non richiede qualcosa in cambio se non un arricchimento personale, un sorriso, un abbraccio sincero e la consapevolezza che - se dovessi trovarmi nella stessa situazione - quella persona vorrà aiutarmi. Ed è lungi dall'essere un pensiero egoistico, come dice Hobbes, un modo per avere favori da tutti. Guardate questo smile ---> , forse quello che abbraccia vuole qualcosa in cambio? Non si accontenta del semplice sorriso?

Io sto scrivendo anche un libro su questo argomento, anche se in forma migliore rispetto a questa. E' un tema a me molto caro, sin da giovanissimo: forse perchè ho avute buone esperienze e la fortuna di avere persone che mi sono sempre state vicine. Questo per indicare che nessuno può farcela da solo e che la mia completa trasformazione sia una ricompensa sufficiente per loro che non attendono certo il momento propizio per riottenere qualcosa.

Buon Natale a tutti
DarkDreamer is offline  
Vecchio 23-12-2004, 16.58.26   #6
herzog
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Talking do ut des

Dark...interessante il tuo contributo...lo condivido e preciso il mio: io ritengo che, in un rapporto di coppia sano, il "do ut des" debba esserci, nel senso, e solo nel senso, che l'amore deve essere "scambiato"...io non penso ad un rapporto sano, laddove l'amore vada solo in un senso e non sia reciproco (mi vengono in mente, piuttosto, rapporti di altro tipo, nevrotici et similia)...forse l'aver usato l'espressione, mutuata da post precedente, "do ut des" non era appropriato, ne convengo (l'ut sottintende una finalità, nel mio caso si parla solo di conseguenza), ma volevo rendere più forte la mia idea, pur se in questo senso intesa e da intendere...l'amore è, prima di tutto, donarsi, ma, nel giusto rispetto (e amore) per la propria persona, deve saper anche ricevere....
Herzog
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Vecchio 24-12-2004, 11.27.00   #7
nevealsole
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Re: do ut des

Citazione:
Messaggio originale inviato da herzog
Dark...interessante il tuo contributo...lo condivido e preciso il mio: io ritengo che, in un rapporto di coppia sano, il "do ut des" debba esserci, nel senso, e solo nel senso, che l'amore deve essere "scambiato"...


Bella l'idea dello scambio di amore, credo in fondo tu abbia ragione... mi piacerebbe credere che sia possibile elargire amore in modo continuo senza pretendere mai niente in assoluto ma, ahimé... siamo mortali, il dare senza mai ricevere - come giustamente dicevi tu anche in altri modi rispetto al nostro - rende forse frustrati.
Ripeto che, però, credo sia raro il caso di chi pur dando senza riserve non riceva niente indietro: forse non sappiamo guardare o forse misuriamo solo col nostro metro.. non so.

Citazione:
Per amare una persona non servono mere permissioni legate al contingente, è necessario soltando unirsi e perdersi nell'altro (un po' come gli androgini del mito di Platone).



Bellissima!!!!

Ragazzi, il Natale vi fa bene!!!

Auguri

nevealsole

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Vecchio 24-12-2004, 11.33.09   #8
herzog
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Messaggi: 404
Talking chiarimento

No, neve..., non intendo dire che sia possibile dare amore senza ricevere...al contrario...l'amore è dare (prima) e ricevere (dopo), scambio continuo, appunto...certo, in un rapporto che funziona, fondato su stima e fiducia (assieme al rispetto, i tre requisiti fondamentali, secondo me), ci sono anche le pause...siamo esseri umani, in fondo, e questo ci rende limitati, ma, ancor di più, bellissimi...io ho sempre pensato che ciò che ci rende belli sono i difetti, non i pregi...
Herzog
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Vecchio 24-12-2004, 13.33.38   #9
giorgio
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Pur essendo iscritto da molto, annovero al mio attivo un solo intervento (politico), ed oggi, alla vigilia del Natale, ne redigo un secondo (amore). Ma in fondo, e qui inserisco una nota personale sono le due uniche cose importanti della mia vita, politica e amore.
Il mio è il contributo di chi, superato i 40, ha vissuto la stagione dell'amore puro, adolescenziale; dell'amore "gestito" (brutto come termine, ma sintetico), fatto non solo di passione e slanci, ma anche della paura di perdere la persona amata (e di tutto ciò che ne consegue); per approdare al desiderio di un amore.
Si, senza più altri aggettivi, tutti noi sappiamo cos'è l'amore e penso tutti ne condividiamo la definizione (lascerei perdere gli sterili confronti lessicali), è quel sentimento gratuito (e NON può essere diversamente) che ci lega all'altro e che si differenzia nelle forme solo in virtù della sua destinazione.
Per cui è amore cambiare religione, è amore un dono, è amore "lasciare", e Dio solo sa quanto ciascuno di noi ne ha bisogno.
P.s. la conclusione trascendente non induca ad errate considerazioni, sono un materialista, e forse proprio per questo, ancor di più, sento l'esigenza dell' "AMORE"
giorgio is offline  
Vecchio 24-12-2004, 15.09.18   #10
nevealsole
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Ciao Giorgio,
grazie del tuo intervento... sono felice tu abbia scelto un mio post tra tanti per dire la tua.

Citazione:
P.s. la conclusione trascendente non induca ad errate considerazioni, sono un materialista, e forse proprio per questo, ancor di più, sento l'esigenza dell' "AMORE"


Il tuo post scriptum è, a mio avviso, illuminante...

in fondo anche Sartre, alla fine, cercò il senso nella solidarietà (altra forma di amore) di questa vita che può apparire assurda.



Citazione:
io ho sempre pensato che ciò che ci rende belli sono i difetti, non i pregi...

Herzog,
mi sono resa conto dopo di non avere espresso con chiarezza, cmq ora ho capito.

Sui difetti concordo, io quando incontro qualcuno guardo ai pregi- ma i pregi sono pregi vanno bene tutti - e i difetti: secondo me scegliamo molto più attraverso i difetti le persone che ci piacciono, perché ci piacciono anche i difetti, o meglio manifestiamo quella sana "tolleranza" che non vuole il cambiamento.

di nuovo auguri

nevealsole
nevealsole is offline  

 



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