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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 16-02-2005, 18.52.03   #1
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
Wink La Lapide

Premessa.

Il vostro problema: difficoltà a capire perché la società continua a degradarsi; difficoltà a capire cosa manca per promuovere lo sviluppo economico.

Conviene aprire gli occhi, poiché il degrado continuerà, se non prendete le contromisure sociali necessarie per acquisire competitività.

Un emigrato esperto vi potrebbe aiutare.



LA LAPIDE

Leggo un quotidiano italiano. Nausea abbondante.

Decido di scrivere una lettera al giornale, per listare le CAUSE apparenti di tante emergenze, di tanta melma fangosa, che ostacola il cammino di tanti Italiani.

Mia moglie: “Lascia perdere, il giornale non te lo pubblica”.
“Perché ?”
“Perché tu dici la verità ! Il giornale non te la pubblica la verità”.
“Lascio perdere ?”.
“Prova con una filastrocca”, lei mi dice.

Ci provo, sui VALORI. Quelli che sono, fra l’ altro, necessari per far girare le ruote di un Paese, di un’ economia.

LA FILASTROCCA

Un emigrato legge il giornale. “Solo valori negativi ! Dove stanno quelli positivi ?”.
“Positivi ? gli Italiani non amano costruire !”
Come costruire, se manca la chiarezza ?
Come reinserire la chiarezza, se manca la coerenza ?
Come diffondere la coerenza, se si é diffuso il doppio linguaggio ?
Come eliminare il doppio linguaggio, se lo scopo dei politicanti non é costruire, ma guadagnare....... potere ?
Come togliere il potere ai politicanti ? Ci vorrebbero i tecnici, i professionali, quelli che non vendono chiacchiere......... ?
Dove trovare i professionali, se le persone che hanno una buona posizione, che hanno fatto esperienza ad alto livello, sono state scelte col comparaggio e l’ omertà ?

Come eliminare il comparaggio e l’ omertà, se non ci’ abbiamo una proposta seria per poterlo fare ?
Come preparare una proposta solida e seria, se non si conosce più, nello Stivale, la chiarezza, la coerenza, l’ efficienza, l’ onestà, la dirittura, il rigore, la responsabilità, il realismo, il valore, il merito che genera impegno ?

Ritrovare i VALORI , le forze positive? ....... Ma bisogna andare a comprarli in U.E. ?
Andare a comprare i VALORI in U.E. ? .... Forse, ...ma é proprio quello che fanno gli emigrati !
Solo che, una volta imparati i VALORI, ci restano, nei Paesi europei. Gli conviene.....
............................ anziché rientrare nella melma fangosa.

Ho capito, ordino una lapide al marmista dietro l’ angolo.
“Che ci scrivi ?”, chiede la moglie.
Ci scrivo: “Alla memoria: della chiarezza, la coerenza, l’ efficienza, l’ onestà, la dirittura, il rigore, la responsabilità, il realismo, il valore, il merito e l’ impegno”.

Che metto in un cimitero italiano. Qualsiasi.

L’ emigrato

Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr
(disponibile per presentare le CAUSE dei guai italici)
antonio greco is offline  
Vecchio 18-02-2005, 01.08.43   #2
oizirbaf
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Re: La lapide

Citazione:
Messaggio originale inviato da antonio greco
Premessa.

“Alla memoria: della chiarezza, la coerenza, l’ efficienza, l’ onestà, la dirittura, il rigore, la responsabilità, il realismo, il valore, il merito e l’ impegno”.

ANGREMA@wanadoo.fr
(disponibile per presentare le CAUSE dei guai italici)

... mon chère Antonio,

cio' che dici lo riscontro nell'azienda privata in cui lavoro dove il direttore di filiale possiede tutti i disvalori che sono l'opposto delle virtu' alla cui memoria dedichi la lapide.
... dunque sono in perfetta sintonia con te nell'analisi e non solo per tornare competitivi quanto per tornare ad essere un popolo e non un'accozzaglia di polli che si beccano come nella scena manzoniana di Renzo che porta i polli ad Azzeccagarbugli.

Il problema nasce sul "che fare?". Cosa proponi nel concreto per le prossime generazioni, dato che non e' questione di pochi anni.

1) La scuola dovrebbe essere il luogo dove i giovani acquisiscono la CONOSCENZA, l'oro del futuro.

2) Quando avremo una futura classe dirigente preparata ed all'altezza delle sfide tecnologiche future, come fare a farle raggiungere i posti di comando nell'industria e nello Stato, occupati dai lacche' dei politicanti?

3) Come dare al popolo che vota la COSCIENZA CRITICA in una italietta dove l'informazione dei media sara' forse sostanzialmente ancora nelle mani degli eredi di "quell'imprenditore" cresciuto all'ombra del craxismo?

... questi sono i nodi da sciogliere
... su questi dovresti dirci qualcosa.

Grazie in ogni caso per aver sollevato un problema che e' sotto gli occhi di tutti. Inutile rimuginare su passati complotti. Che fare oggi e come impedire domani l'opera dei "guastatori"?


attendo fiducioso tuoi chiarimenti,

oizirbaf
oizirbaf is offline  
Vecchio 18-02-2005, 17.14.00   #3
antonio greco
L' Emigrato
 
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EVOLUZIONI DEL BEL PAESE

(Gli ultimi anni del XX secolo)


Nei secoli, tante invasioni. Gli Italiani furono costretti a cambiare spesso padrone, condizioni di vita, garanzie e diritti. Successe quindi che si adattarono, presero alcuni caratteri, rimasti poi nel DNA. Adattarsi al nuovo padrone, non contrastarlo, evitare conflitti. Gli Italiani di oggi, davanti agli altri Europei, mostrano poca simpatia per la fermezza e la chiarezza.

E per questo che oggi in Europa si riconosce agli Italiani una grande flessibilità. D’altronde,
se non avessimo avuto nel passato lontano spirito di adattamento e flessibiltà, avremmo dovuto avere, per esistere, forza, disciplina ed eserciti paragonabili a quelli degli invasori. Non credo ne abbiamo avuti.

La flessibilità é certo un vantaggio rispetto agli altri europei, in un mercato competitivo, che evolve rapidamente. Purtroppo la nostra grande flessibilità, unita ad una talvolta limitata coerenza, debole spina dorsale, ha avuto anche conseguenze negative. Negli ultimi quaranta anni ci siamo velocemente adattati a nuovi usi e costumi. Le evoluzioni le ho risentite pressappoco cosi.

1. Anni 60-70. Ancora diffusi i comportamenti abbastanza corretti nella società. La corruzione già esiste, ma non si é ancora diffusa ovunque. Essa é nascosta, ma cerca di espandersi nelle stanze del potere. La facciata del potere é la gestione del Paese e la lotta contro il comunismo. Dietro la facciata, l’affaripolitismo (=commistione di affarismo privato e politica) si diffonde e contribuisce a sostenere partiti politici e relative correnti.

2. Anni 80-90. La diffusione a macchia d’olio della corruzione e dell’omertà nelle gestioni del potere nazionale, locale e degli enti di stato continua. Alla fine del secolo non ci sono organi istituzionali indenni dall’inquinamento in espansione. Persino la giustizia é colpita. Qualcuno comincia a dubitare che essa sia super-partes.

3. La larga e rapida diffusione, dappertutto, della corruzione, fa cambiare i comportamenti. La gestione frequentemente scorretta del potere per fini di parte é ormai ben conosciuta dal grande pubblico. I comportamenti scorretti o delittuosi non vengono più nascosti. Si confessa pubblicamente che le tangenti servono al partito o alle sue correnti. Ma l’affaripolitismo per arricchimenti personali é ancora nascosto.

4. Vengono alla luce, sempre più numerosi, i casi di uso del potere per scopi delittuosi. Contemporaneamente, forse a causa della incapacità (o non volontà) della giustizia di perseguire i colpevoli, si diffonde il senso dell’impunità di chi sta al potere. In certi ambienti, essere cooptati dal potere politico comporta l’accettazione dell’affaripolitismo privato. Contemporaneamente diminuisce il numero di cittadini che protestano e si scandalizzano nello scoprire gli usi scorretti del potere.

5. Appare chiaro che la % di gestori della cosa pubblica o degli enti statali che svolgono realmente il proprio ruolo diminuisce. Si diffonde l’idea che la carica pubblica o l’elezione non comporta necessariamente impegno né grandi obblighi inerenti al proprio ruolo.

6. La dietrologia, le manovre, i colpi bassi fra clans diversi, divengono comportamenti diffusi. Per i funzionari pubblici di alto calibro gestire l’ente o il servizio di cui si é (nominalmente) responsabile diviene sempre meno importante. Conservare la propria fetta di potere, restare a galla, é la preoccupazione prevalente.

7. Colla istituzione della Comunità Europea, le merci cominciano a passare le frontiere e nei Paesi della U.E. inizia la competizione. Produttori di beni e servizi devono fare fronte ad una competizione più accanita e difficile. In tale quadro economico divenuto complesso, i sistemi di produzione e vendita più efficienti emergono. Fra i Paesi della U.E., l’Italia si distingue per alcuni fattori particolari del suo quadro sociale, che hanno un impatto sulla competitività.

Eccoli:
- l’assenza di volontà e capacità organizzative, la diffusione dell’improvvisazione
(causa ed effetto della confusione in aumento) in un mercato sempre più complesso
creano difficoltà agli imprenditori.
- la difficoltà di realizzare i programmi pubblici previsti fa cambiare il quadro economico e quello pubblico. Si vive sempre di più alla giornata, i programmi divengono solo indicativi. Le promesse non si possono mantenere. Gli obbiettivi dichiarati si dimenticano.
- sparisce il valore “responsabilità del proprio operato”. Si diffonde a macchia d’olio il vecchio (ma una volta nascosto) uso di selezionare la classe dirigente per allacci personali. Il merito e l’esperienza, formalmente in auge, divengono in pratica valori dimenticati. L’unica cosa che conta ormai: conoscere un VIP potente.

8. In certi settori il numero di persone che si serve di un referente é troppo aumentato. Per cui l’uso di un referente diviene una carta sempre meno sicura. Per effetto di detti cambiamenti di valori, diviene chiaro ad un numero crescente di persone che compiere bene il proprio dovere, in modo corretto, non paga più. In conclusione, l’inaffidabilità, la confusione, regnano ormai sovrane nel sistema Italia. La competitività é sparita o sta sparendo. Gli imprenditori se ne lamentano. Il sistema Italia é ormai grippato in alcuni settori. Qualche imprenditore, nel battersi contro la inefficienza, comincia a capire che spostare la propria attività al Nord o all’Est del Paese é un opzione da considerare come ancora di salvezza.

9. La FIAT chiude il primo stabilimento. E il primo segno di una catastrofe in arrivo ? Le somiglianze del sistema Italia con i sistemi sociali del Sudamerica aumentano in certi settori. Chissà se un giorno i nostri allacci economici con i Paesi U.E. diminuiranno ? In tal caso ci resterebbe un’opzione: associarci ad un mercato comune del Sudamerica !

Conclusione. E ora di dire la verità. Se restiamo come siamo, se non realizziamo che bisogna cambiare, riconosciamo che siamo un Paese in via di sottosviluppo !

Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr

LA DECADENZA DEL BEL PAESE
DA TANGENTOPOLI AL....... SOTTOSVILUPPO ?

Comincio’ cosi, dopo la guerra.

La cintura era troppo stretta, bisognava soprattutto mangiare. E occorreva cominciare ad appagare i primi desideri. Il fascio, con le sue strutture, non dettava più legge. Tutti i cittadini si rimboccarono le maniche, e la ricostruzione ando’ avanti. Il Paese poté mangiare, commerciare, produrre e inventare nuovi bisogni. Anche guardando i boys americani. L’industria del mattone trascinò i consumi.

Intanto sulle pedane delle piazze, nuovi oratori insegnavano la democrazia. Fra loro molti meridionali, usi a gestire famiglie e affari con paternalismo, compari aiutando. La gran parte di quelli che erano arrivati alla fine della guerra e del fascismo, erano entusiasti, avevano voglia di costruire, erano in buona fede. Ma alcuni, infilatisi nei palazzi del potere parlando democrazia, iniziarono a tessere le fila degli affari fra amici, servendosi del sottobosco culturale in agguato. Per scopi privati o di clans, iniziarono a condizionare i partiti, ognuno dei quali alzava una bandiera diversa, ma sempre democratica. Iniziarono i traffici di influenze, i negoziati di corridoio, usarono un esercito di galoppini di collegamento fra i vari palazzi del potere, mercanteggiarono in angoli bui di stanze segrete voti e prebende. Furono creati associazioni, sindacati, industrie del parastato. File di aspiranti gerarchi del fascio sparirono. Come era già successo altre volte, chi ebbe più fiuto, per meglio scalare le nuove strutture, gonfiò il numero di chi asseriva essere stato dall’altra parte.
Enormi file di “resistenti” si crearono, i quali avrebbero un giorno avuto diritto ad un occhio di riguardo, o come minimo ad una raccomandazione. Era tale il numero, che qualcuno chiese: “ma allora, chi era fascista ?”

Presero il potere in alcuni ministeri certi politici, con nuovi comportamenti, capaci di condizionare, trafficare , intermediare poteri e percentuali, nell’interesse proprio e del proprio clan.. Chiamiamolo affari-politismo, commistione di affarismo privato, o di clans, e poteri politici. Sciascia scrisse che la mentalità mafiosa si estese dalla Sicilia verso il Nord con una velocità di 100 km/anno. I settentrionali in gran parte non si occuparono di quanto avveniva nei palazzi del potere politico. Curarono i loro commerci e potenziarono nuove attività, svilupparono l’industria privata. Inventarono un nuovo tessuto produttivo, con comportamenti circa mittle-europei.

(Continua)
antonio greco is offline  
Vecchio 18-02-2005, 18.24.17   #4
antonio greco
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Continua Le Evoluzioni dello scorso secolo

Intanto si ristrutturarono nuovi poteri pubblici, nazionali e locali, che rilevarono le briglie che erano state dei gerarchi del fascio. Lo stato intervenne nell`economia. Nei nuovi palazzi del potere prevalevano gli uomini di legge, i quali spesso avevano una limitata conoscenza delle realtà sociali, ma una ottima conoscenza delle strutture dello stato. I nuovi politici, nel fare piccole e grandi carriere, diffondevano le loro abitudini, usavano parole democratiche nelle assemblee e stilavano spesso accordi di mutua assistenza. Sulla base di scelte politiche, ma non solo, si formarono in alcuni partiti correnti e clans. Gruppi solidali presero il potere in alcuni partiti che gestivano il Paese. Una volta installati in posizioni di comando, i gruppi di potere intavolarono negoziati con gli imprenditori che producevano ricchezza e beni di produzione. Gli appalti pubblici furono gestiti con metodi sempre più “mediterranei”. Le percentuali di ritorno divennero talvolta criteri di scelta nelle assegnazioni dei contratti importanti. Gli impresarii, in genere gente del Nord, si indignarono, ma poi, da Italiani svegli e adattabili, capirono la musica che si andava diffondendo e impararono a suonarla. All’inizio le grosse tangenti erano l’eccezione, ma in circa un decennio divennero la regola. Tangentopoli sembra nata nei palazzi romani, ma si estese facilmente anche alle più sperdute province.

La incapacità dei piemontesi, dalla fine ‘800, ad educare l’Italia appena formatasi, ad avere comportamenti europei o savoiardi, si rivelo’ alla fine del `900 un boomerang per il Paese. Il quale fu quindi facilmente permeabile, soprattutto durante la ricostruzione, alla corruzione diffusa, da Roma, da alcuni VIPs installatisi nei palazzi romani.

Il livello dell`Italia sociale, a fine secolo, e troppo degradato. Lontano da quello europeo, esso si avvicina a quello sudamericano. Il sottosviluppo é dietro la porta. O é gia arrivato ? Forse ci conviene aprire gli occhi !
Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr
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Dopo aver descritto le evoluzioni di fine secolo, per rispondere ad una richiesta fatta da Oirzibaf, cerchero' di fare una status del Paese, come é purtroppo divenuto. E delle piccole chances che ha di riprendersi, le quali dipendono da due eventi possibili:

- se voi aprite gli occhi;
- se mi date spazio e microfoni, per mostrarvi tutto quello che vi manca per divenire un Paese competitivo (non lo sarete più molto presto).

Uno dei vs tanti problemi: la nuova mentalità italiana ha gettato alle ortiche i VALORI, fra cui anche la capacità di riflettere SERIAMENTE ..

E il motivo per cui se vi date una scossa, forse vi salverete. Ad una condizione: smettete di giocare alle illusioni di dst e snst e guardate la realtà in faccia.

Ci vuole, per farlo, molta fatica... a tutti quelli che han perso il realismo (forse la maggioranza).
antonio greco is offline  
Vecchio 18-02-2005, 19.17.04   #5
antonio greco
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TENTATIVO DI SOMMARIO

Mon cher Oirzirbaf,

cerco di riassumere. Ma attendo che mi contatti sul mio indir. per farmi domande, in quanto sicuramente non sono completo.

Infatti la mia mentalità (e quella di tanti emigrati), come le mie conoscenze della verità, che ho cercato per tanti anni, sono notevolmente diverse da quelle di chi vive in Italia. Per cui mi farai domande.

Avendo molto viaggiato per lavoro, scoprii da molto tempo le differenze nel modo di lavorare fra Italiani ed europei.

Successivamente scoprii recentemente le differenze nel modo di ragionare (ci sono anche quelle). E il motivo per cui avvertii Romiti di tale differenze e della mia piccola preoccupazione, che se le cose fossero andate avanti, l' economia ne avrebbe sofferto. La lettera ricevuta da Romiti in rispôsta (anno ' 90, ho appena verificato) mi diceva "caro ingegnere, sono d' accordo colle sue conclusioni. Ma non c"' é niente da fare". Cioé non accolse la mia proposta di andarlo a trovare per spiegargli.

- Negli ultimi tre anni sia Piero Ottone che Tronchetti Provera, che io avevo contattato con documenti, mi hanno risposto la stessa cosa (d' accordo colle sue conclusioni. In più Tronchetti Pr. mi invito' a fare una presentazione nelle "sedi istituzionali").
- dopo molti anni che avevo avvisato Romiti, la catestrofe é arrivata. Intanto io assistevo, osservavo sui media i peggioramenti rapîdi della società.

- dai contatti Internet e dai media sono arrivato a questa conclusione:

- gli Italiani dello Stivale non escono dai loro guai da soli; non ne hanno gli strumenti;
- ne uscirebbero se emigrati qualificati li aiutassero ! !
- ho preparato le linee di un programma (pubblicato anche in un saggio su Internet), che servirebbero, chissà, a tempo debito.
- le mie valutazioni hanno il potenziale di generare una discussione/analisi;
- la discussione ha il potenziale di generare quella catarsi che é necessaria per ripartire da capo. Solo se c' é gente determinata che la provoca. E possibile, ma molto difficile.

- Inoltre sono quasi sicuro di essere il solo emigrato che abbia fatto un' analisi, dall' Europa, per almeno dieci anni, in lungo e in largo. Ripetendo le stesse cose a gente che non vuol capire.

Per capire i risvolti e i motivi delle incapacità italiane attuali (sono parecchie), suggerisco di leggere sui siti sottoindicati, le seguenti Lettere dall' Europa:

- le capacità italiane: "La Barca va..";
- La mentalità italica odierna: "L' ITalia Desnuda";
- la società italiana: "Cullarsi nelle fatue illus."; "Definizione.."; "Complotto"; "Pantani e ruote gripp.";
- divaricarzione dall' Europa: "Divaricazione dall' Eu."; " Competitività"; "Differenze"; "Regole e confusione"; "Evoluzioni.."
- su questo forum, anche altri miei contributi.

le Lettere dall’ Europa sono su:
http://angrema.blogspot.com
www.accademiaonline.net (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito, argomento "società")

Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr
(ex funzionario europeo, consulente in TLC, analista delle CAUSE del declino)

SINTESI DELLE FASI NECESSARIE:
- Testimonianza di emigrati esperti;
- partendo da tali contributi, analisi seria, fuori della politica, per l' individuazione delle CAUSE (che non conoscete);
- discussione (ci vuole un Movimento serio o una Categoria interssata (gli imprenditori) che organizzi l' evento;
- obiettivo di quanto sopra: individuazione delle contromisure necessarie (dolorose per alcuni), ricerca delle alleanze fra le categorie (fuori della politica, che é deviata, e incapace) che vogliono avere competitività e posti lavoro...


Organizzatevi........poi mi contattate per invitarmi a venire in Italia. Insisto: gli imprenditori e gli esercenti sono interssati alla competitività, quindi devono avere interss ad ascoltarmi.

Cercate di dimostrare che, anche se Italiani, riuscite una volta ad organizzarvi e a mettere da parte la rassegnazione.
antonio greco is offline  
Vecchio 18-02-2005, 23.01.23   #6
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
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Dopo l' inquadramento in generale, provo a rispondere alle domande di dettaglio.

Come avere una classe dirigente a livello europeo ?

Bisognerebbe tornare indietro, eliminare la chiacchiera come sistema, eliminare l' ignoranza diffusa, reintrodurre la serietà, cioé introdurre i VALORI. Se la Pubblica dIstruzione, dopo questa riforma (che puo' avvenire solo in seguito ad una catarsi nazionale) fosse messa in mano a persone competenti, che assumino anche il ruolo di educatori (e non solo di istruire), allora avremmo dei cittadini che, invece di eleggere chi fa più demagogia, eleggano chi é più professionale.

Se il lavoro della Pubblica Istruzione non fosse fatto "all'italiana", ma seriamente, i cittadini avrebbero una buona capacità critica. Ad una condizione: che possano avere dallo stato quello che é promesso nelle leggi e costituzio. Se cosi fosse, essi non sarebbero soggetti ai Padrini, per avere da loro qualcosa che lo stato gli ha promesso e poi negato.

Perché lo stato funzioni, non é difficile... Basterebbe reintrodurre (in una forma tedesca, non italiana) il rigore, la responsabilità, le "carote ed i "bastoni", etc.

Ma bisognerebbe anche verificare quante leggi vanno riscritte (non all' italiana) perché esse abbiano una sola interpretazione.

Una collaborazione Italia Francia sarebbe magnifica. I Francesi ci insegnerebbero a scrivere chiaro-cristallino. E noi gli insegneremmo a ragionare usando la testa propria (e non il "si fa cosi" da ogni passo.

La mia conclusione: "hanno messo 'a democrazia 'n mano ai' guaglioni....." I quali continuano a giocare a "Destra e sinistra".....
State combinati malamente....
antonio greco is offline  
Vecchio 22-02-2005, 19.11.14   #7
pirrone
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La mia esperienza di 5 anni a Chicago e tre figli che hanno frequentato le scuole qui, mi fa essere molto d'accordo con te, in Italia ci sono alcuni tabu` ideologici che impediscono di riformare la pubblica amministrazione sul modello dell'Ecole National d'Administration francese, il sindacato sul modello tedesco e l'universita` sul modello americano. La sinistra appalta al sindacato del pubblico impiego i progetti di riforma del pubblico impiego, cioe` chiede al maggior beneficiario dell'inefficienza clientelare di porvi fine. La destra lascia marcire il pubblico impiego in nome della libera... corruzione e dell'ideologia che "privato e` bello". Nessuno ha il coraggio di proporre una riforma sindacale che prenda atto del fatto che nelle societa` complesse il sindacato e` un'importante istituzione, non piu` un movimento. Non lo fa la sinistra perche`"il movimento sindacale" e` una verita` di fede, non lo fa la destra perche` odia ideologicamente il "sindacato, origine di tutti i mali" e mai accetterebbe di dargli poteri istituzionali, anche se limitati da regole istituzionali, come in Germania e Svizzera. L'universita` chiede fondi e proclama scioperi unitari tra professori e ricercatori, cioe` pratica l'unita` tra i feudatari e la servitu` della gleba: nessuno ha interesse a toccare i privilegi dei baroni, pensionati di lusso esentati da lavoro e ricerca, che sono ampiamente soprarappresentati in Parlamento sia a destra che a sinistra. Tutti provocano la fuga dei ricercatori all'estero, cioe` la fuga dei cervelli ed in nessun caso ne reclutano da fuori, cosicche` il 40% dei professori universitari e` parente di professore universitario.
Dove puo` approdare l'Italia senza servizi pubblici ed istruzione competitiva?
pirrone is offline  
Vecchio 22-02-2005, 19.41.51   #8
antonio greco
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DERIVA MENTALE

Scusa Pirrone, se ci torno su.

Tu hai molto bene elencato parecchi guaiucci. Dici che i sindacati hanno un 'idea per la riforma del pubblico impiego.....Non lo metto in dubbio.
Ma se volessimo esaminare la causa soggiacente di tanti inconvenienti da te elencati, dovremmo parlare della deriva della mentalità italiana. Che io ho cercato descrivere nei testi" Italia Desnuda" e " Definizione dell' Italiano". Nei siti che ho su indicato. Se hai tempo e interesse.


L' Emigrato
antonio greco is offline  
Vecchio 22-02-2005, 19.56.02   #9
pirrone
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Sono sicuro che se avrai la pazienza di leggerti Leopardi ti accorgerai che anche senza emigrare e con quasi 2 secoli di anticipo certi italici difetti lui li aveva gia` colti.

http://www.classicitaliani.it/index063.htm
pirrone is offline  
Vecchio 22-02-2005, 23.10.48   #10
antonio greco
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DIFETTUCCI

Ti credo che ci sono difettucci che esistevano duecento anni fa.

Infatti noi Italiani non sappiamo che ci sono Paesi che migliorano il proprio futuro, combattendo i propri difetti. Per i pigri Italiani sarebbe troppa fatica.. e poi andrebbe contro la rassegnazione....

Se volete gli esempi ce ne ho tre (uno é la Tatcher).;

Uno dei problemi italiani (la lista non é facile a memoria) diffusi é:
- azioni (sociali) istintive, senza pensare alle conseguenze sugli altri;
- rasseganzine alle prepotenze e sopraffazioni (tipico latino-americano);

- a livello pubblico, fare correzioni in fase di emergenza. Nel resto dell' Europa c' é la programmazione preventiva. So che in Francia funziona benissimo. Si fanno oggi i piani per i bisogni di infrastutture che ci saranno fra più di cinque anni.

Vai a proporre una cosa del genere nel Paese che ha accettato la incertezza come condizione di vita....

Andro' a guardare il sto raccomandatomi, grazie.
l' Emigrato
antonio greco is offline  

 



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