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Vecchio 12-03-2005, 11.21.35   #1
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
L’italia Nel Pallone

LETTERA DALL’ EUROPA
Parigi, giugno 04
( MERITIAMO DI MEGLIO_?


Decisioni importanti furono prese dal governo, in agosto del 03, in campo calcistico. Relative al più importante sport del Paese.

Qualche osservatore ha trovato cio’ una stranezza. Io, che vivo in Francia da molti anni, mi meraviglio un po’ meno. Anche se so che una cosa simile puo’ succedere solo in Italia, che non potrebbe accadere nel resto della U.E.

Un giornalista sportivo scrisse che gli Italiani sono i più grandi conoscitori dell’ arte del football. Lo supponevo anch’ io, ma ora ho la conferma. Quello che nessuno ha ancora detto: Il calcio é più importante della vita sociale. La quale, invece, é gestita dalle emergenze e spesso da padrini.

La passione e la competenza di una qualsiasi discussione in Italia, sulla prossima partita di serie A, raggiunge alte vette, non facilmente eguagliabili in altri Paesi europei. Ma se lasciamo il pallone, se passiamo ad un argomento sociale importante, ad una questione politica di primo piano, la competenza, la profondità, il realismo, la strategia, la finezza, cosi diffuse in campo calcistico, divengono qualità rare. L’ Italiano medio (escludiamo i giornalisti) non trova interessante né motivante addentrarsi in questioni sociali o politiche. Vuole argomenti appassionanti, per dare il meglio della propria intelligenza e sensibilità. Allora, é appassionante la vita sociale italiana ? E quella politica ? Chi si azzarderebbe a rispondere positivamente ?

Ma se contassimo il numero degli Italiani che non vuol sentire di politica, a causa di tutti gli insuccessi visti negli ultimi lustri, scopriremmo qualcosa di stupefacente e preoccupante: la rassegnazione al peggio e la sfiducia totale (che sono di livello quasi levantino o sudamericano).

Forse le materie sociali possono interessare quei cittadini che sono dediti ad attività grige, barbose. Ad esempio, le statistiche sugli insuccessi sociali in Italia. O quelle sugli obiettivi politici dichiarati e passati poi in cavalleria. Ma, per la maggioranza dei cittadini, quale l’ interesse? Ecco spiegato perché l’ Italiano medio, quando discute sociale o politico, resta in superfice, non approfondisce, come farebbe un europeo. Del resto é cosi facile, in politica italiana, farsi un’ opinione. Basta vedere se si tratta di una proposta di sinistra o di destra, e giudicare se essa é appropriata o balorda a seconda della sponda in cui si milita ! In pratica, guelfi o ghibellini, stiamo ancora là ! Nel 2004 !

Mi chiedo se gli Italiani sanno che gli altri europei, ben conosciuti per la loro ignoranza calcistica, sono sorprendentemente interessati alle questioni del loro Paese, sociali o politiche, alle strategie di nuovi sviluppi o cambiamenti. E forse non sanno che, in tali campi, molti europei mostano una serietà, una coerenza, un’ interesse ed un impegno ai miglioramenti e alle riforme, che é sorprendente per un Italiano, il quale é uno scettico sociale. Ed infatti, in Europa, i Paesi che hanno poche o nulle emergenze, che trattano la politica con competenze professionali, che applicano la costituzione e le leggi in maniera equa, completa e regolare, sono la maggioranza. Lontani quindi dal Bel Paese.

De resto, in U.E., se vuoi una giustizia che funzioni, se vuoi i treni in orario, se vuoi il rispetto delle leggi.......meglio stare fuori dal Bel Paese...Allora, negli altri angoli d’ Europa, puoi trovare meccanismi statali oliati, che girano a velocità costante, che raramente vanno in tilt. A che servirebbero, in tali Paesi, i Padrini ?

I motivi della particolarità sociale su ricordata, come anche di altre anormalità italiane (anormalità elencate nella lettera “La Barca va”, v. allegato) mi sembrano:

-la degradazione negli ultimi lustri dei comportamenti e della cultura italiana sta portando il Paese in un vicolo cieco;
- non siamo più capaci (né governi di destra, concentrati sul passato giudiziario del Berlusca, né governi di sinistra né di centro) di gestire un Paese ad un livello tipico medio della U.E. Le nostre gestioni sono piuttosto ad un livello da repubblica bananiera; e noi vi siamo quasi rassegnati !
- i nostri comportamenti (eccenzion fatta per quelli di tanti emigrati) sono divenuti di tipo sudamericano. Si intuisce quale potrà essere il nostro futuro.
- la popolarità e la priorità data al calcio in Italia non si trova, mi sembra, in altri Paesi della U.E.; in Italia essa compensa in parte lo scetticismo in politica. E se lo scetticismo, e gli insuccessi politici che lo causano, fossero conseguenze del manco di organizzazione, di impegno serio, di realismo, di chiarezza e serietà ?
- il fatto che il nostro premier abbia spinto per una decisione calcistica a livello governativo é probabilmente legato al fatto che Berlusca si aspetta un guadagno in popolarità dalla stessa. Egli non si aspetta, invece, una perdita di popolarità dal fatto di non preoccuparsi di far funzionare le ruote arruginite del sistema Italia ad un livello europeo (anche se durante la campagna elettorale aveva promesso di modernizzare). C’é chi é capace di volare alto e chi vola basso per abitudine, forse per le lunghe frequentazioni televisive.

Ecco allora la conclusione di un europeo:

sul campo di gioco, in ogni istante, é impossible prevedere ove andrà il pallone nei prossimi 60 secondi; troppe le possibilità di calci, di reazioni, di ostacoli.
nella vita pubblica italiana, politica o sociale, ogni giorno é difficilissimo prevedere le evoluzioni degli eventi nei prossimi 60 giorni; troppe le possibilità di intoppi, inciampi, _manovre, irresponsabilità, colpi bassi, difficoltà impreviste, sorprese, interventi di referenti o padrini.

La mia proposta. L’ Italia é stata finora chiamata lo “Stivale”, termine un po’ demodé. L’ Italia scassata di inizio secolo, chiamiamola ora con un termine crudo ma vero. Scegliamo fra: “L’ Italia nel Pallone” oppure “Il Pallone della U.E.”. Simbolo che la dice tutta.

Mi domando che futuro potrà avere un Paese:

il cui governo é capace di risolvere problemi calcistici, ma non tenta neanche di far funzionare i meccanismi dello stato ad un livello europeo; né di applicare completamente la costituzione.
i cui elettori valutano la condotta del premier dai risultati calcistici (ipotesi avanzata dalla stampa, ma anche dallo stesso Berlusca) piuttosto che dalla sua capacità di diminuire/eliminare il numero di gestioni e servizi nazionali inefficienti.

La risposta la lascio al lettore, come anche le scelta del simbolo più valido. Ma fatemi sapere la vs scelta.
Resto comunque disponibile per una presentazione, ad un assemblea, delle cause dei vostri guai.

Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr

P.S. Dal dizionario degli emigrati. Foot-Ball = Foot Out Of Touch Ball = calciare lontano dal contatto la palla. Oltre che al pallone, il termine mi sembra applicabile anche ad una vita sociale imprevedibile, di tipo sudamericano o italiano.

Allegato: le analisi che giustificano le valutazioni suddette sono sui siti qui sotto elencati. Consiglio di leggere in particolare: “La Barca va”, “Colli di Bottiglia”, “Tornare in Italia”, “Italia Desnuda”, “Pantani diffusi, ruote grippate”, “Divaricazione dall’ Europa”.

Le Lettere dall’ Europa sono sui siti:

http://angrema.blogspot.com
www.accademiaonline.net (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito)
www.italianiestero.antoniodipi etro.it (nelle rubriche: “Editoriali”, “Forum” e “Lettere e Faq”)
antonio greco is offline  
Vecchio 12-03-2005, 11.51.14   #2
Mr. Bean
eternità incarnata
 
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Caro Antonio, io forse non ho la tua età e la tua esperienza. Tuttavia, alla "forse non veneranda" età di 46 anni, dopo oltre 20 anni che mi occupo di quelli che sono anche (ma non solo) i miei problemi (sono un cosiddetto portatore di handicap), mi accorgo che chi fa i conti con la disabilità, in Italia, è capace di lamentarsi, di andare dal politico o dall'amministratore locale di turno, esporre le sue lagne, spingendo affinché il suo orticello sia ben curato. Il lamento è una prerogativa degli italiani con disabilità, o di tutti gli italiani? Ora, io credevo che, giusto per fare un esempio, un'associazione che si preoccupasse di accessibilità a 360 gradi (hotel ed altre strutture ricettive, mezzi del trasporto pubblico, cinema, teatri, ecc... ) potesse suscitare anche il minimo interesse da parte dei destinatari dei servizi che vorremmo proporre. Invece, ahimé, mi trovo a dover lottare con i mulini a vento per un qualcosa di cui io, francamente, non ho un gran bisogno. E' vero, mia moglie ed io abbiamo entrambi dei problemi di deambulazione, ma, in genere ce la siamo sempre cavata all'estero, senza auto. Abbiamo purtroppo potuto constatare che a Parigi, in fatto di mezzi pubblici non siamo proprio a livello eccelso per ciò che riguarda le barriere architettoniche. Spesso vi sono scale (poche mobili) e raramente ascensori, almeno nelle linee metropolitane che abbiamo utilizzato noi. La stazione metroppolitana più vicina a noi era Breguet/Sabin... Abbiamo preso un treno della Rer, sbagliando direzione, perché le indicazioni non erano proprio il massimo....
A parte l'inciso su Parigi... per l'Italia. Abbiamo i tg e i gr che danno in continuazione notizie tristi, lutti, disgrazie.... quale soluzione migliore per dimenticare i propri e gli altrui problemi, che andare a finire "tutti nel pallone"?
Ecco dunque che il calcio in Italia serve a far dimenticare i problemi. Forse i nostri politici hanno capito che per l'italiano medio, il calcio è come una droga. Basta dargliene un po', magari una partita per sera in tivu, così l'italiano si dimenticherà dei propri problemi... avrà la mente concentrata nel pallone e quindi potremi fargli bere qualsiasi panzana, qualunque essa sia. Tanto, non avrà nè tempo neè voglia per replicare e noi (i politici) potremo far di lui qualsiasi cosa.... Questo credo sia il ragionamento dei nostri politici.
Inoltre..... qualche anno fa mi capitò di sentire un'omelia che mi rimase impressa. Trattava del lamento. Tutti siamo capaci di lamentarci per ciò che non funaiona; però, non appena ci si chiede di impegnarci un pochino, anche solo in minima parte, quanti si rimboccano le maniche e lottano per i propri diritti?
Io spesso sostengo che l'Italia è il maggior paese per conto terzi che sia mai esistito. Siamo tutti arbitri e capaci di criticare gli arbitri che sbagliano, così come i giocatori di calcio, ma anche i politici e gli amministratori locali. Ogni italiano sa fare il mestiere di altri. E' in grado di criticare chiunque, senza rendersi conto che chi critica non capisce (e viceversa).
Forse occorerrebbe una maggiore comprensione, prima di puntare il dito contro chi sbaglia...no?
Mr. Bean is offline  
Vecchio 12-03-2005, 20.57.52   #3
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
Wink SOCIETA LEVANTINA

Fabrizio,

capisco benissimo il tuo lamùentarti per la poca disponibilità di chi avrebbe interesse a agire come categoria.

La passività italiana é UNICA in U.E. (nei 15 Paesi, non conosco i 10). Cio' é forse legato al fatto che gli Italiani, soprattutto recentemente hanno tolto dal dizionario il termine" strategia" e "protezione dei propri interessi". Mentre i, U.E. é diverso. Forse é dovuto anche al fatto che le nostre P.I. sono in realtà Pubbliche Distruzioni, perché non insegnano niente di civico. Anzi insegnano ai ragazzi a convivere col casino...

Allora cosa devo dire io ? Che da dieci anni, ma ora intensamente, predico sulla inefficienza italiana ? Nessuno ha avuto interesse a sapere perché siamo inefficienti. Mentre io ci ho fatto uno studio da tesi di laurea.

La mia teoria: la Confusione (che é diffusa) porta a insuccessi, insieme alla inefficienza. Lo avere tanti insuccessi, l' abitudine all' imbroglio e alla menzogna rende tutto incerto e talvolta fallimentare.

Quando un popolo vede fallimenti (al livellosociale) tutti i giorni, lo scetticismo nasce. Non si crede più a niente.. Ma resta il calcio..


Immagina i riflessi sull' economia, anzi non immaginare, guardali in giro: FIAT, Alitalia, Paese...

Antonio Greco
antonio greco is offline  

 



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