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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 09-12-2005, 02.52.29   #11
fabiobasile
Ospite
 
Data registrazione: 13-01-2005
Messaggi: 23
Tolleranza?

Trovo davvero strano questo stufarsi delle interferenze della chiesa cattolica nelle vicende della società italiana in nome della laicità dello Stato.
Lo Stato moderno non è neutro.
Il fatto che non sia uno Stato confessionale non toglie che trattasi di Stato etico, la cui legislazione è fortemente impegnati di valori che, lungi dall'essere assoluti, come Vanlang ben sa, sono il prodotto di una determinata civiltà.
Le leggi non fanno altro che rispecchiare l'opinione della maggioranza dei cittadini su determinati temi.
Prendiamo l'aborto:
Il cattolico che vuole vietare l'aborto non vuole, come pretendono certi laici, imporre una sua "credenza" di Fede ad altri, perlomeno non più di quanto faccia chi nella legislazione ha voluto vietare l'omicidio.
Per il cattolico l'aborto è un omicidio, per qualcuno potrebbe non esserlo.Come si decide chi ha ragione?con un voto, la legge deve rispecchiare l'opinione della maggioranza.
Mi si potrebbe rispondere:non è cosi, vista la divergenza di opinioni la legga deve consentire l'aborto e lasciar liberi di decidere.
Domanda: quindi se io ritengo che quella di un ebreo non è vita come la mia la legge deve rispettare la mia opinione e non vietare l'omicidio degli ebrei?o impone un valore condiviso dalla maggioranza?
fabiobasile is offline  
Vecchio 09-12-2005, 07.50.28   #12
Mr. Bean
eternità incarnata
 
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Data registrazione: 23-01-2005
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Re: Tolleranza?

Citazione:
Messaggio originale inviato da fabiobasile
Trovo davvero strano questo stufarsi delle interferenze della chiesa cattolica nelle vicende della società italiana in nome della laicità dello Stato.
Lo Stato moderno non è neutro.
Il fatto che non sia uno Stato confessionale non toglie che trattasi di Stato etico, la cui legislazione è fortemente impegnati di valori che, lungi dall'essere assoluti, come Vanlang ben sa, sono il prodotto di una determinata civiltà.
Le leggi non fanno altro che rispecchiare l'opinione della maggioranza dei cittadini su determinati temi.
Prendiamo l'aborto:
Il cattolico che vuole vietare l'aborto non vuole, come pretendono certi laici, imporre una sua "credenza" di Fede ad altri, perlomeno non più di quanto faccia chi nella legislazione ha voluto vietare l'omicidio.
Per il cattolico l'aborto è un omicidio, per qualcuno potrebbe non esserlo.Come si decide chi ha ragione?con un voto, la legge deve rispecchiare l'opinione della maggioranza.
Mi si potrebbe rispondere:non è cosi, vista la divergenza di opinioni la legga deve consentire l'aborto e lasciar liberi di decidere.
Domanda: quindi se io ritengo che quella di un ebreo non è vita come la mia la legge deve rispettare la mia opinione e non vietare l'omicidio degli ebrei?o impone un valore condiviso dalla maggioranza?

si tratta di due situazioni diverse: l'ebreo vive autonomamente, il feto e l'embrione no. Anch'io sono contrario all'aborto, ma sono tuttavia favorevole ad una legge che lo regolamenti.
Mr. Bean is offline  
Vecchio 09-12-2005, 08.16.26   #13
Kim
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Re: Tolleranza?

Citazione:
Messaggio originale inviato da fabiobasile
Trovo davvero strano questo stufarsi delle interferenze della chiesa cattolica nelle vicende della società italiana in nome della laicità dello Stato.
Lo Stato moderno non è neutro.
Il fatto che non sia uno Stato confessionale non toglie che trattasi di Stato etico, la cui legislazione è fortemente impegnati di valori che, lungi dall'essere assoluti, come Vanlang ben sa, sono il prodotto di una determinata civiltà.
Le leggi non fanno altro che rispecchiare l'opinione della maggioranza dei cittadini su determinati temi.
Prendiamo l'aborto:
Il cattolico che vuole vietare l'aborto non vuole, come pretendono certi laici, imporre una sua "credenza" di Fede ad altri, perlomeno non più di quanto faccia chi nella legislazione ha voluto vietare l'omicidio.
Per il cattolico l'aborto è un omicidio, per qualcuno potrebbe non esserlo.Come si decide chi ha ragione?con un voto, la legge deve rispecchiare l'opinione della maggioranza.
Mi si potrebbe rispondere:non è cosi, vista la divergenza di opinioni la legga deve consentire l'aborto e lasciar liberi di decidere.
Domanda: quindi se io ritengo che quella di un ebreo non è vita come la mia la legge deve rispettare la mia opinione e non vietare l'omicidio degli ebrei?o impone un valore condiviso dalla maggioranza?


No un momento calma! ti sei anche dimenticato che sono le DONNE che abortiscono, il "senso generale" che si vuole dare al discorso basato solo su pseudo principi o meno che non tiene conto della delicatezza dell'argomento e delle problematiche mai risolte che alla fine ricadono sempre sulla donna, io non lo trovo molo utile!

Sarebbe come dire, bene ora affermiamo o riaffermiamo un principio! "uccidere è reato" ed il resto amen!!.

A parte l'ipocrisia della chiesa sull'argomento, "l'aborto è uccidere" ed il preservativo non lo usi nessuno!!! e sai quanti morti di ADS ci sono

PS: siamo tutti d'acorto quando diciamo che con 500 euro al mese non si puo' vivere! eppure sembra che i vertici dello stato non la pensino come noi!! vedi tu....

Ultima modifica di Kim : 09-12-2005 alle ore 08.29.52.
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Vecchio 09-12-2005, 08.19.37   #14
Lord Kellian
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Messaggi: 348
Io non penso che le leggi debbano per forza essere collegate alla matggioranza dei cittadini. Pensate alla pena di morte. E a come sia approvata dalla popolazione, per esempio negli USA.

Lo stato e i politici dovrebbero saper guidare la maggioranza e le minoranze verso uno stato di cose più giusto, guardando più in là e possibilmente rendendo chiare ai cittadini le proprie scelte senza cadere nella demagogia.

L'aborto è un omicidio legalizzato. Ma la legge sull'aborto è stata fatta per evitare gli aborti clandestini, che avvenivano comuque e in condizione di scarsa salute.

Anziché pensare a limitare o addirittura eliminare tale legge, bisognerebbe pensare a introdurne di altre con lo stesso concetto. Legalizzare e depenalizzare le droghe per esempio. Se no stiamo qui a parlare di stato etico e giustizia, mentre favoriamo inutilmente i criminali e le mafie.

Lo stato non deve dire cosa è giusto e cosa è sbagliato per i cittadini. Deve solo regolamentare. Ehm... non mi so spiegare meglio ma credo sia chiaro cosa intendo.

Lord Kellian is offline  
Vecchio 09-12-2005, 10.55.11   #15
VanLag
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Re: Tolleranza?

Citazione:
Messaggio originale inviato da fabiobasile
Trovo davvero strano questo stufarsi delle interferenze della chiesa cattolica nelle vicende della società italiana in nome della laicità dello Stato.
Lo Stato moderno non è neutro........................ .................
Per il cattolico l'aborto è un omicidio, per qualcuno potrebbe non esserlo.Come si decide chi ha ragione?con un voto, la legge deve rispecchiare l'opinione della maggioranza.
Mi si potrebbe rispondere:non è cosi, vista la divergenza di opinioni la legga deve consentire l'aborto e lasciar liberi di decidere.
La spiegazione te la dai da te quando asserisci che – per il cattolico l’aborto è un omicidio – Quel “per il cattolico”, la dice lunga perché tu stesso ammetti che non è per tutti così. In quel preciso punto scatta, secondo me la laicità dello stato che, laddove esista una controversia sull’etica, lascia alle singole coscienze la scelta.

Questo significa che il cattolico deve essere tutelato e rispettato nella sua scelta di non scegliere mai l’aborto, così come deve essere tutelato, nella sua scelta di abortire, chi, non essendo cattolico e non ritenendo che un embrione sia ancora un uomo, non assimila una tale scelta all’omicidio.

Lo stato laico deve essere anche etico certo. Ma quell’etica, dopo la rivoluzione copernicana, nasce dal “contratto sociale” che è un’insieme di convenzioni, norme e regole, che gli uomini hanno stabilito assieme per convivere in modo intelligente e sano in questo mondo così complesso e non nasce dal “diritto divino dei monarchi” dove l’etica e la morale, provenivano da una legge esterna all’uomo, che vedeva in “dio” l’iniziatore di quella legge e nel potere temporale, (supervisionato da quello clericale), la garanzia che questa legge fosse rispettata.
Questo è il grande delta fra le democrazie compiute e gli stati, passami il termine, talebani, dove una maggioranza “credente” ritiene in virtù della sua supremazia numerica di imporre a tutti la sua visione del mondo.

La legge dello stato deve essere simile al codice della strada che una volta stabilite norme e regole si limita a supervisionare che vengano applicate senza entrare nel merito di bene e di male.
La legge cioè deve dire ad esempio, se io posso costruire una casa in un certo posto, dove fare passare un’autostrada, deve dire che tu non puoi mettere la tua macchina davanti al mio cancello, e tutta quella serie di norme che ripeto, regolano la vita civile.
Se poi io che sono un uomo, voglio sposarmi con un altro uomo, non credo proprio che la cosa riguardi la vita pubblica e civile, (anche se nell’inconscio collettivo questo può disturbare il buon gusto di qualcuno), ma la scelta è mia privata, riguarda il mio sentire e guai a chi vuole intrudersi nella mia coscienza. Guai perché quello è l’inizio della violenza, che guarda caso parte in nome dell’amore e della civiltà.

Non so se sono riuscito a farti capire il mio punto di vista. Io posso avere valori più etici e morali di tanti credenti, e mi ritengo in diritto di vivere quei valori, però mi ritengo in diritto per me stesso e ritengo sbagliatissimo che la mia visione del bene e del male sia resa oggettiva, perché capisco che gli altri sono diversi da me e che imporgli il mio punto di vista sarebbe violenza.

Auspico uno stato laico, forte, snello e leggero, fuori da ogni culto che dia la garanzia a culti diversi di svilupparsi e prosperare e con loro, dia la garanzia ai singoli individui di svilupparsi e prosperare.

Citazione:
Messaggio originale inviato da fabiobasile
Domanda: quindi se io ritengo che quella di un ebreo non è vita come la mia la legge deve rispettare la mia opinione e non vietare l'omicidio degli ebrei?o impone un valore condiviso dalla maggioranza?
Credo che non uccidere un ebreo o qualsiasi altro uomo sia un “sentire” condiviso da tutti, (tranne qualche caso patologico), perché è facile vedere in un altro uomo, - un altro da me stesso – e la ragione stessa ci spinge a preservare la vita dell’altro.
Nell’aborto è un po’ diverso perché se io non credo nell’anima, nello spirito il feto di pochi mesi non è ancora “nulla” e siccome l’esistenza dell’anima e dello spirito è indimostrabile quell’assimilazione dell’aborto all’omicidio non è più un dettame universale della ragione, ma diventa un atto di fede.
Io non dico che sia giusto o sbagliato, dico solo che non essendoci un accordo, la scelta va lasciata alle singole coscienze, perché l’impatto sociale e civile di un tale gesto riguarda in primis la donna che deve fare quella scelta.

Mi spieghi come faccio io ad andare a dirle che, siccome per me quello che vuole fare è un omicidio, lei non deve farlo? Come argomento le mie tesi - Con la mia fede? - Ma se lei non l’ha quella fede dov’è il senso?
Ed in ultimo, verso me stesso, posso permettermi di essere così arrogante da voler imporre il mio “sentire” a un’altra persona?

P.S. scusa la lunghezza.....
VanLag is offline  
Vecchio 09-12-2005, 12.18.06   #16
nexus6
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ps.

pps. ho dato una risposta simile a fabiobasile qui.

Ultima modifica di nexus6 : 09-12-2005 alle ore 12.20.44.
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Vecchio 09-12-2005, 14.04.40   #17
fabiobasile
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risposta

Abbiamo un concetto diverso dello Stato, mi sembra un po vago stabilire che la laicità dello Stato consista nel lasciare liberi gli uomini di decidere secondo coscienaza laddove non vi è una opinione condivisa.
Vuol dire che se un giorno dovesse esistere in un paese una forte minoranza che considera leggittimo l'omicidio allora questo dovrebbe essere legalizzato?
Quella che tu consideri un'etica razionale, quella che informa di se il contratto sociale delle moderne democrazie è in realtà molto più opinabile, storica di quanto sembri.
Proprio il fatto che lo stato moderno nasca da un contratto leggittima l'idea che la legge deve fondarsi su delle convenzioni morali, e che laddove vi sia incertezza, ci si può affidare soltanto alla maggioranza.
Ovviamente io non ipotozzo uno stato talebano col Vangelo come legge che impone di ancdare in chiesa o cose del genere...
Ma sulla vita e la morte..
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Vecchio 09-12-2005, 14.24.20   #18
VanLag
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Re: risposta

Citazione:
Messaggio originale inviato da fabiobasile
Vuol dire che se un giorno dovesse esistere in un paese una forte minoranza che considera leggittimo l'omicidio allora questo dovrebbe essere legalizzato?
Gira la domanda …… “ se fosse la maggioranza a ritenere l’omicidio leggitimo questo diventerebbe automaticamente giusto perché è la maggioranza che lo vuole?”

E comunque il discorso sulla laicità va oltre i valori delle maggioranze e delle minoranze, per attestarsi laddove i valori coincidono per tutti gli esseri umani. E’ in quel punto che si dovrebbe fondare lo stato civile.
Ho cercato di spiegare più volte questo concetto che può sembrare macchinoso ma è semplice, lo copio/incollo qui contando nella “tolleranza” del webmaster, che paga i gygabyte di dati che noi occupiamo.
Ti chiederei la cortesia di leggerlo e di rifletterci, perché se non troviamo la nostra matrice comune di “esseri umani” difficilmente faremo delle società libere e vivibili.

Analizzando il mondo che ci circonda, potremmo definire delle “categorie di insiemi” che sono in rapporto tra loro attraverso una gerarchia basata sull’aggregazione di più categorie sottostanti. Ad esempio la categoria A cioè “esseri viventi” racchiude in se le sottocategorie, di “uomini”, “animali” e “piante”. La categoria degli uomini a sua volta può essere divisa in “credenti” e “non credenti”.

La seguente scala:

Gruppo A esseri viventi
Gruppo B esseri umani.
Gruppo C credenti
Gruppo D cristiani
Gruppo E cattolici

Evidenzia, ad esempio, che i cattolici, fanno parte del gruppo dei cristiani, che a sua volta è parte del gruppo più vasto dei credenti, il quale è parte degli esseri umani e così via.

Se i cristiani (gruppo D), cercano di propagare l’amore per Cristo al gruppo dei credenti (gruppo C), questo si traduce in una terribile coercizione. Se i credenti pretendono che tutti gli esseri umani credano nell’esistenza di Dio, questo genera violenza…etc.

Le cose sono diverse per i valori del gruppo più ampio verso quello più ristretto, per il semplice motivo che, ogni gruppo sottostante è inclusivo dei sistemi di valore del livello più alto.

Cerco di spiegarmi: Come esseri umani, (gruppo B) non sentiamo coercizione nell’attaccamento alla vita che può essere il valore primario di tutti gli esseri viventi, (gruppo A). Come credenti, (gruppo C), non sentiamo violenza nell’amore dell’intelligenza che può essere uno dei valori fondanti dell’essere umano, (gruppo B). Come cristiani, (gruppo D), non sentiamo come violento l’amore verso Dio che è un valore fondante di ogni credente (gruppo C) e così via.

Imporre i valori del gruppo numericamente più ampio, ma gerarchicamente inferiore ad un gruppo superiore, genera di fatto una dittatura, anche se il gruppo è quello più numeroso fra quelli sottostanti. E questa dittatura creerà inevitabilmente degli oppressori e degli oppressi, con tutte le conseguenze che gli squilibri sociali comportano, perché i valori che popolano quel gruppo non sono i valori di tutti. Solo attestandosi ai valori comuni al gruppo gerarchicamente più elevato si evita violenza e prevaricazione.

Questo non preclude che in ambiti”sottostanti” ogni gruppo coltivi dei valori specializzati che ne nutrano spirito e le ambizioni ed il gruppo gerarchicamente superiore, non sentendosi minacciato, ne garantirebbe lo sviluppo. Ed il tutto sarebbe molto bello ed armonico.


E stai tranquillo che in quella matrice comune di “esseri umani”, (gruppo B), (se non vogliamo risalire a quella di esseri viventi che è ancora meno violenta), l’omicidio ha meno posto, forse persino che nei vari credo. Può sembrare paradossale ma è proprio l’imposizione di una parte gerarchicamente più ristretta verso una più grande che genera la violenza ed il male, questo non perché i valori di quella parte siano sbagliati in assoluto, ma perché è nella natura dell’imposizione, di essere violenta e brutale.

Ripeto nessuna nega i valori di nessuno, ma quei valori, per poter coesistere devono collocarsi a livello individuale e la base civile ed etica degli uomini è bene che venga cercata nelle caratteristiche umane e prima della fede, peculiarità quest’ultima che non tutti gli uomini hanno ed anche chi l’ha spesso l’ha in modo diverso.


Ultima modifica di VanLag : 09-12-2005 alle ore 14.30.50.
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Vecchio 09-12-2005, 16.29.17   #19
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Re: Re: risposta

Citazione:
Messaggio originale inviato da VanLag
Ripeto nessuna nega i valori di nessuno, ma quei valori, per poter coesistere devono collocarsi a livello individuale e la base civile ed etica degli uomini è bene che venga cercata nelle caratteristiche umane e prima della fede, peculiarità quest’ultima che non tutti gli uomini hanno ed anche chi l’ha spesso l’ha in modo diverso.
Il nocciolo di tutta la questione!
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Vecchio 09-12-2005, 16.58.54   #20
nexus6
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E perchè è bene fare ciò che dice VanLag?

Perchè gli uomini si debbono rendere conto che la morale scaturisce da loro stessi ed, in questo modo, vengono maggiormente responsabilizzati a seguirla; se invece si forza l'individuo e gli si impongono regole morali dall'esterno, opinabili che siano, esso le considererà come una limitazione insostenibile e dunque non si riterrà veramente responsabile nel non rispettarle, poichè non rispetterà qualcosa che ritiene estraneo.
Se invece il cittadino si rende conto che alcune regole nascono spontanee in esso e lo si educa a fare ciò, sarà più ben disposto ad accoglierle ed a rispettarle, poichè farlo vuole dire rispettare ed essere coerente con se stesso e verso gli altri.

Per quanto riguarda questioni come l'aborto, la fecondazione assistita o l'eutanasia, dove non c'è convergenza di vedute nemmeno tra gli scienziati, proprio questo è sintomo che non è possibile creare delle leggi troppo costrittive che vietino, ma solo leggi che normino una data situazione, lasciando il cittadino libero di decidere sulle suddette questioni, che investono ambiti estremamente personali, in cui il giudizio dell'individuo deve essere sovrano.
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