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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 11-01-2006, 22.08.56   #1
Alessandro D'Angelo
dnamercurio
 
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Data registrazione: 14-11-2004
Messaggi: 563
realizzare Infrastrutture in Italia o all'estero?

Gentili amici,

con meraviglia leggo che il Poligono interforze di Perdasdefogu rischia la chiusura e che sia il sindaco Mura che il Presidente della regione Sardegna disperati, scrivono all’esimio professore d’alta economia e Ministro della Difesa Antonio Martino.
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Forse è un’incongruenza: nella provincia di Sassari, carri armati, mezzi leggeri, elicotteri, vam… si mobilitano. Intanto da Porto Torres salpa la motonave Maersk Voyager: tutte “Energie economiche” dirette, per ora, verso l’Iraq. Forse la musica non cambia: al solito, i fondi da stanziare per ammodernare ferrovie, strade, acquedotti, ponti, aeroporti e altre infrastrutture si destinano costantemente per attuare operazioni "Benefiche" assai distanti dalla nostra Nazione.
E’ giusto?

Saluti a Tutti
Alessandro D'Angelo is offline  
Vecchio 12-01-2006, 13.33.16   #2
Weyl
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
Non è giusto, ma non è inutile

E spiego, succintamente, il mio ragionamento.
Dopo aver assistito ai primi confronti e alle prime schermaglie preelettorali, mi tornano in mente le famose parole di Mussolini:
"Governare gli italiani non è difficile: è inutile".
Non so bene chi vincerà le prossime elezioni, e tantomeno mi immagino da quale governo sarà amministrata la prossima legislatura.
Però sono quasi certo di sapere da chi sarà amministrata quella successiva: da commissari europei.
Se tutto ciò sarà reso possibile e se il naufragio non sarà irrimediabile, lo dovremo probabilmente proprio alle scelte di politica internazionale attualmente in corso.
Dunque, per risponderti: non giusto, certo, ma non inutile.
Weyl is offline  
Vecchio 19-01-2006, 21.14.53   #3
Alessandro D'Angelo
dnamercurio
 
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Data registrazione: 14-11-2004
Messaggi: 563
Gentili amici,
un pò strano che non ci sono persone sensibili a problemi che toccano ognuno da molto vicino.
Lo sperpero che ci è stato per sembrare belli agli occhi del mondo (sperare di avere un "Contentino" all'ONU) sperando di averci una "Poltrona importante" si è rilevata uno "Scialacquare" inutile.
Qui non si tratta di essere di destra o sinistra.
Bisogna freddamente analizzare la situazione: potevamo stare meglio se pensavamo (i politici) agli affari di casa nostra?
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Ieri l'eccellente Minitro Antonio Martino, anche grande Professore di Alta Economia, ha affermato che piano piano farà ritirare le armi dall'Iraq.
Ma, siamo onesti: quanti anni sono che ripete questa frasetta?
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Chiedo all'amico Antonio Greco che vivendo a Parigi ha modo di nalizzare la situazione reale con più distacco: <<E' giusta la mia critica? Per quale motivo la Cina ha superato l'Italia a livello economico?>>

Saluti a Tutti
Alessandro D'Angelo is offline  
Vecchio 24-01-2006, 16.37.35   #4
Aristippo
Ospite abituale
 
Data registrazione: 06-10-2004
Messaggi: 365
Ma , sinceramente Antonio dal ministro Martino non è che io abbia così frequentemente sentito l'imminente o il graduale ritiro dall'Iraq...in altre parole non sono anni che lo dice.
E poi, se non ricordo male ha sempre detto che il ritiro dall'Iraq sarebbe stato preso in considerazione con il governo Iracheno. Quindi non mi sembra che sia andato lontano dale solite dichiarazioni.

Poi, non so voi, ma io viaggio molto, e le opere per modernizzare per esempio le autostrade io le sto vedendo e vedo i cantieri aperti ovunque. Quindi non credo che stiano facendo così male o stiano solo spendendo soldi per la difesa.
C'è da die, che un autostrada non si costruisce in 3 annni.
Idem per i treni, se li hanno ordinati, prima di essere costruiti passano in media 5 anni.
So che tutti noi vorremmo vedere per ogni promessa un risultato immediato, ma purtroppo non è così secondo me.
Aristippo is offline  
Vecchio 25-01-2006, 23.46.35   #5
Alessandro D'Angelo
dnamercurio
 
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Data registrazione: 14-11-2004
Messaggi: 563
Citazione:
Messaggio originale inviato da Aristippo
Ma , sinceramente Antonio dal ministro Martino non è che io abbia così frequentemente sentito l'imminente o il graduale ritiro dall'Iraq...in altre parole non sono anni che lo dice.
E poi, se non ricordo male ha sempre detto che il ritiro dall'Iraq sarebbe stato preso in considerazione con il governo Iracheno. Quindi non mi sembra che sia andato lontano dale solite dichiarazioni.

Poi, non so voi, ma io viaggio molto, e le opere per modernizzare per esempio le autostrade io le sto vedendo e vedo i cantieri aperti ovunque. Quindi non credo che stiano facendo così male o stiano solo spendendo soldi per la difesa.
C'è da die, che un autostrada non si costruisce in 3 annni.
Idem per i treni, se li hanno ordinati, prima di essere costruiti passano in media 5 anni.
So che tutti noi vorremmo vedere per ogni promessa un risultato immediato, ma purtroppo non è così secondo me.
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E' vero, l'esimio Professore di Alta Economia Antonio Martino ha parlato molto raramente di ritirare le truppe.
Proprio per questo motivo ho messo un "punto" .
Quando scrivo:

<<Ma, siamo onesti: quanti anni sono che ripete questa frasetta?>> Ho saltato un [ "si..." ripete]; altrimenti non
avrei messo il punto.
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Vorrei aggiungere invece che intorno al 20 giugno 2005, Mentre in Europa c’èra preoccupazione per i reali problemi economici da risolvere , e dalla Corte dei Conti italiana si sentiva affermare che occorreva fare una “Manovra Bis”, una voce atipica, fuori del coro emergeva come il sole all’alba (!)
Era la dichiarazione dell’illustre professore d’alta economia Ministro Antonio Martino, che, riferendosi alle varie “guerre di beneficenza” affermava: <<Il fallimento non è una possibilità; significherebbe caos e violenza>>. Egli aggiunse: <<In Afghanistan resteremo un DECENNIO>>; poi proseguì: <<Anche in Iraq dobbiamo prepararci ad una missione di lungo periodo>>
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L’esimio Ministro credeva sino a giugno 2005 che il popolo italiano ed europeo non ci avrebbe rimesso con le varie partenze in terre belliche, ma i cittadini, ieri come oggi, capiscono e sanno che la nostra economia è come quella degli Stati Uniti o dell’Inghilterra . E' noto che siamo di fronte ad un “Poli-Vietnam” e, accorgersene prima che sia troppo tardi, è saggia cosa.
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Per la seconda risposta:
Riflettiamo sui lavori che si sarebbero dovuti fare in italia sulle centrali nucleari o, come minimo sulla costruzione di infrastrutture capaci di apportare energia elettrica alla nostra nazione senza ricorrere altrove.
Inoltre: è strano che appena cadono quattro gocce in più straripano i fiumi? C'è qualcuno che si dovrebbe interessare di questo problema, ma "Prima che escano i buoi dalla stalla"?
Il politico Benito Mussolini affermava: "Prevenire, non combattere".

Saluti a Tutti


Alessandro D'Angelo is offline  

 



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