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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 23-03-2006, 08.06.42   #1
La_viandante
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Capezzone 4 president

Come mai l’Italia e’ cosi’ insensibile? Eppure dalle notizie di cronaca spesso abbiamo conferma di quanto sia diffusa la pratica clandestina dell’eutanasia, e dunque quanto chi soffre di mali terminali o coma irreversibile viene aiutato nella dolce morte da parenti o a volte da dottori che un cuore lo hanno abbastanza grande da rischiare persino sul legale pur di evitare ulteriori sofferenze ad un ammalato.
Capezzone (e credo i radicali tutti nel loro programma) e’ del parere che solo legalizzando l’eutanasia si puo’ evitare il peggio, ad esempio che venga eseguita da parenti dell’ammalato che pero’ con tutto l’amore che occorre in queste occasioni e anche di piu’, sbagliano nell’applicarla o corrono altri rischi.
Legalizzando la dolce morte si possono mettere dei paletti e controllare che tutto proceda nel verso giusto senza che si debba incorrere in problemi peggiori e senza colpevolizzare chi invece sta agendo solo per altruismo all’ennesima potenza.
La realta’ esiste e anche se noi la vogliamo censure qui e li’, esistono le coppie di fatto e quelle omosessuali ed esistono possibilita’ di cura in altri paesi che qui abbiamo abolito per legge! (che cime gli italiani!)
Capezzone racconta di un bimbo, Luca, gravemente ammalato, mi pare di leucemia (o era un’altra malattia genetica, non ricordo bene).
I genitori hanno proceduto con fecondazione assistita in Turchia dove e’ possibile la diagnosi pre-impianto.
Il fratellino di Luca ha cosi’ potuto donare perche’ compatibile (credo midollo osseo ma non sono sicura di ricordare bene), Luca e’ guarito.
Se avessero rispettato la legge i suoi genitori noi non lo avremmo piu’ potuto avere tra noi.
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Vecchio 23-03-2006, 13.13.18   #2
VanLag
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Re: Capezzone 4 president

Citazione:
Messaggio originale inviato da La_viandante
Come mai l’Italia e’ cosi’ insensibile? Eppure dalle notizie di cronaca spesso abbiamo conferma di quanto sia diffusa la pratica clandestina dell’eutanasia, e dunque quanto chi soffre di mali terminali o coma irreversibile viene aiutato nella dolce morte da parenti o a volte da dottori che un cuore lo hanno abbastanza grande da rischiare persino sul legale pur di evitare ulteriori sofferenze ad un ammalato.
Lo fanno per amore nostro. Loro conoscono la via del bene. Sanno cosa è giusto e cosa sbagliato. Loro sono infallibili.

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Vecchio 23-03-2006, 15.03.12   #3
Mr. Bean
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secondo me, il discorso eutanasia è un po' più complicato rispetto, per esempio a divorzio ed aborto. Occorre distinguere tra eutanasia attiva e passiva. Certo io mi scoccerei un sacco se, dopo aver chiesto di morire e non potendolo fare da solo, nessuno mi aiutasse. Tuttavia, se me lo chiedesse un altro io avrei qualche problema ad aiutarlo perché mi sentirei un omicida, anche se il discorso servisse a mettere fine alle sue sofferenze... e voi? Attenzione che poi mi segno i nomi di eventuali volontari e in caso di necessità li chiamerò....
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Vecchio 23-03-2006, 15.10.18   #4
VanLag
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Citazione:
Messaggio originale inviato da Mr. Bean
….. Tuttavia, se me lo chiedesse un altro io avrei qualche problema ad aiutarlo perché mi sentirei un omicida, anche se il discorso servisse a mettere fine alle sue sofferenze... e voi?
Personalmente mi ci dovrei trovare per dirtelo, ma spero di non trovarmici mai, se non, al limite per me stesso, (ed anche in quel caso spero di essere autosufficiente facendo tutto da solo, senza gravare sugli altri e sulle finanze pubbliche).
Ma il discorso non è che, per il fatto che uno stato, approva l’eutanasia i cittadini sono obbligati a fornirla a chi la chieda. Ne nessuno è obbligato a chiederla o a particarla se tale non è conforme al suo sentire.

Si parla sempre di una scelta libera di persona adulta che chiede l’aiuto, alle strutture preposte, (tipicamente quelle mediche che lo curano), per morire senza sofferenze, o con meno sofferenze.


Ultima modifica di VanLag : 23-03-2006 alle ore 15.13.43.
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Vecchio 23-03-2006, 16.28.30   #5
Mr. Bean
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E' anche vero che un medico fa il giuramento di Ippocrate che è per la vita. Chi dovrebbe dunque occuparsi di dare la "dolce morte"? Sembra facile ma credo non lo sia. Qualche anno or sono vidi un film che parlava di un uomo rimasto paralizzato perchè, mentre era in auto fu investito da un camion... non ricordo esattamente la dinamica, chi avesse ragione e chi torto. Di fatto l'auto si infilò sotto gli assi del camion, schiacciando il conducente al suo interno. Si salvò, ma, come detto, rimase completamente paralizzato. Era ovviamente un film ispirato ad una storia vera, e riproponeva il tema dell'eutanasia. Quella non era più, a dire della persona incidentata, una vita degna di essere vissuta. Fu intervistata Rosanna Benzi, allora ancora vivente, paralizzata in un polmone d'acciaio, la quale affermò che nessuna vita poteva essere ritenuta non degna di essere vissuta. Lui avrebbe voluto morire, ma autonomamente non ce l'avrebbe mai fatta. Per quanto chiedesse di promuovere una legge sull'eutanasia o comunque di aiutarlo a morire non trovò mai nessuno disposto ad aiutarlo nell'impresa.
Ciò per dire che possono esserci tutte le leggi del mondo a favore dell'eutanasia, ma, fintantoché è attiva posso capire il discorso. Quando si trratta di eutanasia passiva sorge il dubbio: chi mi dà il diritto di giudicare la vita di un altro e quindi di togliergliela, anche se è lui a chiederlo?
Quindi, abbiamo visto che un medico non potrebbe in teoria farlo. Chi allora? E se l'eutanasia dovesse essere svolta in ospedale, laddove cioè c'è il personale medico che la potrebbe/dovrebbe vanificare?
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Vecchio 23-03-2006, 20.08.31   #6
Spaceboy
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Da giovane anestesista di un grosso ospedale, posso affermare con una certa sicurezza ke l'eutanasia attiva in Italia non viene praticata.

Ma nelle rianimazioni o nei reparti ad alta criticità, ci si trova ad affrontare casi disperati in cui i trattamenti, proseguiti nel tempo, non portano alcun beneficio nè prognostico, nè come spettanza di vita, nè come qualità di vita, anzi si configurano come un accanimento terapeutico, cosa cui un medico coscienzioso deve deontologicamente evitare.
Forse i casi a cui accennate si riferiscono a queste condizioni, ripeto, di pazienti gravissimi in fase agonica.

Oggi, in Italia, l'eutanasia è reato configurato come un omicidio volontario e non penso ci sia nessun collega ke riski la galera o il posto o la carriera....

...e, anke se possibilista, fin ke non cambia la legge, nemmeno io...

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Vecchio 23-03-2006, 20.13.48   #7
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Messaggio originale inviato da Spaceboy
Da giovane anestesista di un grosso ospedale, posso affermare con una certa sicurezza ke l'eutanasia attiva in Italia non viene praticata.

Ma nelle rianimazioni o nei reparti ad alta criticità, ci si trova ad affrontare casi disperati in cui i trattamenti, proseguiti nel tempo, non portano alcun beneficio nè prognostico, nè come spettanza di vita, nè come qualità di vita, anzi si configurano come un accanimento terapeutico, cosa cui un medico coscienzioso deve deontologicamente evitare.
Forse i casi a cui accennate si riferiscono a queste condizioni, ripeto, di pazienti gravissimi in fase agonica.

Oggi, in Italia, l'eutanasia è reato configurato come un omicidio volontario e non penso ci sia nessun collega ke riski la galera o il posto o la carriera....

...e, anke se possibilista, fin ke non cambia la legge, nemmeno io...


indubbiamente, fin che la legge lo impedisce... però, nel caso fosse legalizzata? Noto che a questo quesito non ho ancora ricevuto risposte? Può un medico, che ha fatto il giuramento di Ippocrate, attuare l'eutanasia? E se non l'attua lui chi dovrà/potrà farlo? Perché altrimenti rischiamo di fare la solita legge all'italiana. Fatta la legge scoperto l'inganno....
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Vecchio 23-03-2006, 20.37.04   #8
Spaceboy
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Nel caso fosse legalizzata troveresti molti medici disponibili...

...i motivi li ho già esposti sul topic sull'eutanasia...



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Vecchio 25-03-2006, 11.52.38   #9
Mary
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Guardiamo un altro aspetto della cosa.

Un individuo che non vuol essere aiutato a vivere o meglio a sopravvivere chiede di essere lasciato in pace, non ne ha tutto il diritto?
Non è una violenza inconcepibile costringere un'altra persona a vivere, solo per non sentirci in colpa?

Parliamo di eutanasia passiva, quella attiva porta altri problemi.

Una persona paralizzata che ti chiede di non vivere più perchè non la si può lasciare andare?
Se vivesse in una foresta morirebbe in modo naturale.

Perché non aiutare questa persona a lasciarsi morire risparmiandole solo la sofferenza?

Rispetto della vita è anche accettazione della morte. Rispettare la morte.

Una vivere ad oltranza, una vita imposta, un respirare meccanico esprime forse rispetto verso la vita? Ci può essere amore e rispetto nell'imporre qualcosa ad un'altra persona?

Persino Gesù non ha mai imposto a nessuno neppure la guarigione, come possiamo noi imporre la malattia, la sofferenza?

Nessuno, ovviamente, deve fare quel che ritiene sbagliato.
E' la nostra coscienza che deve guidarci sempre.

Se io faccio quel che tu ritieni giusto ma per me è sbagliato, io sto sbagliando. Comunque io sto sbagliando anche facendo la cosa giusta.

Non esiste, non può esiste un giusto o sbagliato oggettivo.
Esiste la nostra capacità di relazionarci a noi stessi e al mondo esterno. Esiste il nostro grado evolutivo. Dobbiamo sempre confrontarci con noi stessi e il nostro grado di conoscenza e maturità.
Imporre ad altri le nostre concezioni ci porta ad un livello involutivo pazzesco. Chi può affermare con estrema e inequivocabile certezza ciò che è giusto e ciò che è sbagliato?

Infilare anelli in un tubo è un lavoro difficile e faticoso per un bambino, è una sciocchezza per un adulto.

Non dimentichiamolo

Ciao
Mary
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Vecchio 25-03-2006, 12.05.10   #10
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Messaggio originale inviato da Mary
Guardiamo un altro aspetto della cosa.

Un individuo che non vuol essere aiutato a vivere o meglio a sopravvivere chiede di essere lasciato in pace, non ne ha tutto il diritto?
Non è una violenza inconcepibile costringere un'altra persona a vivere, solo per non sentirci in colpa?

Parliamo di eutanasia passiva, quella attiva porta altri problemi.

Una persona paralizzata che ti chiede di non vivere più perchè non la si può lasciare andare?
Se vivesse in una foresta morirebbe in modo naturale.

Perché non aiutare questa persona a lasciarsi morire risparmiandole solo la sofferenza?

Rispetto della vita è anche accettazione della morte. Rispettare la morte.

Una vivere ad oltranza, una vita imposta, un respirare meccanico esprime forse rispetto verso la vita? Ci può essere amore e rispetto nell'imporre qualcosa ad un'altra persona?

Persino Gesù non ha mai imposto a nessuno neppure la guarigione, come possiamo noi imporre la malattia, la sofferenza?

Nessuno, ovviamente, deve fare quel che ritiene sbagliato.
E' la nostra coscienza che deve guidarci sempre.

Se io faccio quel che tu ritieni giusto ma per me è sbagliato, io sto sbagliando. Comunque io sto sbagliando anche facendo la cosa giusta.

Non esiste, non può esiste un giusto o sbagliato oggettivo.
Esiste la nostra capacità di relazionarci a noi stessi e al mondo esterno. Esiste il nostro grado evolutivo. Dobbiamo sempre confrontarci con noi stessi e il nostro grado di conoscenza e maturità.
Imporre ad altri le nostre concezioni ci porta ad un livello involutivo pazzesco. Chi può affermare con estrema e inequivocabile certezza ciò che è giusto e ciò che è sbagliato?

Infilare anelli in un tubo è un lavoro difficile e faticoso per un bambino, è una sciocchezza per un adulto.

Non dimentichiamolo

Ciao
Mary

scusa Mary, ma... tu lo faresti se te lo chiedesse qualcuno? Io avrei paura... molta paura e poi credo che mi sentirei in colpa per il resto della mia vita. Per poter proporre l'eutanasia, occorre a mio avviso una preparazione ad accettarla. Troppo semplicistico mi pare il voler a tutti i costi affermare che allora, chi non la praticasse, qualora gli venisse chiesto, farebbe un gesto di violenza inaudita.... cerchiamo di capire, anziché giudicare. Un conto è se io posso decidere autonomamente di non magiare più o di staccarmi la spina, oppure di la flebo che mi tiene in vita. Altro è farlo per una terza persona. Qui secondo me non è così semplice. Io non me la sentirei...
Mr. Bean is offline  

 



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