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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 06-09-2006, 18.09.43   #1
tammy
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Lightbulb caccia e pesca

considerando che probabilmente sarei andata O.T. nella discussione Bambi o Bambini la quale ha preso la piega della discussione esclusiva sulla caccia sì, caccia nò vorrei proporre questo nuovo thread ponendovi una domandina semplice, semplice
La pesca è mal considerata alla stregua della caccia o sono due cose distinte e separate?
Premetto che non credo di essere in grado di sparare (con armi da fuoco) contro esseri viventi, l’idea che non ci possa essere una morte istantanea e creare inutile sofferenza mi dispiacerebbe e non poco e poi, come già detto, non amo particolarmente il gusto della carne in genere però desidero imparare a pescare. Anche nella pesca in mare ci sono delle regole da rispettare, specialmente nell’utilizzo delle reti, queste regole (per quel che ne so) sono per la salvaguardia sia dei fondali marini sia per evitare che alcune specie ittiche protette possano rimanervi incastrate (oltre a procurarsi delle ferite potrebbero trovare la morte). Ma perché la pesca riscuote meno eco rispetto la caccia? Leggendo qua e là in internet su siti per lo più animalisti la pesca è considerata:
“La pesca non subisce la stessa condanna da parte dell'opinione pubblica di cui è oggetto la caccia, perché viene identificata con una pratica "innocente" che consente di passare il proprio tempo libero in un ambiente salubre e di trascorrere così qualche ora spensierata in mezzo alla natura.
E' chiaro che, nella realtà, la differenza tra caccia e pesca non esiste affatto, ma è probabile che la diversa considerazione di cui queste due "attività" godono sia dovuta al fatto che tante persone sono convinte che i pesci non provino dolore e, compresi coloro che sanno che le cose non stanno proprio in questo modo, non sono capaci di empatizzare con questi animali perché, sfortunatamente, i pesci non sono in grado di urlare e di esprimere la loro sofferenza attraverso lo sguardo.
I pesci, invece, soffrono esattamente quanto gli altri animali, come potrete approfondire meglio leggendo gli articoli che seguono. www.sardegnanimalista.org

Il consiglio che segue all’articolo è di congelare immediatamente il pesce per evitargli una lunga agonia, procurata ovviamente dall’asfissia.
Scritto questo e letto altro oltre a voi, secondo me, per essere vegetariani, bisogna operare, su ognuno di noi, dei radicali cambiamenti che vanno dall’alimentazione, al modo di pensare nei confronti del consumo: oltre l’alimentazione si dovrebbero cambiare gli indirizzi dei nostri acquisti (niente indumenti di pelle o arredamenti in cui vengono utilizzate parti di animali ed anche alcuni strumenti musicali non dovrebbero essere costruiti utilizzando pelli o budelli, ma anche prodotti usati quotidianamente in alcuni lavori bisognerebbe scegliergli senza contenuti di origini animali ecc., ecc.
Insomma è un bel cambiamento e non tutti sono disposti a cambiare le proprie abitudini alimentari o consumistiche.
Un’altra cosa che ho notato, leggendo i vari articoli, è che la stragrande maggioranza non condanna la caccia o la pesca in sé come pratica, ma condanna (e penso a ragione) tutto ciò che è bracconaggio, l’utilizzo dei bocconi avvelenati, (a me è morto un cane con uno di questi bocconi e avrei sparato sì al cacciatore! ) allevamenti intensivi, rivedere la macellazione, l’uccisione barbara di animali da pelliccia, pesca a strascico, la mattanza dei tonni, l’uccisione dei delfini e di balene in alcune località, non in Italia ma non mi ricordo dove, cmq vista così la questione mi sembra accettabile, ma fare del terrorismo per evitare che uno vada a pesca e/o a caccia nel pieno rispetto della natura e della eventuale sofferenza di un pesce o un capriolo, i quali farebbero una fine onorevole, mi sembra un tantino esagerato e poi , come già altrove letto, se non si è vegetariani piuttosto che comprare in un supermercato animali che vengono da allevamenti intensivi e probabilmente nocivi alla salute dell’uomo, perché mettere al bando caccia e pesca?
Insomma, ragazzi, non appena mi sarò attrezzata di tutto punto per la pesca, siete tutti invitati per una grigliata, ammesso che anche i pesci accettino l’invito.
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Vecchio 07-09-2006, 10.53.58   #2
maxim
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Originalmente inviato da tammy
considerando che probabilmente sarei andata O.T. nella discussione Bambi o Bambini la quale ha preso la piega della discussione esclusiva sulla caccia sì, caccia nò vorrei proporre questo nuovo thread ponendovi una domandina semplice, semplice
La pesca è mal considerata alla stregua della caccia o sono due cose distinte e separate?
Premetto che non credo di essere in grado di sparare (con armi da fuoco) contro esseri viventi, l’idea che non ci possa essere una morte istantanea e creare inutile sofferenza mi dispiacerebbe e non poco e poi, come già detto, non amo particolarmente il gusto della carne in genere però desidero imparare a pescare. Anche nella pesca in mare ci sono delle regole da rispettare, specialmente nell’utilizzo delle reti, queste regole (per quel che ne so) sono per la salvaguardia sia dei fondali marini sia per evitare che alcune specie ittiche protette possano rimanervi incastrate (oltre a procurarsi delle ferite potrebbero trovare la morte). Ma perché la pesca riscuote meno eco rispetto la caccia? Leggendo qua e là in internet su siti per lo più animalisti la pesca è considerata:
“La pesca non subisce la stessa condanna da parte dell'opinione pubblica di cui è oggetto la caccia, perché viene identificata con una pratica "innocente" che consente di passare il proprio tempo libero in un ambiente salubre e di trascorrere così qualche ora spensierata in mezzo alla natura.
E' chiaro che, nella realtà, la differenza tra caccia e pesca non esiste affatto, ma è probabile che la diversa considerazione di cui queste due "attività" godono sia dovuta al fatto che tante persone sono convinte che i pesci non provino dolore e, compresi coloro che sanno che le cose non stanno proprio in questo modo, non sono capaci di empatizzare con questi animali perché, sfortunatamente, i pesci non sono in grado di urlare e di esprimere la loro sofferenza attraverso lo sguardo.
I pesci, invece, soffrono esattamente quanto gli altri animali, come potrete approfondire meglio leggendo gli articoli che seguono. www.sardegnanimalista.org

Il consiglio che segue all’articolo è di congelare immediatamente il pesce per evitargli una lunga agonia, procurata ovviamente dall’asfissia.
Scritto questo e letto altro oltre a voi, secondo me, per essere vegetariani, bisogna operare, su ognuno di noi, dei radicali cambiamenti che vanno dall’alimentazione, al modo di pensare nei confronti del consumo: oltre l’alimentazione si dovrebbero cambiare gli indirizzi dei nostri acquisti (niente indumenti di pelle o arredamenti in cui vengono utilizzate parti di animali ed anche alcuni strumenti musicali non dovrebbero essere costruiti utilizzando pelli o budelli, ma anche prodotti usati quotidianamente in alcuni lavori bisognerebbe scegliergli senza contenuti di origini animali ecc., ecc.
Insomma è un bel cambiamento e non tutti sono disposti a cambiare le proprie abitudini alimentari o consumistiche.
Un’altra cosa che ho notato, leggendo i vari articoli, è che la stragrande maggioranza non condanna la caccia o la pesca in sé come pratica, ma condanna (e penso a ragione) tutto ciò che è bracconaggio, l’utilizzo dei bocconi avvelenati, (a me è morto un cane con uno di questi bocconi e avrei sparato sì al cacciatore! ) allevamenti intensivi, rivedere la macellazione, l’uccisione barbara di animali da pelliccia, pesca a strascico, la mattanza dei tonni, l’uccisione dei delfini e di balene in alcune località, non in Italia ma non mi ricordo dove, cmq vista così la questione mi sembra accettabile, ma fare del terrorismo per evitare che uno vada a pesca e/o a caccia nel pieno rispetto della natura e della eventuale sofferenza di un pesce o un capriolo, i quali farebbero una fine onorevole, mi sembra un tantino esagerato e poi , come già altrove letto, se non si è vegetariani piuttosto che comprare in un supermercato animali che vengono da allevamenti intensivi e probabilmente nocivi alla salute dell’uomo, perché mettere al bando caccia e pesca?
Insomma, ragazzi, non appena mi sarò attrezzata di tutto punto per la pesca, siete tutti invitati per una grigliata, ammesso che anche i pesci accettino l’invito.


Questa discussione poteva essere tranquillamente postata in psicologia…da molto tempo mi sto chiedendo come la vita, ed il rispetto per essa, sia valutata a volte attraverso una visione piccola, piccola.

Mi chiedi se i pesci soffrono meno rispetto agli altri animali (chissà se loro si chiederanno come soffriamo noi).

Gli alberi non soffrono? Chi soffre di più tra un platano, una tinca, un topo…un uomo?

Che senso ha questa domanda? Che rispetto per la vita e per le altre creature ci può essere da parte di chi si pone una domanda così assurda?

Prendi una foglia di un platano e provoca con le unghie un’incisione sulla stessa…vedrai come la parte incisa assomiglia ad una ferita umana, a come la natura rimedi tentando di cicatrizzare quel segno, a come la foglia “soffra” per quella ferita. Strappa dal terreno un albero in primavera, quando è rivestito con tutte le sue foglie ed i rami carichi di linfa…lascialo sul terreno e osservalo nei giorni successivi…vedrai come muore lentamente.
Tu mi chiedi se i pesci soffrono…come se a qualche essere vivente (qualunque esso sia) fosse stata data la possibilità di soffrire meno rispetto ad un altro…come se la sua parte in questa vita avesse meno importanza della nostra.
I vegetariani che sono tali per non far soffrire gli animali non hanno rispetto per tutti gli altri esseri viventi. Hanno una visione limitata al regno animale e non possono essere dotati di una spiritualità nel senso più universale del termine…sono quelli che hanno inventato un dio a loro immagine e somiglianza. Vedono il dolore nel capriolo perché hanno paura del loro dolore…concepiscono solo ciò che appartiene a loro. Si sentono colpevoli di essere uomini perché pensano di essere superiori agli altri esseri viventi…
Il pesce soffre?...per me anche l’acqua che lo contiene soffre…e questo soffrire è una componente essenziale affinché la vita vinca.. affinchè essa possa essere.
…e questi signori si permettono di dare consigli su come far soffrire meno il pesce…"gli si stacca dolcemente l’amo dalla bocca, lo si prende con due dita, lo si congela subito per evitare l’asfissia…"

Dalla notte dei tempi l’uomo catturava il pesce con qualsiasi mezzo per potersene cibare. L’uomo primitivo quando prendeva un pesce ancora vivo lo sbatteva per terra affinché morisse sul colpo…ma non perché non soffrisse, solo per evitare che ricadesse, con i suoi movimenti, in acqua…questa è l’intelligenza naturale dell’animale uomo…ed a mio avviso, se proprio volete, la maniera più corretta, naturale e rispettosa della vita per non farlo soffrire…io faccio così.

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Vecchio 07-09-2006, 18.36.21   #3
tammy
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personalmente non mi sono mai posta il problema se anche i pesci soffrono, immagino che non sia piacevole sentirsi mancare l'aria... ops l'acqua, il proseguo dell'articolo dava una dettagliata descrizione della morte del pesce fino all'ultimo respiro, cmq continuerò a mangiare pesce.

La mia domanda era, invece, perchè tanto accanimento contro la caccia e meno risonanza ha l'attività della pesca. Io amo il mare, mi piace vivere il mare, e vivere il mare è addentrarsi in esso, semplicemente nuotando o facendo snorkeling o sub o apnea o in barca. E’ godere del silenzio del mare d’ inverno, è ascoltare il frangersi delle onde sugli scogli, è serenità, pace. E’, per me, un sacco di altre cose: rispetto per l’ambiente e per gli altri in più adoro il pesce e quindi ho deciso di unire l’utile al dilettevole e sto scoprendo un mondo a dir poco stupendo e non penso che andare a pesca o a caccia faccia di queste persone esseri meno sensibili al rispetto della flora e della fauna.
Charles Baudelaire scrive: “Sempre il mare, uomo libero, amerai”! Ha ragione.
Leggendo la tua passione per la caccia ed immaginando, attraverso ciò che scrivi, le levatacce all’alba che ricambiano con il paesaggio, la pazienza, il silenzio, la concentrazione e sicuramente altre sensazioni ed emozioni che questa attività ti da, non credo che chi ami davvero qualcosa possa arrecargli danno, diventi automaticamente un ambientalista senza accorgertene, ci sono un sacco di regole da rispettare (io sto imparando quelle della pesca e non ti/vi voglio tediare) e sono state fatte apposta per, rispettare appunto, l’ambiente e soprattutto per la biodiversità.
Come già scritto, a me pare, che gli animalisti siano un tantinello esagerati chiedendo l’abolizione della caccia, forse, (anzi senza forse) andrebbe fatto un maggior controllo sulle attività illegali di bracconaggio, pesca non regolamentare, ecc.ecc., ecco queste sono persone che non rispettano l’ambiente e tanto meno gli altri esseri viventi e senzienti ed andrebbero giustamente punite ed allontanate da ciò che per loro non è passione, ma non fare di tutta un’erba un fascio, come di solito si dice.
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Vecchio 07-09-2006, 18.57.09   #4
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Questa discussione poteva essere tranquillamente postata in psicologia…da molto tempo mi sto chiedendo come la vita, ed il rispetto per essa, sia valutata a volte attraverso una visione piccola, piccola.

Mi chiedi se i pesci soffrono meno rispetto agli altri animali (chissà se loro si chiederanno come soffriamo noi).

Gli alberi non soffrono? Chi soffre di più tra un platano, una tinca, un topo…un uomo?

Che senso ha questa domanda? Che rispetto per la vita e per le altre creature ci può essere da parte di chi si pone una domanda così assurda?

Prendi una foglia di un platano e provoca con le unghie un’incisione sulla stessa…vedrai come la parte incisa assomiglia ad una ferita umana, a come la natura rimedi tentando di cicatrizzare quel segno, a come la foglia “soffra” per quella ferita. Strappa dal terreno un albero in primavera, quando è rivestito con tutte le sue foglie ed i rami carichi di linfa…lascialo sul terreno e osservalo nei giorni successivi…vedrai come muore lentamente.
Tu mi chiedi se i pesci soffrono…come se a qualche essere vivente (qualunque esso sia) fosse stata data la possibilità di soffrire meno rispetto ad un altro…come se la sua parte in questa vita avesse meno importanza della nostra.
I vegetariani che sono tali per non far soffrire gli animali non hanno rispetto per tutti gli altri esseri viventi. Hanno una visione limitata al regno animale e non possono essere dotati di una spiritualità nel senso più universale del termine…sono quelli che hanno inventato un dio a loro immagine e somiglianza. Vedono il dolore nel capriolo perché hanno paura del loro dolore…concepiscono solo ciò che appartiene a loro. Si sentono colpevoli di essere uomini perché pensano di essere superiori agli altri esseri viventi…
Il pesce soffre?...per me anche l’acqua che lo contiene soffre…e questo soffrire è una componente essenziale affinché la vita vinca.. affinchè essa possa essere.
…e questi signori si permettono di dare consigli su come far soffrire meno il pesce…"gli si stacca dolcemente l’amo dalla bocca, lo si prende con due dita, lo si congela subito per evitare l’asfissia…"

Dalla notte dei tempi l’uomo catturava il pesce con qualsiasi mezzo per potersene cibare. L’uomo primitivo quando prendeva un pesce ancora vivo lo sbatteva per terra affinché morisse sul colpo…ma non perché non soffrisse, solo per evitare che ricadesse, con i suoi movimenti, in acqua…questa è l’intelligenza naturale dell’animale uomo…ed a mio avviso, se proprio volete, la maniera più corretta, naturale e rispettosa della vita per non farlo soffrire…io faccio così.

Una delle civiltà più grandi (non grandiose) che dovremmo riconoscere è quella dei nativi americani, i quali - dovendo, come tutti noi - nutrirsi per sopravvivere, ed avendo come territorio luoghi non particolarmente fertili, si cibavano anche di erbe, radici, bacche, fino a che l'inverno, quando inclemente e lungo, non li obbligava a rivolgersi alla pesca ed alla caccia.

Uccidendo dunque per necessità un animale, dopo avere eseguito i loro riti per ringraziare la Terra, il Cielo, il Vento, il Fuoco, dell'animale cacciato non potevano sprecare nulla; per cui la carne serviva come cibo, ma anche tutte le altri parti venivano utilizzate.

Questo per una forma di rispetto.

Maxim mi ricorda molto un Indiano d'America.

Ma la fumi la Pipa?
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Vecchio 11-09-2006, 18.50.17   #5
S.B.
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Gli animali si uccidono tra di loro per questioni di accoppiamento, di difesa dei cuccioli, del cibo, di sopravvivenza, non si uccidono tra loro per divertimento, che io sappia, anche perchè sarebbe controproducente sciupare delle energie per una cosa così stupida, che non aiuta in alcun modo la propria sopravvivenza.

Debbo presupporre che invece un cacciatore o un pescatore uccidano le loro prede per divertimento.
Ora, il divertimento di una persona giustifica l'uccisione di un animale?

Dipende tutto da che ruolo di importanza diamo agli animali e al divertimento umano, magari anche non vederlo solo come divertimento ma come rito antichissimo che varrebbe la pena salvaguardare.

Su questo ho molti dubbi, abitando io in campagna per me caccia e pesca sono cose normalissime, ma mi rendo conto che sotto c'è un problema etico, se mi chiedeste è giusto usare cavie da laboratorio?direi subito di si, ma questa è una cosa diversa...
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Vecchio 11-09-2006, 19.35.48   #6
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...
Debbo presupporre che invece un cacciatore o un pescatore uccidano le loro prede per divertimento.
Ora, il divertimento di una persona giustifica l'uccisione di un animale?

Dipende tutto da che ruolo di importanza diamo agli animali e al divertimento umano, magari anche non vederlo solo come divertimento ma come rito antichissimo che varrebbe la pena salvaguardare.

Su questo ho molti dubbi, abitando io in campagna per me caccia e pesca sono cose normalissime, ma mi rendo conto che sotto c'è un problema etico, se mi chiedeste è giusto usare cavie da laboratorio?direi subito di si, ma questa è una cosa diversa...

Il rito antichissimo aveva più di un significato: sacrificio agli dei o a un dio;
Oppure pura sopravvivenza.

Direi che di questi tempi, nè l'uno nè l'altro si possano giustificare.

Ciao
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Vecchio 11-09-2006, 20.35.49   #7
maxim
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Gli animali si uccidono tra di loro per questioni di accoppiamento, di difesa dei cuccioli, del cibo, di sopravvivenza, non si uccidono tra loro per divertimento, che io sappia, anche perchè sarebbe controproducente sciupare delle energie per una cosa così stupida, che non aiuta in alcun modo la propria sopravvivenza.

Debbo presupporre che invece un cacciatore o un pescatore uccidano le loro prede per divertimento.
Ora, il divertimento di una persona giustifica l'uccisione di un animale?

Dipende tutto da che ruolo di importanza diamo agli animali e al divertimento umano, magari anche non vederlo solo come divertimento ma come rito antichissimo che varrebbe la pena salvaguardare.

Su questo ho molti dubbi, abitando io in campagna per me caccia e pesca sono cose normalissime, ma mi rendo conto che sotto c'è un problema etico, se mi chiedeste è giusto usare cavie da laboratorio?direi subito di si, ma questa è una cosa diversa...

Voglio raccogliere ciò che dici...pensa te...nonostante tu presupponga male e se, in realtà, è veramente ciò che vai presupponendo!

Abiti in campagna ma, a mio avvsio, il tuo scritto è degno delle più moderne culture cittadine.

Pensare che l'uomo...sia cacciando, sia pescando, sia allevando animali da cortile (di questi tempi), uccidi per divertimento è cosa sbagliatissima...io sono un cacciatore, un pescatore ed anche allevo animali e non ho mai ucciso per divertimento...neanche quando ero bambino!

Mi interessa molto invece il problema etico che hai rilevato...se vuoi esporcelo...
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Vecchio 12-09-2006, 11.25.36   #8
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Il rito antichissimo aveva più di un significato: sacrificio agli dei o a un dio;
Oppure pura sopravvivenza.

Direi che di questi tempi, nè l'uno nè l'altro si possano giustificare.

Ciao

Premesso che non pratico alcun rito venatorio se non quello silenzioso, ateo e quasi dovuto di ringraziamento nei confronti dell’animale abbattuto, ti vorrei rivolgere una domanda relativamente a questa tua affermazione su tradizioni, riti e sacrifici:

“Direi che di questi tempi, nè l'uno nè l'altro si possano giustificare”

Dici che noi siamo più “evoluti” rispetto a chi li pratica?...che possediamo qualche “verità” in più?

Il rito mussulmano sull’uccisione degli animali (quella di passare più volte il coltello sul collo) o altri riti, più o meno religiosi, non dovrebbero essere giustificabili di questi tempi?

Il rito dell’uomo occidentale di salire in auto alle 8 di mattina, fare la coda per arrivare in ufficio, professarsi vegetariano quindi amante della natura e degli animali nonché ubriacarsi (di rito) il fine settimana è più evoluto rispetto a quelli accennati un po’ più su?

Quale marcia in più possediamo noi uomini metropolitani e moderni per arrivare a stabilire che tradizioni e riti non sono ora più giustificabili?

…la mia è una domanda seria….
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Vecchio 12-09-2006, 14.57.08   #9
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Voglio raccogliere ciò che dici...pensa te...nonostante tu presupponga male e se, in realtà, è veramente ciò che vai presupponendo!

Abiti in campagna ma, a mio avvsio, il tuo scritto è degno delle più moderne culture cittadine.

Pensare che l'uomo...sia cacciando, sia pescando, sia allevando animali da cortile (di questi tempi), uccidi per divertimento è cosa sbagliatissima...io sono un cacciatore, un pescatore ed anche allevo animali e non ho mai ucciso per divertimento...neanche quando ero bambino!

Mi interessa molto invece il problema etico che hai rilevato...se vuoi esporcelo...

Allora, per quel poco che mi ricordo da piccolo andavo a pescare e lo facevo per divertirmi, però ovviamente se tu che sei più pratico di queste cose mi dai un altro motivo per cui si vada a cacciare o pescare mi interesserebbe.

Il problema etico possiamo dire che nell'antichità non si ponesse, anche perchè erano attività necessarie e nessuno ci avrebbe mai pensato.

Però con l'andare del tempo la necessarietà è venuta meno, a causa degli allevamenti, etc.
Ma comunque resta l'utilità della caccia e della pesca, perchè i suoi prodotti hanno comunque un'utilità pratica, cacciare la selvaggina, per avere carne di cinghiale selvatico, per avere pesce non di allevamento, etc.
Fin qua ritengo che caccia e pesca siano ancora del tutto giustificabili.

Qua arriva il mio presupposto, cioè il divertimento, perchè secondo me andando a pescare in una cava o a caccia per i boschi lo si fa più che altro per divertimento,forse non sempre ma spesso si.

Quindi il problema etico per me si pone solo ed esclusivamente se è vero il mio presupposto.
Cioè uccidere animali per divertimento è bene o male?...qua sarei portato a rispondere male.
Ma aspetto una tua conferma sul 'divertimento'....

Quando ho scritto rito, intendevo il fatto che la caccia e la pesca sono mestieri antichi che comunque andrebbero salvaguardati proprio per questo, come ad esempio si cerca di salvaguardare luoghi o prodotti tipici del passato, ma questo è un altro discorso.
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Vecchio 12-09-2006, 16.17.47   #10
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Allora, per quel poco che mi ricordo da piccolo andavo a pescare e lo facevo per divertirmi, però ovviamente se tu che sei più pratico di queste cose mi dai un altro motivo per cui si vada a cacciare o pescare mi interesserebbe.

Il problema etico possiamo dire che nell'antichità non si ponesse, anche perchè erano attività necessarie e nessuno ci avrebbe mai pensato.

Però con l'andare del tempo la necessarietà è venuta meno, a causa degli allevamenti, etc.
Ma comunque resta l'utilità della caccia e della pesca, perchè i suoi prodotti hanno comunque un'utilità pratica, cacciare la selvaggina, per avere carne di cinghiale selvatico, per avere pesce non di allevamento, etc.
Fin qua ritengo che caccia e pesca siano ancora del tutto giustificabili.

Qua arriva il mio presupposto, cioè il divertimento, perchè secondo me andando a pescare in una cava o a caccia per i boschi lo si fa più che altro per divertimento,forse non sempre ma spesso si.

Quindi il problema etico per me si pone solo ed esclusivamente se è vero il mio presupposto.
Cioè uccidere animali per divertimento è bene o male?...qua sarei portato a rispondere male.
Ma aspetto una tua conferma sul 'divertimento'....

Quando ho scritto rito, intendevo il fatto che la caccia e la pesca sono mestieri antichi che comunque andrebbero salvaguardati proprio per questo, come ad esempio si cerca di salvaguardare luoghi o prodotti tipici del passato, ma questo è un altro discorso.

Ti dirò…
Io addirittura penso che se una “tradizione” non viene più sentita, pur nel rispetto di chi continua a sentirla, sia corretto abbandonarla. Non comprendo proprio il motivo per cui si debba fare una cosa solo perché si faceva un tempo, se quella cosa ora per me, non ha più senso. Un po’ come l’andare in chiesa e sposarsi con rito religioso non essendo religiosi…
..non trovi?...ma questo è altro discorso.

Veniamo a noi!

E’ corretto uccidere animali per divertimento? Ad una domanda “secca” come la tua rispondo di no. Non è corretto (chi sarò io poi per dire cosa e corretto o meno) uccidere per divertimento…mai!
…ma che ne penserebbe Wittgenstein del modo in cui hai posto la domanda? Che intendi per divertimento?...e soprattutto…se poi quell’animale ucciso oggi per “divertimento” ha lo stesso fine di quelli che si uccidevano un tempo per sopravvivenza?
Sviluppando la domanda vedrai che risulterà difficile rispondere come abbiamo risposto prima io e te.

Andar per boschi è un divertimento quando lo faccio di domenica con mia moglie…è un “divertimento” diverso quando lo faccio per caccia. E’ un divertimento che provoca delle sensazioni che ovviamente è difficile riportare a penna…come se tu chiedessi ad un montanaro cosa prova per quella sua montagna che ama così tanto o del perché un innamorato è innamorato.
Vuoi perché l’istinto venatorio è insito nell’uomo, vuoi perché il contatto più intimo con la natura penetra nel più profondo delle nostre origini fino quasi a scoprirne la nostra vera essenza biologica, la caccia provoca sensazioni che difficilmente ho riscontrato in qualsiasi altra attività che ho svolto nella mia vita…mi infastidisce sentire qualcuno che, pur difendendo la mia passione, mi paragona al più fanatico tifoso di calcio…no! Non è così…è tutt’altra cosa…io penso.
…e siccome la caccia è fatta di “sentire” come faccio io a farti sentire se tu non senti?...è un po’ come voler spiegare le sensazioni spirituali e l’esistenza di dio ad un ateo…non lo comprenderesti mai!
…e quegli animali presi per “divertimento” che fine fanno? Vanno a sostituire, pari pari, altri animali che dovrebbero invece essere uccisi per sopravvivenza. Il mio fagiano salva la vita ad un tuo pollo. La mia lepre salva la vita al tuo coniglio…il mio capriolo salva la vita a qualche altro essere vivente.

Abbiamo sviluppato un po’ il termine “divertimento”…chiamiamolo “divertimento venatorio”…
Perché allora secondo te non è corretto uccidere animali, in funzione di questo “divertimento venatorio”, nei termini e per i fini che abbiamo cercato di sviluppare?

PS: non fermarti alla domanda iniziale perché continuerei anch’io a risponderti che non è corretto uccidere per divertimento.
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