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Vecchio 05-12-2012, 11.29.43   #1
paul11
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Messaggi: 899
Fra verità e compromesso

Vi sarà capitato, o vi capiterà nella vostra vita sociale in ambito familiare oppure lavorativo o con gli amici di esservi sentititi dire: “Hai ragione….MA..” Cioè avete ragione, ….MA.. facciamo altro che “conviene”.
Oppure darvi ragione , ma nei fatti fare altro.
Ora si tratterebbe di capire se quel darvi ragione era una tattica retorica per non contraddirvi perché non era ritenuta vera; oppure era veramente vera quella vostra considerazione, …..ma.

Fra una verità teorica e una pragmatica compromissoria vince sempre quest’ultima: perché?
Si dice anche che piuttosto di dire una verità che sarebbe percepita male è meglio dire una bugia, avrebbe meno conseguenze da parte di chi recepisce.
Già , perché il problema è sempre come viene percepita quella verità dagli altri.

La vita mondana è un infinita tecnica compromissoria fra verità e pratica delle condizioni sociali. Significa che “calare” una verità nella realtà deve tener conto di infinite logiche da parte di chi le riceverebbe. Il conformismo vive su questo, non bisogna “rompere” gli schemi delle consuetudini, delle abitudini che sono stati di equilibrio “ pacificatori”. Il sassolino della verità nello stagno imperturbabile del conformismo “fa male” .

La mia domanda è : se vi è accaduto, come “vi siete sentiti”
Umanamente, logicamente, emotivamente?

Ha senso non dire una verità, costruire un qualcosa che è verità condivisibile, sentirsi dire che si ha ragione ma non accettabile in quanto è meglio il compromesso della verità che è più funzionale ad un gruppo sociale di persone ,alla sua cultura, al suo “sentire” ,ai suoi equilibri personali e interpersonali?
La politica non è solo nei luoghi deputati è in ogni attività sociale umana.
Ritengo che questi eterni compromessi siano la premessa all’incomunicabilità, alle “chiacchiere”, ai luoghi comuni.

Oppure è invece giusto così, la pratica compromissoria ha un suo senso?
paul11 is offline  
Vecchio 05-12-2012, 21.53.03   #2
lunatika
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Riferimento: Fra verità e compromesso

Citazione:
Originalmente inviato da paul11
Vi sarà capitato, o vi capiterà nella vostra vita sociale in ambito familiare oppure lavorativo o con gli amici di esservi sentititi dire: “Hai ragione….MA..” Cioè avete ragione, ….MA.. facciamo altro che “conviene”.
Oppure darvi ragione , ma nei fatti fare altro.
Ora si tratterebbe di capire se quel darvi ragione era una tattica retorica per non contraddirvi perché non era ritenuta vera; oppure era veramente vera quella vostra considerazione, …..ma.

Fra una verità teorica e una pragmatica compromissoria vince sempre quest’ultima: perché?
Si dice anche che piuttosto di dire una verità che sarebbe percepita male è meglio dire una bugia, avrebbe meno conseguenze da parte di chi recepisce.
Già , perché il problema è sempre come viene percepita quella verità dagli altri.

La vita mondana è un infinita tecnica compromissoria fra verità e pratica delle condizioni sociali. Significa che “calare” una verità nella realtà deve tener conto di infinite logiche da parte di chi le riceverebbe. Il conformismo vive su questo, non bisogna “rompere” gli schemi delle consuetudini, delle abitudini che sono stati di equilibrio “ pacificatori”. Il sassolino della verità nello stagno imperturbabile del conformismo “fa male” .

La mia domanda è : se vi è accaduto, come “vi siete sentiti”
Umanamente, logicamente, emotivamente?

Ha senso non dire una verità, costruire un qualcosa che è verità condivisibile, sentirsi dire che si ha ragione ma non accettabile in quanto è meglio il compromesso della verità che è più funzionale ad un gruppo sociale di persone ,alla sua cultura, al suo “sentire” ,ai suoi equilibri personali e interpersonali?
La politica non è solo nei luoghi deputati è in ogni attività sociale umana.
Ritengo che questi eterni compromessi siano la premessa all’incomunicabilità, alle “chiacchiere”, ai luoghi comuni.

Oppure è invece giusto così, la pratica compromissoria ha un suo senso?
E come posso non intervenire anche in questa discussione giacchè l'argomento che si affronta è decisamente ATTUALE e personalmente vissuto!!!!!!
Si se nella vita vuoi avere una buona o discreta approvazione di amici,parenti etc....devi dire "verità" con il compromesso appresso.Che tristezza!!!!!!
Ma sinceramente a mè questo genere di approcciarmi alle persone non mi è consono e difatti le persone che ho accanto mi vogliono bene x come sono....pregi e difetti insieme e ..lingua tagliente....a volte anche a sproposito forse....ma non riesco a stare zitta e tacere x compromesso...proprio non riesco...quel che penso,che piaccia o no,mi esce ancor prima di azionare veramente il cervello cosciente....perchè l'inconscio..il mio vero SE'. stà già parlando a ruota libera.Poche sono le volte che mi sono trattenuta e se lo fatto e stato x rispetto...non x paura di dire le cose come stavano.
Questo mio modo di fare però non è un esempio da seguire perchè io sono forse un poco estrema...però di certo apprezzo molto le persone che dicono verità scomode,idee stravaganti...che hanno i loro sogni che x alcuni sono ridicoli.....ecco x me quelle persone hanno tutta la mia stima.
Basta vivere di stereotipi e come dici te ..."MA"....BASTA......IL "MA" ci stà alcune volte ma mai quando viene a ledere la tua opinione e libertà di espressione.....
Naturalmente parlo di idee sane..magari pazze..ma sane....
Per alcuni che credono in verità estremamente pericolose è un discorso completamente a parte.

S.G.
lunatika is offline  
Vecchio 05-12-2012, 22.58.28   #3
CVC
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Riferimento: Fra verità e compromesso

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Originalmente inviato da paul11
Vi sarà capitato, o vi capiterà nella vostra vita sociale in ambito familiare oppure lavorativo o con gli amici di esservi sentititi dire: “Hai ragione….MA..” Cioè avete ragione, ….MA.. facciamo altro che “conviene”.
Oppure darvi ragione , ma nei fatti fare altro.
Ora si tratterebbe di capire se quel darvi ragione era una tattica retorica per non contraddirvi perché non era ritenuta vera; oppure era veramente vera quella vostra considerazione, …..ma.

Fra una verità teorica e una pragmatica compromissoria vince sempre quest’ultima: perché?
Si dice anche che piuttosto di dire una verità che sarebbe percepita male è meglio dire una bugia, avrebbe meno conseguenze da parte di chi recepisce.
Già , perché il problema è sempre come viene percepita quella verità dagli altri.

La vita mondana è un infinita tecnica compromissoria fra verità e pratica delle condizioni sociali. Significa che “calare” una verità nella realtà deve tener conto di infinite logiche da parte di chi le riceverebbe. Il conformismo vive su questo, non bisogna “rompere” gli schemi delle consuetudini, delle abitudini che sono stati di equilibrio “ pacificatori”. Il sassolino della verità nello stagno imperturbabile del conformismo “fa male” .

La mia domanda è : se vi è accaduto, come “vi siete sentiti”
Umanamente, logicamente, emotivamente?

Ha senso non dire una verità, costruire un qualcosa che è verità condivisibile, sentirsi dire che si ha ragione ma non accettabile in quanto è meglio il compromesso della verità che è più funzionale ad un gruppo sociale di persone ,alla sua cultura, al suo “sentire” ,ai suoi equilibri personali e interpersonali?
La politica non è solo nei luoghi deputati è in ogni attività sociale umana.
Ritengo che questi eterni compromessi siano la premessa all’incomunicabilità, alle “chiacchiere”, ai luoghi comuni.

Oppure è invece giusto così, la pratica compromissoria ha un suo senso?
Si direbbe il disagio della razionalità. Si hai ragione ma... sarebbe come dire si hai ragione o per lo meno l'avresti in un mondo razionale, ma siccome il mondo proprio razionale non è, devi adeguarti al mondo piuttosto che sperare che il mondo si adegui alla razionalità. Purtroppo uno si sforza di essere razionale ed una volta che ci riesce pensa di aver guadagnato qualcosa da condividere col mondo, ma poi...
CVC is offline  
Vecchio 06-12-2012, 13.49.00   #4
paul11
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Riferimento: Fra verità e compromesso

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Originalmente inviato da lunatika
E come posso non intervenire anche in questa discussione giacchè l'argomento che si affronta è decisamente ATTUALE e personalmente vissuto!!!!!!
Si se nella vita vuoi avere una buona o discreta approvazione di amici,parenti etc....devi dire "verità" con il compromesso appresso.Che tristezza!!!!!!
Ma sinceramente a mè questo genere di approcciarmi alle persone non mi è consono e difatti le persone che ho accanto mi vogliono bene x come sono....pregi e difetti insieme e ..lingua tagliente....a volte anche a sproposito forse....ma non riesco a stare zitta e tacere x compromesso...proprio non riesco...quel che penso,che piaccia o no,mi esce ancor prima di azionare veramente il cervello cosciente....perchè l'inconscio..il mio vero SE'. stà già parlando a ruota libera.Poche sono le volte che mi sono trattenuta e se lo fatto e stato x rispetto...non x paura di dire le cose come stavano.
Questo mio modo di fare però non è un esempio da seguire perchè io sono forse un poco estrema...però di certo apprezzo molto le persone che dicono verità scomode,idee stravaganti...che hanno i loro sogni che x alcuni sono ridicoli.....ecco x me quelle persone hanno tutta la mia stima.
Basta vivere di stereotipi e come dici te ..."MA"....BASTA......IL "MA" ci stà alcune volte ma mai quando viene a ledere la tua opinione e libertà di espressione.....
Naturalmente parlo di idee sane..magari pazze..ma sane....
Per alcuni che credono in verità estremamente pericolose è un discorso completamente a parte.

S.G.

da CVC
Si direbbe il disagio della razionalità. Si hai ragione ma... sarebbe come dire si hai ragione o per lo meno l'avresti in un mondo razionale, ma siccome il mondo proprio razionale non è, devi adeguarti al mondo piuttosto che sperare che il mondo si adegui alla razionalità. Purtroppo uno si sforza di essere razionale ed una volta che ci riesce pensa di aver guadagnato qualcosa da condividere col mondo, ma poi...

Sono come te Lunatika e ho capito che è meglio essere così anche dal punto di vista pragmatico, perchè alla fine attiri attorno a te magari pochi , ma buoni, nel senso che sanno che nno essendo accomodanti , ma sinceri, si accorgono che quando hanno bisogno di un consiglio,o anche semplicemnte di entrare in un discorso che non sia superficiale, sanno da chi andare: meglio la trasparenza che l'ipocrisia.

Questo è un mondo di rappresentazioni teatrali, un immenso palcoscenico e infatti è la letteratura e il teatro stesso che entrano di più in queste problematiche e quasi per nulla la filosofia e la scienza e io lo ritengo un errore. Perchè è inutile dire frasi conclamate come: "conosci te stesso....parlare di identità...di originalità" se poi sono le consueturdini e le abitudini a costruire un sistema di falsificazione, dove il problema esitenziale è essere se stessi ma comunque parte della folla.
La verità è che pochi vogliono o cercano la scomoda verità, tutti vogliono sentire frasi accomodanti che non li distolgano dalla pratica abitudinaria: questo è il regno del conformismo dove nulla può cambiare.
I marketing dell'economia e della politica puntano proprio sulla massa conformista e "giù"trattati di sociologia e psicologia.

La paura di "nno sentirsi parte del branco" fa perdere la propria originalità e identità ed ecco i depressi e le nevrosi e i "mobbing".
Farsi curare dallo psicanalista affinchè si ricostruiscano le proprie relazioni basate sulla falsità: è una contraddizione in termini e infatti Woody Allen ha campato nei suoi film con questo canovaccio.

Al "sii te stesso" in realtà siamo al "adattati alle relazioni sociali" se vuoi essere accettato. E allora vince la chiacchiera sulla verità e i mass media accompagnano questa umanità al'oblio di se stesso.

Questo compromeso ha molti "figli", in quanto genera la diversità fra legge e giustizia, fra egoismo e solidarietà, fra razzismo e fratellanza , fra libertà e controllo sociale. Tutti a proclamare i principi del diritto internazionale e nessuno che li pratica, la differenza fra teoria e pratica, fra il predicare bene e razzolare male.
paul11 is offline  
Vecchio 05-01-2013, 17.19.56   #5
Il_Dubbio
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Riferimento: Fra verità e compromesso

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Originalmente inviato da paul11
Si hai ragione, ma...

Succede spesso e in tutti gli ambiti. Alcune volte basta sentirsi in dovere di seguire una regola per accorgersi come, in alcuni casi, quella regola, vada contro la ragione (che alcune volte è supportata dal "buon senso"). Quindi alcune avresti ragione, ma ci sarebbe una regola da seguire che non ti da scampo: o vai contro la regola oppure segui la ragione.
La società si basa però molto sulle regole (o leggi), e se ognuno si sentisse in dovere di non seguire le regole per seguire la propria ragione, la società diventerebbe disordinata.

Racconto una brevissima vicenda. Una multa per divieto di sosta mi arriva a casa dopo tre mesi, per non aver pagato il pacheggio. Bha... io che la macchina la lavo una volta l'anno , ho tutti i "grattini" raccolti sul cruscotto per almeno un anno. Me li vado rileggere tutti e trovo quello del giorno e dell'ora indicato sulla multa. Ho ragione! Io il parcheggio l'avevo pagato. Che fare? Chiedo ad alcuni amici ed anche ad un amico avvocato. Tutti mi assicurano che è meglio pagarla anche se credo di aver ragione in quanto il prefetto (che ho scoperto avere anche questo compito) stava rigettando tutti i ricorsi. Se non pagavo subito, quindi, rischiavo di pagare comunque e il doppio.
Io ho scelto di seguire la ragione, ma per certi versi anche la regola. Ho fatto ricorso, e fino a questo momento (sono passati altri tre mesi) non mi è stato comunicato nulla. Quindi il prefetto evidentemente mi ha dato ragione senza ma... oooooo almeno spero
La regola secondo cui il prefetto respingeva tutti i ricorsi evidentemente era falsa. Però ho rischiato di pagare (ingiustamente) il doppio per un capriccio o una regola sbagliata. Bastava che il prefetto si appellasse a qualche legge o regolamento o parte di queste per farmela pagare il doppio. Per esempio sostenendo che il grattino, anche se effettivamente pagato, non era visibile (io credo sia caduto per terra...per questo credo mi abbiano fatto la multa).
Se la non visibilità del grattino bastava come regola sufficiente per avere la multa, la mia ragione avrebbe ricevuto un ma...
Il prefetto avrebbe sentenziato : Hai ragione, hai pagato il parcheggio, ma devi pagare la multa perchè il biglietto non era visibile. A quel punto non avrei potuto dimostrare il contrario.

Ora però cerco di stare più attento ...
Il_Dubbio is offline  
Vecchio 06-01-2013, 09.32.29   #6
freedom
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Riferimento: Fra verità e compromesso

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Originalmente inviato da paul11
Oppure è invece giusto così, la pratica compromissoria ha un suo senso?
Innanzitutto credo che il nostro attuale stato evolutivo non ci consenta di comprendere la Verità. Intendo quella immutabile che governa le cose e noi tutti.

Penso che non possiamo far altro che "accontentarci" di parziali verità dipendenti dal nostro punto di osservazione. Pur tuttavia quelle abbiamo e bene fai a proporre la riflessione che hai proposto. Insomma giochiamo con le carte che abbiamo in mano.

Ritengo giusto testimoniare la verità ma penso anche sia indubbio che la cosa più importante sia difendere la verità medesima con i comportamenti e lì si gioca la parte più difficile della partita.
Prima di tutto perchè difendere la verità ha un prezzo che ha volte non siamo in grado di pagare. E poi perchè noi non siamo i depositari della verità e, spesso, quella che oggi ci pare una sacrosanta verità, il tempo ci rivela che non era poi così vero quello che avremmo difeso sino alla estreme conseguenze. Oppure semplicemente perchè rivelarla può essere dannoso per chi la riceve.

A volte noi stessi faremmo chissà cosa per procurarcela ma, in realtà, conoscerla, potrebbe farci più male che bene. Oppure potremmo essere pronti mentalmente ma non nel cuore o viceversa.

Insomma il quesito che hai proposto è di ardua e quasi mai esaustiva soluzione. Credo che faccia parte del nostro lavoro terreno rafforzarci per difenderla e sostenerla, impararre esprimerla con estrema cautela e solo quando siamo ragionevolmente sicuri di dare un vantaggio, imparare ad amarla insomma.

In altre parole, forse a causa della mia ignoranza, non vedo un........come dire.........codice comportamentale di universale applicazione. Vedo viceversa una lunga, prudente e faticosa ricerca che "obbliga" a valutare ogni volta ogni punto di vista. Con estrema cautela e umiltà.

Pur nella confusione delle mie parole spero di aver dato un seppur minimo contributo di chiarezza al tuo importante e nobile quesito.
freedom is offline  
Vecchio 06-01-2013, 11.55.17   #7
paul11
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Riferimento: Fra verità e compromesso

Mi è capitata una storia molto simile a Il Dubbio, qualche anno fa .Mia suocera stava male e ho chiamato il pronto intervento che lo ha portata al pronto soccorso. Io con l'automobile ,per non approfittarne o forse ho sbagliato, ho parcheggiato davanti all'ospedale. Ho acquistato il biglietto del parcheggio e l'ho messo in mostra sul parabrezza: ero ovviamente di corsa e ansioso per precipitarmi al pronto soccorso.
Qualche ora dopo, tornando all'automobile, vedo la multa e il biglietto del parcheggio capovolto. Ho pensato che quando arrivano i problemi si infilano uno dopo l'altro.
In effetti , mi sono documentato allora, e se il biglietto non è leggibile è come se non ci fosse. Avrei potuto dimostrare con la carta del ricovero di mia suocera che data e orari combaciavano, ma ho lasciato stare, ho desistito.

Comunque chissà quanti si pigliano la multa per questo problema di visibilità.
Anche perchè la "ruota oraria" che generalmente utilizziamo nei parcheggi liberi, ma orari, è bifacciale, si vede all'interno dell'abitacolo e all'esterno.
Forse la pratica diversa induce all'errore. Allora producano dei biglietti bifacciali, con stampigliatura nei due sensi o con carta visibile, trasparente.
Non è che in fondo il motivo è quello di tirare su soldi con le multe lasciando sgomenti i cittadini? Ho la netta impresssione che tutto ciò che è organizzazione pubblica da troppi anni sia orientata non a risolvere i problemi ,ma a salassarlo generando la netta divisione fra società civile e società politica. Penso che in questo senso,come l'esempio di Albert in un'altra discussione, metta i cittadini in una sorta di mortificazione morale oltre che di denaro : dover accettare per autorità imposta delle regole degl iter burocratici che salvaguardano non il cittadino che ha ragione, ma dove la regola è contro la ragione.

Sono d'accordo Freedom, sono infiniti esempi che ci capitano nella vita quotidiana. Il problema è che se accadono sporadicamente li sopporti anche se magari ci si arrabbia; è quando diventa sistematica la cosa che ci fa pensare se siamo noi che non ragioniamo più oppure se questo mondo non ha interesse a cercare la ragione, ma segue logiche perverse.
Forse il termine verità che ho utilizzato nel titolo della discussione è troppo roboante, ma pensavo più alla logica, cioè ad argomentazioni che avessero giustificazioni e quindi verità.
Quello che trovo che ci sgomenti è in quelle situazioni di dover essere subordinati non ad una ragionamento con giustificazione di verità , ma di dover seguire appunto illogiche direzioni per atti d'imperio e di autorità che nulla hanno a che fare con ragione e verità, allora siamo obbligati al compromesso.
Il mio focus era orientato a come ci si sente moralmente, emotivamente, in quei casi in cui non c'è ragione, ma vince tutt'altro: in famiglia, a scuola ,sul lavoro, nel rapporto con il sistema pubblico, ecc.
paul11 is offline  
Vecchio 06-01-2013, 18.07.33   #8
freedom
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Originalmente inviato da paul11
Il mio focus era orientato a come ci si sente moralmente, emotivamente, in quei casi in cui non c'è ragione, ma vince tutt'altro: in famiglia, a scuola ,sul lavoro, nel rapporto con il sistema pubblico, ecc.
Moralmente ci si sente a posto: il problema riguarda chi non rispetta la ragione non chi subisce un torto.
Emotivamente ci si sente frustrati tuttavia l'unico modo per spezzare la catena consequenziale del male è rispondere col bene. Non necessariamente far valere le proprie ragioni è la strada giusta. Per una serie di...........ragioni.

E' la pazienza la grande alleata di chi soffre ingiustamente la prepotenza, l'ignoranza, la superficialità, la stupidità altrui.

In ogni caso spesso il tempo si incarica di "pareggiare" i conti. Quando vado in ferie è mia abitudine staccare acqua, luce e gas. Diversi anni fa, Dio solo sa perchè, i miei suoceri contestarono duramente questo mio comportamente. Mia suocera, addirittura, urlò a squarciagola lasciandomi basito e incapace di replica. Io per educazione, per quieto vivere, per la sorpresa suscitata da tale selvaggia e brutale reazione non proferii parola e subii in silenzio. Davanti a mia moglie che, va da sè, non mi difese. Dopo qualche anno, mentre loro erano in ferie, il frigo "a pozzetto", naturalmente lasciato acceso con dentro chili e chili di carne anche pregiata (cacciagione e quant'altro) si spense poichè "saltò" la luce di tutta l'abitazione. La carne andò a male e il danno e il dispiacere furono notevoli.
Ma la cosa straordinaria e, anche, umoristica è che continuano a lasciare accesa la luce quando vanno via e, ovviamente, a criticare il sottoscritto!
Da scompisciarsi, credimi.

E per chi crede nel Dio cristiano sarà quest'ultimo a sistemare le cose non solo "pareggiando" i conti ma indennizzando la "vittima": "il Signore è la mia giustizia".

Poi......chiaramente è difficile assai riuscire sempre a controllarsi, non sono qui a fare l'anima bella. Inoltre scusami se nel mio precedente post non ho colto il focus delle tue parole e ho scritto parole..........altisonanti._b oooo

freedom is offline  

 



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