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Vecchio 17-04-2014, 14.32.00   #1
CVC
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Quando il sensazionalismo cancella la memoria storica

Assistendo ai dibattiti televisivi mi è capitato di imbattermi in un fenomeno che tenterò di descrivere.
Pare che a preoccupare maggiormente il comunicatore di turno sia la ricerca della sensazione forte, del fare impressione, il catturare l'attenzione generale come se fosse improvvisamente risucchiata da un buco nero. Perciò ogni orecchio viene irresistibilmente attratto da un qualcosa che poi, ad un esame più profondo, non si sa neanche specificare bene cosa sia.
Proviamo a guardare la propaganda dei partiti. Tutti cercano di catturare l'attenzione con mezzi fini a se stessi così, da un esame più attento, risulta chiaro che invece di avere effettivamente un qualcosa da comunicare, manifestano esclusivamente la loro intenzione di comunicare fine a se stessa, accompagnata dall'esigenza di dover essere ascoltati a tutti i costi.
Questo modo di attirare l'attenzione fa sì che si sia sempre concentrati sul sensazionalismo di turno, senza che si riesca a costruire un quadro storico e razionale degli importanti argomenti di cui si dovrebbe parlare.
Quindi reati tanto gravi quanto scandalosi vanno in prescrizione non solo nelle aule di tribunale ma, peggio ancora, vanno in prescrizione nella nostra memoria.
E i fatti che, se analizzati razionalmente, dovrebbero fornire elementi chiave in base a cui procedere, vengono spazzati via da ciò che è maggiormente seducente e consono all'euforia del momento.
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Vecchio 17-04-2014, 22.33.10   #2
green&grey pocket
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Riferimento: Quando il sensazionalismo cancella la memoria storica

Concordo, c'è una bellissima recensione del libro di alessandro del lago fatto dallo psiconalista Calciolari, che discute sia della società dello spettacolo (che personalmente vedo come una identificazione nel movimento del bisogno centripeto ingenerato dall'imposizione del sacro: ossia con l'identificazione in un costante dis-trazione, dove il "de-" è moto da luogo e "-traggo" è imposizione psicologica di forzato "cambio di direzione". In cui la soluzione è proprio l'io, è l'io che infatti viene sacralizzato, il centro negato della nostra società) sia della colpa etica dello spettattore, che di fatto partecipando nel carnevale della rappresantazione della morte in diretta (vogliamo parlare dei video su you tube delle recenti guerre in medio-oriente?) diviene anch'esso complice della violenza che sempre si perpetua nella storia tramite cancellamento, distrazione, torcimento coatto dello sguardo dal centro, ove il centro siamo noi stessi, con tutti i nostri orrori legati alla divisione biblica dell'albero della vita e della sapienza.
Come se la sapienza non fosse più vita, non fosse più storia.
Sarebbe da rileggere la Bibbia il grande libro della saggezza sapienziale giudaico-cristiana.Che fin alla sua origine sin dalla sua sacralità originaria presta attenzione su questa terribile distinzione.
Ripresa tra l'altro da Nietzsche nell'immagine dell'uomo che ha in bocca il serpente che prima lo stava soffocando.
Il serpente fin da genesi è la sapienza, la sapienza senza giudizio sulla vita, la sapienza come eterno ingannatore.
Nell'epoca contemporanea, la sapienza diventa informazione e come l'immenso Carmelo Bene sottolineava, l'informazione oggi è diventata semplice notizia, non c'è più nemmeno il contenuto "l'in"-forma che conteneva la notizia, non c'è più storia, c'è solo notizia e immagine, in una perversa etica della morte come Pasolini infine capì tramite il suo film su "Salò". Una eterna forma senza un "in" una terrificante idra solo forma senza contenuto.
La soluzione: annullare l'ordine giornalistico, come punzecchiava il buon immenso eterno CB.
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Vecchio 18-04-2014, 06.17.49   #3
acquario69
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Riferimento: Quando il sensazionalismo cancella la memoria storica

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Originalmente inviato da CVC
Assistendo ai dibattiti televisivi mi è capitato di imbattermi in un fenomeno che tenterò di descrivere.
Pare che a preoccupare maggiormente il comunicatore di turno sia la ricerca della sensazione forte, del fare impressione, il catturare l'attenzione generale come se fosse improvvisamente risucchiata da un buco nero. Perciò ogni orecchio viene irresistibilmente attratto da un qualcosa che poi, ad un esame più profondo, non si sa neanche specificare bene cosa sia.
Proviamo a guardare la propaganda dei partiti. Tutti cercano di catturare l'attenzione con mezzi fini a se stessi così, da un esame più attento, risulta chiaro che invece di avere effettivamente un qualcosa da comunicare, manifestano esclusivamente la loro intenzione di comunicare fine a se stessa, accompagnata dall'esigenza di dover essere ascoltati a tutti i costi.
Questo modo di attirare l'attenzione fa sì che si sia sempre concentrati sul sensazionalismo di turno, senza che si riesca a costruire un quadro storico e razionale degli importanti argomenti di cui si dovrebbe parlare.
Quindi reati tanto gravi quanto scandalosi vanno in prescrizione non solo nelle aule di tribunale ma, peggio ancora, vanno in prescrizione nella nostra memoria.
E i fatti che, se analizzati razionalmente, dovrebbero fornire elementi chiave in base a cui procedere, vengono spazzati via da ciò che è maggiormente seducente e consono all'euforia del momento.

ma quello che giustamente descrivi tu non e' mica una casualità!…e' studiato apposta e nei minimi particolari,proprio perché l'obiettivo principale e' quello di travisare la realtà,non solo di cancellare dalla memoria,ma pure per inserire nel cervello dei teledipendenti,ma non solo quelli,un altra completamente rovesciata.

questo sensazionalismo ci viene presentato in tantissime maniere differenti,fino a quelle più subdole e percio più insidiose per la mente..vedi ad esempio il diffusissimo "politically correct" alla santoro,solo per fare un nome..
il meccanismo e' quello di fare arrivare alle persone un imput che solletica le parti più basse ed istintive delle persone..semplicemente perché così viene neutralizzata la parte riflessiva,quella del dubbio,che ti consente di andare oltre le apparenze…
alla fine,secondo me,bisognerebbe partire appunto da questi presupposti fondamentali,dopodiché e' facile capire che ci raccontano tutti un mucchio impressionante di..

proprio ieri mi sono visto l'intervista della pseudo giornalista lilly gruber a confronto con marine le pen http://www.comedonchisciotte.org/sit...icle&sid=13242

se puoi guardalo per intero e considera da te quanta manipolazione e falsità in atto fin nei minimi particolari..poi come nell'articolo da me indicato ce un punto cruciale in cui questa gruber si tradisce da sola e dice una cosa,(l'unica cosa vera) davvero terribile,per chi ha ancora la capacita di distinguere le cose:

"Intanto, il cambio delle monete lo decidono i mercati e non i popoli, vorrei ricordare a spettatrici, spettatori e anche alla signora Le Pen."

come a dire:

voi cari telespettatori e cittadini,siete soltanto dei schiavi,che dovete lavorare per pagare banche e lobby…e lei di sicuro fa parte di tutta la schiera che appoggia un tale sistema

oppure in un altra chiave interpretativa in questa maniera qui;

http://youtu.be/7MDY-8DVqjs

-------

hai mai visto questo film? http://youtu.be/JUnUJw6_IJI

….e' molto,molto interessante,ci sarebbero delle "simpatiche"
congetture..perlomeno da considerare
acquario69 is offline  
Vecchio 18-04-2014, 10.00.27   #4
maral
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Riferimento: Quando il sensazionalismo cancella la memoria storica

La memoria è solo e sempre un presente interpretato come passato e quindi è del presente che ci dice, della prospettiva che ora viviamo che nasconde o manifesta gli elementi che la costituiscono manifestando in essi il senso attuale sia esso emotivo o razionale. Ciò che la rappresentazione della memoria oggi ci palesa (e ce lo palesa in ogni mezzo di comunicazione) è l'imprescindibile necessità suggestiva del dato esibito e urlato, ma in realtà sempre accuratamente studiato per condizionare affermando una volontà di potenza che non ammette resistenza, obiezione, riflessione. La prospettiva presente della memoria è volontà di potenza tecnica, azione persuasiva condotta a mezzo degli allettamenti del baraccone delle meraviglie, macchina perfetta ove l'arte principe è il gioco illusionistico contrabbandato per puro dato oggettivo.
In "1984" Orwell aveva immaginato che nella società retta dall'anonimo onnipotente Grande Fratello esistesse un ufficio incaricato di riscrivere ogni giorno la storia, non certo per dilettare il popolo, ma per dirigerlo e mantenerlo totalmente asservito all'opinione dominante, perché dopotutto è sempre l'emozione che comanda ed è il racconto delle emozioni che la condiziona inglobandola. In fondo è questo quanto oggi ci accade e la sola difesa che abbiamo è mantenere vivo il dubbio, non permettere che venga mai seppellito dal vociare urlante che vuole insegnare a maggioranza cosa sia corretto pensare: assolutamente niente, che a pensare ci sono gli specialisti pagati per farlo secondo prestabilita omologazione.
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Vecchio 18-04-2014, 21.31.06   #5
CVC
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Riferimento: Quando il sensazionalismo cancella la memoria storica

@ acquario69
Ovviamente c'è manipolazione, ma il brutto sai qual'è? Che mentre la massa dovrebbe rivoltarsi contro il tentativo di manipolazione, invece lo accoglie con piacere. Si è contenti di sapere che c'è qualcuno che pensa al posto nostro! Orrore!

@ maral
Cicerone disse che chi non sonosce la storia guarderà sempre il mondo con gl'occhi di un bambino. forse è quello che sta succedendo oggi,


@ green & grey pocket
Il concetto di giornalismo oggi non può essere lo stesso di quando si diffuse la carta stampata. Allora l'importante era reperire e diffondere le notizie. Oggi invece si tratta di discriminare, fra la massa incommensurabile di notizie che ci travolge, quelle interessanti da quelle irrilevanti, quelle vere dalle bufale, quelle tendenziose da quelle oneste, quelle complete dalle incomplete, ecc.
Non è l'accumulare notizie che rende informati, ma il saper discriminare.
Purtroppo hai ragione, oggi i giornalisti sembrano per lo più confezionare i giornali su ordinazione. Il giornale della destra, il giornale della sinistra, quello del centro, ma che roba è questa?
E poi è ovviamente e quasi superfluo aggiungere che se si astrae una notizia dal suo contesto, allora la si può far diventare ciò che si vuole.
Persino nelle telenovele la puntata nuova è preceduta dal riassunto delle precedenti, chissà perchè per le notizie non è così. Conta solo la notizia più recente fin quando non si raggiunge l'obbiettivo: un gran marasma per cui non si capisce più nulla e si rinuncia anche a tentare di comprendere.
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Vecchio 19-04-2014, 08.30.47   #6
maral
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Il concetto di giornalismo oggi non può essere lo stesso di quando si diffuse la carta stampata. Allora l'importante era reperire e diffondere le notizie. Oggi invece si tratta di discriminare, fra la massa incommensurabile di notizie che ci travolge, quelle interessanti da quelle irrilevanti, quelle vere dalle bufale, quelle tendenziose da quelle oneste, quelle complete dalle incomplete, ecc.
Non è l'accumulare notizie che rende informati, ma il saper discriminare.

Mi sembra molto interessante questa considerazione. Se un tempo il compito del giornalista era trovare le notizie, oggi che siamo continuamente subissati di notizie è principalmente quello di selezionarle e in un contesto culturale di relativizzazione della verità a opinione la selezione tende sempre più inevitabilmente a prendere a unico riferimento la convenienza di parte.
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Vecchio 19-04-2014, 10.05.31   #7
Koirè
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Assistendo ai dibattiti televisivi mi è capitato di imbattermi in un fenomeno che tenterò di descrivere.
Pare che a preoccupare maggiormente il comunicatore di turno sia la ricerca della sensazione forte, del fare impressione, il catturare l'attenzione generale come se fosse improvvisamente risucchiata da un buco nero. Perciò ogni orecchio viene irresistibilmente attratto da un qualcosa che poi, ad un esame più profondo, non si sa neanche specificare bene cosa sia.
Proviamo a guardare la propaganda dei partiti. Tutti cercano di catturare l'attenzione con mezzi fini a se stessi così, da un esame più attento, risulta chiaro che invece di avere effettivamente un qualcosa da comunicare, manifestano esclusivamente la loro intenzione di comunicare fine a se stessa, accompagnata dall'esigenza di dover essere ascoltati a tutti i costi.
Questo modo di attirare l'attenzione fa sì che si sia sempre concentrati sul sensazionalismo di turno, senza che si riesca a costruire un quadro storico e razionale degli importanti argomenti di cui si dovrebbe parlare.
Quindi reati tanto gravi quanto scandalosi vanno in prescrizione non solo nelle aule di tribunale ma, peggio ancora, vanno in prescrizione nella nostra memoria.
E i fatti che, se analizzati razionalmente, dovrebbero fornire elementi chiave in base a cui procedere, vengono spazzati via da ciò che è maggiormente seducente e consono all'euforia del momento.

Hai ragione nei dibattiti politici ,e non solo,si usa questa tecnica che xò sè usata bene è alquanto utile.Ad esempio nel passato,faccio l'esempio di Carlo Magno che se non aveva questa potenzialità di attrarre con parole e gesti il suo esercito,forse,e dico forse,pochi l'avrebbero seguito con le sue idee e battaglie....Non che questo esempio di uso del sensazionalismo sia molto bello....però pensiamo a leader di sani principi...senza questo magnetismo di catturare l'orecchie altrui poca strada farebbero.
Perciò questa "tecnica" se usata male,attira e riempie le testa di parole vuote o peggio cattive....ma se usata bene è un modo x entrare in contatto con persone e poter far del bene.Ci sono tanti esempi che potrei citare,ma sò bene che voi del Forum li sapete....
Colgo l'occasione di augurare ,ai credenti,buona Pasqua.
Koirè is offline  
Vecchio 19-04-2014, 13.38.06   #8
acquario69
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Ovviamente c'è manipolazione, ma il brutto sai qual'è? Che mentre la massa dovrebbe rivoltarsi contro il tentativo di manipolazione, invece lo accoglie con piacere. Si è contenti di sapere che c'è qualcuno che pensa al posto nostro! Orrore!

pasolini lo aveva prefigurato lucidamente già 50 anni fa!
aveva capito che già all'epoca era in corso un mutamento antropologico vero e proprio che nessun potere fino all'ora esistente gli era riuscito ancora di realizzare…
provo ad immaginare come si sia radicato nel frattempo,dopo 2-3 generazioni,fino ad arrivare ai nostri giorni…all'orrore si aggiungono i brividi

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Originalmente inviato da maral
Mi sembra molto interessante questa considerazione. Se un tempo il compito del giornalista era trovare le notizie, oggi che siamo continuamente subissati di notizie è principalmente quello di selezionarle e in un contesto culturale di relativizzazione della verità a opinione la selezione tende sempre più inevitabilmente a prendere a unico riferimento la convenienza di parte.

secondo me ci sarebbe da aggiungere che le "notizie" oggi vengono pure inventate appositamente di sana pianta..e penso addirittura che si sarebbe pure andati oltre,creando persino l'evento che anticipa la notizia stessa…
acquario69 is offline  
Vecchio 19-04-2014, 15.54.06   #9
paul11
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Il concetto di giornalismo oggi non può essere lo stesso di quando si diffuse la carta stampata. Allora l'importante era reperire e diffondere le notizie. Oggi invece si tratta di discriminare, fra la massa incommensurabile di notizie che ci travolge, quelle interessanti da quelle irrilevanti, quelle vere dalle bufale, quelle tendenziose da quelle oneste, quelle complete dalle incomplete, ecc.
Non è l'accumulare notizie che rende informati, ma il saper discriminare.
Purtroppo hai ragione, oggi i giornalisti sembrano per lo più confezionare i giornali su ordinazione. Il giornale della destra, il giornale della sinistra, quello del centro, ma che roba è questa?
.......

Sarà paradossale ,ma preferisco invece il giornalista e il giornale schierato di destra o sinistra, perchè conosco la linea editoriale del direttore di quel giornale.
Il problema è lo pesudo-giornalismo, la pseudo-politica, la pesudo-scienza, la pesudo-economia, ecc, cioè eventi amplificati senza aver cercato una credibilità nelle fonti, una attendibilità che validifichi quell'evento. Così il gossip ha investito prima il giornalismo dell'informazione e prima ancora il giornalismo televisivo e poi a macchia d'olio ovunque ,amplificato da internet.

Ma è la massa che è ignorante e il giornalismo insegue la massa, in questa circonferenza dell'inseguire nella mediocrità dalla quale non se ne esce,da quando l'audience significa raccolta pubblicitaria e quindi aumento di fatturato.
Quindi quantità di audience è direttamente propozionale alla mediocrità del contesto culturale.
Oggi il fenomeno è molto più dispersivo, perchè i media si sono moltiplicati e la massa si è dispersa nella personalizzione del proprio palinsesto.
Ognuno, tanto più il livello culturale è alto, si crea in internet dei siti preferiti da cui attingere notizie. Se poi si è professionisti allora si cercano siti altamente qualificati nella notizia, scientifica, economica, ecc.
D acui si desume che il giornalismo generalista si è dequalificato vivendodi veline dell' Ansa , Adn Kronos, ecc. Cioè di organismi giornalistici preposti a cercare notizie fresche.
Ora se un evento è gonfiato, immaginiamo il commento.
Un giornalismo serio deve distinguere l'attenibilità di una notizia e separarla dal commento. Gli editoriali delle prime pagine dei giornali sono generalmente commenti alle notizie fresche.
Sono contrario al concetto di ordine professionale, eredità storica del medioevo delle corporazioni dei maniscalchi, del calzolai, ecc. perchè è contrario al diritto di accesso ad una professione se il contesto è la libertà e sono contrario come concetto economico alla tariffa professionale ,di fatto non soggetta al libero mercato: quindi siamo ai privilegi nella roccaforte delle tanti torri che si trovano nella nostra pseudo-democrazia.
La deontologia di un ordine professionale, in questo caso il giornalista. dovrebbe cozzare con il costruire ad arte venti "per acchiappare" audience; ma la deontologia ormai è un atto morale lavato dal riempimento di denaro sul conto corrente. Quindi : denaro batte morale 2 a 0, palla al centro.
D'altra parte la libertà di stampa è sacra e non può essere lo Stato a determinare ciò che deve essere scritto:sarebbe dittatura.
L'unica alternativa è che quella massa cominci ad emanciparsi e a non vedere in TV pacchi e pacchetti, marketing politico dei soliti noti che appaiono ovunque.
Il lor punto debole è che se pochi o nessuno li vede, chiudono.
Quindi: oh massa: svegliati!!!!!!
paul11 is offline  
Vecchio 19-04-2014, 20.24.48   #10
CVC
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Riferimento: Quando il sensazionalismo cancella la memoria storica

@ paul11
La televisione è espressione di ciò che Pascal intendeva col termine 'divertissement'.
La tv è il divertissement che ci permette di fuggire dalla realtà, che ci fa perdere di vista gli obbiettivi più importanti, il pensiero profondo
La tv è l'autorità indulgente che ci dispensa dall'onere di pensare, perchè per la massa pensare è un fastidio, una pesante incombenza di cui si fa volentieri a meno.
Ma il giornalismo non può essere divertissement, i delitti di cronaca non sono l'ispettore Colombo, la realtà non può diventare romanzo
Tantomeno la politica può essere divertissement, non dovrebbe. Ma se oramai la politica è tutta dentro la tv, e in tv conta solo l'audience....
CVC is offline  

 



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